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Autore: Yuki Kiryukan    21/02/2013    7 recensioni
Seconda serie di Awakening.
Rebecca e Zach sono stati separati per due lunghi mesi. Ognuno preso ad affrontare i problemi della propria realtà.
Ma Rebecca è ottimista, poiché è viva nel suo cuore, la promessa di Zach, sul suo ritorno, di cui lei non ha mai dubiato.
Ma quando arriverà il momento di rincontrarsi, Rebecca, non ha idea quante cose siano cambiate, e si ritroverà ad affrontare da sola, i suoi incubi peggiori.
Dal capitolo 6:
"Non ci pensai nemmeno un secondo in più, che gli buttai le braccia al collo. Gli circondai le spalle, stringendolo forte contro il mio petto.
Inspirai a fondo il suo profumo virile che mi era tanto mancato. Mi venne da piangere quando sentii il suo corpo aderire perfettamente al mio. Come se fossimo stati creati appositamente per incastrarci.
Zach aveva mantenuto la sua promessa, ed era tornato da me. Io l’avevo aspettato, e adesso, non vi era cosa più giusta di me tra le sue braccia.
L’unica cosa che stonava, o meglio, che mancava, era il fatto che non fossi...ricambiata.
Quando finalmente, sentii le sue mani poggiarsi sulle mie spalle, non mi sarei mai aspettata...un rifiuto".
Genere: Mistero, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cursed Blood - Sangue Maledetto'
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Salve a tutti, eccomi tornata col capitolo 39!! *---* che bello, ormai sfioriamo i 40! XD
Qui torna ( a grande richiesta XD ) Jean Stain! :D Non credevo che il suo personaggio avrebbe avuto così tanti fan a dire il vero! Pensavo che visto che è il "cattivo" l'avreste odiato tutti... e invece è uno dei più amati! XD  
Beh, poiché lui è la chiave di tutto, la cosa non può che farmi piacere! :)
Chissà che in questo capitolo la vostra opinione su di lui cambi... sono curiosa, quindi fatemi sapere che sono in ansia! XD 
Volevo sbrigarmi a finire il capitolo perché volevo postarlo in fretta, spero sia uscito bene!

AVVISO IMPORTANTE: Il 3 Marzo partirò per L'Inghlterra e tornerò il 10! Dato che devo anticiparmi tutte le interrogazioni prima della partenza, non credo che riuscirò ad aggionare prima perché ho davvero molto da studiare, quindi carissimi, ci rivedremo dopo il 10 Marzo! >.<
Sei ci riesco però, proverò appostare prima della partenza! ;)

Un bacione a tutti!!! Grazie mille per il sostegno, come sempre! <3 
Yuki!

 

                                               La Punizione Di Un "Padre"

 
 
 
 
 


Era raro per Jean Stain fermarsi a pensare al passato. 

Di solito, faceva di tutto per essere impegnato, in modo che i ricordi non prendessero il sopravvento su di lui, ma quella volta aveva deciso spontaneamente di isolarsi dalla realtà.

Era nella sua stanza, quella che utilizzava giusto per riposarsi qualche ora al giorno e, seduto sulla scrivania di legno, aveva tra le mani una vecchia fotografia sua e di Rosalie.

Era stato David a scattarla, il giorno in cui aveva fatto la prima ecografia; lui l'abbracciava da dietro, tenendole le mani sul ventre, nel quale si stava lentamente sviluppando la vita di suo figlio. 

A volte desiderava tornare indietro, al tempo in cui Rosalie era ancora viva, in cui la prospettiva di diventare padre non era solo un sogno.

Al tempo in cui, c'era ancora una speranza, per lui. 

Attraverso il vetro, accarezzò con le dita il volto della donna che aveva tanto amato: era piena di vita, sorridente. 

Fiduciosa, per il meraviglioso futuro che li avrebbe aspettati, tutti e tre insieme. 

"La malattia mandò in mille pezzi tutte le tue speranze vero, mia amata Rose? Non pensavi più al futuro come facevi un tempo..."
 
 


  << Sarà maschio o femmina? >> le aveva chiesto lei, saltellando allegra per il salotto della casa dove convivevano.

  << Sinceramente, per me è indifferente >> aveva risposto Jean, con un sorriso caldo e amorevole  << Mi sto ancora beando dell'idea che diventeremo genitori... >>

Lei gli aveva sorriso dolce, e l'aveva raggiunto accomodandosi sul divano. Gli si era accoccolata tra le braccia, poggiando la schiena sul suo petto, mentre Jean aveva preso ad accarezzarle il ventre.

  << Sarebbe bello se riprendesse i tuoi occhi... >> aveva esordito lei, intrecciando le loro dita  << Sono così profondi... >>

  << No, gli occhi devono essere i tuoi >> l'aveva contraddetta lui, baciandole la fronte  << Due splendidi occhi azzurri... >>

   << Allora... >> la donna aveva allungato una mano verso il suo volto, accarezzandogli i capelli castani  << Mi piacerebbe poter accarezzare anche al nostro bambino dei capelli come i tuoi... Li ho sempre amati >>

  << I tuoi biondi sono più belli... >>

Rosalie aveva finto di mettere il broncio  << Non può mica prendere tutto da me! >>

Jean aveva riso, e la sua fossetta aveva fatto capolino sulla guancia  << E va bene. Vada per i capelli, allora >>

  << Ah! E anche... >>

Lei gli aveva portato l'indice sulla guancia, schiacciando il punto in cui compariva quella buffa rientranza  << Voglio che prenda anche questa fossetta! Sarebbe davvero tenero, vero? >>

Jean aveva annuito  << Sarebbe un tratto distintivo... >>

Rosalie gli strinse forte le mani  << Sai, cosa stavo pensando? Se fosse una femmina...  non ti piacerebbe chiamarla Rebecca? >>

L'uomo si era irrigidito.  << Parli... sul serio? >>

  << Certo! E' un nome molto importante per te, no? Poi, piace molto anche a me, quindi... >>

Lui le aveva preso il delicato volto tra le mani, e le aveva donato un lungo bacio sulle labbra rosee  << Mi faresti davvero felice >> aveva confessato, con una punta di imbarazzo  << E che si fa se è un maschio, invece? >>

La donna aveva riso  << Troveremo un nome altrettanto bello! >>

Cingendogli i fianchi, Rosalie l'aveva abbracciato dolcemente, inspirando il suo profumo, che tanto le piaceva  << Jean... saremo felici noi,
vero? >>

Lui aveva contraccambiato la stretta, accarezzandole i lunghi capelli d'oro  << Sicuramente >> 
 
 


Ma non avevano vissuto nemmeno uno spiraglio della felicità che tanto avevano sperato. 

Soltanto due mesi dopo, Rosalie aveva scoperto della sua malattia, e tutto era crollato. 

I loro sogni, le loro speranze.

Aveva visto la donna che amava spegnersi giorno per giorno, e non era riuscito a sopportalo.

La Chimera era l'unica che potesse ancora garantire loro il meritato futuro che avevano progettato.  Per questo aveva dedicato anima e corpo alle ricerche, trascurando la sua stessa salute.

Avrebbe salvato Rosalie e il loro bambino. Ad ogni costo. 

Non gli importava se David, George o Julia non avessero capito. Se l'avessero considerato un povero pazzo. 

La Chimera averebbe salvato Rose, rendendola un essere migliore persino. 

Era stato in grado di creare l'essere perfetto. Grazie ad esso, l'uomo sarebbe evoluto e, presto o tardi, chiunque gli avrebbe riconosciuto tale merito verso l'umanità.

E la sua amata Rosalie aveva il privilegio di essere la prima a passare al livello superiore.

Ma qualcosa era andato storto.

Una reazione di rigetto che non aveva previsto aveva prosciugato la vita della sua amata davanti ai suoi occhi. 

Qualcosa nella Chimera non era andato come aveva programmato. Il corpo di Rosalie non aveva tollerato l'intrusione e ciò l'aveva condotta alla morte.

Di questo non si sarebbe mai perdonato.


<< Sei tu, e solo tu, il diretto responsabile. Se Rosalie dovesse morire per colpa tua... giuro che ti ammazzo, sporco assassino. Con le mie stesse mani >>


Gli aveva detto così David, l'ultima volta che l'aveva visto. 

Inizialmente, il senso di colpa gli aveva paralizzato l'organismo. Più di una volta era stato tentato di distruggere tutto, persino se stesso.

Ma poi il volto di Rosalie era riaffiorato alla sua mente. Lei gli aveva dato fiducia.

E non solo a lui. Al suo progetto, persino.

Per questo, l'avrebbe portato avanti, fino in fondo. Avrebbe continuato le ricerche, potenziando la Chimera fino a idearne quella perfetta in assoluto. 

L'avrebbe fatto per lei e per suo figlio. 

Sospirò e poggiò la foto sulla scrivania, con l'intenzione di riprendere le sue ricerche. 

Ad un certo punto però, il suono metallico dell'allarme gli fece prendere uno spavento. 

"Minaccia rilevata. Minaccia rilevata".

Strabuzzò gli occhi, senza poter credere alla sue orecchie. 

"Un'intrusione...non può essere, cazzo!"

Improvvisamente, il pavimento cominciò a tremare. Gli oggetti sul mobile caddero a terra e l'uomo fece appena in tempo a prendere la preziosa cornice evitando che si fracassasse al suolo. 

Il suono della sirena dell'allarme gli fece rizzare tutta la peluria delle braccia.

Quando il suolo riprese stabilità, imprecando, si precipitò fuori dalla stanza e, per precauzione, riparò la piccola cornice nella tasca interna del suo camice. 

Una scossa del genere non era normale. Doveva essere sicuramente successo qualcosa. 

A grandi passi, si precipitò nella sala comandi dell'edificio, ancora funzionante. I vari monitor erano collegati al sistema di telecamere a circuito chiuso e, voltando gli occhi da uno schermo all'altro, con orrore capì cosa stava succedendo.

Sulla mappa virtuale che mostrava l'architettura dell'edificio, un pallino rosso lampeggiante indicava il settore 6, dove c'era il suo laboratorio.
  << Merda! >> imprecò quando si accorse che le telecamere di quel settore non trasmettevano immagini.

Correndo, salì le scale, saltando qualche gradino, ed ebbe quasi un colpo al cuore quando arrivò nel punto fatidico, vedendo il suo laboratorio completamente distrutto. 

La porta di metallo era ripiegata su se stessa, mostrandogli uno scenario a dir poco raccapricciante. Del suo luogo di ricerca era rimasto ben poco. Era tutto a pezzi, monitor fracassati, macchinari a terra. Tutti i campioni delle sue ricerche perduti. 

Esatto, campioni. Perché lui teneva sempre tutte le sue creazioni al sicuro in un luogo protetto, inaccessibile per chiunque.

Ma la cosa non bastò per non fargli salire il sangue al cervello. La rabbia si impossessò di lui e strinse i pugni con forza, conficcandosi le unghie nei palmi. 

Della ragazza velenosa neanche l'ombra. Dovevano averla fatta uscire prima di distruggere tutto. 

"Zach e Ryan... maledetti"

Erano stati senza alcun dubbio loro gli artefici di tutto. Sapeva fin troppo bene che complottavano alle sue spalle, ma non si sarebbe certo aspettato una loro mossa diretta così presto. 

"Li ho sottovalutati..."

Aiutati dai loro amici di fuori, avevano fatto evadere quella Rebecca e distrutto tutto... 

Come potevano essere così ingrati verso di lui?! Lui che li aveva dato tutto! La libertà, la dignità...

Meritavano una punizione esemplare. 

"Ma non cantate vittoria troppo presto. Non mi farò fregare così facilmente..."

I suoi ragazzi, quelli di cui poteva ancora fidarsi, erano ben agguerriti e sicuramente non avrebbero permesso loro di sgattaiolare via come se niente fosse.

Per questo aveva somministrato in segreto il vaccino ad Adam, stando ben attento a non farlo sapere ai due traditori e, proprio come si aspettava, aveva ottenuto un successo senza precedenti.

Nessuna reazione di rigetto, nessun effetto collaterale. Era stato proprio bravo.

Aguzzò l'udito: i rumori che sentiva, dovevano essere proprio loro. Provenivano da diversi piani superiori, ma i suoni della battaglia erano inconfondibili alle sue orecchie.

Inaspettatamente, si ritrovò a sorridere. 

Nessuno poteva permettersi di sfidare Jean Stain e pretendere di uscirne vincitore. 

Era questo che pensava, mentre saliva con una tranquillità impressionante le numerose rampe di scale.  Prima si svoltare il fatidico corridoio, li spiò senza farsi vedere. 

C'erano tutti quelli che si sarebbe aspettato, persino gente che non aveva mai visto, e tutti erano impegnati a combattere.

Cercò con lo sguardo la ragazza velenosa e la trovò alle prese con Adam, aiutata da un tipo dall'aria scorbutica.

Inaspettatamente, vide anche Misa, contrapposta a Lilith. Era dall'attacco di due mesi prima a Dallas che non la vedeva e non poté far a meno di notare quanto fosse cambiata.

Ma non nell'aspetto fisico: a parte i capelli più lunghi, era sempre la solita ragazzina piccola ed esile. Sembrava quasi impossibile che potesse maneggiare una spada, tanto sembrava fragile.

Ma...il suo sguardo. Quello sì, che era cambiato radicalmente. I suoi, erano occhi che non aveva mai visto. 

Occhi... vivi.

Brillavano di una luce da far invidia. Una luce che non aveva mai visto quando era con lui. 

Dean invece si stava scontrando animatamente con una tipa rossa. Le aveva appena sferrato un colpo tale da farle perdere il mitra dalle mani, facendolo rotolare a pochi metri da lui. 

Poi, dopo altri incessanti colpi, sbattendola al muro l'aveva baciata con passione. Quella reazione l'aveva lasciato senza parole, e si ritrovò a masticare qualche imprecazione.

"Dean... altro che l'antidoto PH-AB+,  ti inietterò un vaccino che farà calmare quei tuoi ormoni una volta per tutte...."

Ma lo stomaco, gli si contorse quando scorse Zach e Ryan. Il primo, aiutato dal ragazzo che aveva visto in compagnia di Rebecca prima di rapirla, si stava scontrando con Ray.

Ryan invece combatteva contro Ian, dando allo stesso tempo man forte ad una ragazza alla prese con Alyssa ed Eleanor.

Strabuzzò gli occhi. La ricordava bene, quella ragazza dai capelli mogano: era la stessa di cui si era lui stesso accertato la morte...diverso tempo prima.

"Bastardi...! Già da allora mi stavano prendendo per il culo..."

Senza alcun dubbio, ad inscenare la sua morte era stato Zach, con le sue conoscenze mediche. L'aveva rigirato per bene.

Era stato Jean stesso, anni prima, a condividere con lui il suo sapere, vedendolo interessato alla medicina.  A quel tempo, pensava a Zach davvero come ad un figlio. Era stato il primo in assoluto a diventare un Chimero dopo Rosalie, e provava verso di lui un affetto particolare. 

Solo allora si stava accorgendo di quanto fosse stato incauto. Il "figlio" che più di tutti considerava tale, gli si era rivoltato contro. 

Per cosa poi? 

Una sciocca ragazza che rappresentava addirittura la sua morte. Un amore che non aveva né inizio, né futuro.

Che cosa ridicola. 

Come "Padre", avrebbe svolto il suo ultimo dovere verso di lui.

Meritava una punizione. Una punizione esemplare. Poi, sarebbe stato il turno di Ryan.

Abbandonò la sua postazione e, raccogliendo il mitra della Rossa finito a terra, lo puntò senza esitazione verso suo "figlio maggiore".

"Che delusione, Zach. Eri così promettente.... Ma, proprio perché sono tuo Padre, ti sto punendo"

E dopo ciò, premette il grilletto. 
 
 
 
                                   




                                                                                            *******************************************
 
 
 


Quando Eleanor sentì il rumore dello sparo, in un primo momento credette provenisse dalla sua pistola. 

Finalmente, armata di una determinazione del tutto nuova, aveva preso in mano le redini della situazione. Proprio come aveva detto Amelia, il suo cuore aveva già deciso da che parte stare. 

Era inutile continuare a fingere che non fosse così, ed essere un' ignava.

Per questo, dopo aver impugnato la pistola, l'aveva rivolta, con uno scatto fulmineo, verso Ian.

Non era riuscita a trattenere una lacrima e credeva davvero di aver sparato, alla fine.

Ma dovette ricredersi. Le sue dita non erano state abbastanza forti da premere il grilletto, ed un altro sparo aveva sopraffatto quello che lei aveva tentato.

Un brivido freddo le percorse la colonna vertebrale, gelandola sul posto. Notò che tutti i combattimenti si erano interrotti, e tutti i presenti guardavano dalla medesima parte.

Così, anche lei seguì la direzione dei loro sguardi e, mentre il suo cuore impazziva, dal terrore, lo vide.

Il Padre.

Era dal primo attacco alla sede dello Scudo Rosso, quello dove era stata catturata, che non lo rivedeva e gli sembrò cambiato. 

Era lì in piedi, con aria fiera ed imponente. Lo sguardo serio e glaciale; lo sguardo di un assassino.  Teneva un mitra tra le mani, con la canna puntava verso di loro, e gemette quando lo riconobbe.

Era il mitra di Kim. E, cosa più inquietante, conteneva i Blood Bullet.

Quasi contemporaneamente, un urlo agghiacciante si levò in aria, che riconobbe immediatamente.

Rebecca. 

Rebecca stava urlando a squarcia gola.

Si voltò in sua direzione, sicura che fosse stata lei l'obbiettivo del Padre, ma dovette ricredersi quando osservò il corpo di Zach cadere all'indietro come a rallentatore. 

Il Chimero cadde a terra in un tonfo sordo, mentre il suo petto sanguinava copiosamente.

Sgranò gli occhi, allibita.

Non poteva crederci... 

Il Padre... aveva volontariamente colpito Zach?! 

E non per destabilizzarlo, no...

L'aveva colpito al petto. Sul cuore. 

  << Zach!! >>  urlò ancora Rebecca, correndo verso il suo corpo  << No... no, Zach! Zach!! >>

Con le mani imbrattate di sangue si era portata il suo corpo in grembo, incurante del fatto che non avrebbe fatto altro che peggiorare la situazione, toccandogli il volto ferito.

Kyle intervenne, e prendendola da dietro, le bisbigliò qualcosa all'orecchio che non riuscì a sentire, trattenendola.

Tutti i presenti erano rimasti immobili, con gli occhi sgrananti, fissi sulla scena. 

Lilith si portò una mano alla bocca, osservando la scena con gli occhi blu sgranati. Misa aveva abbandonato la presa sull'arma, correndo in direzione di Rebecca, così come aveva fatto Amelia. Hidd, Kim, così come gli altri, erano impietriti.

  << Padre... >> bisbigliò invece Adam, appena udibile.

Nessuno si aspettava un suo intervento. Almeno, non così drastico. 

Eleanor alternava gli occhi verde-acqua dallo scienziato al suo compagno, in una pozza di denso sangue.

Impossibile....

L'uomo abbassò il braccio e, continuando a tenere l'arma bel stretta in mano, avanzò di alcuni passi, deciso   << Questo gioco è durato fin
troppo >>  

Osservò il corpo di Zach riverso a terra  << Un colpo del genere non dovrebbe stordirti così... a meno che... >>  Studiò l'arma che aveva in mano con curiosità e, addirittura, sorrise  << ...Qui non ci siano i famosi proiettili speciali di cui ho sentito parlare... >>

Il Padre stava sorridendo... 

Aveva sparato a Zach e sorrideva!

Non lo riconosceva più. 

Era ancora la stessa persona che li aveva salvati tutti dalla strada? 

Quell'uomo sorridente che, porgendole un ombrello sopra la testa, in quella giornata di fitta pioggia, le aveva letteralmente salvato la vita?

  "Non devi vergognarti di essere quello che sei, Eleanor. La vita è tua, vivila come ritieni giusto...al mio fianco. Ti sto offrendo la possibilità di risorgere. Non sprecarla"

Grazie a quelle parole era riuscita a rialzarsi, ma....

Quale "padre" sparerebbe mai al proprio "figlio"? 

La reazione che non sarebbe mai riuscita a prevedere, fu quella di Ryan. Il biondo era rimasto scioccato per diversi istanti, poi i suoi occhi si erano puntati furiosi verso il Padre.

  << Maledetto... bastardo!! >> urlò, e gli si avventò contro con la spada in mano. 

Fu così veloce che faticò persino lei a seguire i suoi movimenti. Ma Ray e Ian furono più lesti, e intercettarono l'attacco del biondo prima che potesse andare a segno.

Il primo lo prese per la spalla sinistra, il secondo per quella di destra, e lo sbatterono a terra così violentemente da provocare una lunga crepa al suolo.  

Ryan gridò dal dolore, e i due che gli erano sopra gli puntarono le armi alla gola.

Jean guardò la scena come divertito  << Credi di poterti ribellare a me Ryan? Non hai ancora capito con chi hai a che fare? >> 

  << Si che l'ho capito, finalmente >> sputò senza paura il Chimero, mentre, tenuto fermo dai suoi ex compagni, continuava a divincolarsi e scalciare come un cavallo indomabile  << E ne sono disgustato >>

Indispettito, lo scienziato lo colpì ad un fianco con un violento calcio, che lo fece gemere dal dolore. 

  << Vedete? >> disse, rivolgendosi ai presenti, e indicando con l'arma i due traditori  << Questi due hanno deviato dalla retta strada che avevo loro indicato. Rinnegando me, hanno rinnegato la loro stessa natura, poiché sono stato io a conferirgliela. Non sono più degni di essere chiamati "Chimeri" >>

Alzò il mitra e lo puntò su Ryan, che sgranò gli occhi azzurri.  << Credetemi. Dispiace più a me, che a voi. Le mie meravigliose creazioni... >>  il dito scivolò sul grilletto, pronto a sparare.

Eleanor era sconvolta. Provò a gridare ma le labbra le tremavano e la voce le morì in gola.

Era quello l'uomo che aveva seguito e venerato quasi, fino a quel momento? L'uomo che, senza la minima titubanza, voleva far fuori due dei suoi figli?! 

Troppo scioccata, non riuscì né a muoversi, né ad urlare. Ma ci pensarono altri a farlo per lei.

Amelia buttò un grido agghiacciante, pari a quello emesso da Rebecca, mentre, a fermare il Padre dai suoi propositi omicidi, fu niente meno che...

Dean.

Prorpio lui. L'ultimo su cui avrebbe scommesso.

Veloce come un razzo, lasciando tutti a bocca aperta, il Chimero afferrò con una mano la canna del mitra. Con la sua forza sovrumana, la piegò su se stessa, fino a spaccarla in due. 

  << Dean, che cazzo stai facendo?! >> urlò Ray.

Lui non rispose, limitandosi a guardare il Padre con aria dura e severa, che indietreggiò, colto alla provvista.

   << Come osi... >> proferì lo scienziato, mentre Alyssa si preparava ad attaccare il compagno  << Non anche tu, Dean...! >> urlò, quasi come una preghiera  << Non anche tu!! >>

Eleanor si portò la mani alle orecchie. Troppe voci, troppi suoni le penetrarono nel cervello. 

Le girava la testa. Era tutto così confuso... 

Così assurdo....

Prigioniera di quelli dello Scudo Rosso, al contrario di tutti i pregiudizi negativi che nutriva verso di loro, aveva visto persone dare tutte le stesse per i propri compagni.

Zii che si sacrificavano per i propri nipoti, amici disposti a rinnegare tutto pur di difendere le persone a loro care... Persone che tradivano tutto e tutti, per la persona che amavano.

Invece, tornata in quello che doveva essere il "suo mondo", tutto ciò a cui aveva assistito era stato un orribile massacro tra compagni, e un padre che sparava ad un figlio e tentava di ucciderne un altro. 

Non era di certo quello, il mondo dove voleva vivere.

Il luogo dove voleva appartenere era quello dove c'era lei.

Gwen... 

"Eleanor, per favore... Dicci dove hanno portato Rebecca... Lei... lei è mia amica... "

Le aveva fatto una promessa. Riportare indietro Rebecca e non morire. 

Avevano un appuntamento in sospeso, loro due.

Tutti avevano preso una posizione... adesso, anche lei.

Si tastò con le mani tremanti la cintura che portava alla vita, fino a trovare la fiala di antidoto che aveva sottratto dal laboratorio prima che fosse distrutto. 

Non perse altro tempo. In un lampo, corse in direzione di Zach, senza badare a niente e a nessuno. 

Con un brusco strattone allontanò una scioccata Rebecca, che cadde tra le braccia pronte di Kyle, mentre, svitando il tappo della provetta, la poggiò sulle labbra violacee del Chimero, ormai in fin di vita. 

"Avanti, Zach.... Non morire! Dio, fa non sia già morto...."

Gli aprì la bocca con le mani e gli fece inghiottire il liquido giallo, sperando, per l'ultima volta, che il Padre fosse davvero così geniale come aveva sempre creduto. 







 
  
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