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Autore: Sheylen    26/02/2013    3 recensioni
Le storie iniziano sempre in un noioso giorno di scuola. Dove magari succede qualcosa di imprevisto. E magari alcune persone non sono quelle che credevi. La differenza? Andrea Kühn è una mortale.
... Più o meno.
Dal 2° capitolo:
Forse era quel rimbombare ritmico, forse quella strana pressione sopra lo stomaco conosciuta anche come “istinto femminile”, ma il tragitto verso il Laboratorio non mi era mai sembrato così inquietante.
“Forse dovevo solo fare colazione stamattina” mi dissi salendo una rampa di scale.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Crollo.

 
 
-Hai intenzione di fare qualcosa?-
Scossi la testa con convinzione.
-Bisogna solo aver pazienza, si molleranno nel giro di qualche giorno…- risposi, testarda.
Aida sospirò, lanciando uno sguardo alquanto eloquente ad Helmutt, che era seduto sul banco davanti a noi.
-Andre, è una settimana che rispondi la stessa cosa.-
-Lo so.-
Contro ogni aspettativa, la coppia Friederich-Josephine aveva superato la prima settimana di esistenza. E dallo stesso tempo durava il mio silenzio con il mio migliore amico.
Non avevamo mai litigato tanto da toglierci il saluto, e il fatto che fosse una stupida del secondo anno ad esserne la causa mi dava i nervi. I miei compagni continuavano a ripetermi di non fare la bambina, cercare il dialogo con Friederich e chiarire la faccenda in maniera matura, ma volevo con tutta me stessa vedere la faccia del mio amico che mi chiedeva scusa, dopo aver ovviamente lasciato la sua nuova fidanzatina. Peccato che a quanto dicevano le informatrici di Olga, le cose tra i due andavano più che bene: erano già stati “avvistati” al parco a camminare a braccetto, e al centro commerciale a fare compere, sorridenti e fidanzati.
-Ma non è che sei gelosa…?- domandò Helmutt, alzando le sopracciglia con fare inquisitore.
-Helm piantala, lo sai che non c’è mai stato nulla tra me e lui. Ma sono la sua migliore amica, avevo il almeno il diritto di saperlo da lui!-
-Qualcuno sa dove sia Anna?- chiese Denise, entrando trafelata in classe.
Ci voltammo tutti verso la nostra compagna, scuotendo il capo.
-Sembra che il ragazzo che le piace sia sparito… non vorrei che si sia sentita male!- spiegò Denise, uscendo poi di corsa in cerca dell’amica.
-Sparito in che senso?- domandò Olga dall’altra parte della classe, alzando la testa dal quaderno dove stava copiando i compiti.
-Avrà tagliato.- le risposi, alzando le spalle. Non sapevo di quale ragazzo si fosse innamorata Anna, ma solitamente aveva una predilezione per i ribelli.
-Cambiando argomento, quando ci sarà il secondo turno della gara di atletica?-
-Penso la prossima settimana, dovrebbe essere mercoledì o venerdì.- mi rispose Aida, che come me aveva passato le selezioni della settimana precedente.
-Ottimo…- commentai,  costringendomi a non pensare a quella bambina. Il giorno della prima selezione l’avevo riconosciuta sugli spalti, con una piccola telecamera tra le manine. Avevo chiesto a tutti quelli che conoscevo se era una loro parente o una loro amica, ma tutti mi avevano risposto che non l’avevano mai vista.
Nonostante tutto ero abbastanza occupata ad interrogarmi su quale strano allineamento planetario avesse permesso a Friederich di innamorarsi di Josephine per preoccuparmi di una pallida bambina stalker.
-… sappiamo che è poco credibile. Però Agin mi ha detto che anche il suo rappresentante di classe è assente da parecchi giorni! E la cosa strana è che non è arrivata alcuna giustificazione, ha anche saltato un consiglio d’istituto. La professoressa Vogt era furibonda: sai quanto tiene alle sue stupide carte…- spiegò Ludwig, entrando in classe al fianco di Diego.
-Sapete qualcosa sul ragazzo scomparso?- strillò Olga andando loro incontro, bramosa di nuove informazioni. Ludwig la guardò perplesso: -Sul ragazzo scomparso? Sono tre le persone che non si trovano!-
La ragazza saltellò eccitata, mentre Aida, Helmutt ed io ci avvicinavamo preoccupati.
-Spiegatevi, in che senso non si trovano?-
Ludwig si rivolse ad Aida guardandola con una punta d’orgoglio, come se essere diventato l’informatore di una delle ragazze più belle della classe fosse un onore per lui.
-Sono due ore che la voce gira tra le classi. In corridoio non si fa che parlare di questo. Aaron e Katrina Bergmann non si presentano a scuola da diversi giorni. La direzione ha chiamato a casa loro, ma ha sempre trovato la segreteria telefonica. La cosa interessante è che una bidella qualche giorno fa li ha visti correre come dannati lungo una strada poco fuori città, accompagnati da un certo Dan Scott.-
-Dan Scott?-
Ludwig mi guardò interrogativo: -Per caso lo conosci?-
-Non è il ragazzo che è venuto a chiedere di chi era la felpa la settimana scorsa?- chiese Olga, pettinandosi i capelli con le dita soprappensiero.
-Si, certo. Ma… Dan Scott ha le stampelle, non può correre!- replicai, guardando entrambi.
-La bidella ha detto che correvano tutti e tre… comunque sia, anche lui non si vede da giorni.-
Ludwig si strinse nelle spalle, allargando le braccia come scusandosi di non sapere più particolari.
La campanella trillò.
 
Gli studenti scendevano rapidamente le scale e si dirigevano chi allegramente, chi stancamente, verso la pronta principale.
Alcuni professori controllavano severamente l’uscita, sollecitando i ritardatari a lasciare le aule.
-La miseria, ho lasciato gli appunti in laboratorio!- sbottai non appena fui uscita dal cancello.
Olga e Aida mi fecero il verso, battendomi le mani. Sospirai, facendo un mezzo inchino per rispondere alla presa in giro: -Confido nel fatto che nessuna di voi due abbia il buon cuore di accompagnarmi a riprenderlo, giusto?-
-Ho l’appuntamento dall’estetista!-
-E io vado a pranzo da mia nonna, se tardo si preoccupa!-
-Vi voglio bene anche io…- risposi facendo inversione rapida e iniziando a marciare contro corrente. Svicolai tra il fiume in piena di studenti, scansando zaini e borse colme di libri di testo. Feci un cenno ai ragazzi che mi salutavano, non potendomi fermare senza essere trascinata dalla massa.
Varcato l’ingresso, una professoressa si avvicinò subito invitandomi ad uscire, ma non fece troppe storie quando le spiegai di aver dimenticato un quaderno in Laboratorio.
I corridoi erano vuoti, i miei passi risuonavano come i rintocchi di un orologio. Forse era quel rimbombare ritmico, forse quella strana pressione sopra lo stomaco conosciuta anche come “istinto femminile”, ma il tragitto verso il Laboratorio non mi era mai sembrato così inquietante.
Forse dovevo solo fare colazione stamattina” mi dissi salendo una rampa di scale.
Ogni tanto il Fato si prende gioco di noi umani, e ci perseguita con ciò che noi tentiamo di evitare. Fu questo ciò che pensai nel momento in cui vidi due ragazzi che si baciavano, appoggiati al muro del corridoio. I capelli biondi di lui erano quasi nascosti dalla riccia chioma rossa della ragazza, che doveva ricorrere a tutti i dieci centimetri dei suoi tacchi per raggiungere le labbra del fidanzato.
Friederich si accorse quasi subito della mia presenza, e si ricompose leggermente imbarazzato.
-Cosa ci fai qui Andrè?-
-Ho dimenticato un quaderno…- risposi, guardando la ragazza che si girava verso di me. I ricci le cadevano ribelli intorno al volto perfettamente ovale, ricoperto con precisione maniacale da un sottile strato di fondotinta pallido. Gli occhi erano di un singolare azzurro, famosi in tutto l’istituto per le loro sfumature tendenti al lilla.
-Andrea- mi salutò con un sorriso tanto largo quanto falso.
-Josephine- ricambiai, senza nemmeno tentare di mascherare l’astio. Era qualcosa di profondo, quasi a pelle. Mi era stata antipatica fin dal primo momento in cui l’avevo vista, prima di scoprire i suoi atteggiamenti e le sue abitudini in ambito di ragazzi.
-Tolgo il disturbo, riprendete pure da dove vi ho interrotto- conclusi, infilandomi nel Laboratorio e recuperando dal banco dove mi ero seduta il mio quaderno.
Friederich mi prese per un braccio non appena uscii dall’aula.
-Andrè, so benissimo che te e Jo non siete molto amiche, ma non capisco perché questo deve andare a minare la nostra amicizia-
Lo guardai con gli occhi sgranati, imitata da Josephine. Evidentemente Friederich aveva agito di testa propria, senza consultare nemmeno la sua ragazza, qualcosa di assolutamente anormale per il ragazzo metodico e preciso che era. Un comportamento simile sarebbe stato tipico di me, la testarda e istintiva del gruppo, quella che programmava le cose all’ultimo momento e arrivava ovunque in ritardo per l’accavallarsi degli impegni. Per un momento mi venne da sorridere: quante volte ero stata io a sorprenderlo, a scombussolare i suoi piani e la sua agenda?
-Non mi sembra questo il momento di discutere dei nostri affari, Fried. La tua fidanzatina sente già la mancanza delle tue labbra, non vorrai che vada a piangere dalla mamma…?-
-Che razza di…! Ho solo un anno in meno di te, Kühn.- mi rispose furente Josephine, pronunciando con odio il mio cognome.
“Tieniti Andrea, non serve rovinarsi la giornata per una bambinetta…
-Non mi sembra che comportarsi da bimbe delle elementari abbia molto senso. Cercate di…- incominciò Fried, interrotto prontamente da Josephine: -Mi ha dato della piagnucolona Freddy! Dovresti come minimo picchiarla!-
-Giusto, Freddy- ripresi rivolta a Fried, sottolineando il vezzeggiativo –Prendimi tu per i capelli che la tua Jo non vuole rovinarsi lo smalto-
-Vi ordino di smetterla! Non potete continuare a…-
La luce dei neon che illuminavano il corridoio tremolò, spegnendosi dopo qualche secondo.
-Le bidelle vogliono cacciarci?- domandai seccata, muovendo un passo verso la rampa di scale.
Il pavimento fu come percorso da un brivido, che salì attraverso il mio corpo fino ad arrivare alle punte dei capelli.
Mi girai interrogativa verso i due ragazzi, che mi guardarono abbracciati con la mia stessa espressione. Anche loro dovevano aver sentito quella scossa, perché avevano gli occhi sbarrati.
Poi anche l’aria tremò, e il pavimento si aprì a pochi metri da noi. La parte finale del corridoio crollò, scatenando una tempesta di calce. I raggi del sole inondarono l’ambiente, la polvere danzò vertiginosamente controluce, poi ci fu un’altra scossa.
-A terra!- urlò Friederich, quando pezzi di cemento iniziarono a cadere dal soffitto.
Ci tuffammo nel Laboratorio, accucciandoci sotto i banconi ricoperti di polvere bianca.
Mi voltai a controllare che anche i due ragazzi si fossero riparati sotto un tavolo, e vidi Josephine che si tappava le orecchie, piangendo.
-Friederich toglile le mani dalle orecchie, porca miseria! E tu piantala di frignare!- ordinai, proteggendomi gli occhi dalla polvere con un braccio.
Fried annuì, prendendo tra le sue la mani della fidanzata, che però iniziò a protestare tra le lacrime, gemendo e urlando:- Lasciami! Ho detto lasciami! Non lo sopporto, lasciami!-
Josephine si liberò dalla forte presa di Friederich con una grinta a lei estranea, tornando a rannicchiarsi con le mani stampate ai lati della testa.
-Fatele smettere!-
Fried ed io ci guardammo sbigottiti, incapaci di fare altro che allargare le mani impotenti.
Il pavimento sembrò smettere di tremare, ogni cosa era ricoperta dalla calce.
-…Forse ha smesso. Fate attenzione, potrebbero esserci altre scosse di assestamento…- li avvisai, facendo per alzarmi.
Poi lo sentii anche io.
Un suono terribile, un urlo lancinante che mi perforò le orecchie. Mi piegai su me stessa, premendomi i palmi sulle orecchie e crollando i ginocchio. I timpani lanciarono fitte di dolore, feriti da quelle lame sonore.
Era un lamento di morte, misto a grida di furia, appesantito da gemiti di profonda disperazione.
Aumentai la pressione sulle orecchie, avendo la terribile sensazione che la mia testa fosse in procinto di esplodere.
Un pesante tonfo rimbombò lungo il corridoio e le aule.
Friederich si voltò verso la porta, gli occhi sgranati. –Che cosa è stato…?-
-Fried fallo smettere!- gli urlai, anche io ad un passo dalle lacrime.
Il ragazzo si stava guardando intorno smarrito, incapace di comprendere quello che stava succedendo.
I tonfi si avvicinarono, accompagnati questa volta da un suono graffiante, come di mille gessetti che venivano premuti su una lavagna.
Josephine ed io ci guardammo, entrambe con gli occhi lucidi. Non servì alcun cenno, ci bastò leggere il terrore negli occhi dell’altra per alzarci e correre verso il fondo dell’aula, a cercare un nascondiglio. Il suono si fece più vicino, e mi premetti ancora di più i palmi sulle orecchie.
Fried si alzò anche lui, guardandoci con gli occhi sbarrati. Sembrava abbandonato in mezzo alle ombre, con quegli occhi così azzurri velati dalla paura e dall’indecisione. Anche lui aveva avvertito la scossa, eppure sembrava immune a quelle urla terribili che avevano messo in ginocchio me e Josephine.
Lo chiamai con lo sguardo, cercando di dirgli di imitarci, ma i miei occhi si persero a pochi metri da lui.
Lunghe zampe da aquila, corpo da rapace, ampie ali blu scuro, petto nudo e volto femminile, occhi predatori.
Il mostro avanzò, arrivando proprio dietro le spalle del ragazzo.
Allungai una mano verso il mio amico, come per prenderlo e portarlo in salvo, e allo stesso momento la figura spalancò le ali e si alzò in volo, allungando allo stesso modo una zampa artigliata verso il giovane, ma non per salvarlo.
Vidi gli artigli chiudersi verso di lui, e le urla gridarono più forte che mai dentro la mia testa.
-FRIEDERICH!-

 
 
 
*microfono prego*
Salve! :D
Si inizia ad entrare nella storia eh? Spero di esservi arrivata almeno un pochino, è la prima storia che pubblico di questo genere, anche se ne ho scritte parecchie. I personaggi ancora forse non sono tanto chiari, ma nei prossimi capitoli dovrebbero delinearsi meglio… Avviso chiunque legga questa storia che io mi sono fermata alla prima serie di Percy Jackson per ragioni mie, quindi non ho letto la seconda saga. Dunque l’intera storia non terrà conto di avvenimenti o personaggi trattati in quei libri u.u
Uhm, credo sia ora dei ringraziamenti! Grazie ad Hot_Stuff, Dafne Rehb Ariadne e layla84 per aver recensito, e un grande grazie anche a Crepa, a cui ho cancellato erroneamente la recensione, cancellando il primo capitolo dopo poco averlo pubblicato ^^ si sono una pasticciona, lo so -.-
Detto questo, spero di trovarvi alla pagina recensioni! :D
Un bacione a tutti!!
 
 

 
 
 
  
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