L'impossibilità del tempo di divenire così malleabile, da poter cambiare anche quel che era già accaduto; era uno dei miei crucci più grandi.

- James, Silent Hill è diventata una seconda casa per me, anzi ora come ora, diventerebbe la mia prima dimora visto che nulla mi lega a South Ashfield, tranne te.
Vorrei tornare a casa, nella nostra casa. Ma putroppo devo restare malauguratamente in questa bellissima città.
Io vorrei che tu capissi, perché ti Amo James, ti amerò sempre.

Come un fulmine a ciel sereno.
Non dimenticherò mai le sue parole.

- - -
Acconsentii a farla restare in questa città, ma dissi che avrei voluto sposarla a Ashfield, nella nostra "patria"; nella mia.
Volevo averla tutta per me, sancire il nostro legame per l'eternità.
Si svolse tutto in maniera sobria ed elegante, conservo ancora le nostre foto, da qualche parte in casa. Ma non ricordo dove.
Putroppo dopo lo sposalizio Mary si aggravò ulteriormente, facendo sì che il suo trasferimento a Silent Hill si accellerò.
Lasciandomi così solo nella nostra abitazione.

- La sua degenza dovrà prolungarsi fino a data da destinarsi.

Frettolosamente l'omino baffuto scorreva con l'indice le carte mediche, leccandosi ad intervalli regolari il pollice della stessa mano.
Scocciato non diede altre motivazioni a questa decisione, anche se come ben sapeva lei stessa, vi erano ovvi motivi. Ovvi, ma dolorsi.
Scostò la corta frangia nocciola che ricadeva fastidiosamente sopra il ciglio destro, offuscando la vista della porta che si riuchiudeva dopo l'uscita del dottore.
Non fù l'interminabile silenzio a infastidire in quel momento il suo umore, reffrattario ai disturbi, era la pioggerellina sottile, maledettamente inappropriata per Silent Hill.
Mary Shepherd si trovava nel reparto di sorveglianza intensiva, zona assolutamente inesistenze prima del suo ricovero.

Fredde e asettiche le mura ospedaliere parevano una solita barriera, ma non furono ne i miei passi che rieccheggiavano per i corridoi, ne i malati comatosi a far si che i nervi fossero tesi fino allo spasmo.
Era qualcosa che mi portavo dal mio arrivo a Silent Hill, che in altri posti si sentiva appena, come un brivido lungo la schiena.
Invece qui,
era tremendo.
Non amavo particolarmente qualsiasi edificio ospedaliero, che instintivamente risvegliava in me repulsione e ansia represso in chissà quale angolo del mio incoscio.

- Pensa a me, al nostro passato e presente. Cosa vorresti cambiare James?

Erano state le ultime parole di Mary prima di essere ricoverata all'ospedale, lui la veniva a trovare sporadicamente, due volte alla settimana e la maggior parte delle volte trovava la ragazza in dolce dormi-veglia causa le medicine che gli venivano somministrate, probabilmente forti anestetici, ma non ne era sicuro, aveva parlato solo una volta con il dottore ed era stato anche molto sbrigativo. Cosa avrebbe voluto cambiare?
Ci pensava in maniera ossessiva, tornare indietro per evitare cosa poi?
La malattia era sicuramente una delle cose che avrebbe voluto evitare, non sopportava l'idea di vederla così debole, e odiava quell'ospedale. Odiava quel suo colorito, che rifletteva le bianche mura della stanza, trasparente.
Odiava il sapere di non poterla aver più accanto come voleva.
Ormai quella fede che portava al dito era inutile, visto che, il matrimonio non fu neanche consumato.

Parlava di figli, di amore, di sesso...nonostante fosse tutto morto nella mia testa.

Vorrei tornare a Lake Hotel.