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Autore: Erin    26/09/2007    5 recensioni
SEGUITO DI "PROIE ROUGE". [...]Ricordo ancora le sue parole: "Fuori dal Proie Rouge io non ti dimenticherò. Farò solo finta di averlo fatto." Ecco perché non voglio andare avanti e dimenticare. Perché dentro di me so che lui non dimenticherà. O forse spero solo che non lo faccia. Che non mi dimentichi.[...]Ma dobbiamo fingere che niente sia successo. E lui sembra farcela. Anzi, lui può farcela. Lui è Draco Malfoy. Ed io?
Genere: Generale, Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Hermione Granger, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Comunque vada vado via

Fake Forgetfulness

 

Tasti dolenti

 

šsšts

 

 

Comunque vada vado via
e chiedo alle mie mani di fermare il battito del cuore 
perchè il mio cervello non sopporta più il rumore
che mi porta indietro al tempo in cui le ore passavano leggere 
e mi riperdo...

 (Tiromancino – Strade)

 

 

Le autunnali giornate di Ottobre sono quasi alla porte. La fresca brezza delle sei di pomeriggio di alza, accarezzando l’erba umida dei giardini di Hogwarts, sfiora la superficie del Lago Nero, rincorrendo qualche passerotto pigro tra le cime frondose degli alberi, fino a risalire lungo le mura del castello. S’intrufola nelle finestre lasciate aperte, per non curanza o appositamente, per poter chiudere gli occhi, come me, e sentire il vento pizzicarti il viso.

 

Riapro gli occhi, guardando la pergamena che ho davanti. Mordicchio leggermente la punta della piuma, pensando a come proseguire in modo appropriato il compito che ci ha assegnato il professor Vitious.

 

“ Fate una ricerca approfondita sugli incantesimi d’appello praticati nel medioevo. E che sia pronta per i primi d’ottobre.”

 

La voce dell’insegnante mi riecheggia nella mente, che già provata com’è, decide autonomamente che è decisamente ora di una pausa.

 

Faccio scivolare, spingendo delicatamente, il calamaio e la pergamena di qualche centimetro lontano da me, sul tavolo. Appoggio i gomiti e sospiro, rilassando le membra e facendo qualche torsione del polso, che ha scritto freneticamente per due ore, senza sosta. Credo anche di essere a buon punto, quindi una piccola pausa posso permettermela. E poi non riesco ad entrare in Biblioteca senza farmi almeno un giro tra i suoi scaffali.

 

Sposto la sedia all’indietro, mentre il rumore del legno cesellato stride sul pavimento marmoreo, consumato da secoli di andirivieni alla ricerca di tomi polverosi adatti a qualche assurda ricerca.

 

Mi aggiusto la gonna nera a pieghe, spazzolandola, così come le maniche della camicia bianca che indosso. Prendo la piuma che ho usato per scrivere e me la sistemo a mo di fermaglio per i capelli, tirandoli su in una crocchia debole, a cui sfugge qualche riccio.

 

“ Bene...” sussurro, mettendo le mani sui fianchi, mentre un piede ondeggia su e giù e il mio labbro inferiore viene morso leggermente.

 

Alzo una mano ed inizio a passarla lungo le copertine dei tomi, leggendone i titoli. Incontro qualche libro d’incantesimi, forse utile per la mia ricerca. Ed anche se la tentazione è forte, decido di scuotere la testa e cambiare scaffale, per leggere qualcosa che riesca a rilassarmi.

 

Lo sapevate che nella terza sezione a partire dal fondo della Biblioteca, ci sono tantissimi libri su storie d’amore travagliate tra maghi e streghe, che se mai di famiglie nemiche non potevano ne vedersi ne parlarsi? Ops, guardate un po’...Romeo e Giulietta in realtà erano due maghi, lei purosangue e lui no. Ecco, ora è spiegato tutto.

 

Ne prendo qualcuno, incuriosita, ed inizio a sfogliarlo. Per Merlino, non avevo mai letto roba del genere! Uno di questi volumi s’intitola “La tragica storia di Leopoldo e Margarita”, ma non sono in vena di romanticismi, così esco saggiamente dalla sezione e prendo qualche libro d’incantesimi che possa tornami utile.

 

“ Li prendo in prestito, Madama Prince” avverto la Bibliotecaria che riemerge da una valanga di pergamene, piume e libri. Mi fa un cenno distratto e ricomincia a scrivere.

 

“ Confido sulla sua puntualità, Miss Granger” borbotta a capo chino, indaffarata.

 

“ Come sempre, Madama”.

 

Lasciando la Biblioteca, cammino per i corridoi affollati del castello. Gruppi di ogni Casa discutono tra loro, ridono, scherzano. Mi tocca riprendere i Prefetti di Tassorosso, Hannah e Justin, che invece di fare il loro lavoro, sghignazzano e si comportano peggio dei primini che alle loro spalle lanciano delle caccabombe. Un gruppo di Corvonero arriva da destra e assale i primini, con della sostanza corrosiva. Qualche grido di alza, ma sembra che sia l’unica ad accorgersene.

 

“ Insomma, Hannah e Justin, la smettete di amoreggiare? Dietro di voi si sta scatenando l’inferno!” esplodo, mentre loro confusi si staccano e guardando alle loro spalle.

 

Che siano loro a riprenderli, io non ho proprio voglia. Stanca ed infastidita, mi dirigo a passo di marcia verso la Sala di Riunione dei Caposcuola, per la riunione settimanale del mercoledì.

 

Abbiamo già fondato i diversi Club e verso le otto devo anche passare a revisionare il lavoro svolto da Ron e dalla Parkinson per le Ripetizioni. Che angoscia! Quest’anno ho troppe cose da fare!

 

Sbuffando, svolto l’angolo e m’intrufolo nell’atrio del settimo piano, dove una statua in armatura mi aspetta minacciosa al varco che limita l’accesso alla Stanza delle Organizzazioni.

 

“ Sono Caposcuola, idiota” sibilo mostrando la spilla e lui con un inchino mi lascia passare. Ovviamente, sono misure di sicurezza adottate dalla McGranitt: nessuno all’infuri dei Caposcuola può organizzare gli eventi dell’anno e noi, ad ottobre, già dobbiamo organizzare i Ballo d’inverno, che si terrà a Dicembre. Ed ovviamente discutere dell’andamento dei vari Club, di cui ognuno di noi è responsabile.

 

Entro lentamente, senza neanche degnare di un’occhiata i presenti.

 

E’ una stanza rettangolare, ma molto grande e con grandi drappi e tendaggi scuri alle finestre dagli archi ogivali, un rosone centrale e molte armature lungo i bordi del perimetro. Un bellissimo tappeto divide il maestoso camino con le poltrone su cui ci sono già tutti e tre i Caposcuola, riuniti in cerchio a discutere animatamente.

 

Un rivolo di fumo aleggia dinanzi un biondino scompostamente elegante, il Caposcuola HufflePuff sembra infastidito da qualcosa e la voce squillante di Padma echeggia fastidiosa nell’etere, accompagnata da un odore della boccettina di smalto che ha lasciato aperto sul tavolino accanto sé.

 

“ Il Ballo d’inverno è un evento serio, ragazzi!” squittisce, come se l’avesse ribadito dopo un lungo discorso contro quest’affermazione.

 

“ Si, Patil. Ne va della nostra vita non organizzarlo già da ora...come minimo” sibila infatti l’ironico Draco Malfoy, semidisteso su una poltrona stile Luigi XIV verde scuro, con una sigaretta tra le labbra che oscilla alle sue parole.

 

Ernie ride ed ovviamente Padma incrocia le braccia sotto il seno, indispettita.

 

“ Buonasera” saluto, mentre la mezzaluna formata dalle tre poltrone rivolge la sua attenzione alla sottoscritta. Poso la tracolla sulla mia scrivania a sinistra della Stanza e mi lascio cadere sulla mia poltrona che sta a chiudere il cerchio.

 

Non mi volto neanche a guardare alla mia sinistra, perché c’è Draco. Direttamente, mi giro verso destra, verso Ernie, e di fronte, verso Padma.

 

“ Parlavate già del Ballo d’Inverno?” chiedo, estraendo un blocchetto ed una piuma, appuntando qualcosa.

 

“ Già” conferma Ernie e sento Padma sibilare qualcosa a denti stretti, inferocita.

 

“ Mi sembra un po’ presto...” concedo, mentre una nuvola di fumo mi arriva da sinistra insieme al suo profumo francese.

 

Non devo voltarmi verso di lui.

 

“ E’ quello che le abbiamo detto io e Malfoy. A Padma, ovviamente” ribadisce Ernie, estraendo anche lui un blocco ed una piuma-prendi-appunti.

 

“ Piuttosto, parliamo d’altro. Come vanno i club?” chiedo, alzando lo sguardo verso i due Caposcuola, ignorando palesemente Il Principe Slytherin. Strano, ma in altre occasioni non sentirsi al centro dell’attenzione, o comunque degnato di un minimo di attenzione, lo avrebbe molto infastidito. Invece, adesso, è li in silenzio che non sussurra neanche una parola, come se questo fatto che venisse ignorato da me e di conseguenza anche dagli altri due, impegnati a parlare con la sottoscritta, non lo infastidisse.

 

“ Bene. Insomma, con questo diverbio tra le Case, i fondatori non vanno proprio d’accordo... mugugna Ernie, sfogliando il blocco. “ Però abbiamo molti iscritti!”

 

“ Già, anche da me è così” dice Padma, ravvivandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. “ Sono già una trentina le persone che fanno parte del club. Non l’avrei mai detto”.

 

Bene, mi sono fregata con le mie stesse mani. Abbassando lo sguardo e fingendo di scrivere alcuni appunti sul mio blocco, devo per forza chiederlo anche a Draco.

 

“ Da te, Malfoy?” poche parole, strette e concise, evitando di guardarlo anche per un solo secondo.

 

“ Tutto in ordine” poche parole, strette e concise, evitando di darmi troppa confidenza.

 

Mi mancano le sue mani che scorrevano febbrili sul mio corpo.

Mi mancano le sue labbra gonfie che saggiavano il mio collo.

Mi manca il suo respiro caldo che s’infrangeva sulla mia pelle.

 

“ No, non è vero...” mormoro, come a voler convincere me stessa.

 

Perché non dovrebbe essere vero?” chiede contrariato Draco alla mia sinistra ed inevitabilmente alzo lo sguardo di scatto verso di lui, consapevole di aver pensato a voce alta. “ Sai benissimo che lo è...” aggiunse, ora guardandomi.

 

I nostri sguardi restano incatenati per qualche secondo. Lui non sa quanto di vero ha detto, per Merlino! Mi sento un groppo alla gola ed al cuore che non riesco a mandar via. Apro la bocca, ma solo dopo qualche balbettamento riesco a parlare.

 

Lo-lo so che il club dei duellanti va bene. No-non dicevo a te. Ho pensato a voce alta” aggiungo infine, velocemente.

 

Draco continua a guardarmi e leggo nei suoi occhi qualcosa che non riesco a capire. Sto per parlare ancora, quando lui si alza e preme la sigaretta nel posacenere sul tavolino in mogano scuro, mettendo poi le mani in tasca.

 

“ La riunione è finita. Abbiamo detto ciò che c’era da dire”. Un’affermazione che suona quasi come un ordine. Non aspetta un secondo di più e lascia la Stanza, infilandosi la tracolla di pelle nera.

 

Non mi sono neanche voltata per seguirlo andar via, ho solo sentito il brusio degli altri due Caposcuola e lo stridio delle loro sedie contro il pavimento, segno che stavano per seguire il consiglio del Principe Slytherin.

 

La mano di Ernie si poggia sulla mia spalla e lui mi dice qualcosa che suona come un saluto, così come fa anche Padma. Ed in breve sono da sola, sola con tre poltrone vuote di fronte a me, sola rannicchiata in questa poltrona a piangere silenziosamente, sola con i miei pensieri, i miei dubbi, i miei rimorsi.

 

Non ce la faccio. E’ più forte di me. Draco Lucius Malfoy è più forte di me. Mi basta incrociare il suo sguardo e tutte le mie convinzioni, le promesse fatte a me stessa cadono come se fossero fatte di polvere. Non riesco a dimenticare. Non riesco a dimenticarlo.

 

Mi alzo, dopo quella che mi è sembrata un’eternità. Già il cielo oltre le finestre è più scuro; infatti, notando l’ora, mi accorgo che sono le otto.

 

“ Devo passare al Club di Ripetizioni...” dico mentalmente, forse a voce alta. Devo smetterla di pensare senza controllarmi, finendo per parlare, poi! Afferro stizzita la mia borsa e ci rimetto dentro la piuma ed il blocco.

 

Sto per uscire, quando tornando indietro mi pervade la volgia di fare qualcosa che non avrei mai dovuto fare: sedermi sulla poltrona di Draco.

 

C’è il suo profumo impregnato nella stoffa, posso sentirlo anche a distanza. Adesso però sono accucciata contro lo schienale e penso a quella notte, ancora una volta. Cosa mi disse?

 

“Farò solo finta di aver dimenticato.”

 

Come posso credere che stia facendo finta? Sembra tutto così reale!

 

Scuotendo la testa mi do della stupida: è tutto reale. Era l’euforia del momento dopo l’amplesso, qualcos’altro ha parlato per lui.

 

Scendo nervosamente dalla sua poltrona e lasciò la stanza, mentre la porta di chiude dietro di me.

 

Imbocco la strada per andare al Club di Ripetizioni, irritata dal fatto che non riesco a governare i miei pensieri e le mie emozioni, come faccio con il resto delle cose.

 

We're one

but we're not the same

Well we hurt each other
Then we do it again

 

 

Noi siamo una sola cosa
ma
non siamo la stessa cosa

ci feriamo a vicenda
e poi lo rifacciamo ancora

(One – U2)

 

 

 

šsšts

 

 

E’ strano vedere la Parkinson così. Insomma, è sempre nervosa-presuntuosa-altezzosa, me oggi sembra turbata da qualcosa. Incenerisce qualunque persona gli capiti a tiro con un solo sguardo, soprattutto i piccoli primini che sono li solo per dei consigli sui compiti da svolgere.

 

“ Arrangiati da solo! Oggi non è giornata” la sento distintamente dire quando entro definitivamente nell’aula dove stanno tenendo il club.

 

Ron sembra in serie difficoltà, quindi mi tocca togliere la tracolla, fare un sospiro profondo e aiutare praticamente tutti i ragazzi del club con i compiti.

 

La Parkinson continua a mandare sguardi infuocati e sibilare a denti stretti, così i ragazzi decidono saggiamente di non chiederle più nulla.

 

Ma io non resisto dalla tentazione di andarla a stuzzicare un po’. Sono una temeraria, lo so.

 

“ Ehilà, Parkinson! Come mai di cattivo umore oggi?” ridacchio, sentendomi leggermente meglio.

 

Lei si gira e poi si volta nuovamente, dandomi le spalle ancora.

 

“ Non sono affari tuoi!”

 

Faccio qualche passo e mi porto alle sue spalle.

 

Cosa c’è? Il tuo Dracuccio non è stato carino con te, oggi? Non ti ha baciato con abbastanza foga?” non so neanche da dove mi sono uscite queste parole cariche di malignità e cattiveria, ma le ho dette.

 

Ma ciò che mi resta più impresso è il suo volto e poi le sue parole.

 

Quando si volta, è in lacrime. Poi sibila “ Tu...tu non sai quello che dici, Mezzosangue! Fatti gli affari tuoi!” e corre via dal Club, sbattendosi la porta alle spalle.

 

Prima era nervosa, adesso è scoppiata a piangere correndo via. E dopo che le ho detto di Draco. Ho toccato un tasto dolente?

 

 

 

šsšts

 

 

Scusate l’immenso ritardo! Mi spiace davvero di aver postato dopo così tanto tempo, ma sono stata impegnata e poi sto scrivendo un libro che mi prende i pochi momenti liberi della giornata.

Spero di poter postare al più presto!

 

Baci, Erin.

  
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