Fake Forgetfulness
Tasti dolenti
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Comunque vada vado via
e chiedo alle mie mani di fermare il battito del cuore
perchè il mio cervello non sopporta più il rumore
che mi porta indietro al tempo in cui le ore passavano leggere
e mi riperdo...
Le
autunnali giornate di Ottobre sono quasi alla porte.
La fresca brezza delle sei di pomeriggio di alza,
accarezzando l’erba umida dei giardini di Hogwarts,
sfiora la superficie del Lago Nero, rincorrendo qualche passerotto pigro tra le
cime frondose degli alberi, fino a risalire lungo le mura del castello.
S’intrufola nelle finestre lasciate aperte, per non curanza o appositamente, per poter chiudere gli occhi, come me, e
sentire il vento pizzicarti il viso.
Riapro
gli occhi, guardando la pergamena che ho davanti. Mordicchio leggermente la
punta della piuma, pensando a come proseguire in modo appropriato il compito
che ci ha assegnato il professor Vitious.
“ Fate una ricerca approfondita
sugli incantesimi d’appello praticati nel medioevo. E
che sia pronta per i primi d’ottobre.”
La voce
dell’insegnante mi riecheggia nella mente, che già provata com’è, decide
autonomamente che è decisamente ora di una pausa.
Faccio
scivolare, spingendo delicatamente, il calamaio e la pergamena di qualche
centimetro lontano da me, sul tavolo. Appoggio i gomiti e sospiro, rilassando
le membra e facendo qualche torsione del polso, che ha scritto freneticamente
per due ore, senza sosta. Credo anche di essere a buon punto, quindi una
piccola pausa posso permettermela. E
poi non riesco ad entrare in Biblioteca senza farmi almeno un giro tra i suoi
scaffali.
Sposto la
sedia all’indietro, mentre il rumore del legno cesellato stride sul pavimento
marmoreo, consumato da secoli di andirivieni alla
ricerca di tomi polverosi adatti a qualche assurda ricerca.
Mi
aggiusto la gonna nera a pieghe, spazzolandola, così come le maniche della
camicia bianca che indosso. Prendo la piuma che ho usato per scrivere e me la
sistemo a mo di fermaglio per i capelli, tirandoli su in una crocchia debole, a
cui sfugge qualche riccio.
“
Bene...” sussurro, mettendo le mani sui fianchi, mentre
un piede ondeggia su e giù e il mio labbro inferiore viene morso leggermente.
Alzo una
mano ed inizio a passarla lungo le copertine dei tomi, leggendone i titoli.
Incontro qualche libro d’incantesimi, forse utile per la mia ricerca. Ed anche se la tentazione è forte, decido di scuotere la
testa e cambiare scaffale, per leggere qualcosa che riesca a rilassarmi.
Lo
sapevate che nella terza sezione a partire dal fondo
della Biblioteca, ci sono tantissimi libri su storie d’amore travagliate tra
maghi e streghe, che se mai di famiglie nemiche non potevano ne vedersi ne
parlarsi? Ops, guardate un po’...Romeo e Giulietta in
realtà erano due maghi, lei purosangue e lui no.
Ecco, ora è spiegato tutto.
Ne prendo
qualcuno, incuriosita, ed inizio a sfogliarlo. Per Merlino, non avevo mai letto roba del genere! Uno di questi
volumi s’intitola “La tragica storia di Leopoldo e Margarita”, ma non sono in
vena di romanticismi, così esco saggiamente dalla sezione e prendo qualche
libro d’incantesimi che possa tornami utile.
“ Li
prendo in prestito, Madama Prince” avverto
“ Confido
sulla sua puntualità, Miss Granger” borbotta a capo
chino, indaffarata.
“ Come
sempre, Madama”.
Lasciando
“
Insomma, Hannah e Justin, la smettete di amoreggiare? Dietro di voi si sta
scatenando l’inferno!” esplodo, mentre loro confusi si staccano e guardando
alle loro spalle.
Che siano loro a riprenderli, io non ho proprio voglia. Stanca
ed infastidita, mi dirigo a passo di marcia verso
Abbiamo
già fondato i diversi Club e verso le otto devo anche passare a revisionare il lavoro svolto da Ron
e dalla Parkinson per le Ripetizioni. Che angoscia! Quest’anno ho troppe
cose da fare!
Sbuffando,
svolto l’angolo e m’intrufolo nell’atrio del settimo piano, dove una statua in
armatura mi aspetta minacciosa al varco che limita l’accesso alla Stanza delle
Organizzazioni.
“ Sono
Caposcuola, idiota” sibilo mostrando la spilla e lui con un inchino mi lascia passare. Ovviamente, sono misure di sicurezza
adottate dalla McGranitt: nessuno all’infuri dei Caposcuola può organizzare gli eventi dell’anno e
noi, ad ottobre, già dobbiamo organizzare i Ballo d’inverno, che si terrà a
Dicembre. Ed ovviamente discutere dell’andamento dei
vari Club, di cui ognuno di noi è responsabile.
Entro
lentamente, senza neanche degnare di un’occhiata i presenti.
E’ una
stanza rettangolare, ma molto grande e con grandi
drappi e tendaggi scuri alle finestre dagli archi ogivali, un rosone centrale e
molte armature lungo i bordi del perimetro. Un bellissimo tappeto divide il maestoso
camino con le poltrone su cui ci sono già tutti e tre i
Caposcuola, riuniti in cerchio a discutere animatamente.
Un rivolo
di fumo aleggia dinanzi un biondino scompostamente elegante, il Caposcuola HufflePuff sembra infastidito da qualcosa e la voce
squillante di Padma echeggia fastidiosa nell’etere,
accompagnata da un odore della boccettina di smalto che ha lasciato aperto sul
tavolino accanto sé.
“ Il
Ballo d’inverno è un evento serio, ragazzi!” squittisce, come se l’avesse ribadito dopo un lungo discorso contro quest’affermazione.
“ Si, Patil. Ne va della nostra vita non organizzarlo già da
ora...come minimo” sibila infatti l’ironico Draco Malfoy, semidisteso su una
poltrona stile Luigi XIV verde scuro, con una sigaretta tra le labbra che oscilla
alle sue parole.
Ernie ride ed ovviamente Padma incrocia
le braccia sotto il seno, indispettita.
“
Buonasera” saluto, mentre la mezzaluna formata dalle tre poltrone rivolge la
sua attenzione alla sottoscritta. Poso la tracolla sulla mia scrivania a sinistra
della Stanza e mi lascio cadere sulla mia poltrona che sta a
chiudere il cerchio.
Non mi
volto neanche a guardare alla mia sinistra, perché c’è Draco.
Direttamente, mi giro verso destra, verso Ernie, e di fronte, verso Padma.
“
Parlavate già del Ballo d’Inverno?” chiedo, estraendo un blocchetto ed una
piuma, appuntando qualcosa.
“ Già”
conferma Ernie e sento Padma sibilare qualcosa a
denti stretti, inferocita.
“ Mi
sembra un po’ presto...” concedo, mentre una nuvola di
fumo mi arriva da sinistra insieme al suo profumo francese.
Non devo voltarmi verso di lui.
“ E’
quello che le abbiamo detto io e Malfoy.
A Padma, ovviamente” ribadisce
Ernie, estraendo anche lui un blocco ed una piuma-prendi-appunti.
“
Piuttosto, parliamo d’altro. Come vanno i club?” chiedo, alzando lo sguardo
verso i due Caposcuola, ignorando palesemente Il
Principe Slytherin. Strano, ma in altre occasioni non
sentirsi al centro dell’attenzione, o comunque degnato
di un minimo di attenzione, lo
avrebbe molto infastidito. Invece, adesso, è li in
silenzio che non sussurra neanche una parola, come se questo fatto che venisse
ignorato da me e di conseguenza anche dagli altri due, impegnati a parlare con
la sottoscritta, non lo infastidisse.
“ Bene.
Insomma, con questo diverbio tra le Case, i fondatori non vanno proprio
d’accordo...” mugugna Ernie,
sfogliando il blocco. “ Però abbiamo molti iscritti!”
“ Già,
anche da me è così” dice Padma, ravvivandosi una
ciocca di capelli dietro l’orecchio. “ Sono già una trentina le persone che fanno
parte del club. Non l’avrei mai detto”.
Bene, mi
sono fregata con le mie stesse mani. Abbassando lo sguardo e fingendo di
scrivere alcuni appunti sul mio blocco, devo per forza chiederlo anche a Draco.
“ Da te, Malfoy?” poche parole, strette e
concise, evitando di guardarlo anche per un solo secondo.
“ Tutto in ordine” poche parole, strette e concise, evitando di darmi
troppa confidenza.
Mi mancano le sue mani che
scorrevano febbrili sul mio corpo.
Mi mancano le sue labbra gonfie
che saggiavano il mio collo.
Mi manca il suo respiro caldo che
s’infrangeva sulla mia pelle.
“ No, non
è vero...” mormoro, come a voler convincere me stessa.
“ Perché non dovrebbe essere vero?” chiede contrariato Draco alla mia sinistra ed inevitabilmente alzo lo sguardo
di scatto verso di lui, consapevole di aver pensato a voce alta. “ Sai
benissimo che lo è...” aggiunse, ora guardandomi.
I nostri
sguardi restano incatenati per qualche secondo. Lui non sa quanto di vero ha
detto, per Merlino! Mi sento un groppo alla gola ed al
cuore che non riesco a mandar via. Apro la bocca, ma
solo dopo qualche balbettamento riesco a parlare.
“ Lo-lo so che il club dei duellanti va bene. No-non dicevo a te. Ho pensato a voce
alta” aggiungo infine, velocemente.
Draco
continua a guardarmi e leggo nei suoi occhi qualcosa che non riesco
a capire. Sto per parlare ancora, quando lui si alza e preme la sigaretta nel
posacenere sul tavolino in mogano scuro, mettendo poi le mani in tasca.
“ La
riunione è finita. Abbiamo detto ciò che c’era da dire”.
Un’affermazione che suona quasi come un ordine. Non
aspetta un secondo di più e lascia
Non mi
sono neanche voltata per seguirlo andar via, ho solo sentito il brusio degli altri due Caposcuola e lo stridio delle loro sedie
contro il pavimento, segno che stavano per seguire il consiglio del Principe Slytherin.
La mano di Ernie si poggia sulla mia spalla e lui mi dice qualcosa
che suona come un saluto, così come fa anche Padma. Ed in breve sono da sola, sola con tre poltrone vuote di
fronte a me, sola rannicchiata in questa poltrona a piangere silenziosamente,
sola con i miei pensieri, i miei dubbi, i miei rimorsi.
Non ce la
faccio. E’ più forte di me. Draco Lucius
Malfoy è più forte di me. Mi basta incrociare il suo
sguardo e tutte le mie convinzioni, le promesse fatte a me stessa cadono come
se fossero fatte di polvere. Non riesco a dimenticare. Non riesco a
dimenticarlo.
Mi alzo,
dopo quella che mi è sembrata un’eternità. Già il
cielo oltre le finestre è più scuro; infatti, notando
l’ora, mi accorgo che sono le otto.
“ Devo
passare al Club di Ripetizioni...” dico mentalmente,
forse a voce alta. Devo smetterla di pensare senza controllarmi, finendo per
parlare, poi! Afferro stizzita la mia borsa e ci rimetto
dentro la piuma ed il blocco.
Sto per
uscire, quando tornando indietro mi pervade la volgia
di fare qualcosa che non avrei mai dovuto fare: sedermi sulla poltrona di Draco.
C’è il suo profumo impregnato nella stoffa, posso sentirlo
anche a distanza. Adesso però sono accucciata contro lo schienale e penso a
quella notte, ancora una volta. Cosa mi disse?
“Farò solo finta di aver
dimenticato.”
Come
posso credere che stia facendo finta? Sembra tutto così reale!
Scuotendo
la testa mi do della stupida: è tutto
reale. Era l’euforia del momento dopo l’amplesso,
qualcos’altro ha parlato per lui.
Scendo
nervosamente dalla sua poltrona e
lasciò la stanza, mentre la porta di chiude dietro di
me.
Imbocco
la strada per andare al Club di Ripetizioni, irritata dal fatto che non riesco
a governare i miei pensieri e le mie emozioni, come
faccio con il resto delle cose.
We're one
but we're
not the same
Well we hurt each other
Then we do it again
Noi siamo una sola cosa
ma non siamo la stessa cosa
ci feriamo a vicenda
e poi lo rifacciamo ancora
(One – U2)
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E’ strano
vedere
“
Arrangiati da solo! Oggi non è giornata” la sento distintamente dire quando entro definitivamente nell’aula dove stanno
tenendo il club.
Ron
sembra in serie difficoltà, quindi mi tocca togliere la tracolla, fare un
sospiro profondo e aiutare praticamente tutti i
ragazzi del club con i compiti.
Ma io
non resisto dalla tentazione di andarla a stuzzicare un po’. Sono una
temeraria, lo so.
“ Ehilà, Parkinson! Come mai di cattivo umore oggi?” ridacchio,
sentendomi leggermente meglio.
Lei si
gira e poi si volta nuovamente, dandomi le spalle ancora.
“ Non
sono affari tuoi!”
Faccio
qualche passo e mi porto alle sue spalle.
“ Cosa c’è? Il tuo Dracuccio non è
stato carino con te, oggi? Non ti ha baciato con abbastanza foga?” non so
neanche da dove mi sono uscite queste parole cariche di malignità e cattiveria,
ma le ho dette.
Ma
ciò che mi resta più impresso è il suo volto e poi le sue parole.
Quando
si volta, è in lacrime. Poi sibila “ Tu...tu non sai quello che dici,
Mezzosangue! Fatti gli affari tuoi!” e corre via dal Club, sbattendosi la porta
alle spalle.
Prima era nervosa, adesso è scoppiata a piangere correndo via. E dopo che le ho detto di Draco.
Ho toccato un tasto dolente?
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Scusate l’immenso
ritardo! Mi spiace davvero di aver postato dopo così tanto
tempo, ma sono stata impegnata e poi sto scrivendo un libro che mi prende i
pochi momenti liberi della giornata.
Spero di poter postare
al più presto!
Baci, Erin.