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Autore: Lisa Lawer    12/03/2013    2 recensioni
Ritorno con una fanfiction sulla mia coppia preferita: Ichigo & Ryan.
A volte impieghiamo troppo tempo a prendere consapevolezza dei nostri sentimenti. E se fosse troppo tardi? Oppure il destino ci darà un'altra possibilità?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Ryo Shirogane/Ryan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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  Capitolo 1
 
Una stupenda trentenne dai capelli rossi si accingeva a salutare il custode del cimitero con un sorriso di circostanza e lui ricambiò con un cenno del capo.  Ichigo vi si recava li ogni mese da otto anni, e un mazzo di rose rosse l’accompagnava sempre. Si recò davanti alla lapide, si inginocchiò, disse delle preghiere, buttò le rose del mese precedente e ripose quelle nuove. Notò con disappunto della polvere sulla lapide: ne avrebbe parlato con il custode, d’altronde cosa lo paga a fare? Deve fare semplicemente una cosa: tenere quel posto immacolato, non avrebbe accettato obiezioni.
Come sempre le lacrime iniziarono a scendere sul suo bellissimo viso. Dopo otto anni ancora non si capacitava che lui fosse morto.
“mi manchi…”

/Flashback/
Il progetto mew era terminato e Ryan e Kyle decisero di ritornare in America poco dopo. Era passato un anno dalla loro partenza e Ichigo stava sempre con Mark, ma la loro relazione non andava più bene da tempo. Ichigo aveva iniziato a soffrire per la partenza di Ryan, oramai non se ne dava più pace. Voleva parlare con lui, litigare con lui!!! Qualunque cosa pur di riaverlo accanto! Dopo l’ennesima notte insonne aveva preso la sua decisione: avrebbe lasciato Mark e poi sarebbe andata a New York da Ryan rivelandogli i suoi sentimenti, se lui avesse rifiutata pazienza, ma lo doveva assolutamente fare… solo così sarebbe stata in pace con se stessa.
Stava facendo i calcoli su quanto sarebbe venuto a costare il viaggio verso New York quando sentì suonare alla porta. Era sola in casa e abbastanza scocciata si diresse verso la porta. Dallo spioncino vide  che era Pam e subito sorrise al pensiero che la sua amica sempre super impegnata avesse trovato un momento per andarla a trovare. Apri subito la porta ma il sorriso scomparve subito dal suo volto. La gelida e impassibile Pam era davanti a lei con gli occhi lucidi e gonfi. Ichigo era sicura che avesse pianto e che stesse sul punto di rifarlo.
  • Pam… ma cosa… -
  • Ichigo ti devo parlare. –
La rossa la fece entrare in casa e si accomodarono nel salone. Da quel momento in poi tutto andò sgretolandosi. Si ricordava solo di Pam che piangendo le raccontò di aver ricevuto una chiamata da Kyle che la informava che Ryan aveva avuto un incidente stradale… e che era morto. Di quel giorno Ichigo non ricordava altro, se non il dolore straziante che le lacerava il cuore. Ryan era morto… e lei… non gli aveva detto nulla….
Poco dopo ci furono i funerali e la salma venne portata in Giappone per poterlo seppellire lì. Nessuna delle ragazze riusciva a darsi pace, mentre Kylie, anche se difficilmente, cercava di mantenere un sorriso di circostanza per poter ringraziare i presenti.
Ichigo lo aveva visto li, nella bara, inerte… quella scena le fece capire che non era un sogno ma la realtà. E il tutto le fece ancora più male perché nella sua testa tutto si stava concretizzando… ora era tutto vero.
Ryan Shirogane era morto.
//
  • Dopo otto anni il pensiero che tu non ci sia mi sconvolge ancora. –
E iniziò a parlare, raccontando a una lastra di marmo, quello che le era accaduto nell’ultimo mese. Oramai era un’abitudine: lei era consapevole del fatto che non ci fosse nessuno ad ascoltarla, ma aveva bisogno di farlo. Per un’ora al mese aveva bisogno di credere che lui fosse li ad ascoltarla.
Poi terminò il racconto con un – Ryan ti amo e ti amerò sempre. –

Se ne andò, ma prima andò a parlare con il custode del cimitero. Salì poi sulla sua lussuosissima auto per recarsi verso l’ufficio. Ichigo era oramai una donna di successo, la presidentessa della PMM company che gestiva i numerosissimi café mew nel Giappone. Dopo la morte di Ryan, con l’aiuto dei genitori decise di rilevare il café. All’inizio vi ci lavorava anche lei, come cameriera, e nel frattempo aveva scelto economia e marketing all’università. E quegli studi diedero i suoi frutti. Adesso era una manager di successo, aveva creato una catena di café che in Giappone aveva surclassato Starbucks. Nei café aveva creato dei laboratori di pasticceria che facevano invidia a chiunque, tant’è che molte volte erano richiesti per i catering. Ora la sua azienda aveva addirittura gli uffici a Tokyo, un palazzo enorme dove venivano gestiti gli affari della sua catena. Oramai i café mew erano di moda. E lei lavorava, lavorava e lavorava. Dalla morte di Ryan si era buttata a capofitto nel lavoro e nello studio, anche se la fede che portava all’anulare sinistro, le ricordava che ogni sera doveva rientrare a casa perché c’era un marito ad aspettarla.

Nonostante il suo cuore avesse smesso di amare, alla fine qualche anno dopo accettò la proposta di matrimonio di Mark, ma ad una sola condizione: niente figli. Era consapevole di voler ancora bene al moro ma non lo amava così come lui amava lei e per questo decise di non mettere al mondo dei figli. Lo sapeva di essere egoista: accettare di sposarlo nonostante lei non lo amasse… si faceva schifo da sola. Dopo la morte di Ryan, lei aveva lasciato Mark, ma lui le era stato accanto lo stesso. Un anno dopo nonostante fossero amici, continuavano a frequentarsi e lui le fece la proposta, dicendole che l’amava troppo da poter rinunciare a lei. Ichigo oramai aveva il ghiaccio attorno al cuore, l’idea di amare di nuovo qualcuno le sembrava impossibile, ma decise di accettare la proposta. Voleva ancora un po’ di bene a Mark e sperava con il tempo di ritornare ad amarlo come prima. Ma oramai erano passati 6 anni di matrimonio e lei non lo amava ancora. Certo c’era affetto da parte sua, ma niente di più. Lui invece era sempre affettuoso, si lamentava solo degli orari di lavoro della moglie, perché a volte lei ritornava molto tardi, ma per il resto sapeva che qualcosa in Ichigo era cambiata dopo la morte di Ryan.  Oramai per lei il lavoro era tutto, considerava il suo ufficio come la sua vera casa. Ovvio che le facesse piacere tornare da Mark a casa, ma non era a stessa cosa.
Con le ragazze poi, non si vedeva quasi mai, giusto 3-4 volte l’anno. Aveva interrotto quasi tutti i rapporti perché le ricordavano troppo Ryan.
Entrata in auto si guardò nello specchietto retrovisore. Asciugò l’ultima lacrima, diede una passata di cipria sul viso e si avviò verso l’ufficio. Ora era il momento di pensare al lavoro. Era da mesi che aveva deciso di cambiare i macchinari di pasticceria e gli interni dei suoi café aperti nei primi anni. Era ora di dare una svecchiata a quei locali e la sua ditta aveva aperto una gara di appalto per trovare il miglior offerente. Erano in ballo un mucchio di soldi e la scelta doveva essere molto accurata, e Ichigo sapeva fare il suo lavoro molto bene. Vinse l’appalto una ditta americana di Los Angeles e ora dovevano concludere l’affare. Tutti erano in fermento, da giorni Ichigo studiava i documenti per poter essere preparata a contrattare:  i contratti più importanti erano sempre gestiti e conclusi da lei. Aveva una cerchia di pochi fidati per poter concludere i contratti minori, ma quelli più importanti no… lei voleva avere il controllo.
L’indomani sarebbe dovuta partire per l’America, e per quello rientrò a casa prima. Mark, che ora era un insegnante di storia, ma sempre un profondo ambientalista, stava preparando la cena.
  • Ciao amore, bentornata. –
  • Ciao caro. –
Come sempre era lui che si avvicinava per darle un bacio. Per quanto riguardava queste cose e soprattutto l’intimità era sempre lui che prendeva l’iniziativa, perché Ichigo non lo avrebbe fatto mai. Oramai il suo cuore non provava più nulla, era vuoto.
Cenarono e si raccontarono la loro giornata, ma poi Ichigo si preparò la valigia e andò a dormire presto. La limousine sarebbe andata a prenderla l’indomani alle 5 del mattino, per poter prendere il volo.
Alle 7 era finalmente seduta in aereo, ovviamente in prima classe. Riposò per le prime ore e poi rivide tutti i documenti del contratto. Era pronta, ma un po’ di inquietudine la rendeva nervosa. Stava andando in America per la prima volta nella sua vita… nell’America di Ryan, il luogo che le ha portato via il suo amore. Forse aveva sbagliato ad andarlo a trovare il giorno prima della partenza, ma sapeva di doverlo fare anche per la sua salute mentale. Alla morte del ragazzo, lei era entrata in depressione così tanto che stava diventando anoressica per quanto non stesse mangiando. Poi i genitori decisero di portarla da uno specialista e quindi iniziarono gli anni della psicoterapia. Dopo due mesi di sedute ricominciò ad uscire di casa e si buttò nel lavoro e nello studio, ma la terapia continuò per 3 anni e alla fine anche la dottoressa concordò con Ichigo, che le visite al cimitero avrebbero potuto solo che aiutarla. Solo che avrebbe dovuto diminuirle, Ichigo ci andava quasi tutti i giorni e quando non ci andava, era perché era troppo debole per potersi muovere a causa dell’assenza di cibo.
Allora avevano deciso per una volta al mese e Ichigo non mancava mai.
atterrata in America una limousine con autista l’attendeva e la diresse all’hotel più lussuoso di LA.
Il giorno dopo avrebbe avuto il primo incontro di lavoro, quindi si fece una doccia e poi andò a riposare, e il suo ultimo pensiero andò a Ryan Shirogane.
 
  
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