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Autore: BebaTaylor    15/03/2013    1 recensioni
Arizona ha ventun anni, studia all'università ed è una strega.
Un giorno in un negozio incontra Shane, membro della congrega dei Dark Shadow.
Da lì inizia una corsa contro il tempo alla ricerca di Logan, amico di Arizona, anche lui stregone.
I due non riescono a capire per quale motivo li stiano seguendo e come facciano a sapere dove si trovino praticamente in ogni momento.
Sanno solo che dovranno fare di tutto per proteggersi, e per proteggere gli abitanti della loro città dagli attacchi dei Dark Shadow, che si lasciano dietro solo morte e distruzione.
«Eccoli qui...» esclamò Shane, «due piccioncini.» disse piegandosi per guardare attraverso il finestrino rotto. «Due ragazzi in una sera... Ari, la gente dopo potrebbe pensare male!»
Arizona lo fissò, si staccò da Logan, prese una bottiglietta vuota da sotto il sedile e la lanciò contro Shane, mancandolo.
Lui la raccolse da terra e la schiacciò. «Sei focosa.» disse ridendo.
«Cosa vuoi? Perché hai rotto i finestrini della mia auto?» domandò Logan.
Shane alzò le spalle. «Perché mi andava, suppongo.» rispose appoggiandosi alla macchina. «E perché è divertente.» Lanciò la bottiglia e si voltò verso Logan e Arizona. «Finiamola con questa pagliacciata e seguitemi.» aggiunse.
Genere: Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo Tre
21:30 - 22:00

Arizona ignorò il disgusto che la mano di Neal posata sul ginocchio le provocava. Ricordò a se stessa che doveva sopportare per una buona ragione. Richiamò alle labbra un sorriso e si voltò per guardare Neal. «Preferirei che tu tenessi le mani sul volante.» disse spostando la mano del ragazzo.
Neal la fissò appena e annuì, posò la mano sulla leva del cambio.
«Sai, ci sono tanti idioti alla guida.» esclamò Arizona fissando fuori dal finestrino, mancavano un paio di chilometri e sarebbe arrivata da Logan.
Erano quasi arrivati quando Neal rallentò e si fermò.
«Perché ti sei fermato?» domandò Arizona iniziando ad agitarsi. Tremò al pensiero che anche Neal potesse essere uno dei Dark Shadow.
Trattenne il respiro e si voltò verso il ragazzo, in attesa di una risposta.
«Quell'imbecille deve proprio uscire con il camion adesso?» domandò Neal.
Arizona guardò davanti a sé e vide le luci riflesse sui paletti vicino al bordo della strada, Neal aveva ragione, un grosso mezzo era al di là della curva.
Neal ingranò la marcia e indietreggiò, finendo dentro un piccolo cortile di una casa abbandonata.
«Perché ti sei messo qui?» domandò Arizona, secondo lei il camion ci sarebbe passato.
Neal sbuffò. «Perché la strada è stretta e non voglio che la macchina si graffi.»
Arizona annuì e rimase in silenzio, dopo qualche secondo il camion passò, e i vetri vibrarono, il vecchio cancello si chiuse sotto le vibrazioni causate dal peso del mezzo.
«Ma… cosa?» borbottò Neal.
«Lo apro io.» disse Arizona, si slacciò la cintura e scese, si avvicinò al cancello e lo aprì, guardò in strada e fece cenno a Neal di avvicinarsi. Il ragazzo avanzò piano, uscendo dal cortile e fermandosi a bordo della carreggiata.
Arizona si avvicinò all'auto quando sentì una macchina frenare, si voltò e si trovò il cofano di un'auto a pochi centimetri dalle gambe.
Respirò a fondo, anche se era buio aveva riconosciuto Shane. Poco dopo i due stregoni scesero e fissarono Arizona. «Scappi sempre.» esclamò Shane.
«Non si fa.» disse Tom.
Arizona ingoiò la saliva e sperò che non facessero nulla.
«Ari? Vieni?» la chiamò Neal sporgendosi dal finestrino.
«Ari?» domandò Shane e sorrise. «Non pensavo che ti piacessero i quattr'occhi, Ari.» le disse prendendola in giro.
Arizona non gli disse nulla e si voltò verso Neal «Arrivo subito!» esclamò.
«Non credo proprio,» disse Shane e Arizona si voltò verso di lui, «mia cara Ari.»
Lei respirò lentamente. «Non chiamarmi Ari!» sbottò.
«Dammi quella gemma e falla finita, che mi sono stancato di correrti dietro.»
Arizona fissò Shane, «No.» disse.
Lui alzò le spalle, guardò Tom, sorrise e mosse la mano.
Arizona voltò lentamente la testa e con orrore vide un grosso pino abbattersi sull'auto di Neal, cadendo sul tettuccio.
Il rumore delle lamiere contorte la fece rabbrividire, con orrore vide la testa di Neal cadere sull'asfalto, lasciandosi dietro una scia di sangue che imbrattò l'auto e la strada.
Arizona fissò la scena senza dire una parola, senza muoversi. Era la seconda volta in quella serata che vedeva morire qualcuno.
«Sei uno stronzo.» mormorò, si voltò e fissò Shane, le braccia morbide lungo i fianchi. Mosse piano le dita, sentendo l'energia crescere dentro di lei.
«Non farla lunga, Ari.» disse Shane alzando le spalle.
Arizona si mosse le labbra e alzò una mano mentre mormorava una lania in una lingua che conoscevano in pochi, chiuse gli occhi e alzò la voce, dopo qualche istante scaricò l'energia contro Shane e Tom, facendoli sbattere contro l'auto.
Si girò e iniziò a correre, chiuse gli occhi quando passò davanti all'auto, arrivò al cancello e lo trovò aperto, entrò corse lungo il vialetto, passò sotto un arco di pietà, e finalmente arrivò davanti al portene dell'edificio D.
Arizona guardò appena la persona che stava uscendo ed entrò, fermandosi davanti all'ascensore. Decise d'ignorare gli avvertimenti di Jim —non usare la magia in pubblico— e pronunciò sotto voce un incantesimo. Le porte dell'ascensore si aprirono e lei entrò, si appoggiò alla parete di fronte alla porta e sospirò, fissò lo schermo sopra le porte, i numeri dei piani s'illuminarono uno dopo l'altro. Arizona era sicura che nessuno sarebbe salito a causa dell'incantesimo che aveva fatto.
Poco dopo le porte si aprirono e Arizona uscì, camminò velocemente lungo il corridoio e si fermò davanti alla porta dell'appartamento di Logan.
Suonò il campanello e attese, ascoltò delle voci soffocate e dei passi avvicinarsi alla porta, che si aprì di una decina di centimetri.
«Arizona… sono impegnato.» mormorò Logan.
Arizona sbuffò e lo fissò negli occhi azzurri. «Abbiamo un problema.» disse, «Non hai sentito i messaggi in segreteria?»
Logan scosse la testa. «No.» rispose, «Mi sembra di capire che sia grave. Sembri sconvolta.» il ragazzo chiuse la porta e Arizona sentì il rumore del catenaccio che veniva tolto.
La porta si riaprì e Arizona vide Hannah seduta sul divano.
«Perché lei è qui?» domandò, «Ero convinta che saremmo rimasti soli!»
Logan si votò verso di lei «Arizona è qui perché dobbiamo parlare di…» di fermò e guardò la giovane strega.
«Di lavoro. Dobbiamo parlare di lavoro.» finì Arizona entrando in casa, riconobbe il profumo dell'incenso al rosmarino, una pianta protettiva.
«Parlate, allora.» esclamò Hannah.
Logan e Arizona si guardarono, poi fissarono Hannah. «Anche se è lavoro sono cose private.» disse la ragazza.
Hannah arricciò il naso e borbottò qualcosa d'incomprensibile. «Vado in camera.» disse, prese la borsa e si alzò in piedi.
Quando la porta della camera fu chiusa Logan fissò Arizona. «Allora? Cosa devi dirmi?» domandò passandosi una mano fra i capelli castano chiaro.
Arizona respirò profondamente e lo fissò, guardando la luce che si rifletteva sul ciondolo verde smeraldo che Logan indossava. «Ho incontrato due dei Dark Shadow.» mormorò sedendosi. «È tutto il pomeriggio che mi seguono.» aggiunse toccandosi i capelli e attorcigliò una ciocca sull'indice sinistro.
«Il motivo?» domandò Logan.
Arizona lo guardò e notò che era sconvolto, anche se cercava di non farlo vedere.
«Non lo so quale sia il motivo esatto, però vogliono le nostre pietre.» rispose Arizona.
Logan respirò lentamente e annuì. «C'è dell'altro, vero?»
Arizona annuì e abbassò la testa. «Sì…» mormorò. «Carl e Neal sono morti.» bisbigliò. «Li hanno uccisi loro.» «Cazzo!» imprecò Logan. «E tu eri lì?»
Arizona annuì. «Sanno anche di te. Prima erano qua fuori.»
Logan si sedette sul divano accanto a lei. «Cazzo…» imprecò a bassa voce, «Dobbiamo andare da mio padre.»
Arizona annuì. «Sì, credo di sì.» disse lei. «E Hannah?» domandò voltando la testa verso la camera.
Logan si grattò il mento e sospirò. «La mando a casa, tanto abita qui accanto.»
Arizona annuì, prese la bottiglietta d'acqua dalla borsa e la finì in un paio di sorsi.
Logan si avvicinò alla camera e aprì la porta. «Mi dispiace Hannah, ma devi tornare a casa… io e Arizona dobbiamo fare alcune cose.»
Hannah sbuffò e incrociò le braccia al petto, si passò una mano fra i capelli e sbuffò nuovamente. «E io non posso venire?» domandò.
Logan scosse la testa. «No, scusa.»
Hannah uscì dalla stanza e si fermò accanto al divano. «Voglio venire anch'io.» disse, «Se è solo per lavoro posso venire.»
«Forse non hai capito.» esclamò Arizona. «Anche se è lavoro è anche una cosa privata.»
Logan la fissò e lei lo guardò sperando che capisse. Era agitata e incominciava a sentire il tintinnio.
Il ragazzo prese la borsa del netbook, controllò di avere il portafogli e afferrò dal cestino accanto alla porta le chiavi di casa e della macchina.
«Io non voglio andare a casa!» si lamentò Hannah.
Logan la ignorò e aprì la porta. «Andiamo.» disse, fece passare le due ragazze e chiuse la porta a chiave, Arizona tremò e si morse le labbra. «Sono qui…» mormorò.
Logan la fissò e guardò Hannah. «Devi andare a casa.» le disse e si avvicinò agli ascensori, ignorando le proteste della giovane.
Arizona tremò e sentì il tintinnio farsi più forte. «Logan!» esclamò un attimo prima che le porte dell'ascensore si aprissero.
Shane e Tom erano là e guardarono i tre. Logan fece un passo indietro.
«Bene, bene, bene.» disse Shane uscendo dall'ascensore. Tom lo seguì.
«Guarda chi c'è… la piccola Ari e Logan.» continuò Shane.
Logan si voltò verso Arizona, lei annuì debolmente.
Shane e Tom si avvicinarono agli altri. «Hannah, non hai fatto quello che ti avevo chiesto!» sbuffò Shane.
Hannah scrollò le spalle. «Non è colpa mia, è quella» disse indicando Arizona «è arrivata e ha rovinato tutto!» squittì.
Logan la fissò, la delusione per non essersi accorto di nulla sul volto.
«Che cosa?» mormorò Arizona.
Shane scrollò le spalle. «Siamo ben organizzati, Ari.» disse.
Arizona strinse i pugni, «Non chiamarmi Ari!» disse.
Shane alzò le spalle e sorrise. «Come vuoi, Ari.» esclamò prendendola in giro, «E ora dateci le pietre e chiudiamo qua la questione.»
Logan si voltò verso Arizona, la prese per mano e iniziò a correre verso le scale di servizio, quelle che portavano verso il parcheggio sotterraneo.
Scesero velocemente le scale sapendo di essere inseguiti.
«Come hai fatto a non accorgerti che Hannah è una strega?» domandò Arizona scendendo le scale. Sentiva il sudore scenderle sulla schiena e le incominciava a darle fastidio.
«Non ne ho idea!» rispose Logan accelerando il passo per stare dietro all'amica. «Avrà usato qualche incantesimo!» Arizona pensò che la stessa cosa era accaduta anche a lei, e non disse nulla. Aprì la porta che dava sul parcheggio e corse verso la macchina di Logan.
Lui aprì l'auto e entrambi salirono, Logan passò la borsa con il computer ad Arizona.
«Dobbiamo arrivare da mio padre il più in fretta possibile.» disse Logan accendendo l'auto.
Arizona respirò lentamente.
«Se Hannah si è nascosta così bene credo che altri di loro possano farlo.» disse il ragazzo mentre si avvicinavano alla rampa d'uscita.
«Sono preoccupato per mamma.» continuò, «Nelle sue condizioni non riesce a captare quasi nulla…»
Arizona annuì, si voltò e vide Shane accanto alla porta allontanarsi sempre di più, fino a quando la macchina non s'immise sulla strada.

Tre capitoli e due morti.
Buon pomeriggio!
Grazie a chi legge:)
   
 
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