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Autore: myricae_    19/03/2013    6 recensioni
[REVISIONATO FINO AL CAPITOLO 20 E CAPITOLO 41] [REVISIONE IN CORSO]
Estate.
La stagione delle lunghe notti punteggiate di stelle e delle risate spontanee.
La stagione perfetta per dimenticare una relazione difficile e andare avanti.
La stagione perfetta per incontrare una persona speciale, magari innamorarsi e rimanere segnati per il resto della vita.
O, almeno, così è stato per Marco e Alisea.
Ma cosa possono saperne due giovani cuori dell'amore?
Della distanza?
Della morte?
E di un passato che è deciso a ritornare, forse, separandoli per sempre?
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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2
 
Marco non ci stava provando.
Per tutto il tempo con cui parlò con lui, Alis non aveva smesso di sorridere. Era brillante, divertente e sembrava ascoltarla con sincero interesse.
Avevano iniziato con le noiose domande: “di dove sei?”
 «Como» rispose la ragazza.
 «Roma» fu la risposta dell’altro.
“Che scuola frequenti?”
 «Liceo scientifico» lui.
E «Liceo delle scienze umane» lei.
 «Sei una psicologa?» scherzò Marco alla sua risposta.
 «Studiare psicologia sei ore a settimana non significa essere una psicologa».
 «Più o meno».
  «E poi per me le persone sono incomprensibili».
Marco ci rifletté per un istante; poi Alis sorrise e la conversazione si alleggerì.
Alis scoprì che era un appassionato di fotografia e registrazione; nel tempo libero gli piaceva girare piccoli filmati.
«Insomma, una specie di regista» disse Alis, affascinata. Com’era possibile che un suo coetaneo – sì, perché anche lui aveva diciassette anni – occupasse il tempo libero in modo così interessante?
 «Mi sento onorato ad essere definito così» disse, con un sorriso che comprendeva gli occhi. E Alis non poté fare a meno di sorridere di rimando. «Sì, una specie di regista» continuò, con voce leggera e sognantrice.
 «Ti piacerebbe diventarlo?» chiese.
 «Sì» rispose guardandola negli occhi, intensamente.
 «Un’altra cosa che abbiamo in comune» notò Alis.
 «Anche a te piacerebbe essere regista?» domandò lui, sorpreso.
Alis tamburellò le unghie sulla copertina del libro: «Regista, sceneggiatrice,… qualunque cosa riguardi il cinema» confessò, anche lei con la stessa aria sognante.
 «Ce la farai» la rassicurò lui.
 «Mi accontenterei anche di girare filmati pubblicitari».
 «Allora non ce la farai mai».
Alis abbassò lo sguardo. Le stava dicendo di puntare in alto, quando lei per tutta la vita si era limitata a volare a bassa quota.
Tornò a guardarlo. «Ce la farò. E anche tu».
  «Certo». 
Per un piccolo insignificante attimo, quelle parole diventarono pesanti di promesse e speranze perché entrambi ci credevano.
Rimasero qualche istante in silenzio, contemplando il sole che stava per immergersi nell’immenso lenzuolo d’acqua. «È bellissimo» fu il commento che sfuggì come un respiro dalle labbra di Alis.
 «È malinconico» ribatté Marco al suo fianco.
 «Ma pur sempre bellissimo».
 «Mai quanto l’alba» insisté lui, e per la prima volta da quando avevano iniziato a parlare non furono d’accordo su qualcosa.
 «L’ho vista raramente» confessò Alis. Poi lo sguardo le cadde sul piccolo orologio che teneva al polso: le sette e mezzo. Alis scattò in piedi dicendo: «Devo andare al lavoro».
 «Lavoro?» chiese, inarcando un sopracciglio. Alis trovò buffa quell’espressione e a fatica trattenne un sorriso: «Sì, devo preparare l’animazione per questa sera e sono già in ritardo».
 «Non è proprio un lavoro».
 «Lo so. Devo andare. È stato… » Alis cercò un termine per descrivere quella conversazione, ma non trovandone uno alla fine disse: «… bello».
Marco ripeté quella parola, sussurrandola. «È stato? Non parlare al passato».
 «E tu non programmare il futuro» rispose Alis, con una punta di acidità nella voce.
Lui la ignorò: «Quando potrò rivederti?».
Alis si fermò un attimo di fronte a lui: «Come ho detto, non programmare il futuro». Si allontanò dalla spiaggia, verso la strada. Lui rimase seduto, guardandola mentre la distanza cresceva tra loro.
Marco non era andato da lei con l’intenzione di provarci e non ci aveva provato nemmeno per tutto il tempo in cui avevano parlato. Non si era sforzato di piacere. Avevano semplicemente parlato, da estranei quali erano. E si erano semplicemente confidati i propri sogni, non per liberarsene ma per rafforzarli.
Marco non ci aveva provato. Ma da quell’istante avrebbe iniziato.
 
Ma che mi è preso?, si chiese Alis mentre avanzava con passo deciso verso il centro del villaggio turistico. Che si affacciava sull’enorme Golfo di Marinella. Aprirmi così a uno… sconosciuto? E solo perché mi ha fatto gli occhi dolci! Arrabbiata con se stessa, continuava a camminare velocemente finché giunse alla pizza principale; il palco era già allestito.
 «Finalmente!» esclamò Eva, andandole incontro e abbracciandola.
 «Scusate il ritardo» disse Alis rivolta agli altri ragazzi che la salutarono calorosamente. Si misero a provare i passi delle nuove canzoni ridendo e scherzando. Per pochi attimi Alis sembrò dimenticarsi di quello che era accaduto quella giornata. La cena fu veloce – mangiarono dei panini-   e alle nove i bambini erano già radunati sotto il palco. Ballarono e si divertirono come tutte le sere: fecero palloncini e organizzarono giochi per i bambini. Alis adorava stare in mezzo a loro; e tutti i bambini l’adoravano: l’abbracciavano forte urlando il suo nome. Erano gli abbracci più belli e veri che si potessero ricevere, quelli che ti scaldavano il cuore gratuitamente. 
Alis tornò a casa tardi, i suoi genitori stavano già dormendo. Velocemente e senza far rumore si mise il pigiama, si lavò i denti e si infilò sotto le lenzuola. Si girò e rigirò più volte, non riuscendo a prendere sonno. Accese la piccola lampada sul comodino di fianco al letto, la fioca luce illuminò debolmente metà parte della stanza. Cercò il suo libro e quando ebbe cercato ovunque capì di averlo dimenticato in spiaggia quel pomeriggio. Rimase per alcuni instanti immobile, seduta sul letto indecisa se sdraiarsi o recarsi alla spiaggia per andare a riprenderlo. Dopo interminabili minuti di indecisione, balzò giù dal letto, indossando una felpa e dei pantaloncini.
Dopo aver chiuso lentamente la porta, corse alla spiaggia stringendosi nella larga felpa. Arrivò agli scogli, le onde si infrangevano a un ritmo regolare e alcuni spruzzi raggiunsero Alis. Si mise a cercare il libro, inutilmente. 
   
 
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