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Autore: Merlins    27/03/2013    2 recensioni
Nella foresta di Fangorn una giovane donna, Gwen, si aggira cercando l'anello magico che ha perduto. Una maga buona, che con l'aiuto del suo compagno Merlino deve liberare Gran Burrone e la terra di Mezzo dalla malvagità di Agravaine, stregone potentissimo e alleato con un esercito di orchi e morti viventi. Lei e Merlino devono fare da soli, visto che il re Uther di certo non aiuta..
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gwen, Merlino, Un po' tutti | Coppie: Gwen/Artù
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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«Artù! Cosa ci fate qui?» esclamò Gwen, mentre le sue guance si colorivano d’un rosso vermiglio.
«Ginevra! Ecco.. in realtà ero venuto per invitarti al ballo di domani sera, anche se credo che mio padre vi abbia già convocati, e per sapere se potessi avere l’onore di avere a fianco la dama più bella..» rispose lui, porgendole la rosa. La maga la annusò: profumava di passione e amore sincero, i suoi petali delicati erano ancora più piacevoli al tatto.
Ad ogni modo, dopo le parole del principe non poté fare altro che sorridere. «Artù, vuoi dire che..»
Senza lasciarle finire la frase, il giovane s’inginocchiò davanti a lei prendendole la mano e disse: «Vuoi essere la mia dama al ballo di domani?».
Gwen faticò a reggersi in piedi, tutto ad un tratto le forze l’avevano abbandonata e lei stessa si era sciolta come neve al sole. Era incapace di proferire parola.
«Questo silenzio significa un sì o un no?» le chiese Artù, facendola accorgere che era rimasta ferma a fissarlo senza dargli una risposta.
«Oh si! Assolutamente si!!Cioè volevo dire, si, ne sarei onorata..» Gwen non riuscì a trattenere un sorriso.
«Grazie mia dolce dama, adesso mi sento molto meglio» rispose Artù, accingendosi ad andar via.
Gwen lo osservò, e lui si voltò di colpo. Tornò indietro, prese la giovane maga tra le braccia e le disse: «Ti amo.»
Quelle parole fecero venire le palpitazioni alla ragazza, ormai in preda ad un attacco irrefrenabile di pulsazioni accelerate; poi, il momento più bello. Artù le accarezzò il viso, sfiorando le guance morbide che incorniciavano quegli occhi color cioccolato. Avvicinò le labbra alle sue, per darle un bacio pieno di amore sincero, profondo, magico; e Gwen si godette quel momento, pensando che nel suo universo, anzi, l’universo stesso, era quel principe audace senza macchia e senza paura che sapeva come farle vivere emozioni sconosciute.
«Anche io, Artù Pendragon» disse la maga, non appena si separarono.
Il principe le rivolse un ampio sorriso, gli occhi color oceano la osservarono. Poi montò a cavallo, un destriero bianco, scomparendo nella foresta.
Gwen si sdraiò nel medesimo punto in cui si trovava, rivolgendo gli occhi al cielo: la fitta massa di nubi si stava diradando, per lasciare posto ad un pallido sole pomeridiano.
Decise poi di rientrare in casa, almeno per controllare le condizioni di suo fratello.
«Ah, Gwen! Eccoti qui! Presto, dammi una mano con la pozione!» Gaius stava sudando, sfogliava centinaia di libri cercando qualcosa, ma più andava avanti più si demoralizzava.
«Nonno, calmati! Cos’è successo?»
«Un problema che all’inizio non avevo notato: tuo fratello è sotto l’effetto di un potente veleno, probabilmente propinatogli da uno degli orchi mentre era svenuto. Mi servono assolutamente tre fiori di Oxalis acetosella per completare la pozione, o Merlino morirà entro poche ore!»
«Non ti preoccupare nonno, ci penso io! Dove posso trovarli?»
«Assolutamente no, Gwen! Questi fiori si trovano solo nei boschi e nelle foreste, probabilmente vicino ai ruscelli.. no! Non posso permetterti di rischiare un’altra volta la vita!» la rimproverò Gaius.
«Mio fratello sta per morire e io dovrei starmene qui con le mani in mano? Mi spiace nonno, ma io andrò in quella foresta, costi quel che costi!» replicò alzando la voce.
«Piccola Gwen, mi ricordi tantissimo tua madre, sai? Hai il suo carattere deciso e la sua tenacia.. e sia, allora. Fa attenzione, mi raccomando, e se ti trovi in difficoltà lancia un Fromum feohgiftum on fæder bearme verso il cielo, così potrò venire in tuo aiuto.»
«Grazie nonno! Vedrai, non ti deluderò!» disse, uscendo di corsa e sbattendo la porta.
«Siamo alle solite!» sbuffò Gaius, infatti tutte le volte che la ragazza usciva la porta veniva sbattuta con forza; probabilmente un giorno sarebbe anche caduta.
Gwen lo sentì e le scappò un risolino: quel vecchio brontolone era come un padre per lei, dal momento che i suoi genitori erano morti combattendo contro gli alleati di Agravaine. Malvagio, ecco cos’era quell’essere.
Mentre ripensava a quei giorni, un’ombra di oscurità accompagnò il suo ingresso nella foresta; avanzò con cautela, nel caso gli orchi le avessero teso una trappola.
«Gwen..» sussurrarono delle voci attorno a lei.
La ragazza cominciò ad agitarsi, correndo in fretta verso il ruscello.
«Gwen.. Gwen..» le voci cominciarono a farsi più insistenti e ripetitive, voci malefiche con una risata malvagia, aspra, piena di risentimento.
Atterrita da quei rumori, la giovane maga riuscì a raggiungere il ramo del ruscello dove crescevano i fiori indicati dalla pozione: staccò tre rami e si mise a correre verso l’uscita.
«Dove credi di andare, piccola maghetta indifesa?» la voce di una donna risuonò alle sue spalle.
«Morgause..» Gwen pronunciò quel nome con disprezzo.
«Vedo che, nonostante tu sia ancora una principiante, hai il coraggio di avventurarti nella mia foresta»
«Questa foresta è di Gran Burrone! Vattene subito, o io..»
«Tu cosa? Vorresti affrontarmi? Non vale nemmeno la pena sprecare energie con una come te.. a proposito, sai che tua madre ha urlato il tuo nome prima di morire? Era proprio una maga debole e incapace di difendersi!».
Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso: Gwen scagliò un incantesimo di luce contro la strega, che lo deviò con un semplice colpo di bacchetta.
«Ablinn ðu, forlæte ðu!» Morgause generò un vortice d’oscurità.
« Fromum feohgiftum on fæder bearme!» la maga rispose con un incantesimo di luce, ma anziché lanciarlo verso l’alto lo scagliò direttamente contro l’avversaria: luce e oscurità si scontrarono a metà strada, combattendo uno contro l’altro. Le due donne stavano esaurendo energia, finché Gwen, forse mossa dalla rabbia e dal rancore contro Morgause, sferrò un attacco finale che scagliò la strega malvagia nel cuore della foresta.
«Oh santo cielo! Merlino!» disse all’improvviso, recuperando i rametti di fiori e correndo a più non posso verso casa sua.
Arrivò tutta trafelata, sbattendo la porta e precipitandosi verso suo nonno.
«Si può sapere dov’eri finita?! Ero in ansia per te, mi sono preoccupato molto!» la riprese Gaius.
«Mi dispiace nonno..»
«Non importa, mi spiegherai più tardi. Vediamo adesso se la pozione funziona.»
Bastarono pochi minuti e Merlino aprì gli occhi, iridi del colore del mare cristallino.
«Merlino..» Gwen iniziò a piangere, mentre il fratello la strinse tra le sue braccia.
«Gwen.. mi hai salvato la vita» rispose quest’ultimo, scoppiando in lacrime a sua volta.


Ciao Merliniani (?)
Anche io sono una grande appassionata di questa serie tv, oserei dire che è la mia preferita!
Come vi sembra la storia? So di avere stravolto un po' i ruoli, era per non scriverla proprio uguale all'originale :)
In ogni caso, lasciate qualche recensione per la mia felicità yuppii :D
-Merlins
 
 
 
  
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