CAPITOLO 1
-Sveglia,
bella addormentata!-
Kaori
si svegliò di soprassalto all’improvviso penetrare di quella voce nel suo sonno.
Un secondo dopo, sentì il letto sobbalzare sotto il peso del proprietario della
voce. Non aveva alcun dubbio sulla sua identità, solo una persona si azzardava a
svegliarla in quel modo, correndo il rischio di incorrere nella sua ira.
-A.J.,
quante volte devo dirti che la chiave che ti ho dato è solo per le emergenze?-
gemette Kaori voltandosi a pancia in giù e nascondendo la testa sotto il cuscino
-E io
quante volte ti ho detto di non chiamarmi “A.J.”?- replicò lui spostando il
cuscino –E poi questa è un’emergenza- continuò stendendosi accanto a lei
-Ah sì?
Beh, spero per te che sia un’emergenza molto urgente per avermi svegliato così
presto!-
-Tesoro,
sono le dieci di mattina…-
Kaori
aprì un occhio e sbirciò la sua stanza. Le tapparelle erano abbassate e
lasciavano entrare pochissima luce, perciò la camera era in penombra. Tuttavia,
la luce brillante che entrava dalla porta rimasta aperta e che proveniva dal
soggiorno le diceva che il giorno era iniziato da un bel pezzo.
-In
ogni caso, ho dormito poco stanotte, perciò se la tua non è una vera emergenza
ti conviene lasciarmi dormire, Aidan- disse voltandosi su un fianco, verso di
lui
Il
volto di Aidan si addolcì.
-Immagino
benissimo perché hai dormito poco, Kai, e scommetto che l’unica cosa che avresti
voglia di fare oggi è rintanarti in casa a deprimerti un po’-
-Io non
mi deprimo…-
-Beh,
l’anno scorso l’hai fatto-
Kaori
stava per replicare, ma si rese conto che Aidan aveva ragione, perciò lasciò
perdere. E poi era inutile discutere con lui, la conosceva troppo bene. Tra loro
c’era stata fin da subito una forte affinità, come tra un fratello e una
sorella. Persino Sayuri lo considerava ormai come un membro della famiglia.
Quando, un anno e mezzo prima, Kaori aveva intrapreso la sua carriera di
scrittrice, Aidan Julian Mackanzie le era stato assegnato come assistente. Lo
aveva trovato simpatico fin da subito, quando si era presentato dicendo:“Ciao,
io sono Aidan. È meglio che tu sappia fin da subito che sono gay, perciò tutto
questo ben di Dio non può essere tuo” Avevano poi scoperto che entrambi amavano
tre cose nella vita sopra ogni altra: la cioccolata, Johnny Depp e i film
romantici accompagnati da una maxi porzione di pop corn. In quel momento era
diventato il suo migliore amico. Era facile parlare e confidarsi con lui, Aidan
sapeva ascoltare e darle consigli come poche persone sapevano fare ed era per
questo motivo che gli aveva raccontato tutto del suo passato.
-Allora,
questa emergenza?- gli chiese con tono rassegnato
-Oggi
esce il tuo secondo capolavoro, te ne sei dimenticata, tesoro?- le rispose lui
picchiettandole con un dito sulla fronte –Devi andare in libreria a firmare un
po’ di copie per i tuoi fan-
-Posso
farlo anche domani- replicò Kaori seppellendosi di nuovo sotto le coperte
-No,
non puoi, alla libreria ti aspettano per le 12- Aidan prese le coperte e le
buttò giù dal letto
-Non
sono in vena di firmare libri e distribuire sorrisi-
-Beh,
dovrai farlo lo stesso. I tuoi fan sono già in fila che ti aspettano-
Kaori
sospirò. Quello era un colpo basso, Aidan sapeva che lei odiava deludere i suoi
lettori. Il loro sostegno era la cosa più importante per lei.
-E poi,
sento che oggi è il giorno in cui incontrerò la mia anima gemella!- aggiunse il
suo assistente con aria sognante
Lei
girò gli occhi.
-Questo
me lo dici quasi ogni giorno, Aidan-
-Ovvio,
perché io sono sempre pronto all’incontro di quello che sarà l’uomo della mia
vita!-
Kaori
scoppiò a ridere.
-Va
bene, va bene, mi alzo. Non fosse altro per non sentire ancora le tue fantasie
romantiche!- si alzò e premette il bottone per far salire le tapparelle
elettriche
Era una
serena giornata di inizio ottobre e le calme acque del fiume Hudson le diedero
il buongiorno anche quella mattina.
-La tua
è tutta gelosia, Kaori. Lo so che in fondo sei innamorata di me…Come darti
torto, d’altronde? Un figo come me non si trova tutti i giorni…- si vantò
scherzosamente Aidan
Kaori
si avviò verso il bagno scuotendo la testa e con il sorriso sulle labbra. Il suo
amico sapeva sempre come farle tornare il sorriso. Ed era veramente un bel
ragazzo. Alto, fisico scolpito dalla palestra, corti capelli castani a spazzola,
occhi verdi e un sorriso irresistibile, quel sorriso che le ricordava tanto
quello di un altro uomo, ancora più affascinante…Scacciò immediatamente quel
pensiero. Non importava se quel giorno era l’anniversario della sua partenza da
Tokyo, non avrebbe permesso ai ricordi di deprimerla.
Si fece
una doccia e indossò un leggero vestito di cotone marrone a piccoli pois rosa
con le maniche lunghe e la gonna che le arrivava sopra il ginocchio, a cui
abbinò un paio di stivali in pelle marroni. Rifece il letto e si diresse quindi
in cucina, dove trovò Aidan intento a prepararle la colazione. Si avvicinò e
sbirciò da sopra il bancone che divideva la cucina dal soggiorno.
-Mmh…Frittelle!
Le adoro!- esclamò con l’acquolina alla bocca
-Lo so-
le sorrise Aidan posandole il piatto di fronte
-Sei il
migliore- Kaori gli mandò un bacio
-So
anche questo!-
Dopo
colazione, si recarono in una delle più grandi librerie di Manhattan, a
Greenwich Village. Come ogni volta, Kaori rimase sorpresa dal numero di persone
presente, venute solamente per vederla, stringerle la mano e farsi firmare una
copia del suo nuovo libro. O meglio, venivano per vedere Kailey Madison, visto
che quello era lo pseudonimo che utilizzava per i suoi libri.
Ripensò
a come si era ritrovata, praticamente per caso, a fare la scrittrice. Lei amava
da sempre scrivere e lo faceva già quando viveva ancora a Tokyo. Scriveva
principalmente della sua vita, di quello che le succedeva e del suo lavoro.
C’era da dire che la vita che conduceva in Giappone al fianco di Ryo di spunti
gliene dava non pochi! Come sempre quando pensava al suo passato, sentì una
dolorosa stretta al petto. Quello che era successo due anni prima, dopo
l’episodio di Kaibara, era qualcosa a cui tentava disperatamente di non pensare.
Per non ricordare il motivo per cui aveva lasciato tutto. Per non soffrire.
Arrivata
a New York, era andata a stare per un po’ da sua sorella Sayuri, la seconda
persona, oltre ad Aidan, che conosceva il motivo del suo trasferimento a New
York. Era stato merito suo se aveva intrapreso la carriera di scrittrice. Un
giorno, Kaori aveva dimenticato in soggiorno il quaderno dove annotava tutte le
cose che le succedevano e sua sorella lo aveva trovato e letto alcune pagine.
Ricordava di come lei non si fosse affatto risentita, ma avesse provato più che
altro imbarazzo…Sayuri, invece, entusiasta, le aveva detto che possedeva del
talento e le aveva proposto di provare a scrivere qualcosa. Inizialmente, Kaori
non era per niente entusiasta dell’idea, ma sua sorella sembrava così sicura
delle sue capacità che aveva finito per accettare. Incredibilmente, il suo
primo, vero racconto le era uscito con più facilità di quanto avrebbe mai
creduto. Le era bastato raccontare uno dei casi che aveva risolto insieme a Ryo,
cambiando ovviamente i nomi dei protagonisti, ed in poco tempo era finito.
Sayuri
aveva insistito per mandarlo ad una casa editrice, aiutandola a tradurlo in
inglese, e Kaori aveva accettato più per farla contenta che altro, sicura che la
storia sarebbe finita lì. Una settimana dopo, invece, era stata contattata da
Russ Coleman, della Rain Publisher, che le aveva detto che il suo libro era
originale e appassionante e le aveva offerto un contratto. Se quello l’aveva
sorpresa, la notizia che nel giro di un paio di mesi il suo libro era diventato
un Best Seller l’aveva shockata. E così, senza quasi accorgersene, era diventata
una scrittrice e il suo secondo thriller sembrava dover avere lo stesso successo
del primo. I lettori si erano appassionati alle avventure di Rafe Storm, il
detective privato protagonista dei suoi romanzi, le trovavano originali ed
emozionanti, ed adoravano lo stile in cui Kaori, o meglio, Kailey, le
raccontava, perché sembravano trasportarti dentro alla storia, permettendoti di
viverla mentre divoravi le pagine del libro.
Kaori a
volte si chiedeva cosa avrebbero pensato se avessero saputo che ciò che loro
credevano fantasia non lo era poi così tanto…Nel primo libro, “Silver
Eyes”,
aveva raccontato quello che era successo con Silver Fox, tralasciando tuttavia
il suo ruolo, che nel romanzo non era contemplato. Nel secondo, “The
Forgotten
Past”,
aveva scritto dell’arrivo di Rosemary, facendo conoscere ai lettori qualcosa sul
passato del protagonista.
In
realtà, scrivere di Ryo era il solo modo per Kaori di sentirlo ancora vicino, di
sopperire al doloroso senso di mancanza che sentiva.
-Kailey?
Tutto bene?- le chiese Aidan vedendola assorta
Lei si
strappò dalle sue fantasticherie.
-Sì,
tutto bene non preoccuparti- lo rassicurò
Poi,
prese un libro dalla pila di fianco a lei e sorrise al prossimo della fila, una
studentessa universitaria che sognava di diventare una scrittrice in gamba come
lei. Kaori fu gentile, sorrise e la incoraggiò a perseguire il suo sogno, ma il
suo sorriso non riuscì mai ad arrivare ai suoi occhi.