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Autore: mindyxx    13/04/2013    10 recensioni
Crossover: Buffy - Streghe - Angel
Perché Buffy non riesce a ricordare un particolare sogno che la tormenta ogni notte?
Se dovesse incontrare tre streghe, riuscirebbero ad aiutarla? Potrebbero svelare ciò che doveva rimanere segreto?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Angel, Buffy Anne Summers
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Non dimenticherò


non dimenmticherò


Domenica, ore 08.50 del mattino.
Nella confortevole stanza da letto che occupava da ormai un anno, Buffy stava dormendo, mentre le immagini di un sogno incredibile scorrevano nitide nella sua mente.
Si trovava in spiaggia. Il sole splendeva nel cielo sgombro da nubi e una leggera brezza le scompigliava i capelli.
Stava aspettando che Angel la raggiungesse e aveva già scorto un luogo coperto, dove il vampiro potesse ripararsi.
Quando l’ex amante comparve, scioccata lo vide camminare verso di lei, mentre i caldi raggi solari gli illuminavano il volto pallido.
Immobile, incapace di dare un senso a ciò che stava vedendo, Buffy attese che la avvicinasse e quando Angel le fu accanto lo osservò incredula, mentre lui l’abbracciava per baciarla, sotto il tiepido sole che continuava a lambire la sua pelle, carezzandola sensualmente.
Le immagini del sogno si susseguirono rapide e Buffy vide se stessa nell’appartamento dell’amato, mentre si abbandonava alla passione per vivere con lui una notte rovente. La prima di tante, perché il suo desiderio più grande si era avverato: Angel, il vampiro con l’anima, finalmente era tornato umano e niente avrebbe più ostacolato il loro amore.


Domenica, ore 08.55 del mattino.
Buffy, addormentata nel grande letto del castello, continuava a sognare, ma il sogno aveva assunto i toni cupi di un incubo.
Si trovava nell’appartamento di Angel e l’uomo le stava confessando di aver rinunciato alla mortalità. Entro pochi minuti il suo cuore avrebbe smesso di battere e lui sarebbe ridiventato un vampiro senz’anima.
La promessa di una vita insieme era già svanita, perché se fosse rimasto umano, lei sarebbe potuta morire.
Ascoltata la confessione dell’amato, Buffy si sentì travolgere dalla disperazione, non poteva accettare di perderlo ancora, non dopo aver sentito battere il suo cuore e aver assaporato la vera felicità.
Carezzandole il volto rigato dalle lacrime, Angel la strinse con forza, svelando che lei non avrebbe ricordato nulla di quanto accaduto.
Alle 09.00 in punto, grazie a un sortilegio, il tempo si sarebbe fermato e l'intera giornata sarebbe stata cancellata dalla mente di tutti, per essere rivissuta interamente. Quanto successo nelle precedenti ventiquattro ore sarebbe svanito e solo lui ne avrebbe serbato il ricordo, per impedire che potesse ripersi.
Mentre lacrime amare sgorgavano dai suoi occhi senza che le potesse fermare, Buffy osservò l’orologio appeso alla parete, la lancetta dei secondi correva veloce. Ancora un minuto la separava dall’oblio.
Aggrappandosi con forza all’amante, scosse il capo piangendo, promettendo che, qualunque magia l’avesse colpita, non avrebbe dimenticato la giornata più importante della sua vita, la giornata in cui, finalmente, aveva trovato la felicità tra le braccia dell’unico uomo che avesse mai amato.
Un ultimo impercettibile movimento e la lancetta si fermò sulle 09.00. Il sortilegio avvolse la mente della cacciatrice, spazzando via la giornata vissuta e lei dimenticò.


Domenica, ore 09.00 del mattino.
Le immagini del sogno si affievolirono e Buffy si destò piangendo, riuscendo a stento a soffocare un urlo disperato.
Era il quinto giorno successivo che si svegliava con il volto rigato dalle lacrime e non capiva cosa stesse accadendo.
Sapeva di aver sognato, ma non ricordava nulla del sogno, se non la consapevolezza che qualcosa d’importante vi fosse celato, qualcosa che al risveglio le sfuggiva.
Ancora sconvolta abbandonò il letto. Aveva bisogno di aiuto e decise di parlare dei suoi problemi a Giles, sperando che le potesse fornire una soluzione.
Indossati frettolosamente una maglia e un paio di jeans, cercò l’uomo e s’imbatté in Willow. L’amica era seduta in cucina e stava sorseggiando una tazza di tè.
«Buongiorno Willow, sai dove si trova Giles?» le chiese agitata.
«Buongiorno Buffy, ben alzata, ma... non ti senti bene?» replicò Willow, notando il suo volto tirato.
«Sto bene, non preoccuparti, ho solo bisogno di parlare con Giles», mentì Buffy, per cercare di rassicurarla.
«È rintanato in biblioteca a sistemare alcuni libri... sicura che vada tutto bene?»
Osservata l’espressione turbata di Willow, Buffy finalmente sorrise afferrandole la mano, non voleva che si preoccupasse inutilmente.
«Vieni, cerchiamo Giles e vi racconto tutto.»
E insieme si diressero verso il grande salone in cui erano stipati libri d’immenso valore, per trovare l’uomo e ricevere un suo saggio parere.


Raggiunta l’ala del castello adibita a biblioteca privata, le due amiche varcarono la soglia e videro Giles intento a catalogare nuovi libri mentre Xander, seduto in disparte, era assorto nella lettura di un fumetto.
Sentendo il rumore della porta che si chiudeva, il ragazzo alzò la testa.
«Ehi... dormiglione, finalmente vi siete alzate», urlò gioviale, tanto da distrarre anche Giles dal suo lavoro poi, chiuso il fumetto, rivolse un’occhiata incuriosita a Buffy.
«Hai un aspetto terribile!»
Le sue parole furono accolte dalla ex cacciatrice con una smorfia.
«Grazie, Xander... sei un vero gentiluomo!»
Il giovane, incrociate le braccia al petto scosse la testa, pronto a sfruttare la situazione a proprio vantaggio.
«Hai dormito male?» chiese, mostrandosi preoccupato. «Sai, io ti capisco», aggiunse sospirando. «In quest’ultima settimana ho avuto spesso gli incubi. Ho sognato l'inizio del nuovo anno scolastico ed è stato terribile. Se dovessi scoprire che anche qui è pieno di mostri, non potrei farcela, non potrei affrontare di nuovo l’orrore della battaglia, ne morirei, lo so!»
Mostrandosi abbattuto, Xander cercò lo sguardo del suo benefattore, cui era rivolta la recita, per infondergli pietà.
«Ho deciso, domani non andrò a lezione!» affermò serio. «Non voglio ritrovarmi in mezzo a demoni, vampiri, professoresse insetto o ragazze mummia un’altra volta e nulla di ciò che dirà, potrà farmi cambiare idea. Starò qui, con lei, a oziare...»
Ascoltate pazientemente le lamentele di Xander, Giles tolse gli occhiali, posando sulla scrivania il libro che stava per catalogare.
«Hai finito di fare il buffone?» chiese con calma.
«Sì signore, credo di aver finito!» rispose il giovane.
«Allora ascoltami bene... Domani, tu, Buffy e Willow, andrete nel college in cui vi ho iscritto e studierete fino a quando ciascuno di voi non avrà conseguito il diploma», ammonì Giles tranquillamente poi, recuperato il libro dalla scrivania, indirizzò uno sguardo poco rassicurante a Xander per concludere il discorso. «A costo di mantenerti per i prossimi venti anni, ti diplomerai. Te lo posso assicurare.»
Finalmente, chiuso l’argomento, Giles rivolse l’attenzione alla ex cacciatrice.
«Qualcosa non va? Sembri giù di tono stamattina», le chiese preoccupato e Buffy, afferrata una sedia, lo avvicinò. Era tempo di affrontare il problema che la angustiava.
«Oggi è il quinto giorno consecutivo in cui mi sveglio allo stesso orario: le 09.00», confessò lei, cercando di celare l’inquietudine dietro un sorriso stentato, mentre gli amici ascoltavano le sue parole senza fiatare.
«Sono certa di aver avuto lo stesso incubo, nelle ultime notti, anche se al risveglio non ricordo nulla di quanto ho sognato e, nonostante possa sembrare assurdo, sono sicura che questo incubo ricorrente abbia un significato, che in esso vi sia celato qualcosa di importante, qualcosa che mi fa soffrire.»
Indirizzato lo sguardo verso Giles, sorrise mestamente. «Al risveglio provo una sensazione dolorosa. La stessa che mi coglie ogni volta che sogno mia madre, Dawn, o Spike.»
Ricordando la loro scomparsa, Buffy avvertì una fitta al cuore, ma cercò di riprendersi per continuare il racconto.
«Ogni volta che rivivo la loro morte, la mattina successiva ricordo tutto, purtroppo. Questo incubo, invece, sfugge alla mia mente, lasciandomi addolorata e in lacrime. Lei deve aiutarmi a scoprire cosa mi sta succedendo. Perché non riesco a ricordare? Cosa nasconde questo sogno? Perché mi fa soffrire?»
In attesa di una risposta che potesse alleviare la sua pena, Buffy continuò a osservare Giles, ma l’uomo scosse la testa, dispiaciuto. Non aveva una soluzione che potesse fare chiarezza sul problema e fu Xander a rompere il silenzio imbarazzato, suggerendo la risposta più ovvia.
«Cerchiamo in un libro», affermò, sicuro di sé. «Ce ne sono così tanti in questo posto... ce ne sarà almeno uno in cui poter trovare qualcosa di utile!»
Mentre parlava, Xander strizzò l’occhio a Willow e subito cercò lo sguardo di Giles.
«Come vede, mi sto calando nella parte dello studente modello», disse divertito e, afferrato un volume a caso, si sedette alla scrivania. «Imparerò moltissimo dai sui libri e un giorno diventerò un ricco uomo d'affari», ammise sornione. «E quando sarò milionario, mi prenderò la rivincita su di lei, che è tanto insensibile da costringermi ad andare al college nonostante le mie paure.»
Giles evitò di replicare e, inforcati gli occhiali, afferrò un vecchio volume per trovare la risposta al problema della giovane amica, pensando che come sempre, Xander, con la sua ironia, era riuscito a sdrammatizzare un momento che avrebbe potuto trasportare tutti loro nel limbo dei ricordi.
Non aveva dubbi sul ragazzo. Negli ultimi anni era maturato ed era certo che gli avrebbe regalato tantissime soddisfazioni.
Seguendo l’esempio dei due uomini, anche Willow e Buffy si affrettarono a cercare tra le migliaia di testi della biblioteca e la domenica di “indagine” finalmente iniziò.
Arrivata la sera, sconsolati per non aver trovato qualcosa che spiegasse come trattenere i ricordi legati a un sogno, cenarono e si rifugiarono nelle rispettive calde e accoglienti stanze da letto.
L'indomani mattina sarebbe stato un giorno importante per i tre amici. Il nuovo anno scolastico iniziava e dovevano riprendere gli studi.
L’unica eccitata, all’idea di frequentare di nuovo il college, era Willow.
Buffy e Xander non condividevano la sua euforia, ma decisero ugualmente di assecondare Giles, promettendo di impegnarsi per conseguire il diploma. In fondo, se volevano una nuova vita, in qualche modo dovevano iniziare a viverla e restare chiusi nel castello non li avrebbe aiutati a ricominciare. Lo studio poteva dunque essere un ottimo punto di partenza.


Dopo una notte travagliata, Buffy, Willow e Xander lasciarono il castello per affrontare il tanto temuto “primo giorno di scuola”.
Raggiunto il college, si fermarono a pochi metri dall’ingresso per osservare i futuri compagni, cercando il coraggio necessario per varcare la soglia.
«So che non siete allegri all’idea di riprendere gli studi...»
La voce di Willow suonò briosa, strappando gli amici al comune pensiero di scappare per tornare a casa.
«Ma sono certa che vi piacerà ricominciare a pensare solo ai libri, piuttosto che a uccidere mostri di ogni genere», ammise sincera e Buffy evitò di risponderle mentre Xander sorrideva divertito.
«Fammi pensare», le disse, mostrandosi assorto. «Libri o demoni?» si pose la domanda, mentre schioccava le dita osservando l’amica. «Sicuramente, demoni!» affermò serio.
«Davvero preferiresti lottare contro qualche mostro, piuttosto che studiare?» domandò incredula Willow e Buffy, ridendo, le posò la mano sulla spalla.
«Xander sta scherzando, come sempre fa il buffone per rendere il momento meno penoso!... Dai, ora basta tergiversare, cerchiamo la nostra aula e diamo inizio a questo anno scolastico.»
E finalmente i tre si diressero verso l’ingresso del maestoso istituto, pronti ad affrontare il futuro.
Trovata l’aula, scelsero tre posti lontani dalla cattedra e attesero che i compagni di corso si unissero a loro.
Al suono della campanella, quando anche il professore entrò chiudendo la porta dietro di sé, la nuova vita, che speravano fosse normale, era finalmente iniziata.


Il primo giorno al college trascorse veloce.
Al termine delle lezioni, gli studenti lasciarono l’aula e Buffy, con l’inseparabile Willow, si avviò verso l’uscita, indicando all’amica i compagni che le sembravano più simpatici e quelli che le ricordavano vecchie conoscenze di Sunnydale.
Mentre stava parlando, una ragazza, che procedeva a passo spedito lungo il corridoio, la urtò accidentalmente.
«Oh... scusa, sono la solita distratta!» disse la giovane, chinandosi per aiutarla a raccogliere i libri caduti nello scontro, ma nell’istante in cui le loro mani si sfiorarono, la sconosciuta si alzò di scatto, come se fosse stata colpita da una scossa elettrica.
«Scusami ancora», disse angosciata e, senza lasciare a Buffy il tempo di rispondere, si allontanò di corsa mentre Xander, che aveva assistito alla scena a pochi metri, la guardava perplesso.
«Che gli è preso? Prima è tanto carina e poi scappa come se avesse visto un fantasma, non vi sembra un po’ matta?» domandò, avvicinando le amiche.
«Dopo aver vissuto per tanti anni sulla Bocca dell’Inferno, ti sorprendi per così poco? Evidentemente anche qui esistono ragazze con qualche rotella fuori posto!» rispose Willow, per nulla impensierita dallo strano comportamento della sconosciuta e, raccolto da terra l’ultimo libro, sorrise a Xander per riprendere insieme il cammino verso casa, senza accorgersi che la ragazza, tenendosi a debita distanza, li stava seguendo.
Quando raggiunsero il castello, la sconosciuta indirizzò un ultimo sguardo preoccupato nella loro direzione poi, a passo sostenuto, se ne andò per tornare alla propria abitazione.
Trafelata per la corsa, salite in fretta le scale, aprì la porta che conduceva in soffitta, dove due giovani donne la stavano aspettando accanto a un grosso libro d’incantesimi.
Notata la sua espressione sconvolta, le due ragazze la osservarono incuriosite per capire cosa le fosse successo e Phoebe, deposta la borsa a terra, si accinse a raccontare quanto accaduto al college.
«Oggi è successa una cosa pazzesca», disse, cercando di conservare la calma. «Al termine delle lezioni ho urtato una ragazza e quando mi sono chinata per aiutarla a raccogliere i libri che le avevo fatto cadere, involontariamente le ho sfiorato una mano e ho avuto una visione.»
«Che genere di visione?» chiese Page, la sorella minore, per spronarla a proseguire.
«Ho visto una città in fiamme sprofondare in un enorme cratere. Ho visto demoni, vampiri e mostri di ogni tipo.»
«Oh no! Non è possibile. Non altri demoni, non qui!» La voce di Piper, la sorella maggiore, vibrò sconvolta. «Abbiamo lasciato gli Stati Uniti per avere una vita più tranquilla e ci troviamo di nuovo al punto di partenza. Pensi si tratti di un demone?» chiese allarmata, mentre Phoebe scuoteva la testa.
«Non lo so Piper, il contatto è stato troppo breve. Ho percepito morte, disperazione, distruzione, però ho anche sentito una strana forza provenire da quella ragazza e non posso dire se sia una forza malvagia oppure no, anche se lei e i suoi amici sembrano persone normali.»
Le parole di Phoebe furono seguite da un breve silenzio che Piper infranse.
«Scopri tutto quello che puoi, ma sii prudente, non sappiamo con chi, o cosa dovremo confrontarci. Intanto io e Page cercheremo sul Libro delle Ombre, per vedere se c’è la descrizione di qualche demone con le sembianze di una giovane donna. Domani condurrai la ragazza e i suoi amici al locale, così li interrogheremo. Se sono demoni travestiti da studenti, allora li uccideremo.»
Terminata la frase, Piper osservò con espressione agguerrita le sorelle. Con loro si era rifugiata in quell’angolo di mondo per vivere serena e non avrebbe permesso a una sconosciuta di infrangere il suo sogno di pace. Se gli inferi avevano mandato nuovi demoni per ucciderle, avrebbero ripreso la lotta e avrebbero vinto. Nessuno poteva sconfiggere “Il Trio”.


Il secondo giorno di scuola stava per iniziare e Buffy, con Willow e Xander, accettato il nuovo ruolo di studentessa, si accingeva a entrare in aula quando Phoebe l’avvicinò.
«Ciao», salutò la ragazza, tendendole la mano. «Io sono Phoebe.»
«Ciao», rispose Buffy cordiale, scrutandola attentamente.
«Ieri ci siamo scontrate in corridoio e ti ho fatto cadere i libri», disse Phoebe mostrandosi dispiaciuta. «Volevo chiederti scusa per il mio comportamento assurdo», aggiunse alzando le spalle, mentre un sorrisetto furbo le faceva brillare gli occhi. «Non volevo scappare, ma avevo fretta e per farmi perdonare della scortesia vorrei invitare te e i tuoi amici nel club che gestisce mia sorella, il P3... Vi offro una bevanda fresca per darvi il benvenuto e farvi capire che non sono matta, ma solo un po’ sbadata.»
L’invito di Phoebe sembrava allettante e Xander, incapace di resistere alle belle ragazze e alle consumazioni gratuite, non diede il tempo a Buffy di rispondere e accettò.
«D'accordo, se la consumazione è gratis, io non mi tiro indietro», affermò sincero, suscitando il sorriso di Phoebe grata per avergli reso il piano, studiato con le sorelle, tanto facile da realizzare.
«Allora è deciso, al termine delle lezioni aspettatemi, vi accompagnerò al locale della mia famiglia.»
Salutati i tre amici, Phoebe si allontanò a passo veloce, mentre Buffy la seguiva con lo sguardo, curiosa di scoprire cosa nascondesse, perché certa che la ragazza avesse qualcosa di strano.
Tenendo per sé i propri pensieri, seguì Willow e Xander in aula. Quello stesso pomeriggio, grazie all’invito ricevuto, avrebbe scoperto se la tizia era sincera, in caso contrario le avrebbe fatto capire che nessuno poteva sfidare la Cacciatrice, senza essere colpito dalla sua collera.


Come promesso, al termine delle lezioni Phoebe accompagnò Buffy, Willow e Xander al pub della sorella che, essendo pomeriggio, era deserto.
Invitandoli ad accomodarsi offrì loro da bere mentre, nel retro del locale, Piper e Page stavano ultimando l'incantesimo della verità. Un sortilegio semplice ma efficace, il cui scopo era di giungere alla verità ponendo le giuste domande, alle quali gli ospiti avrebbero dovuto rispondere sinceramente poiché assoggettati alla malia.
Lanciato il sortilegio, Piper e Page raggiunsero Phoebe e, dopo le presentazioni, iniziarono a conversare amichevolmente, ponendo ai tre ospiti quesiti di ogni genere.
L'incantesimo, però, sembrava avere effetto solo su Xander, che rispondeva con solerzia a tutto ciò che gli veniva chiesto, mentre Buffy e Willow erano molto evasive. Intervenivano solo per zittire l’amico quando sembrava stesse per dire qualcosa di compromettente.
Dopo trenta minuti, Buffy iniziò a perdere la pazienza.
«Perché ci state interrogando?» chiese irritata. «Ieri Phoebe mi ha sfiorato una mano ed è scappata come se avesse visto il diavolo. Oggi ci ha portati qui e con voi ci sta facendo il terzo grado. Chi siete? E cosa volete da noi? Esigo subito una risposta, oppure potrei perdere la calma e vi assicuro che non vi conviene farmi arrabbiare.»
Mentre Buffy osservava minacciosa le tre sorelle, Willow intervenne per sostenere le sue parole.
«La mia amica s’innervosisce quando pensa che qualcuno voglia prenderla in giro quindi, se fossi in voi, inizierei a parlare», affermò seria. «Potreste cominciare dicendoci perché avete fatto l'incantesimo della verità!»
«E tu che ne sai dell'incantesimo della verità?» domandò Piper per nulla intimorita. «Avevamo ragione a supporre che siate tre demoni sotto mentite spoglie», aggiunse, pronta allo scontro. «Anche se ci avete trovate, non ci avrete! Il male non è mai riuscito a sconfiggere il Trio.»
Senza perdere tempo, la giovane strega usò il suo potere per bloccare i tre ospiti, ma solo Xander rimase immobile. Buffy e Willow non furono colpite dal sortilegio.
«Cosa succede? Perché non sei riuscita a bloccarle?» le chiese Page, vedendo che l’incantesimo non aveva avuto effetto sulle due ragazze e Willow, spazientita, le rivolse un sorriso malizioso.
«I vostri trucchetti con me non funzionano!» ammise con un pizzico d’ironia. «E non basterà un banale gesto delle mani neppure per bloccare la Cacciatrice!» aggiunse spavalda. «Adesso ricominciamo da capo. Questa volta, però, le domande le faremo noi e, tanto per iniziare, sbloccate immediatamente il nostro amico. Se ci direte la verità, ve la diremo anche noi.»
Piper, osservate le sorelle che annuirono con un cenno del capo, finalmente sbloccò Xander e il giovane, ignaro di quanto accaduto, poggiò sul tavolo il bicchiere, rimasto in bilico nell’attimo in cui era stato colpito dall’incantesimo, per sistemarsi la benda sull’occhio. Notata l’atmosfera tesa, capì che stava succedendo qualcosa di strano, ma non ebbe tempo per chiedere spiegazioni perché Phoebe, incalzata dallo sguardo risoluto di Buffy, aveva iniziato a raccontare la storia della sua famiglia.


«Noi siamo streghe e i demoni ci conoscono come “Il Trio”», disse con voce vibrante. «Page è in parte Angelo Bianco e ha la facoltà di smaterializzarsi per spostarsi ovunque, oltre a quella di guarire le ferite. Anche Leo, il marito di Piper, è un Angelo», aggiunse, mentre gli ospiti la ascoltavano con attenzione.
«Come avrete capito, Piper può bloccare le persone, mentre io ho il potere di vedere nell'anima di chi entra in contatto con me, ma non sempre le mie visioni sono attendibili, infatti non mi hanno impedito di sposare un demone, ma tralascerei questa parte della storia... chi, oltre a me, sarebbe così pazzo da amare un demone?» affermò sorridendo mentre Buffy, Willow e Xander, toccati sul vivo, non commentarono e lasciarono che continuasse il racconto.
«Fino a tre anni fa abitavamo a San Francisco, dove lottavamo perennemente contro demoni il cui unico scopo era di ucciderci. Al termine dell’ennesima battaglia abbiamo deciso di lasciare la nostra casa e ci siamo rifugiate qui, perché volevamo una vita normale, senza diavoli da combattere ogni giorno. Nella lotta abbiamo perso nostra sorella, nostra madre e nostra nonna. Sono morte per combattere il male.»
Parlare dei propri cari scomparsi, le procurava un forte dolore quindi concluse velocemente il racconto per pensare solo al presente.
Osservata Buffy, le rivolse un tenue sorriso. «E questa è la nostra vita in breve. Ci sarebbe molto altro da aggiungere, ma sarà per la prossima volta», disse, accavallando le gambe e indirizzandole l’ennesimo sguardo interessato. «Quando ti ho sfiorato la mano, ho avuto una visione. Ho visto morte e distruzione ed ho temuto che tu fossi un demone, per questo io e le mie sorelle abbiamo deciso di interrogare te e i tuoi amici. Se tu fossi un demone, però, a quest'ora ci avresti già attaccate.»
Senza distogliere lo sguardo da Buffy, Phoebe le sorrise maliziosa.
«Tu e la tua amica non siete ragazze normali, vero?» chiese incuriosita. «Io sono stata sincera con te e vorrei che tu lo fossi con noi.»
Ci fu un istante di silenzio poi, Buffy, dopo un breve respiro per infondersi la forza di rivangare il passato, decise di accontentare la ragazza e iniziò il racconto della sua storia.


«Io sono la Cacciatrice di vampiri. Il luogo da cui noi tre proveniamo era situato sulla Bocca dell'Inferno e vi si potevano trovare demoni di ogni genere. L'anno scorso, durante una battaglia cruenta, la nostra cittadina fu distrutta e nello scontro perirono mia sorella Dawn, la ragazza di Willow e la ragazza di Xander. Noi scampammo alla morte solo grazie a Spike, un vampiro che sacrificò la vita per salvare l'umanità!»
Al ricordo di quei terribili eventi, Buffy si lasciò sfuggire una lacrima, mentre Phoebe la guardava incredula, poiché non riusciva a concepire che un demone avesse salvato il mondo.
«Hai detto un vampiro? Un vampiro ha salvato l’umanità?»
Accortasi della lacrima che Buffy prontamente aveva rimosso dalla guancia, Phoebe le sorrise.
«Un vampiro che ti amava, immagino. E tu amavi lui, giusto? Ed io che pensavo che nessuno, oltre a me, potesse essere così folle da amare un demone!»
Buffy, ripensando al sacrificio di Spike, osservò la giovane strega scuotendo il capo. «È complicato, molto complicato», ammise triste. «Spike mi amava ed io amavo lui, ma non abbastanza da impedirgli di sacrificarsi per il bene dell'umanità, perché il mio cuore apparteneva a un altro... un'altro che non potrò mai avere e Spike lo sapeva.»
«Ecco che si parla di Angel, il tenebroso pallido e triste», s’intromise nella discussione Xander, mentre Willow gli lanciava un’occhiataccia.
«Fai silenzio. Tu stavi per sposare il demone della vendetta, quindi non hai voce in capitolo!» lo bacchettò per imporgli di tacere.
«E allora vogliamo parlare di Oz, il lupetto mannaro!» rimbeccò Xander sfidandola finché Buffy, spazientita dagli inutili battibecchi dei due amici, li zittì con una sola occhiata e riprese il racconto.
«Da un anno ci siamo trasferiti qui e viviamo in un castello di proprietà del mio ex osservatore.»
«Osservatore?» chiese Page incuriosita. «Cos’è un osservatore? Uno che ti spia? Un guardone?» e Buffy sorrise, immaginando la reazione che avrebbe avuto Giles, sentendosi definire un guardone e cercò di fornire una spiegazione plausibile alla giovane strega.
«Ogni Cacciatrice ha un Osservatore e può essere uomo o donna. Il suo compito è di guidare la prescelta, consigliandola e addestrandola per la lotta», spiegò, mentre Page sorrideva maliziosa.
«Quindi è la persona che invece di combattere, guida chi va in battaglia!» affermò la strega.
«Non il mio», dichiarò Buffy con orgoglio e Xander intervenne per avvalorare la sua affermazione.
«Giles è un osso duro e non si è mai sottratto alla lotta.»
Indirizzato all’amico un cenno di assenso, Buffy riprese il racconto.
«Per quanto riguarda Willow, anche lei, come voi, è una strega e quando siamo entrate nel vostro locale, ha capito quello che stavate combinando e ha fatto un contro incantesimo per proteggerci.»
«Grazie per aver pensato anche a me. Io non meritavo di essere protetto?» chiese Xander irritato.
«Non te la prendere, dovevamo capire fino a che punto le tre sorelle si sarebbero spinte», affermò Buffy, cercando di spiegargli il motivo per cui non era stato incluso nella mossa difensiva. «Comunque sai bene che non avremmo permesso che ti facessero del male!»
Rivolta una seconda occhiataccia alle due amiche, Xander scrollò le spalle, perché sapeva che mai lo avrebbero messo in pericolo.
«La prossima volta che dovrò fare da cavia, almeno abbiate la decenza di avvertirmi!» sbuffò, ma poi sorrise e Buffy poté finire il racconto.
«E questa è la nostra storia narrata in breve, per il resto ci sarà tempo.»
L’atmosfera tesa, che si era creata a inizio pomeriggio, finalmente si dissolse e le tre sorelle, sollevate per non dover ricominciare a combattere, accolsero con gioia i nuovi amici.
«A questo punto, siccome abbiamo combattuto tutti dalla parte dei buoni, proporrei di brindare al nostro incontro, che spero possa trasformarsi in una bella amicizia», propose Page e con una stretta di mano tra Piper e Buffy le sue parole divennero realtà, mentre i bicchieri venivano alzati in un brindisi festoso a suggellare la nascita di un rapporto speciale.


Erano passati due mesi, da quando Buffy, Willow e Xander avevano conosciuto le tre sorelle e Leo e il rapporto di amicizia che li legava si era consolidato, trasformandosi, per alcuni di loro, in qualcosa di molto importante.
Xander e Page, infatti, avevano iniziato a frequentarsi assiduamente, trovando gradevole la reciproca compagnia, tanto da innamorarsi e le rispettive famiglie non potevano che approvare la loro unione, gioendone.
Nei mesi trascorsi, comunque, non era nata solo una bella storia d’amore, anche le amicizie si erano rafforzate.
Willow passava gran parte della giornata in compagnia di Piper, per scambiarsi segreti e confidenze sui vari incantesimi, perché entrambe sempre ansiose di arricchire la loro conoscenza, traendo spunto dalle reciproche esperienze e Leo spesso stava con loro, divertendosi ad ascoltare i racconti di Willow sulle passate vittorie, quando combatteva al fianco della Cacciatrice nel gruppo soprannominato “Scooby Gang”.
Phoebe, invece, preferiva la compagnia di Buffy. Il fatto di essere state attratte da uomini demoni le aveva avvicinate e un pomeriggio, mentre si trovavano nella biblioteca del castello, cercò di scoprire qualcosa di più succulento sulla nuova amica.
«Allora, Buffy... sono due mesi che ci frequentiamo ed io ti ho raccontato tutto di me, dei miei amori e soprattutto di Cole. Ormai non ho più segreti. Puoi dire di conoscermi tanto quanto le mie sorelle. Io, invece, non so nulla dei tuoi sentimenti. Hai voglia di parlarmene?» chiese curiosa, ma Buffy scosse la testa.
«Temo ti annoieresti», affermò, cercando di eludere altre domande ma, com’era ovvio supporre, Phoebe non era tipo da lasciarsi scoraggiare da un no e non mollò la presa.
«Non credo che la tua vita sia stata noiosa», dichiarò seria. «Vorrei sapere del tuo passato, conoscerti meglio», le disse, cercando il suo sguardo e Buffy, posato il libro che stava leggendo, si alzò, indicando a Phoebe il giardino.
Aveva imparato a conoscerla e sapeva che non avrebbe desistito. Cercare di distrarla sarebbe stata una perdita di tempo.
«Usciamo e ti dirò tutto!» affermò, mentre lasciavano la biblioteca per dirigersi verso l’immenso parco del castello.
Sedutasi sull’altalena, legata al ramo di un grosso albero, Buffy iniziò a raccontare la parte di storia che ancora non era stata narrata, quella parte fatta di felicità, ma anche d’immenso dolore, che spesso tormentava il suo cuore.


«A sedici anni mi trasferii a Sunnydale e il primo giorno di scuola successero gli avvenimenti più importanti della mia vita: conobbi Willow, Xander, Giles e incontrai Angel.»
«Sarà stato un giorno indimenticabile!» ribatté Phoebe.
«Sì, lo fu! In un solo giorno incontrai l'amore della mia vita, due amici meravigliosi e un nuovo padre, non avrei potuto chiedere di più», affermò Buffy con un pizzico di malinconia. «Col passare del tempo, il mio amore per Angel crebbe e il giorno in cui mi baciò per la prima volta fu stupendo e allo stesso tempo orribile perché, mentre mi baciava, il suo volto cambiò, svelando la sua vera natura: Angel era un vampiro.»
«Oh, Buffy, ma è terribile!» replicò seriamente rattristata Phoebe.
«Sì, fu terribile, soprattutto perché ero innamorata di lui, ma in quanto Cacciatrice avrei dovuto ucciderlo. E infatti stavo per farlo. Credendo che avesse attaccato mia madre lo braccai, ma quando fu sotto tiro, non riuscii a portare a termine il mio compito e gli diedi la possibilità di raccontarmi la sua storia e così seppi della maledizione che incombeva su di lui.»
«Una maledizione? Che genere di maledizione?»
«Divenuto vampiro commise l'errore di uccidere una giovane zingara. Per punirlo, i parenti della ragazza lo maledissero e gli restituirono l'anima. Da quel giorno non riuscì più a fare male a nessuno perché l'anima, resagli con un sortilegio, gli impediva di uccidere esseri innocenti. Questo, però, non cambiava che lui fosse un vampiro ed io la cacciatrice, così ci dicemmo addio e lui lasciò Sunnydale. Quando ebbi bisogno, tornò da me, aiutandomi a sconfiggere "il Maestro", un vampiro molto temibile che voleva impossessarsi del mondo. Battuto il nemico, ricominciammo a frequentarci, ma a Sunnydale morto un cattivo arrivava subito un altro ancora peggiore, pronto a prendere il suo posto. Sto parlando di Spike. Dopo la morte del Maestro arrivò con la sua donna, Drusilla e insieme mi diedero parecchio filo da torcere.»
«Spike?... il vampiro che ha salvato l'umanità? Lui era il tuo nuovo nemico?» chiese Phoebe curiosa.
«Sì, proprio lui... alla fine cambiò, ma ti assicuro che i nostri primi incontri non furono piacevoli. Spike e Drusilla cercarono più volte di uccidermi.»
Phoebe, ascoltata con interesse la storia dell’amica, sentendola parlare del vampiro con l’anima capì che era ancora innamorata di lui e aspettò con ansia il seguito del racconto, per scoprire cosa fosse successo che li avesse fatti allontanare. Purtroppo, la parte della storia da narrare avrebbe riaperto ferite mai cicatrizzate e Buffy decise di rimandare la confessione a un altro giorno.
«Che ne dici se ora andassimo a bere qualcosa? Magari ci fermiamo da tua sorella.»
E Phoebe annuì, in fondo non pretendeva che l’amica le raccontasse tutti i suoi segreti in un sol giorno, specialmente se la facevano soffrire.
«Dico che è un’ottima idea», rispose e insieme lasciarono il giardino e rientrarono in casa, dove trovarono Giles immerso nella lettura.
«Buonasera Giles, stiamo andando al P3, vuole unirsi a noi?» propose all’uomo, che le sorrise.
«Buonasera Phoebe, ti ringrazio per l'invito, ma sto cercando la soluzione a un problema di Buffy e non vorrei distrarmi. Voi andate e divertitevi.»
«Ha detto che Buffy ha un problema? Che genere di problema? Io e le mie sorelle non possiamo aiutare?»
Buffy, non volendo discutere dei sogni che la turbavano, cercò di tranquillizzarla.
«Non ti preoccupare Phoebe, non è grave! Sono sicura che Giles riuscirà a trovare una soluzione in brevissimo tempo! Adesso andiamo, voglio raggiungere Xander e Page. Vorrei scatenarmi e ballare con loro fino all'alba...»
Prendendo sotto braccio l’amica, Buffy la condusse oltre le mura del castello, per andare al locale a divertirsi ed evitare di pensare al passato.


Un altro mese trascorse.
Lo studio, in previsione degli esami finali, occupava la maggior parte delle giornate di Buffy, Willow, Xander e Phoebe.
I quattro amici trascorrevano sui libri ogni momento libero ritrovandosi, ogni giorno, a casa di Giles.
Phoebe era sempre la prima ad arrivare e l'ultima a lasciare la biblioteca, tanto che Buffy e Willow cominciarono ad avere qualche sospetto, sul vero motivo che spingesse l'amica a frequentare con tanta assiduità il castello.
«Non so come dirlo, quindi voglio essere diretta», esordì Buffy rivolgendosi a Willow. «Credi sia possibile che Pheobe si sia presa una cotta per Giles?»
«Vedendo il suo comportamento quando lui è in biblioteca, direi proprio di sì!» replicò Willow, per nulla sorpresa dalla sua domanda.
«E secondo te, lui ha capito?» chiese Buffy, curiosa di sapere cosa pensasse l’amica, la cui risposta divertita non tardò ad arrivare.
«Chi?... Giles?... oh, Buffy, non penso!... In fatto di relazioni amorose Giles è una vera frana.»
Posando la tazza di tè che stava sorseggiando, Willow rivolse uno sguardo sinceramente dispiaciuto a Buffy.
«Temo che Pheobe rimarrà delusa! Inoltre, non riesco a immaginarli insieme. Giles ha il doppio dei suoi anni. Non sarebbe normale!» ribatté sincera, mentre Buffy le sorrideva per la frase appena pronunciata.
«E allora io cosa dovrei dire? Gli uomini che ho amato avevano come minimo un secolo più di me! Te ne sei scordata Willow?»
La rossa finì di sorseggiare la bevanda ambrata e, rivolto uno sguardo complice alla bionda, si abbandonò a una risata sincera.
«In fatto di relazioni è meglio se nessuno di noi faccia commenti», affermò divertita e, posata di nuovo la tazza sul tavolo, fece un cenno a Buffy. Phoebe era appena arrivata e non le avrebbe permesso di lasciare il castello se prima non avesse detto loro la verità.
«Ciao Pheobe, come stai?» le chiese maliziosa. «Come procede la tua ricerca? Visto il tempo che passi in biblioteca, sicuramente prenderai un ottimo voto al prossimo esame!» dichiarò scaltra.
«E Giles ti aiuta in qualche modo? Abbiamo notato che trascorri molto tempo con lui, c’è qualcosa di cui vorresti parlarci?» s’intromise Buffy sorridendo divertita mentre Pheobe, incredibilmente, arrossiva.
«È così evidente?» chiese alle amiche che la scrutavano con interesse.
«Cosa? Che ti sei presa una cotta per il mio ex osservatore? Anche i muri se ne sono accorti!» replicò Buffy e Phoebe si abbandonò a una smorfia insoddisfatta.
«Peccato che l'unico a non accorgersi di nulla sia proprio Giles!» ammise sconsolata. «Non capirà mai quello che provo!»
Vedendola tanto dispiaciuta, Buffy cercò di consolarla.
«Giles è un grand'uomo però, quando si tratta di rapporti con l'altro sesso, è parecchio ottuso! Ricordo la fatica che fece per chiedere a Jenny di uscire con lui. Io e Xander lo beccammo mentre provava il discorso parlando da solo, era così buffo, ma anche molto dolce! Comunque non ti arrendere. Se è Giles ciò che vuoi, allora cerca di non lasciartelo scappare o lo rimpiangerai per il resto della tua vita!»
Accantonato il discorso, finalmente le tre ragazze si sedettero alla scrivania e iniziarono a studiare, interrompendo le ricerche solo per parlare della cena che Piper e Page stavano organizzando per la sera seguente, evento privato al quale era stato invitato anche Giles e, ovviamente, Phoebe era eccitatissima all’idea di poter passare più tempo con lui, in un ambiente in cui sperava non l’avrebbe vista come una studentessa bisognosa di aiuto, ma come una giovane donna desiderabile.


La sera della cena giunse e Piper fece accomodare gli ospiti in una saletta privata del locale preparata per l’occasione.
La musica faceva da sottofondo ai discorsi dei commensali e le ore trascorsero in fretta. Terminata la cena, lasciarono la saletta per accedere al locale e mentre Xander e Page si allontanavano per stare soli, Pheobe avvicinò Giles per confessargli i suoi dubbi riguardo all'esame appena sostenuto.
Prendendo l’uomo a braccetto, lo indirizzò verso un tavolo in fondo al locale, dove avrebbero potuto parlare senza essere disturbati mentre Piper la seguiva con lo sguardo, finché la vide sedersi e ordinare due drink.
Scuotendo il capo sorrise e osservò Buffy, che le era rimasta accanto e, come lei, aveva assistito alle mosse della sorellina.
«Non sembra anche a te che Phoebe stia monopolizzando un po’ troppo l'attenzione di Giles?» chiese e Buffy scrollò le spalle.
«Se ti dicessi che ci sta provando con lui, sarebbe uno shock?»  
Piper, sentita la risposta dell’amica, indirizzò di nuovo lo sguardo verso la sorella, che rideva e scherzava, incapace di ricordare da quanto tempo non la vedesse così felice.
«Pheobe è maggiorenne e può decidere della sua vita come meglio crede. Inoltre, Giles mi piace».
Di nuovo osservò la sorella poi indicò a Buffy il bar.
«Mi fai compagnia? Ti offro un drink.» E la serata continuò all’insegna del divertimento.


Domenica, ore 09,00 del mattino.
Buffy si destò in preda al panico. Erano mesi che non le accadeva di svegliarsi piangendo e aveva creduto di essersi liberata del sogno che tanto l'aveva tormentata, ma si era sbagliata perché, puntuale come un orologio, era riapparso nel suo subconscio.
Asciugandosi le lacrime cercò di sforzarsi, ma non riuscì a ricordare nulla, mentre la sensazione dolorosa che l’aveva colta, lentamente l’abbandonava.
Infuriata per come il maledetto sogno agisse su di lei, facendola sentire impotente, si alzò dal letto e, vestendosi in fretta, corse verso la biblioteca per raggiungere Giles. Aveva bisogno di un suo consiglio.
Spalancato l’uscio, s’immobilizzò sulla soglia, mentre i suoi occhi le restituivano l’immagine di Pheobe e Giles abbracciati.
I due si stavano baciando con passione ed era troppo tardi per chiudere la porta fingendo di non averli visti, così rimase ferma a guardare l’idilliaco quadretto finché Giles, notata la sua presenza, si ritrasse imbarazzato.
«B-buon... buongiorno... Buffy... dormito bene?»
«Buongiorno Giles, disturbo?» chiese divertita.
«No!... Ma che dici?... Noi stavamo... stavamo facendo una ricerca su... su... su qualcosa... e...»
«Non si preoccupi Giles, non mi deve alcuna spiegazione», affermò seria, fissando il proprio sguardo in quello dell’uomo. «In ogni caso, se la cosa può farla stare meglio, ha la mia benedizione!» disse sorridendo. Si stava davvero divertendo. «Ora, se ci vuole scusare, credo che Pheobe sia qui anche per me
Avvicinando l’amica le afferrò la mano e di nuovo guardò il povero Giles che sembrava sul punto di crollare.
«Prometto che la tratterrò per poco, poi gliela riporterò, così potrete riprendere le vostre ricerche», finì la frase con un sorriso esagerato mentre Pheobe, per nulla imbarazzata, stampava un grosso bacio sulle labbra di Giles che divenne paonazzo. E mentre le due amiche si dirigevano verso il giardino, l’uomo levò lo sguardo al cielo passandosi la mano sulla fronte, imbarazzato per essersi fatto sorprendere come un ragazzino alla prima cotta.
Lasciato il castello, le giovani donne raggiunsero le altalene, dove Buffy avrebbe ripreso la sua storia ma, prima di iniziare il racconto, la cacciatrice osservò la giovane strega, rivolgendole un sorriso felice.
«È stata una bella sorpresa vederti con Giles, finalmente ce l’hai fatta a conquistarlo», le disse sincera e Phoebe ricambiò il suo sorriso.
«So che Giles non è un ragazzino, però adoro stare con lui. È l'uomo più intelligente che abbia mai conosciuto... E la sua voce... Lo hai mai sentito cantare? E poi è così sexy... e i suoi baci... oddio, i suoi baci sono strepitosi!»
«Basta, ti prego. Risparmiami i dettagli sulla vostra prima notte, perché non credo che potrei sopportare tanto.»
«Buffy cara, quello che hai visto era il nostro primo bacio, non c'è ancora stata una prima notte, ma ti assicuro che non tarderà e sono certa che sarà esplosiva!»
«Già da ora ti prego di risparmiarmi i dettagli. Non voglio conoscerli, intesi?»
«D’accordo! Niente dettagli. Lo prometto», fu la replica di Phoebe che poi la guardò interessata. «Io però voglio sapere tutto, quindi inizia a parlare, ti ascolto.»
E Buffy, incoraggiata dall’amica, riprese la storia dal punto in cui l’aveva interrotta.


«Angel ed io stavamo insieme da circa un anno ed eravamo felici. Il giorno del mio diciassettesimo compleanno mi regalò un anello e quello stesso giorno la nostra storia finì.»
«Ti ha lasciata il giorno del tuo compleanno? Perché?» chiese Phoebe incredula e Buffy, cercando di scacciare la tristezza che le provocava il ricordo di quel giorno, continuò a raccontare la sua storia.
«Pioveva. Eravamo sfuggiti a un essere terrificante che stava per ucciderci e ci rifugiammo a casa sua. Mi prestò degli abiti asciutti e, mentre controllava una mia ferita, confessò di amarmi. Anch'io lo amavo e puoi immaginare ciò che successe. Fu la notte più bella della mia vita.»
Un brivido le corse lungo la schiena, rammentando gli attimi trascorsi con Angel. Le bastava chiudere gli occhi per avvertire il sapore delle sue labbra sulle proprie e ricordare il piacere immenso che aveva provato sentendolo dentro di sé. Ma la felicità era durata poco.
«Quando la mattina seguente mi svegliai, Angel era scomparso», confessò con un filo di voce. «La maledizione degli zingari purtroppo nascondeva una perfidia terribile. Se lui avesse provato un solo istante di pura felicità, avrebbe perso la sua anima e si sarebbe ritrasformato in Angelus, uno spietato assassino. Facendo l’amore con lui, gli avevo donato la felicità e a causa mia era diventato un mostro!»
Pheobe, osservata l’amica con immensa tristezza, decise di non voler sapere altro, poiché capì che continuare a ricordare le faceva troppo male.
«Mi spiace Buffy, non immaginavo. Lasciamo stare il passato e occupiamoci solo del presente», le disse, ma Buffy scosse il capo.
«Ricordare fa male, è vero, però voglio continuare e raccontarti tutta la mia storia.»
Fuggire non era una sua prerogativa, non era mai scappata di fronte a nulla e non sarebbe fuggita neppure davanti al suo passato.
Puntando i piedi a terra si diede una leggera spinta e, mentre l’altalena dondolava dolcemente, riprese il racconto.
«Dopo che Angel si trasformò in Angelus, si alleò con Spike e Drusilla e cominciò a braccarmi. Si divertiva a giocare con me, con i miei sentimenti ed io non mi sentivo pronta a ucciderlo, non potevo, ma un giorno dovetti affrontare la dura realtà e capii che Angel non sarebbe tornato, così decisi di uccidere il mostro in cui si era trasformato. Fu Willow a fermarmi. Casualmente scoprì il rituale per rendergli l’anima e volle fare un tentativo per riportare Angel dalla parte dei buoni. Purtroppo il rituale funzionò quando era troppo tardi. Angelus aveva ridestato un demone capace di annientare l’umanità e per fermarlo occorreva il suo sangue. Un terribile scherzo del destino volle che Angel riavesse l’anima nell’attimo in cui io dovevo porre fine alla sua vita. Fu un momento terribile. Angel mi guardava, senza capire cosa stesse accadendo. Con la morte nel cuore lo abbracciai, gli dissi che lo amavo, lo baciai e poi lo uccisi, mentre il suo corpo veniva risucchiato all'inferno.»
Nonostante fossero trascorsi parecchi anni da quel giorno nefasto, Buffy avvertì una fitta dolorosa trafiggerle il petto. Ricordare quei terribili momenti la faceva soffrire e Phoebe, avvertendo il suo dolore, decise di interrompere il viaggio nei ricordi.
«Sono felice che tu ti stia confidando con me, ma per oggi basta, continueremo un altro giorno.»
«No, Phoebe, sto bene e voglio finire.»
Risoluta scacciò la malinconia e riprese il racconto.
«Dopo aver ucciso Angel, ero sconvolta e me ne andai da casa. Quando tornai, faticai a riprendere la vecchia vita, ma gli amici mi riaccettarono nel gruppo e, poco per volta, ripresi il controllo delle mie emozioni finché successe l'impossibile: Angel riapparve. All'inizio era debole, sconvolto per il lungo periodo trascorso agli inferi, ma aveva di nuovo la sua anima. Non fu facile, io credevo di averlo ucciso, invece era vivo e, nonostante tutti i problemi, riprendemmo la nostra storia, anche se entrambi sapevamo che sarebbe stato doloroso stare insieme perché, pur amandoci, non potevamo cedere alla passione. Trascorsero alcuni mesi, poi ci separammo definitivamente. Lui decise di troncare e se ne andò, per darmi la possibilità di incontrare un ragazzo normale con cui vivere una vita vera. Dopo la nostra separazione seppi che era tornato a Sunnydale per aiutarmi, senza farsi vedere ed io andai a Los Angeles per avere una spiegazione sul suo comportamento. Lo rividi solo per qualche minuto e ne soffrii. Gli dissi che dovevamo dimenticarci l'uno dell'altra e me ne andai. Erano le 09,00 del mattino... Che strano, le 09,00 del mattino... quest'orario mi perseguita.»
«Come dici?»
«Niente d’importante... non farci caso! Comunque, nonostante ci fossimo lasciati, lui era sempre presente quando avevo bisogno. Mi rimase accanto la notte del funerale di mia madre e la sua presenza mi diede la forza per superare quel tragico momento... Lo scorso anno, poco prima della battaglia che distrusse Sunnydale, tornò per offrirmi il suo aiuto e fu per merito di un amuleto che mi consegnò, se siamo riusciti a vincere.»
«Sbaglio o avevi detto che Spike aveva salvato l'umanità?»
«Spike era un vampiro malvagio e per anni ci scontrammo, finché un'organizzazione governativa gli impiantò nel cervello un chip che gli impediva di fare male agli innocenti. Poteva lottare solo contro i demoni, così si unì al mio gruppo. In seguito, non so come accadde, ma finì con l'innamorarsi di me. All'inizio, l'idea che lui potesse amarmi mi disgustava poi, col passare del tempo, iniziai a guardarlo con occhi diversi e un giorno, mentre stavamo lottando, ci trovammo l'uno tra le braccia dell'altra ed io lo baciai. Ero eccitata, bramosa delle sue carezze e non solo di quelle. Lo volevo, volevo sentirlo dentro di me e l'ho avuto. Fu una cosa pazzesca, sesso sfrenato senza alcuna inibizione. Purtroppo la storia si complicò e lo cacciai. Quando tornò, aveva riconquistato la sua anima e, anche se non ci fu più nulla tra noi, continuò ad amarmi. Io provavo affetto per lui e il giorno in cui sacrificò la sua vita nella battaglia finale gli dissi che lo amavo. Ed era vero, lo amavo, per tutto quello che mi aveva dato, per la sua lealtà, per la sua ironia e per il suo affetto incondizionato... poteva essere l'uomo della mia vita...»
«Ma non lo fu, perché tu ami Angel e nessuno potrà mai prendere il suo posto... giusto Buffy?»
«Purtroppo è così Pheobe», ammise lei con tristezza. «Pur sapendo che per noi non ci sarà un futuro, a causa della maledizione, io continuo ad amarlo! E questo è quanto. Ora puoi dire di sapere tutto sulla mia patetica vita!»
Al termine del racconto, finalmente le due amiche lasciarono il giardino, pronte a ritornare alle proprie vite, abbandonando il passato per dedicarsi solo allo splendido futuro che le attendeva.


Il tempo trascorse velocemente e l'anno scolastico finì, con immensa gioia di Xander che, grazie all’aiuto di Page, era riuscito a diplomandosi.
Neanche a dirlo, Willow aveva sbaragliato la concorrenza, conseguendo il diploma con i voti migliori, ma anche Buffy e Pheobe se l’erano cavata egregiamente e potevano finalmente godersi un meritato riposo.
Se sul fronte scolastico tutto era andato bene, sul fronte sentimentale andava anche meglio.
Dopo sei mesi di fidanzamento, Giles aveva infatti trovato il coraggio di chiedere a Phoebe di sposarlo.
La data delle nozze era stata fissata per Natale e Buffy era contentissima per l'amica e l'ex osservatore e lo sarebbe stata ancora di più, se i sogni che la tormentavano l’avessero lasciata tranquilla.
Ovviamente, per non guastare l'atmosfera di gioia, decise di non parlare con nessuno dei suoi problemi notturni, certa che in qualche modo avrebbe saputo come risolverli da sola.


Un altro mese trascorse.
I preparativi per il matrimonio occupavano le giornate di tutti e Buffy cercava di aiutare come meglio poteva, ma ogni notte il sogno tornava a tormentarla, lasciandola sempre più spossata e faticava a tenere nascosta la sua angoscia, tanto che Willow iniziò a preoccuparsi.
«Ultimamente sembri a terra, per caso il sogno è tornato? È da un po’ che ti osservo e credo che tu nasconda qualcosa», la affrontò seria, approfittando di un momento in cui erano sole.
«Va tutto bene Willow, sono solo un po’ stanca, non ti preoccupare», cercò di rassicurarla Buffy. «Se non ti spiace, ora dovrei andare, ho appuntamento con Xander e non voglio farlo aspettare».
Indossato il cappotto, ansiosa di evitare altre domande, Buffy uscì da casa senza accorgersi della presenza di Pheobe che, preoccupata, avvicinò Willow.
«Non volevo origliare», si scusò la giovane strega. «Ma ho sentito la vostra conversazione. Di che sogno stavi parlando con lei?» chiese allarmata e Willow cercò di tranquillizzarla.
«Ciao Pheobe, non mi ero accorta che eri qui», le disse sorridendo ma, notata la sua espressione scettica, decise di confidarsi con lei.
«Devi sapere che Buffy, tempo fa, ci aveva confessato di avere un problema con un sogno che termina alle 09,00 del mattino, un sogno del quale, al risveglio, non riesce a ricordare nulla e che la fa soffrire.»
Cercando lo sguardo dell’amica, Willow sospirò.
«Credo che il sogno sia tornato a tormentarla, ma lei finge che vada tutto bene, perché non vuole che i suoi problemi possano minare la felicità per il tuo matrimonio.»
«Incredibile che pensi sempre agli altri...» ribatté Phoebe, che ormai aveva capito come ragionava l’amica poi, osservando Willow, si ricordò di un avvenimento successo tempo indietro.
«Avevo già sentito di questo problema, ne aveva parlato Giles mesi fa. Credevo fosse stato risolto!»
«Anch’io lo pensavo, perché Buffy non ne ha più parlato e credevo avesse smesso di sognare, invece fingeva... Se solo riuscissimo a scoprire di cosa si tratta, capiremmo perché il sogno le dà tanto dolore.»
Le parole di Willow scossero Phoebe, che non attese di sentire altro.
«Discuterò del problema di Buffy con le mie sorelle e ti farò sapere, però non dirle nulla. Quella zuccona non mi permetterebbe di aiutarla, proprio ora che il matrimonio è imminente», affermò risoluta, tanto che Willow non poté fare altro, se non annuire.
«Sono d’accordo e se scopri qualcosa, chiamami immediatamente.»
«Lo farò Willow. Ora vado da Giles e lo informo della mia decisione, anche lui deve sapere. Spero di avere presto una risposta.»
Salutato il futuro marito, Phoebe tornò a casa ed espose il problema alle sorelle, che si misero subito al lavoro per cercare di aiutare l'amica.
Ormai erano diventati una famiglia e se uno di loro aveva un problema, non sarebbe rimasto solo e avrebbe avuto l’appoggio di tutti per trovare una soluzione.


Mancava una settimana a Natale e Pheobe era pensierosa. In quel giorno magico avrebbe sposato l’uomo che amava ed era felice, ma non completamente, perché solo se fosse riuscita ad aiutare Buffy, la sua gioia sarebbe stata totale.
Mentre era immersa in pensieri che l’affliggevano, ecco che una visione si presentò come un lampo nella sua mente, facendole tornare il sorriso.
«Come ho fatto a non pensarci prima? Sono un'idiota!»
Piper, che si trovava in soffitta con lei, la osservò preoccupata.
«Pheobe, parli da sola?»
«No, non parlo da sola, penso ad alta voce ed ho capito chi fa soffrire Buffy... almeno, credo di averlo capito.»
«E di chi si tratta?» la incalzò Page curiosa.
«Angel», rispose Phoebe sicura di sé. «Credo sia lui “il soggetto” del suo sogno misterioso.»
Piper la osservò senza capire, non riusciva a collegare Angel al sogno di Buffy ed era curiosa di sapere su cosa si basasse la sorella per esprimere un simile giudizio.
«Perché pensi si tratti del suo ex?» le chiese scettica. «E se così fosse, perché lei non riesce a ricordare?»
«Mentre mi raccontava il suo passato, Buffy disse una frase strana, alla quale ho ripensato solo oggi.»
Notando gli sguardi interessati delle sorelle, Phoebe cercò di esprimere in breve ciò che pensava.
«Mi disse che dopo la rottura con Angel si erano rivisti. Era andata da lui, a Los Angeles, dove si era trattenuta fino alle 09,00 del mattino e, guarda caso, il sogno che la tormenta termina sempre alle 09,00 del mattino... non vi sembra una strana coincidenza?»
Ma Piper continuava a non trovare un senso logico alle sue supposizioni. «Se non sbaglio, Buffy ricorda cosa sia successo nel breve periodo in cui si sono rivisti», le disse dubbiosa, perché certa che si sbagliasse.
«Purtroppo non so spiegare la mia visione», replicò Phoebe al dubbio sollevato dalla sorella. «Ma credo che durante quel giorno sia successo qualcosa che le sfugge, qualcosa d’importante che ritorna nei suoi sogni e che la fa soffrire e non posso cercare Angel e chiedergli una conferma, perché se mi sbagliassi, se lui non c’entrasse nulla, lo metterei in allarme e Buffy non mi perdonerebbe per essermi intromessa nella sua vita.»
Page, ascoltate con interesse le parole della sorella, le indirizzò un’occhiata complice. Lei credeva ciecamente nelle sue visioni e se la strega era convinta che qualcosa di losco si annidasse nei pochi istanti in cui Buffy ed Angel si erano rivisti, doveva per forza essere così.
Accostandosi al Libro delle ombre iniziò a sfogliarlo, per cercare una soluzione al problema, certa che lo avrebbe trovato, perché finalmente aveva qualcosa di concreto su cui basare le sue ricerche: Angel, il vampiro che Buffy aveva amato.


Il conto alla rovescia iniziò.
Mancavano sei giorni a Natale e, oltre ai preparativi per il matrimonio, continuavano anche le ricerche segrete per risolvere il problema di Buffy.
Le streghe, infatti, aiutate da Willow e Giles, dedicavano ogni minuto libero per cercare una soluzione al problema della cacciatrice, mentre a Xander era stato affidato il compito di tenerla impegnata, in modo che non capisse ciò che stavano facendo per lei.
Quando mancavano due giorni a Natale, Xander aveva ormai usato tutti gli stratagemmi possibili, per tenerla lontana dal gruppo e, per evitare di far sorgere in lei dubbi su cosa stessero tramando, per un giorno tutti loro abbandonarono le ricerche e trascorsero insieme un piacevole pomeriggio.
Giunta la Vigilia di Natale, le ricerche non avevano portato a nulla e Xander, di nuovo, dovette inventarsi l’ennesima scusa per allontanare Buffy dagli altri, in modo che potessero scavare ancora più a fondo per trovare una soluzione.
Vedendola aggirarsi per il castello l’avvicinò, fingendosi agitato.
«Buffy, amica mia, ho bisogno di te!» le disse con voce preoccupata. «In questi giorni ho pensato solo a Page e mi sono scordato di prendere un regalo per il matrimonio... sai che figura da idiota se mi presento senza nulla! Mi aiuti a cercare qualcosa di carino per loro?»
«Oh, Xander, sei sempre il solito distratto. Prendo il cappotto e andiamo, una giornata di shopping mi farà bene.»
Appena i due lasciarono il castello, Giles e Willow uscirono per andare dalle sorelle, che erano impegnate a testare pozioni e nuovi incantesimi.
Le raggiunsero in soffitta e il lavoro cominciò.
Dopo circa un'ora di inutili ricerche, una luce illuminò l’ambiente e apparve Leo. Anche lui era stato reclutato dalle streghe per cercare una soluzione al problema di Buffy.
«Finalmente sei tornato!» gli urlò Phoebe, mentre Piper lo aveva avvicinato per dargli un bacio. Ricambiato il gesto affettuoso della moglie, l’angelo osservò la cognata e le sorrise compiaciuto.
«Sì, sono tornato e non sono solo.»
Improvvisamente, seguendo l’eco delle sue parole, una seconda luce apparve e in soffitta si materializzò un giovane uomo.


Trascorsero pochi secondi di silenzio in cui le tre sorelle, Giles e Willow, guardarono con interesse il nuovo arrivato, senza capire perché Leo lo avesse condotto con sé.
Nessuno di loro sembrava riconoscerlo e Leo, finalmente, si accinse a spiegarne la presenza.
«Potete smettere di fare ricerche, non è più necessario», affermò orgoglioso. «Vi presento la persona che spiegherà qual è il sogno che fa soffrire Buffy e perché lei non riesce a ricordarlo.»
Gli sguardi dei presenti si calamitarono sullo sconosciuto. Tutti loro erano ansiosi di avere delle risposte e speravano che quel ragazzo, dall’aspetto un po’ trasandato, fosse davvero la soluzione al problema che angustiava la giovane amica.
«Vieni avanti, ti prego e racconta ciò che sai», lo spronò Leo e lo sconosciuto annuì sorridendo.
«Il mio nome è Doyle», si presentò. «E sono stato un ottimo amico di Angel, almeno fino alla mia morte...»
«Tu sei morto?» chiese Willow sorpresa e Doyle di nuovo annuì.
«Cose che capitano», rispose sorridendo e riprese il racconto. «Ho combattuto al suo fianco, a Los Angeles ed è lì che ho conosciuto Buffy. La vostra amica era venuta per parlare con lui e, per quanto ricordo, si era trattenuta solo qualche minuto. Almeno questa è la versione ufficiale della storia. Ma la realtà è un'altra. Buffy è rimasta a Los Angeles per un giorno intero.»
Willow sgranò gli occhi per puntarli sul giovane che, evidentemente, a causa della prematura dipartita, aveva perduto il senno o forse non lo aveva mai avuto neppure da vivo. Ciò che aveva detto era folle, poiché lei sapeva che Buffy era stata a Los Angeles, ma sapeva che si era trattenuta con Angel solo pochi minuti, giusto il tempo di troncare per sempre la loro relazione, non un giorno intero, come affermava il nuovo arrivato.
Stanca e irritata per non avere trovato una soluzione al problema dell’amica, lo affrontò, non aveva intenzione di ascoltare le idiozie di uno spettro.
«Mi spiace contraddirti, ma ti stai sbagliando. Buffy mi ha raccontato del suo incontro con Angel e so che non è durato più di dieci minuti. Se fosse stata con lui tutto il giorno, me lo avrebbe detto.»
«Stai buona ragazza e lasciami parlare!»
La voce di Doyle vibrò forte, quanto stava per dire avrebbe messo tutti a tacere, perfino la streghetta dai capelli rossi e riprese il racconto di quanto solo lui sapeva.
«Buffy è entrata nell'ufficio di Angel verso le 09,00 del mattino e l’ha lasciato poco dopo quell’ora, però del mattino seguente, solo che lei non lo sa... Le Forze dell'essere, con un incanto, hanno cancellato dalla sua mente, come pure dalla mente di tutti noi, il giorno vissuto che è sparito. Tutti siamo tornati indietro di ventiquattro ore e le esperienze fatte, sia belle, che brutte, sono state cancellate perché mai accadute. In poche parole, la giornata è stata eliminata per essere rivissuta da capo.»
Willow, che continuava ad ascoltare Doyle con scetticismo, di nuovo lo affrontò.
«Tu affermi che un intero giorno è stato cancellato, come se non fosse mai stato vissuto, allora spiegami, com'è che te lo ricordi? E perché queste Forze dell'essere si sono divertite a cancellare un giorno intero? Scusami, ma non riesco a trovare una logica a ciò che stai dicendo.»
Doyle, alzate le spalle, sospirò, anche lui aveva faticato a credere che una cosa del genere fosse accaduta.
«Neppure io ricordo nulla di quel giorno, poiché è stato cancellato anche dalla mia mente», ammise sincero. «L’unico ad averne un ricordo è il nostro Angel e me ne parlò il giorno in cui morii. Ed ora, se vi va di ascoltarmi, vi spiegherò cosa accadde.»
Scrutando nel profondo ciascuno dei presenti, Doyle cominciò a raccontare ciò che Angel gli confessò il tragico giorno in cui lui perse la vita.
Narrò di come il vampiro fosse tornato mortale. Del tempo trascorso con la sua amata Buffy. Della scoperta che l'essere un uomo avrebbe potuto causare la morte di molti innocenti, compresa quella della cacciatrice e della sua decisione di lasciare che le Forze dell’essere riportassero indietro il tempo, in modo che gli avvenimenti successi non potessero ripetersi. E spiegò loro dell’estremo sacrificio di Angel che, ricordando ogni attimo, manovrò gli eventi per impedire che si ripetessero.
Finito il racconto, Doyle osservò il gruppetto di amici radunato in soffitta.
Doveva dire loro un’ultima cosa.
«Angel mi ha confessato tutto in un momento di sconforto, ma mi ha fatto giurare di non dire mai niente. Non voleva che Buffy scoprisse quanto erano stati felici. Non voleva che anche lei soffrisse, ripensando a quanto avevano avuto e a quanto avevano rinunciato... Comunque, io ora sono morto e un giuramento non ha più valore quando si è morti, per questo vi ho raccontato tutto! Buffy deve amare tantissimo Angel, se il suo subconscio riesce a riportare a galla un giorno che le è stato cancellato dalla mente con un incantesimo.»
E finalmente Willow riuscì a comprendere l’angoscia provata dall’amica e un velo di tristezza le ombreggiò il volto.
«Ora capisco perché il sogno le fa così male! Sin dai tempi del liceo ha desiderato che Angel potesse diventare umano e quando è accaduto e ha assaporato la felicità legata a una vita normale, le è stata strappata di nuovo... Nonostante l’incantesimo, la sua mente rivive in sogno l'angoscia del distacco e la consapevolezza della perdita, ma quando si sveglia i suoi ricordi svaniscono, lasciando un vuoto immenso nel suo cuore. Tutto questo è atroce... Come può Angel portarsi dentro un dolore così grande?»
Doyle osservò la giovane strega, mentre un sorriso amaro increspava le sue labbra.
«Il nostro vampiro crede di meritare tutte le sciagure che gli capitano, a causa del suo burrascoso passato e le accetta senza mai ribellarsi e rinunciare al suo amore per Buffy è la punizione peggiore che potesse ricevere.»
Le parole dello spirito furono accolte dall’ennesimo attimo di silenzio e solo Page, ascoltata la vicenda, decise di intervenire.
Non sopportava le storie tristi. Se due persone si amavano, pensava fosse giusto che stessero insieme e non avrebbe permesso alle Forze dell’essere di rovinare la vita alla sua nuova amica.
«Il vostro Angel è un masochista, ma io so cosa fare...» esordì con voce vibrante poi, senza dare tempo ai presenti di replicare, afferrò la mano di Willow e insieme sparirono, lasciandosi dietro solo una luccicante luce bianca, che per pochi secondi illuminò la soffitta, fino a scemare lentamente.


Los Angeles, Vigilia di Natale.
Angel, seduto alla scrivania, osservava attraverso la grande finestra dell’ufficio la gente che usciva dai negozi con borse piene di regali.
La vista di tutti quegli sconosciuti sorridenti lo rendeva triste. Non sopportava il Natale.
A distoglierlo dai pensieri mesti, che l’imminente festività portava con sé, ci pensò un rumore alle sue spalle, seguito da uno strano bagliore che illuminò la stanza, mentre due persone apparivano dal nulla.
Sempre all’erta e pronto allo scontro, Angel abbandonò la scrivania e brandì una spada, per affrontare gli intrusi quando, con immenso stupore, riconobbe in uno di essi Willow.
Confuso osservò la strega e la ragazza che c’era al suo fianco.
«Willow?» fu la prima parola che riuscì a pronunciare, ma subito rammentò un’altra visita ricevuta dalla strega, in cui lei gli annunciava la morte della cacciatrice e fu sufficiente per tramutare lo stupore in preoccupazione. «È successo qualcosa a Buffy?» chiese ansioso. «Avanti, parla, e lei chi è?» domandò indicando Page.
«Ciao anche a te Angel», rispose finalmente Willow, ancora frastornata per il viaggio di teletrasporto compiuto con l’amica. «Lei è Page... una strega-angelo», aggiunse, per rispondere a una delle domande ricevute. «E Buffy non è in pericolo, non preoccuparti, però non sta bene e solo tu puoi aiutarla a guarire.»
Angel, confuso per la visita inattesa e per le parole della giovane, la osservò disorientato.
«Che significa che non sta bene e che solo io posso aiutarla a guarire? Cosa mi nascondi? Capiti qui senza preavviso, portandoti dietro questa ragazza mai vista, mi dici che Buffy non è in pericolo ma, al tempo stesso, che io dovrei aiutarla a guarire... Guarire da cosa?»
«Da un problema che tu le hai causato», s’intromise Page. «E per aiutarla a guarire basterà che le racconti la verità.»
«Io non ho mai mentito a Buffy», replicò Angel irritato dal tono d’accusata con cui si era rivolto a lui la ragazzina. «Non so chi tu sia, né cosa tu voglia da me, so solo che le tue insinuazioni non mi piacciono. Sono sempre stato onesto con Buffy e non tollero che una sconosciuta mi accusi.»
Page, per nulla intimorita dal tono usato da Angel, ribatté prontamente alle sue parole.
«Oggi abbiamo avuto un interessante incontro con un tuo vecchio amico», lo informò con piacere. «Si chiama Doyle. Ti dice niente questo nome?» continuò, sicura che il vampiro la stesse ascoltando con attenzione. «Oltre ad essere un tuo collaboratore, non era anche un amico? Una persona cui hai confidato un segreto, che avrebbe dovuto portare con sé fino alla morte?»
Angel, sentendo pronunciare quel nome, s’incupì. Il ricordo dell’amico era sempre vivido nella sua mente e non tollerava che una sconosciuta parlasse di lui come se fosse ancora vivo e capace di svelare avvenimenti che dovevano rimanere per sempre sepolti.
«Doyle era il mio migliore amico, ma è morto! Come puoi affermare di averlo incontrato? Parla ragazzina e cerca di non farmi irritare, non ti sarei simpatico se dovessi incazzarmi.»
Willow, notato il brusco cambiamento di umore del vampiro, decise di intervenire prima che la situazione potesse degenerare. Non erano lì per una rissa, ma per aiutare Buffy. Con calma s’intromise tra i due contendenti, per evitare che passassero alle maniere forti.
«Come ti ho detto, lei è per metà Angelo e pure Leo, il marito di sua sorella lo è, ed è grazie a lui se abbiamo conosciuto Doyle.»
«Avete davvero incontrato Doyle?» chiese Angel stupito.
«Forse sarebbe più giusto dire il suo spirito, poiché Doyle ci è apparso come fantasma e ci ha parlato di te. Ha pensato che il giuramento di fedeltà che ti aveva fatto non avesse più importanza, visto che ormai è morto e ci ha raccontato del tuo giorno da essere umano!»
Ascoltate le parole di Willow e accortosi di avere ancora stretta tra le mani la spada, Angel la posò e voltò le spalle alle due ragazze.
Una fitta dolorosa aveva trapassato il suo cuore morto da secoli e la sofferenza provata in quel giorno terribile riaffiorò con violenza.
«Vivo o morto, Doyle non aveva il diritto di raccontarvi tutto! Perché lo ha fatto?»
«Ci ha raccontato tutto per aiutare Buffy», rispose Willow con voce triste. «Tu ti sei rinchiuso qui, col tuo dolore, però sai perché stai soffrendo. Sai cosa c'è stato tra voi e sai a cosa hai rinunciato, ma lei non lo sa, però ciò non le impedisce di soffrire. Nonostante quelle stupide Forze dell'essere le abbiano cancellato ogni ricordo con un incantesimo, lei rivive nei suoi sogni ciò che c’è stato tra voi e quando si sveglia dimentica tutto, tranne l'angoscia, il senso di solitudine, lo strazio dovuto alla consapevolezza di aver perso qualcosa d’importante, qualcosa che non ricorda e questo la sta distruggendo lentamente.»
Page, stanca per le inutili chiacchiere e cosciente che solo Angel avrebbe potuto aiutare Buffy, intervenne ponendo fine ad ogni ulteriore dubbio.
Senza troppe cerimonie affrontò il vampiro, per obbligarlo a fare la cosa giusta.
«Ora, che tu lo voglia o no, verrai con noi e le parlerai. Buffy ha il diritto di sapere casa la turba e tu glielo dirai.»
«Sapere che ho rinunciato a vivere una vita da essere umano, per cercare di proteggerla, non la farà stare meglio e finirà con l'odiarmi!» ammise Angel, certo che la verità non fosse la soluzione migliore, ma Page si dimostrò irremovibile.
«Non so come reagirà alle tue parole. Quello che è certo è che capirà finalmente cosa le sta capitando e troverà la forza di affrontarlo e di andare avanti. Se ti odierà, per aver deciso il vostro futuro al suo posto, allora te ne farai una ragione. E adesso andiamo, il tempo stringe e noi domani dobbiamo celebrare un matrimonio!»
Senza offrire ad Angel alternativa, Page gli afferrò la mano pronta a trasportarlo a casa, dove avrebbe finalmente affrontato Buffy per svelarle l’incantesimo cui era stata soggiogata per tanti mesi.


Bastarono pochi minuti e una luce bianca apparve improvvisamente nella soffitta delle streghe portando con sé, Page, Willow e Angel.
Il primo che si mosse, all’apparizione del gruppetto, fu Doyle che, riconosciuto il vecchio amico, gli andò incontro entusiasta, per abbracciarlo ma, scordandosi di essere un fantasma, lo attraversò.
«Accidenti... sono così contento che per un attimo ho dimenticato di non essere corporeo. Come ti va amico mio? Non guardarmi male, sono morto, se fossi ancora vivo, non avrei mai tradito la tua fiducia, ma Leo mi ha convinto che era per una giusta causa e così ho raccontato tutto... Potrai mai perdonarmi?»
Ad Angel fu sufficiente rivederlo, dopo tanti anni, per capire quanto gli fosse mancato e che mai avrebbe potuto infuriarsi con lui e così gli sorrise, felice di poterlo abbracciare, almeno con lo sguardo.
«Anch'io sono contento di vederti Doyle e non ce l'ho con te! Dopotutto, credo abbiano ragione loro. Se servirà a Buffy a ritrovare la serenità, è giusto che anche lei sappia cosa successe quel giorno.»
Il rumore della porta che sbatteva interruppe Angel. Buffy e Xander erano rientrati dal loro giro di shopping.
«Ehi... c'è nessuno? Ma dove siete tutti? Piper… Page… Pheobe… dove vi siete nascoste?»
Mentre lei si toglieva il cappotto, pronta a cercare le amiche, Piper si apprestò a lasciare la soffitta per raggiungerla ma, prima di scendere le scale, impartì i necessari ordini ai presenti.
«Page, presto, trasporta Angel a casa di Giles. E tu, Leo, riporta Doyle dove l’hai trovato. Non voglio che Buffy pensi a noi come a un gruppo di cospiratori. Inoltre, lei e Angel devono avere la possibilità di parlarsi a quattro occhi, in un posto tranquillo», dichiarò decisa, poi si rivolse al vampiro. «Questa sera, quando Buffy tornerà al castello, uscirai allo scoperto e le parlerai, senza avere intorno nessuno di noi. E ora via tutti, prima che ci scopra.»
In un attimo Page, Angel, Doyle e Leo sparirono mentre Willow, Giles e Pheobe seguirono Piper in soggiorno dove Buffy e Xander li stavano aspettando.
«Scusa Buffy, ma Piper e Willow ci stavano facendo vedere alcuni trucchetti nuovi e non vi abbiamo sentiti entrare. Ti sei divertita a fare shopping?» chiese Phoebe fingendosi calma.
«Oh sì... è stato uno spasso», rispose Buffy, mentre mostrava all’amica gli acquisti fatti e Willow ne approfittò per avvicinare Xander e raccontargli le novità.
«Allora lui è qui?» chiese il ragazzo sotto voce, per non farsi sentire.
«Sì, Xander, lui è qui e stasera le racconterà la verità.»
Xander si lasciò sfuggire un sorriso divertito.
«Credo che la nostra cacciatrice non la prenderà bene. Sapere che lui ha deciso per lei, senza neppure consultarla, non le farà piacere... Credo che potrebbe impalarlo, ma se ciò dovesse servire a darle nuova forza, sarà un sacrificio accettabile... Non sei d’accordo Willow?» le chiese divertito.
«Non cambierai mai», fu la risposta della ragazza, prima di voltargli le spalle e avvicinarsi alle amiche.
Non sapeva cosa sarebbe successo quando Buffy avesse scoperto la verità, ma sperava che potesse perdonare Angel, per aver preso una decisione tanto importante senza nemmeno consultarla.


Poco prima di cena Giles, con una scusa, lasciò il castello e lo stesso fecero Willow e Xander, sicché Buffy si trovò da sola.
Dopo dieci minuti sentì suonare il campanello e raggiunse la porta.
Aperto l’uscio non riuscì a parlare, tanto era la sorpresa di trovarsi di fronte Angel.
Erano anni che non si vedevano e pensava che non si sarebbero più incontrati, invece il vampiro era sulla soglia di casa sua.
«Ciao Buffy... posso entrare?» le chiese e finalmente lei si riscosse, ricordando le buone maniere.
«Angel? Sì... scusa... entra pure, è solo che non mi aspettavo una tua visita. In effetti non pensavo ci saremmo mai più rivisti. Ma che ci fai qui? C'è forse in programma una nuova Apocalisse e hai bisogno del mio aiuto?» chiese timorosa della risposta, ma Angel scosse il capo per dissentire.
«No Buffy, niente Apocalisse all'ordine del giorno. Ho bisogno di parlare con te di un avvenimento molto importante. Possiamo andare in un luogo tranquillo?»
«Sì, certo, andiamo in camera mia. Gli altri sono usciti e non ci disturberanno.»
Buffy precedette Angel nella stanza che occupava da più di un anno e si sedette sul letto. Ritrovarsi di nuovo sola con lui, le rievocava sensazioni di gioia e, allo stesso tempo, d’immenso dolore, ma cercò di scacciare entrambe, troppo curiosa di conoscere il motivo della sua visita e non dovette attendere perché Angel, sedendosi sulla sedia di fronte a lei, le prese le mani e iniziò a parlare, raccontandole del suo giorno da essere umano.


Giles, Willow e Xander, lasciato il castello, raggiunsero il locale dove Pheobe, Page, Piper e Leo li stavano attendendo con ansia.
«Sono insieme adesso?» chiese Page curiosa.
«Sì, sono insieme!» le rispose Willow, mostrando un’espressione preoccupata che tutti loro condividevano.
«Cosa succederà ora? Abbiamo fatto bene a spingere Angel a raccontarle la verità?» domandò Phoebe agitata. «Conosco da poco Buffy, ma ho imparato a capire il suo carattere e non vorrei vederla soffrire. Perché non andiamo da lei e cerchiamo di aiutarla a decidere per il meglio?»
Giles strinse la futura moglie in un tenero abbraccio, non era d’accordo con la sua proposta e cercò di farglielo capire.
«Il rapporto che lega Buffy e Angel è molto complicato. Si sono amati e si sono feriti più volte, ma hanno sempre affrontato le situazioni difficili senza chiedere aiuto a nessuno e anche questa volta sarà così. Dovranno vedersela da soli.»
«Ma, Rupert, tutto questo non è giusto ed io mi sento così male», ammise Phoebe, incapace di celare la tristezza. «Domani ci sposeremo e sarà il Natale più bello della mia vita e vorrei che anche per Buffy fosse indimenticabile. Vorrei vederla felice accanto all'uomo che ama, come io sono felice accanto a te! Noi siamo un gruppo di streghe e angeli, possibile che non possiamo fare nulla affinché Buffy e Angel possano stare insieme? A cosa ci serve il nostro potere, se non possiamo usarlo per rendere felici le persone che amiamo?»
Piper si unì all’abbraccio di Giles per cercare di confortare la sorella.
«Dolce Phoebe, sempre pronta a iniziare una nuova crociata in nome dell'amore. Lo sai che quei due non sono destinati a stare insieme! Non gli è consentito. Non potranno mai avere un futuro.»
Ma Phoebe si scostò da lei e dal futuro marito.
«E chi lo ha deciso? Una stupida zingara? Ebbene, io non lo accetto! Ci sarà qualcosa che possiamo fare per annullare quella dannata maledizione», strillò battagliera. «Forza Leo, tu sei un angelo bianco, hai conoscenze a livelli ultraterreni, fai qualcosa, aiuta Buffy e Angel a essere felici. Come lo siete tu e Piper... Come lo siamo noi...»
«Mi spiace Phoebe, ma non c'è nulla che si possa fare. La maledizione non può essere annullata.»
La risposta di Leo fece infuriare la giovane strega, che non aveva intenzione di dichiararsi sconfitta.
«E io vi dico che troverò il modo per annullare quella stupida maledizione!»
E senza attendere risposta indossò il cappotto, pronta a lasciare il locale e tornare a casa per consultare, per l’ennesima volta, il Libro delle ombre, dove sperava fosse nascosta la soluzione al problema.


Terminata la confessione, Angel attese che Buffy gli parlasse.
Le aveva raccontato tutto, ogni minuto trascorso insieme e la sua decisione di rinunciare al loro amore per paura che le fosse fatto del male e ogni sua parola era scesa nell’anima della cacciatrice marchiandola a fuoco.
Stringendo i pugni con forza, Buffy chiuse gli occhi, mentre lacrime amare le solcavano le gote. Finalmente sapeva perché il sogno che la tormentava ogni notte facesse tanto male.
Improvvisamente rivide la giornata che le era stata rubata e ricordò il calore della pelle di Angel, il sapore dei suoi baci, il battito del suo cuore e l’emozione di averlo dentro di sé.
Scacciando il dolore riaprì gli occhi, per incatenarli sul viso dell’amato.
«Come hai potuto permettere che accadesse? Come hai potuto permettere che le forze dell’essere mi maledicessero?»
La sua voce era un sussurro stridulo e Angel cercò di afferrarle la mano per calmarla, ma lei si ritrasse stizzita.
«Buffy, io...»
«Tu cosa?»
«Io l’ho fatto per te, perché temevo per la tua vita e non sei stata maledetta, non esiste alcuna maledizione.»
«E tu come consideri ciò che hanno fatto?» chiese irritata. «Forse non hanno maledetto me, però hanno maledetto il nostro amore», tuonò disperata, «Di nuovo!»
Angel la osservò, incapace di trovare le giuste parole per calmarla e Buffy si scostò da lui per avvicinarsi alla finestra e scrutare il cielo punteggiato da milioni di stelle luminose.
«Eri umano e abbiamo fatto l’amore», sussurrò con voce triste. «Finalmente avevamo ciò che abbiamo sempre desiderato e tu, senza neppure consultarmi, hai rinunciato alla nostra felicità.»
Voltandosi verso il vampiro, che era immobile al centro della grande stanza, Buffy si asciugò le lacrime che ancora bagnavano le sue gote.
«Avresti dovuto sapere, che avrei preferito vivere un solo giorno al tuo fianco, anche a rischio della mia vita, piuttosto che cento senza di te, ma tu hai preferito ignorare i miei sentimenti e rinunciare al nostro amore», gli disse mestamente. «Hai fatto la tua scelta e ora è meglio se te ne vai, non abbiamo più nulla da dirci.»
Di nuovo Buffy si voltò a osservare il cielo stellato e Angel, silenziosamente, abbandonò la sua stanza. La ragazza aveva ragione, ormai non avevano altro da dirsi.
Uscito in strada, si fermò a osservare la finestra della camera, ma Buffy si ritrasse e, mortificato, chinò il capo pronto ad andarsene, quando una voce lo distrasse dai suoi pensieri.
«Ehi, Angel.»
Riconosciuta la ragazza che lo aveva chiamato dall’altro lato della strada, si diresse verso di lei. Se il suo cuore avesse potuto battere, si sarebbe fermato per il dolore causatogli da quella nuova e definitiva rottura.
«Ho fatto ciò che mi avete chiesto», disse a Page, che lo osservava in attesa che le parlasse. «Ora, se non ti spiace, vorrei tornare a Los Angeles. Sono stanco e voglio lasciarmi alle spalle questa orrenda notte.»
«Mi addolora che le cose tra te e Buffy siano peggiorate», gli disse lei, sinceramente dispiaciuta. «Ora, però, verrai con me, perché io e le mie sorelle non abbiamo ancora finito con te.» E, afferrandogli la mano, Page lo trasportò a casa sua.


Finalmente il Natale era arrivato e con esso anche il giorno del matrimonio.
Xander, immaginandosi al posto di Giles, sorrise alla sua agitazione, mentre lo aiutava a fare il nodo alla cravatta, intanto, nella stanza vicina, anche Willow e Buffy si stavano vestendo e l’argomento Angel non venne mai menzionato.
Se a casa del futuro sposo tutto sembrava procedere senza intoppi, a casa delle streghe il caos regnava sovrano e la futura sposina era in preda al panico.
«E se qualcosa dovesse andare male? E se fosse uno sbaglio? E se non fossi pronta?»
«Phoebe, mi stai facendo impazzire», la rimproverò Piper. «Volevi che questo giorno fosse indimenticabile e lo sarà. Stai per sposare l'uomo che ami, sii felice e rilassati.»
«Hai ragione, devo rilassarmi», disse Phoebe per calmarsi, poi osservò la sorella. «Sei sicura che Leo tornerà in tempo?» le chiese ansiosa e Piper di nuovo alzò gli occhi al cielo.
«Giuro che se dici ancora una parola t’imbavaglio. Vai a infilarti l'abito e sistemati i capelli, tra poco Giles sarà qui, non vorrai che ti veda conciata così.»
Phoebe, toccandosi la testa, scioccata si accorse di avere ancora i bigodini e di corsa raggiunse il bagno per prepararsi, quando suonò il campanello. Lo sposo, con le damigelle e il testimone, era giunto. Ormai mancava poco all’inizio della festa, che le avrebbe consegnato un marito e una nuova famiglia.
Mentre Page finiva di addobbare il soggiorno, che era stato scelto come luogo dove celebrare la cerimonia, gli ultimi ospiti giunsero. Si trattava di poche persone, ossia i membri della famiglia della sposa.
Trascorsi dieci minuti, quando tutti si furono accomodati, Phoebe, al braccio del padre, varcò la soglia del soggiorno e indirizzò lo sguardo verso l’altare in fondo alla stanza.
Giles era lì, con Xander al suo fianco e la stava attendendo.
Preceduta da Willow e Buffy, percorse il tappeto rosso e raggiunse l’uomo che entro pochi minuti avrebbe sposato.
Osservando i pochi ospiti, con rammarico notò che Leo non era tra loro, ma cercò di non pensarci e si sistemò accanto all’uomo che amava in modo che la cerimonia potesse iniziare.
Dopo circa mezz’ora, pronunciati i voti si scambiarono gli anelli e vennero dichiarati marito e moglie tra gli applausi degli invitati che li raggiunsero per congratularsi con loro.
Lasciato per pochi attimi Giles in balia di madre e nonna, intervenute alla cerimonia sotto forma di spettri, Phoebe avvicinò Piper.
«Allora, mi dici dov'è finito Leo? Perché non è ancora arrivato?» le chiese agitata.
«Calmati sorellina, arriverà, ti ha mai delusa? E adesso torna da tuo marito, la mamma e la nonna lo stanno torturando con mille domande, vai ad aiutarlo!»
Phoebe tornò da Giles, mentre Piper guardava sconsolata l'orologio. Il tempo passava in fretta e di Leo non vi era traccia, così iniziò a pensare che il marito avesse fallito.
Finita la giornata, i parenti salutarono e se ne andarono e anche Buffy si stava preparando per tornare a casa quando Leo comparve dal nulla.
«Scusate per il ritardo, immagino che la cerimonia sia finita da un pezzo. Congratulazioni agli sposi», disse sorridendo mentre Phoebe, impaziente, lo avvicinò.
«Si può sapere dov'eri finito? Perché ci hai messo tanto?» chiese, osservandolo cupa.
«Mai perdere la speranza, ricordatelo», rispose Leo sorridendo.
«Vuoi dire che ce l'hai fatta? Rispondimi immediatamente!»
«Sì Phoebe, ce l'ho fatta, anzi, ce l'abbiamo fatta. Sei la strega più testarda che io abbia mai incontrato quindi, a te l'onore.»
Phoebe abbracciò il cognato, felice per la notizia ricevuta e si diresse verso la cacciatrice.
«Aspetta Buffy, non andare, non ti ho ancora consegnato il nostro regalo di Natale.»
Mentre Phoebe sorrideva raggiante di felicità, Leo fece un gesto con la mano e accanto a lui si materializzò Angel.
Lo sguardo della cacciatrice si calamitò sul volto dell’amato, era convinta che fosse tornato a Los Angeles e non capiva perché fosse ancora lì.
Pronta a chiedere spiegazioni, venne anticipata da Phoebe che le afferrò le mani per avere la sua completa attenzione.
«Amica mia, ormai ci conosciamo da più di un anno, ed io e le mie sorelle abbiamo iniziato a volerti bene, come se fossi una di noi. Sei una persona buona e altruista e non meriti di soffrire tanto! La vita è stata dura con te. Hai amato e sei stata ferita, ma in questo giorno, in cui tutto è possibile, noi vogliamo donarti la felicità», le disse, cercando di trattenere l’emozione. «E sappiamo che per te la felicità ha un nome solo: Angel.»
Buffy la osservò, incapace di capire cosa stesse accadendo e rimase in silenzio, certa che l’amica avesse altro da dirle e, infatti, Phoebe continuò a parlarle mentre il suono delle sue parole iniziava a carezzarle il cuore.
«Non voglio crearti false illusioni, Angel è ancora un vampiro. Purtroppo non ho il potere di rendergli la sua vita da mortale, anche se mi piacerebbe farlo. Però, con l'aiuto di Leo e delle mie sorelle, mi sono spinta dove tu e Willow non avete mai pensato di andare. Abbiamo trascorso la notte facendo ricerche e questa mattina, poco prima dell'alba, abbiamo trovato lo spirito della vecchia che maledisse Angel e Leo ha fatto il resto.»
Buffy osservò il marito di Piper, mentre un brivido le correva lungo la schiena, ma non disse nulla e attese che lui le parlasse.
«Quando Pheobe mi ha detto dove trovare lo spirito della zingara, ho chiamato Angel e insieme l’abbiamo raggiunta. Le ho mostrato ciò che Angelus è diventato, da quando l'anima è tornata nel suo corpo e lei ha capito che aveva sofferto abbastanza e ha acconsentito ad aiutarlo, modificando la maledizione!»
Buffy guardò Pheobe con le lacrime agli occhi.
«Mi state dicendo che...»
«Ti stiamo dicendo che la zingara ha maledetto nuovamente Angel, ma questa volta ha evitato di pronunciare la parte relativa alla perdita dell'anima, a causa di un attimo di felicità. Ora Angel è libero di amare ed essere riamato.»
Incredula, con le lacrime agli occhi, Buffy abbracciò Leo e Pheobe poi avvicinò il vampiro che, immobile, la osservava in attesa di una sua mossa.
Ferma di fronte a lui fissò lo sguardo nel suo e Angel le afferrò le mani.
«Ti amo Buffy e non ho mai smesso, neppure quando eravamo lontani. So che ti ho deluso e ti ho fatta soffrire, ma ti supplico di perdonarmi. Se decidessi di concedermi una seconda opportunità, prometto che non rinuncerei più al nostro amore, perché ho capito che non posso decidere al tuo posto. Non posso costringerti a scegliere una vita normale, con un ragazzo normale, se non lo vuoi e non prenderò più decisioni solo per proteggerti, tu sei la cacciatrice e non hai bisogno che io ti salvi dai cattivi, ci riesci benissimo da sola. Se mi vorrai ancora, però, ricordati che nulla è cambiato, perché non potrò mai portarti alla luce del sole, né darti dei figli, la tua continuerà a essere una vita a metà...»
Posandogli un dito sulle labbra, Buffy gli sorrise intimandogli di tacere.
«Ti sbagli Angel, una cosa è cambiata», gli sussurrò maliziosa. «Ora hai la possibilità di dimostrarmi il tuo amore e non solo con belle parole.»
Abbracciandolo felice, lo attirò a sé e lo baciò, mentre lacrime di gioia scendevano a rigarle il volto. Finalmente avrebbero potuto vivere in modo completo l’amore che da sempre li legava.
Sorridendo agli amici, Buffy e Angel lasciarono la casa delle streghe, per trascorrere insieme quel Natale magico che per sempre avrebbero ricordato come il giorno più bello della loro vita.


FINE



Questa storia ha partecipato al contest: "My favourite character - di Fanny_rimes" - vincendo il Premio originalità.

   
 
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