Nota importante: ho saltato il IV capitolo del libro originale
dei Promessi Sposi, in quanto parlava esclusivamente di padre
Cristoforo e non
aggiungeva nulla alla storia centrale. In più saltando quel
capitolo, ho ripreso
il corso normale e numerale dei capitoli, in quanto, nella mia
versione, avevo
diviso l’originale III capitolo in due capitoli separati.
Padre Cristoforo
arrivò alla casa delle due donne. Appena entrò,
lo salutarono calorosamente.
Poi lui disse:
“Mettetemi
a riguardo delle ultime notizie”.
“Il Napoli
ha vinto contro la Juventus! Non lo credevamo possibile”,
rispose Anna.
“Ma no, si
riferiva al fatto di Pasquale!”, la corresse Agnese.
“Mamma –
disse teneramente – lo sai che era solo una scappatella
Pasquale, senza enormi
conseguenze. Non posso mica dirgli che è padre di 3 figli
miei? Andiamo: è un
uomo di Chiesa!”.
“Mi
riferivo a don Pasquale!”, disse dura Agnese.
“Ah si,
hai ragione… Il matrimonio!”. E qui Anna
scoppiò a piangere, così fu Agnese a
spiegare tutto al frate.
Mentre la
buona donna faceva alla meglio la sua dolorosa relazione, il frate
diventava di
mille colori, e ora alzava gli occhi al cielo, ora batteva i
piedi… Ora
borbottava, ora percuoteva dei bicchieri col cucchiaino, fino a quando
si
ritrovò a suonare “Fratello Sole, Sorella
Luna” come sottofondo del racconto.
“Signor
prete!”, lo rimproverò Agnese.
“Scusi,
era per creare l’atmosfera celestiale!”.
Terminata
la storia, si coprì il volto con le mani ed
esclamò:
“Quel
deficiente… quel farabutto! Io lo so perché non
viene!”.
“Davvero
lo sapete? Se è così, ce lo
dica…”, lo implorarono le due donne.
“Non posso”.
“Perché?”.
“Se no
subito finisce la storia! Weh, qua dobbiamo fare 38
capitoli!”.
“Scusate”.
“Comunque
lasciatevi dire che quello è proprio nù
str*nz!”.
“Padre
Colombo!”, lo rimproverò nuovamente Agnese
“Siete un uomo di Chiesa!”.
“Avete
ragione. Scusate! Signor Iddio, quello è proprio
nù str*nz!”.
“Non
potremmo aspettare, come dice lui?”, chiese Anna.
“Inutile:
troverebbe altre scuse per non venire. Ma non preoccupatevi: non vi
abbandonerò. Egli confida in voi. Egli vi ha visitate,
povere donne!”.
“Certo: il
dottore mi ha trovato i trigliceridi un po’ alti, ma non
credo sia tanto grave”,
analizzò Agnese.
“Ma io mi
riferivo a Dio. Lui confida in Voi, non vi abbandonerà. E
nemmeno io lo farò.
Vi assisteremo entrambi!”.
“Ma perché,
anche voi siete dottore?”.
Padre
Cristoforo stava per urlare, quando l’arrivo di Andrew lo
interruppe. Riprese
il suo fare da prete e disse a tutti:
“Forse ho
trovato un modo per aiutarvi. Conosco un signore molto influente che
può costringere
don Pasquale a venire al vostro matrimonio”.
“Come si
chiama?”, chiesero loro.
“Adesso
non è il momento per parlarne. Andrò da lui
stasera stessa: prima parto, prima
arrivo”.
“È molto
lontano?”, chiese Andrew.
“Dovrò
andare in Sardegna. Lì c’è colui che ci
può aiutare. Molto influente, partirò
subito”.
“Ma come? –
interruppe ancor Andrew – Oggi c’è lo
sciopero degli aliscafi!”.
Padre
Cristoforo gli diede uno sganassone dietro la testa.
“Secondo
te perché mi chiamo padre Cristoforo Colombo?”.
Infatti,
il giorno dopo partì alla volta della Sardegna
“con mezzi suoi”! Il viaggio fu
lungo e burrascoso, ma quando giunse alle coste sarde, disse:
“Terraaaa!”.
L’uomo che
lo accompagnava sottolineò:
“Ma siete
impazzito? La Sardegna è stata scoperta anni fa!”.
“Ma che
hai capito? Ho detto – At-Teraaaaaa -!
Dall’aeroporto ci fanno segnale: la
pista è sgombra!”.
Così
atterrarono col jet personale di padre Cristoforo. Quando giunsero a
Terra…
ehm, scusate, a terra, il suo pilota chiese:
“Signor,
ma lei una volta non aveva le Caravelle per spostarsi? Con le quali
navigò
attraverso gli oceani e dopo mesi di dura navigazione, con fatica e
perdita di
uomini, scoprì l’America?”.
“Certo! –
rispose quello – Si è fessi una volta
sola!”.
Padre
Cristoforo si diresse verso la villa del signorotto da lui conosciuto.
Presto
lo avrebbe incontrato e gli avrebbe chiesto un aiuto per la situazione.
Camminò
a lungo e ovunque vide desolazione e facce crudeli. Nemmeno nei volti
dei
bambini, né degli anziani, riuscì a notare un
impronta di innocenza. Così capì.
Tornò all’aeroporto
e prese a bastonate il suo pilota.
“Ma cosa
fa?”, riuscì a malapena a dire quel povero
disgraziato, mentre il sangue gli
colava dappertutto.
“È la
bontà del Signore”, rispose Padre Cristoforo,
alzando le mani al cielo.
“La prossima
volta mi faccio mandare un cioccolatino”. Altre legnate.
“E queste
per cosa erano? Misericordia divina? Benedizione angelica”.
“No. Sei una
bestia: mi hai portato a Scampia!”.
Il suo
pilota se ne rese conto dopo: si erano rubati i paracadute dal jet
personale.
Aveva provato a comperare dell’acqua benedetta ma dentro
c’era… Bèh, lasciamo
perdere!
Padre
Cristoforo lo colpì ancora.
“Ahi! E
ora?”.
“Ma tu,
con un passeggero prete, devi comprarti l’acqua benedetta!?
Dio ha fatto gli
uomini colmi di amore e dolcezza… Ma in te doveva esserci
molto spazio, perché ha
riempito il resto con l'idiozia, figluol caro!”.
Detto
questo, i due ripartirono, non prima di aver fatto il pieno (si erano
rubati la
benzina dal serbatoio). Pagarono 50 euro e gliene misero 15…
Arrivati
in Sardegna, Fra Cristoforo scese a terra e disse:
“Guarda, i
Nativi!”.
“Ehm… -
fece il pilota – questa è gente civile. Sono
abitanti della Sardegna, non
indiani!”.
“Ma che
hai capito? Io indicavo il reparto maternità di
quell’ospedale”, precisò lui e
gli diede un altro sganassone.
“Andrò
solo alla villa del signorotto. Tu rimani qui ad aspettarmi”.
“Meno
male, se no sarei morto entro le 15”. Fu pestato ancora,
perché erano le 16…
Come faceva a morire entro le 15?
Quando fu
nei pressi della villa, si spaventò: era enorme, con quattro
piscine, una
grotta naturale, parte di un vero fiume sardo che attraversava il
giardino. All’intero,
statue in oro massiccio di tutti i dei dell’Olimpo e il David
originale (con
dentro un programma che gli permetteva di parlare e pensare come un
umano!).
C’erano
leoni, gazzelle e animali di tutto il mondo. Persino la zone gelata
dove c’erano
pinguini e orsi polari.
Ma la
parte che il padrone di casa preferiva era il gazebo in vetro, sempre
rivolto
al Sole, affinché il padrone, standovi sdraiato
all’interno, in costume,
potesse attivare l’aria condizionata e star fresco!
“Che lusso
insensato e che schiaffo alla miseria”, pensò
Padre Cristoforo, rimembrando i piccoli
conventi dei preti, sopra
montagne, con una vista e un panorama che nemmeno dal tetto
dell’Empire State
Building puoi osservare!