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Autore: Tea and Charcoal    17/04/2013    3 recensioni
La nascita di una nuova famiglia e i sorrisi e le lacrime che si incontrano durante il percorso. A volte, basta riuscire a comprendersi perché ogni cosa sia giusta e perfettamente come dovrebbe essere. [SnowBunny nei capitoli a venire]
Genere: Commedia, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: E. Aster Bunnymund, Jack Frost, Nicholas St. North, Pitch
Note: Traduzione | Avvertimenti: Furry
Capitoli:
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Ecco a voi ilsecondo capitolo! Grazie mille a kelu89 e a Cam Dragonis22 che hanno recensito e inserito la fan fiction tra le seguite insieme a Kuro_Renkinjutsushi, YaMiNoLaDy e M a d, e a Sakura Pain che l’ha inserita tra le preferite. Grazie anche a chi ha solo letto :)

 

Finding Understanding
 

Capitolo II.

 

Di solito i Guardiani non si occupavano degli incendi -quello era compito dei vigili del fuoco- ma il pianto di un bambino spinse Jack a gettarsi dentro la casa in fiamme prima che chiunque riuscisse a fermalo. Era una fortuna sfacciata che Sandy si trovasse insieme a lui quella notte. Il Guardiano lanciò un’esplosione di sabbia per chiamare aiuto, sapendo che i viticci in cui si sarebbe diramata avrebbero attraversato lo spazio e il tempo e allertato i suoi compagni, che sarebbero accorsi in pochi minuti. Purtroppo, alcuni minuti sarebbero potuti essere troppi, così Sandy seguì Jack dentro quell’inferno, sperando di riuscire a portare in salvo chi si trovava al suo interno prima che allo Spirito dell’Inverno succedesse qualcosa.

Questo era uno di quei rari moment in cui Sandy avrebbe davvero voluto possedere una voce. Mandando onde di sabbia e cercando Jack in ogni stanza, il Guardiano dei Sogni guardava intanto sotto i letti e dentro gli armadi, in qualunque posto un bambino avrebbe potuto nascondersi, ma non trovò nulla. La casa era completamente vuota e Sandy sospirò di sollievo quando, guardando fuori dalla finestra, vide che tutta la famiglia era sana e salva e che i camion dei pompieri erano arrivati e stavano già spegnendo le fiamme. La domanda ora era dove fosse Jack. Rilasciò altra sabbia, mentre sentiva la sua paura crescere. Avrebbe dovuto fermalo nel momento in cui si era reso conto di quello che il ragazzo aveva intenzione di fare. Cominciò a prendersela con se stesso e a darsi la colpa per qualsivoglia ferita avrebbe potuto riportare l’altro, poi udì delle travi di legno crepitare. Il piano di sopra era sul punto di collassare. Pregando che Jack fosse stato abbastanza intelligente da andarsene, Sandy volò fuori dalla porta d’ingresso rotta, guardandosi intorno alla ricerca dell’altro, ma quello che trovò fu Bunnymund, preoccupato oltre ogni dire, che osservava l’incendio con le orecchie basse. Quando vide Sandy, i suoi occhi s’illuminarono.

“Che è successo, amico?” Chiese il Pooka, irrigidendosi e cercando con lo sguardo il loro compagno più giovane, mentre Nord faceva la sua comparsa da un portale e Tooth planava dall’alto. “Dov’è Ghiacciolo?”

Sandy si fece prendere dal panico. Jack non era con loro? Che fosse tornato al suo lago? No, non l’avrebbe fatto senza dirglielo. Guardò di nuovo la casa che bruciava, pieno di paura.

Nord imprecò in russo, spingendo da parte Bunnymund e Sandy con l’intento di entrare e tirare fuori il bambino, ma non riuscì a fare più di due passi prima che il tetto crollasse. I suoi occhi si spalancarono. “Jack … No …”

Sandy riuscì ad afferrare Tooth prima che potesse gettarsi in mezzo alle fiamme, ma nessuno fu in grado di fermare Bunnymund. Si precipitò tra i resti dell’abitazione, cercando ovunque Jack e pregando che fosse al sicuro.

 

***


Paura … Oh, dolce e deliziosa paura… Pitch sogghignò estasiato. Il terrore, come il canto irresistibile di una sirena, lo richiamò fuori dal suo nascondiglio. Era un tipo di paura che non percepiva spesso, quel tipo che solo i Guardiani erano capaci di produrre e il posto in cui lo condusse lo sorprese non poco. Vi era un inferno di fuoco che stava divorando la casa di qualcuno. Perché i Guardiani avrebbero dovuto essere qui ed essere così preoccupati? Lasciò che i suoi sensi esplorassero le varie stanze e percepì che non vi era nessuno all’interno, fatta eccezione per … Frost. Un sorriso sinistro gli illuminò il volto. Il ragazzino sprizzava paura da tutti i pori mentre cercava freneticamente tracce di un bambino che poteva essere rimasto intrappolato. Non sapeva che invece erano tutti usciti. Pitch seguì quella paura fino a quanto restava della cucina, in parte risparmiata dal crollo dell’ala est della casa.

“C’è qualcuno qui?” Urlò Jack, la voce roca, mentre guardava in ginocchio sotto il tavolo per vedere se dei bambini vi si fossero nascosti sotto. Si tirò indietro la frangia impregnata di sudore e ansimò. Della cenere copriva i suoi capelli bianchi come la neve, rendendoli di un grigio scuro. Faceva troppo caldo per lui, stava iniziando a sentirsi sfinito.

“Questo non è il posto adatto a uno Spirito dell’Inverno, Frost.” Disse Pitch, restando fermo sulla porta.

Jack si alzò di scatto, stringendo il suo bastone, ma fu colto da un senso di vertigine. Delle gocce di sudore gli caddero sugli occhi, appannandogli la vista e Pitch assunse le sembianze di un demone con il fuoco a fargli da sfondo. Un’illusine ottica, ovvio, ma abbastanza vivida da fargli trattenere il fiato, pieno di paura. Si passò il palmo della mano sugli occhi, cercando di farli smettere di bruciare. Quando parlò, la sua voce era poco più che un sussurro. “Pitch?”

“Chi altro, moccioso?” Il Re degli Incubi ridacchiò.

“Sei stato tu a fare questo!” Lo accusò Jack, tentando di rimanere in piedi. Cercò di puntargli contro il suo bastone, ma il calore lo stava stordendo. Si sentiva la mente svuotata e improvvisamente c’erano tre Pitch davanti a lui e non sapeva dove direzionare l’attacco. Barcollò e le gambe gli cedettero.

Pitch l’aveva previsto prima ancora che accadesse. Gli occhi di Jack erano acquosi e il suo corpo non faceva che tremare. Quando svenne, lo afferrò per il fianco, sorreggendolo. Per un attimo, fu tentato di lasciarlo lì e farlo andare incontro alla sua rovina, dopotutto Frost era stato una vera seccatura. Aveva avuto la chance di unirsi a lui, di governare il mondo al suo fianco e l’aveva gettata via e anche ora che Pitch non c’entrava con quanto accaduto il ragazzo lo incolpava. Gli sarebbe servito da lezione morire bruciato, ma guardando il volto angelico di Jack sapeva che non l’avrebbe mai fatto. Anche in quello stato di incoscienza il suo corpo emanava onde di terrore, che mischiate con quelle degli altri Guardiani producevano una sensazione quasi intossicante. Se Jack fosse morto, sarebbe tutto svanito e una cosa così deliziosamente dolce andava preservata. Scostò la frangia dal viso del bambino e si concesse un momento per esaminarlo. Era molto più gracile di molti ragazzi della sua età -almeno secondo gli standard di quell’epoca- e molto più fragile di quanto apparisse. Un vero Principe di Ghiaccio.

“Jack! Jackie!” Si udì una voce profonda, dall’accento australiano, da qualche parte in mezzo al fumo e alle fiamme. “Urla se riesci a sentirmi, ragazzino!”

Borbottando, Pitch sollevò Jack tra le sue braccia. Riusciva a percepire la paura di Bunnymund e, per quanto deliziosa fosse, una casa che stava bruciando non era il luogo adatto per uno scontro. Acconsentì affinché le ombre si avvolgessero intorno a lui e al giovane Guardiano del Divertimento, trasportandoli fuori, dove l’aria invernale fresca e frizzantina emanava un piacevole refrigerio dopo il caldo intenso. Un secondo dopo, una palla di pelo grigio saltò fuori da una finestra, atterrando ad alcuni metri di distanza. Pitch adagiò Jack sulla neve, facendosi rispettosamente da parte prima che il Pooka decidesse di colpirlo e alzando le mani per dimostrare che non era armato e non costituiva un pericolo. Bunnymund non era per nulla convinto. Balzò accanto a Jack, posizionandosi a quattro zampe sopra di lui, il pelo drizzato e un ringhio che gli usciva dal petto. Pitch avrebbe fatto un commento sarcastico sul comportamento animalesco dell’altro se solo Bunnymund non lo stesse guardando come un cane inferocito sul punto di squarciarlo a metà.  Si tenne quindi a distanza, con le mani ben in vista.

“Che cosa hai fatto?” Ringhiò Bunnymund, le zampe che affondavano nella neve ai lati del corpo di Jack.

“Gli ho salvato la vita.” Disse Pitch con tranquillità, sistemandosi la giacca e tenendo d’occhio il Pooka. “Dovresti ringraziarmi. I fiocchi di neve si sciolgono con il fuoco.”

Bunnymund ringhiò di nuovo, ma non attaccò, rimanendo in modo protettivo accanto a Jack.

“Bunny!” Gridò Tooth, volando verso il gigantesco coniglio. Bunnymund emise un ringhio di avvertimento e, invece di occuparsi di Jack, Toothiana si sistemò a fianco del Guardiano della Speranza in posizione difensiva, poi comparve anche Sandy con una manciata di sabbia dei sogni già formata nella sua mano.

Nord fu l’ultimo ad arrivare e sembrava avesse il cuore spezzato, fino a che non vide la figura incosciente di Jack e allora paura e sollievo si mescolarono sul suo volto. Era una piacevole visione, qualcosa che Pitch non vedeva da tempo. “Bunny, spostati.” Disse Nord, ma Bunnymund ringhiò anche a lui. Il Guardiano sbatté le palpebre sorpreso. Nessuno si sarebbe avvicinato a Jack fino a quando l’altro non lo avrebbe reputato sicuro. Nord distolse lo sguardo da Bunnymund per osservare Pitch, ma non rivolgendogli un’espressione rabbiosa, piuttosto una sorta di sollievo esasperato. “Pitch, che ci fai qui?” Chiese, voltandosi a guardare l’incendio oramai sul punto di estinguersi. “Non sei stato tu, vero?”

“Questa è la gratitudine che ricevo per aver rischiato l’osso del collo per salvare il vostro prezioso Principe di Ghiaccio?” Pitch sbuffò, fissando il leader dei Guardiani. “Non hai la minima idea di quanto sia dolce la vostra paura, Nord. Voi cinque, tutti presi dal panico, siete una visione meravigliosa. Credo mi piaccia vedervi in questo stato.” Ghignò, mentre iniziava a incamminarsi verso le ombre. “Fareste meglio a tenere il ragazzo lontano dalle fiamme. Potrei non esserci per salvarlo la prossima volta.” E poi se ne andò.

Bunnymund aveva l’intero corpo in tensione ed era pronto a inseguire Pitch, ma un gemito soffocato lo distrasse, facendogli abbassare lo sguardo sul bambino che aveva giurato di proteggere. Jack si girò su un fianco e iniziò a tossire, sputando fuori catarro e cenere. Rilassandosi un poco, Bunnymund si spostò per sedersi accanto a lui, accarezzandogli la schiena mentre vomitava, fino a che Jack non iniziò ad ansimare, tremando e aggrappandosi al suo bastone come se fosse un’ancora di salvezza.

“Jack …” Sussurrò Bunnyumund, strofinando il naso contro la sua tempia. L’odore del fumo gli irritava le narici, ma non si fermò e cominciò a leccare via il sudore e la fuliggine dal viso di Jack, cercando di farlo riprendere.

Nord passò della neve sopra le bruciature sui piedi e le mani del ragazzo, provando ad alleviargli il dolore. Tooth sbatteva le ali con agitazione e accarezzava i capelli di Jack, sussurrandogli di aprire gli occhi. Sandy, invece, si sentiva perso. Non era la prima volta che uno di loro veniva ferito, anzi, faceva parte del mestiere, ma Jack era il più piccolo e non sarebbe dovuto succedere a lui. Strinse i pugni, non sapendo se fosse  meglio provare con gli altri a svegliarlo o piuttosto inviargli dei sogni per aiutarlo a guarire. Alla fine, rimase semplicemente in disparte.

Jack tossì ancora un po’ prima di accasciarsi sulla neve. La presa sul suo bastone si fece più debole e per un attimo Bunnymund entrò nel panico. “No … Coraggio, Fiocco di Neve, apri gli occhi. Guardami.” La paura che stava provando era qualcosa di inimmaginabile. Era come se il suo cuore gli venisse strappato dal petto. Non poteva perdere Jack. Era solo un bambino, era il suo fratellino. Proteggerlo era il suo compito, questo non sarebbe dovuto accadere. Delle piccole braccia gli si strinsero attorno al collo e una guancia fredda premette contro la sua. Bunnymund sussultò, quasi sciogliendo l’abbraccio, ma riprese il controllo di se stesso giusto in tempo per vedere lo sguardo che Jack gli stava rivolgendo.

“Bunny?” Chiese, gli occhi azzurri che fissavano curiosi il Guardiano. “Ciao.”

Bunnymund trattenne una risata, stringendo Jack in un saldo abbraccio. “Ciao a te, Fiocco di Neve.”

“Non mi sento molto bene … Fa caldo.” Mormorò Jack prima di chiudere ancora gli occhi, abbandonandosi a un sonno profondo.

Adesso respirava regolarmente e Bunnymund emise un sospiro di sollievo. Jack non era gravemente ferito come aveva temuto. Avvolse le braccia dietro alla sua schiena e, con molta attenzione, lo sollevò delicatamente da terra. Lo Spirito dell’Inverno mormorò qualcosa, aggrappandosi ora a lui, il suo bastone completamente dimenticato. Passando un braccio sotto le ginocchia di Jack, Bunnymund impedì a Nord di prenderlo in braccio, stringendolo a sé. Nord poteva lasciarsi andare alle cure paterne e  viziare il ragazzino una volta raggiunta Santoff Claussen, ma fino ad allora Jack era sotto la sua protezione e Bunnymund non l’avrebbe lasciato andare finché non fosse stato lavato, medicato e messo a letto a riposare. Al sicuro.

“Portiamolo a casa.” Disse agli altri incamminandosi, mentre Tooth raccoglieva il bastone di Jack per poi seguirlo.

 

***


La prima cosa che Jack vide dopo essersi svegliato fu una massa di pelo grigio con delle macchie scure sopra. Era troppo debole per fare qualunque cosa, a parte girarsi per accarezzare quel morbido pelo. Bunnymund era seduto su una grande sedia a dondolo, accanto al suo letto e su cui aveva poggiato la testa e le braccia, e stava continuando a dormire. Non sembrava affatto una posizione comoda e, se Jack ne avesse avuto la forza, avrebbe trascinato l’amico nel letto, ma per ora doveva accontentarsi di accarezzarlo e stringersi a lui. Si sarebbe riaddormentato se non fosse stato per le ombre più scure del normale che si erano formate nella camera.

“Pitch?” Domandò, appoggiandosi a un gomito per sostenersi. La paura s’impossessò di lui quando il Re degli Incubi emerse da quelle ombre. Jack combatté l’impulso di tremare, stringendo le dita della mano destra attorno al pelo di Bunnymund. Era sul punto di svegliarlo quando Pitch si portò un dito alle labbra.

“Il poveretto è esausto, ha passato gli ultimi tre giorni a occuparsi di te. A proteggerti da me, senza dubbio. Deve aver temuto che potessi entrare qui e portarti via. Una così grande paranoia, è stato divertente nutrirsi di lui.” Spiegò Pitch, fermandosi ai piedi del letto di Jack, lanciando un’occhiata ai muri dipinti per poi concentrare nuovamente la sua attenzione sull’altro. “Mi piace come hai sistemato la camera. Un po’ troppo luminosa per i miei gusti, ma ti rappresenta perfettamente.”

“Cos’è che vuoi?” Pretese di sapere Jack, ma la sua voce era debole a causa del tempo trascorso senza utilizzarla.

Pitch sogghignò, piegando il capo di lato. “Solo darti un consiglio amichevole. C’è un motivo per cui la paura è uno strumento così potente. Essa protegge. Impedisce a qualche bambino sconsiderato di giocare con dei fiammiferi e scatenare un incendio e a uno Spirito dell’Inverno di gettarsi dentro una casa in fiamme senza neanche un piano d’azione.”

Jack era senza parole. Questa era una ramanzina che si sarebbe aspettato da Nord o da Bunnymund, non certo da Pitch. “Stavo soltanto cercando di aiutare.”

“La prossima volta pensa prima di agire.” Disse Pitch con cattiveria, i suoi occhi d’ambra lo guardarono minacciosi. “A meno che tu non voglia che io mi nutra degli incubi che la tua dipartita procurerebbe ai tuoi amici. Per quanto piacevole, non durerebbe per sempre e preferirei avere una fonte di cibo costante.” Jack non capì e rimase a fissare Pitch senza dire niente. “Sogni d’oro, Jack.” E proprio come era arrivato, il Re degli Incubi sparì e Jack rimase a farsi domande su quanto aveva appena detto mentre si stringeva un po’ di più a Bunnymund.


 

  
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