Fanfic su attori > Johnny Depp
Segui la storia  |       
Autore: Princess of Dark    18/04/2013    10 recensioni
Incontrare Johnny Depp è il sogno di tutte noi donne, o almeno era il sogno di Denise.
E lei credeva di stare veramente sognando quando lo incontrò.
Denise ha un lavoro noioso, una migliore amica un po' pazzerella, una vocina maligna nel suo cervello, un "fidanzato" e un sogno nel cassetto. Johnny sarà lì per renderlo vero.
ATTENZIONE:Johnny Depp dovrebbe essere illegale, ma visto che non lo è, va preso come minimo preso a piccole dosi. E' veramente rischioso per la vostra salute una meraviglia così!
Se anche voi lo amate, questa è la ff giusta per voi...aspetto le vostre recensioni!!
Booktrailer: https://www.youtube.com/watch?v=rLHOJc3yhPM
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Note dell'autrice: Ragazze, preparate i fazzoletti!! ahahahah xD
                              No, seriamente, prendere un pacchetto di fazzoletti e mettetevelo vicino.




Image and video hosting by TinyPic
Aprii gli occhi quando mi accorsi che nel letto accanto a me non c’era nessuno. Li strabuzzai, cercando di distinguere l’immagine di Denise nel buio. L’orologio segnava le due e un quarto: era ancora notte fonda. Alle mie orecchie arrivava uno strano suono, simile ad un sussurro cantato. Mi alzai, facendo attenzione a non far rumore, e andai in cucina dove avevo visto la luce accesa.
Facendo in modo che Denise non si accorgesse della mia presenza, osservai il profilo del suo viso stanco e pallido, incorniciato dai capelli più arruffati del solito che le ricadevano disordinatamente sulle spalle. Muoveva le labbra lentamente, cantando qualcosa così a bassa voce da sembrare una perfetta ninnananna e, con un seno scoperto, allattava il piccolo Willy che se ne stava beato tra le braccia calde di sua madre.
Avrei voluto avere un telecomando, mettere pausa, sedermi comodamente e osservare la scena per tutto il tempo che mi sarebbe servito ad abituarmi all’idea che Denise era diventata un’altra persona: essere diventata madre l’aveva cambiata di sicuro, avevo visto in lei quel cambiamento di maturità che non desideravo facesse anche lei perché mi piaceva così com’era. Ma, con quella sua maturità di mamma, era ancora più dannatamente mia. Ed io volevo sposarla.
Alzò di scattò la testa e, a giudicare dall’espressione che fece, le avevo messo paura.
«Oh dio, Johnny, non mi comparire mai più così all’improvviso!», sussurrò, sospirando mentre si poggiava una mano sul cuore. Sorrisi, avvicinandomi a lei.
«In realtà ero qui da molto»
«Oh, non me n’ero accorta», si limitò a dire, tornando con il capo chino sul suo bambino. E ci credo, come poteva accorgersene, presa com’era dal piccoletto? Quasi ero geloso di quella cosetta grande poco più di una mia pantofola che aveva portato via l’attenzione e il sonno di Denise, e io ero diventato solamente un dettaglio della sua giornata.
«Perché non torni a letto? È prestissimo», disse infine, ricordando di nuovo che ero davanti a lei. Feci spallucce, accostandomi a William e sfiorandogli la guancia rosea.
«Ti sta rubando sonno e fantasia questo qui, eh?», scherzai, passando poi ad accarezzare lei. «Ti aspetto di là», aggiunsi, vedendola annuire. Non ero sicuro che sarei riuscito veramente ad aspettarla senza addormentarmi, ma mi misi comunque al letto e chiusi gli occhi.
Sentii Willy piangere e quel suono mi risuonò ormai familiare alle orecchie: sembravano secoli che non si riusciva più a dormire beatamente. Denise, accanto a me, mugugnò qualcosa e si rigirò nel letto, stringendosi al mio petto, e allora capii che non avevo solamente chiuso gli occhi ma erano passate probabilmente delle ore. Tre con precisione, una volta visto l’orologio segnare le cinque e mezza. Denise sbuffò e la sentii muoversi di scatto come un cane che corre al fischio del suo padrone.
«No. Dormi pure, vado io», dissi, mettendole un braccio sul fianco per evitare che scendesse dal letto. Mi guardò titubante nell’oscurità.
«Sicuro che…»
«Torna a dormire», le sussurrai, sorridendo anche se non poteva vedermi.
«Accetto solo perché sono sfinita», sospirò, sprofondando di nuovo nel cuscino. Sapevo però che non si sarebbe data pace fino a quando non avrebbe sentito Willy smettere di piangere, quindi mi affrettai a prendere il piccoletto tra le braccia.
«Sssh, perché non facciamo riposare un po’ la mamma?», sussurrai, portandomelo al petto e iniziando a dondolarlo. Willy sembrò mugolare qualcosa, prima di fare silenzio. Allora mi sedetti sul divano e iniziai a sussurrargli una vecchia ninnananna in francese che cantavo sempre a Jack, quando aveva l’età di William.

Image and video hosting by TinyPic

Li trovai entrambi sul divano, accoccolati e stretti come un koala al suo albero. Mi scappò un sorriso e, facendo attenzione a non far rumore, iniziai a fare il caffè senza staccare lo sguardo dai miei due tesori. Forse ultimamente avevo un po’ trascurato Johnny, me ne rendevo conto, e lui faceva sempre tantissimo per me senza farmelo pesare e semplicemente a volte lo faceva anche segretamente per non farmelo notare. Era il tipo di persona che voleva aiutarti per stare bene prima di tutto con se stesso.
«Buongiorno», sorrisi, quando iniziò a guardarmi perplesso, ancora mezzo addormentato sul divano. Lui sbadigliò e si accorse di avere William sullo stomaco. Gli sorrise, prendendolo tra le braccia e adagiandolo sul divano al suo posto.
«Dio, mi sento uno straccio», bofonchiò, stiracchiandosi e passandosi una mano sul collo che muoveva a destra e sinistra con una smorfia di dolore.
«Scusami, se me ne fossi accorta che ti eri addormentato qui sopra ti avrei svegliato per farti tornare al letto», dissi, assaggiando se il caffè fosse abbastanza zuccherato.
«Uhm… tanto ultimamente la mia presenza a letto non conta più», farfugliò con tono scherzoso, anche se sapevo che diceva la verità. Sospirai, asciugandomi le mani e mettendomi di fronte a lui, intento a infilarsi la maglia del pigiama.
«Lo so che in questi giorni ti ho trascurato e sono così dispiaciuta del fatto che la sera non troviamo mai un po’ di tempo per una chiacchierata perché subito crollo e-»
«Scherzi?», tagliò corto lui con aria stranita, venendomi vicino. «Non c’è bisogno che mi dimostri che mi ami: lo so e basta»
«Sì, ma a volte le persone hanno bisogno di sentirselo dire, di avere dimostrazioni d’amore»
«Mi dimostri tutto l’amore di questo mondo, Denise! E poi, quello che stai facendo lo fai per Willy: lui è la più grande dimostrazione d’amore che avessi potuto farmi», mi sussurrò, baciandomi la punta del naso.
«Stasera. Voglio una serata tutta per noi: prometto che non mi addormento», sorrisi maliziosa.
«Uhm», sospirò lui, chiudendo gli occhi e giocando a sfiorarmi le labbra. «Mi assicurerò che tu mantenga la parola». Willy iniziò a piangere e Johnny si staccò da me, alzando gli occhi al cielo.
«Buongiorno, piccolo guastafeste!», esclamò lui, prendendo il piccoletto e stringendolo tra le braccia.
 
L’orologio segnava le 23.10 e Willy finalmente si era addormentato, sentivo dalla camera da letto i suoni della tv che aveva acceso Johnny ed io avevo appena finito di fare una doccia. Non avevo indossato il solito pigiamone rosa anti-stupro che voleva stare a significare “Johnny, stanotte stammi alla larga e lasciami dormire in pace perché sono stanca morta”, in realtà, avevo addosso ancora l’accappatoio.
Entrai silenziosamente nella stanza e Johnny, con gli occhi fissi sulla tv, non mi sentì entrare. Gli misi le mani davanti agli occhi, facendolo sobbalzare e mettendomi dietro alla sua schiena.
Risi e le sue mani si poggiarono sulle mie.
«Indovina chi sono?», sussurrai al suo orecchio divertita.
«Mmh… vediamo… la tipa con il pigiamone rosa confetto e un paio di borse come valige sotto agli occhi?», scherzò ed io risi ancora.
«Sbagliato»
«Allora…», accennò, poggiando le mani sulla mia caviglia e facendole risalire lungo la mia coscia nuda. «Mmh… niente pigiamone», constatò scherzoso, continuando maliziosamente a sfiorarmi fino al arrivare al mio fianco,
«Niente pigiamone», ripetei io soddisfatta.
«Eri carina anche in versione coniglietto pasquale», bofonchiò lui, «ma, sì, ti preferisco così», aggiunse, girandosi di scatto verso di me e scoprendosi gli occhi. Risi quando si precipitò su di me e cercò le mie labbra avidamente ed io strinsi le gambe attorno al suo bacino, passandogli le mani sotto il tessuto del suo pigiama. Con furia afferrai i lembi del pezzo di sopra e lo scaraventai nella parte opposta della camera, sospirando con un bel sorriso stampato in viso. Mi baciò il collo e mi accarezzò, mentre con l’altra mano stava sciogliendo il laccio che teneva fermo l’accappatoio.
Strinsi il mio corpo nudo contro il suo, desiderando il contatto con la sua pelle e lo vidi sorridere. Ormai mi ero abituata a lui, non ero più imbarazzata se mi vedeva nuda anche quando non facevamo l’amore: Johnny conosceva bene ogni centimetro del mio corpo almeno quanto conoscevo bene io il suo.
Mi piacevano così tanto quei momenti in cui nessuno diceva più una parola e si sentivano solamente i nostri sospiri, quei momenti così perfetti che nessuno poteva rovinare.
Finì di spogliarsi, prima di afferrarmi saldamente per i fianchi e entrare in me per farmi di nuovo sua. Gemetti, affondando nell’incavo della sua spalla e stringendomi di più a lui.
Ci amammo come soltanto in quei momenti due persone possono amarsi, possono essere consapevoli di quanto l’uno non possa fare a meno dell’altro.
Pochi minuti dopo, rotolò sul fianco e mi permise di poggiarmi sul suo petto bollente. La sua mano prese ad accarezzarmi i capelli con dolcezza.
«Dovresti promettere più spesso»
«Ora però ti dispiace se metto il pigiamone rosa?», mormorai e lui scoppiò a ridere, baciandomi la spalla.
«Non ti serve. Ti riscaldo io».
 
Cinque anni dopo…

«Rieccoci a casa!», esclamò Johnny ad alta voce, richiudendo la porta d’ingresso alle sue spalle. Alzai lo sguardo dall’insalata che stavo lavando e lo guardai entrare assieme a Willy che tutto impolverato mi veniva incontro e stava per appiccicare le sue manacce sporche contro il tavolo che avevo lucidato solo mezz’ora fa.
«Marylin, ti devo lasciare, a dopo!», affrettai a dire, chiudendo con un gesto il telefonino che tenevo tra l’orecchio e la spalla. «Aaah! Togli subito le manacce!», esclamai scherzosa, puntandogli contro il mestolo. William scattò, ritirandosi le mani e portandosele dietro la schiena. Mi guardò con i suoi occhietti scuri ed innocenti, identici a quelli di Joh.
«Fila a fare la doccia, è quasi pronto»
«Ma sono pulito!»
«Sì, brillante come un diamante», bofonchiai sarcastica. «Vai», aggiunsi ridendo. Lui sbuffò, girando i tacchi per andare verso il bagno, poi si fermò di colpo e si voltò di nuovo verso di me.
«Mamma! Lo sai che ho battuto due volte Jack Sparrow?», sorrise vittorioso.
«Ah si?»
«Capitan Jack Sparrow», borbottò Johnny, poggiando il giubbotto sullo schienale della poltrona e venendomi incontro per salutarmi con un bacio. Vidi con la coda dell’occhio Willy che si copriva gli occhi con le mani.
«Che schifo! Vi baciate sempre!», borbottò.
«Senti questo monello…», accennò Johnny, afferrandolo per la vita e iniziando a fargli il solletico. Willy urlò, iniziando a dimenarsi come un matto.
«Johnny! Le scarpe sono piene di… terreno», finii una frase in un sussurro, perché lui l’aveva già sollevato in aria e combinato un macello ed ora stava rincorrendo suo figlio per tutta la casa, spargendo il terreno dappertutto.
Ecco cosa succede, Denise, a mandare tuo marito e tuo figlio al parco giochi!
Alcuni minuti dopo, quando misi la cena in tavola, andai a chiamarli in giardino.
Li trovai seduti vicino sul gradino che portava all’interno della casa, chinati entrambi su una chitarra che Johnny teneva tra le mani. Era la scena che avevo sempre sognato, quella che tanto tempo fa credevo non potesse mai realizzarsi ed ora stava accadendo dinanzi a me: un brivido mi percorse la schiena e quasi ebbi paura di quella bellissima sensazione che mi attraversava, la sensazione di essere felice.
«No, non così», aveva mormorato Johnny dopo l’ennesima nota stonata di William. Gli prese una mano e la poggiò su una delle corde. «Prova con questa», aggiunse con dolcezza, facendogli pizzicare la corda.
«Questa è venuta bene! Mamma, è venuta bene!», esclamò, voltandosi per corrermi incontro e accorgendosi che ero già lì. Risi, prendendolo tra le mie braccia.
«Sei stato bravissimo»
«Il piccoletto ci sa fare», aggiunse Johnny sorridente, alzandosi con in mano la chitarra.
«Se è per questo, ha preso tutto da te», farfugliai io, fingendomi imbronciata.
«Eh no, ha preso anche da te, carina», accennò, mostrandomi la sua maglia grigia con delle chiazze blu. «Tuo figlio mi ha di nuovo sporcato con i pennarelli, è un pasticcione proprio come te!», sottolineò, urlando più forte per farsi sentire. Io, mentre entravo in casa, risi senza voltarmi.
«Numero uno: sono io che ti lavo le magliette! Numero due: la mogliettina pasticciona prepara da mangiare e potrebbe decidere di farti rimanere digiuno stasera!», minacciai scherzosa, esortando Willy a prendere posto a tavola.
«La mamma ha ragione», obiettò Willy facendo penzolare le gambe dalla grossa sedia, osservando Johnny sedersi di fronte a lui.
«Grazie, Willy, tutti alleati contro di me, eh?», sorrise Johnny. Mi sedetti anche io a tavola.
«Lo dice solo perché non vuole rimanere senza cena», risi e finimmo di cenare, parlando del film per il quale Tim ci stava tormentando.
Sì, quello del fantasma innamorato e roba simile…
Sì, quello che era stato interrotto perché Johnny ed io ci eravamo lasciati…
Sì, quello che era stato nuovamente interrotto per la nascita di Willy.
Ora però Tim non voleva più sentir ragioni: voleva assolutamente “girare questo cazzo di film in cantiere già da troppo”, secondo queste sue testuali parole.
«Uhm, e quindi quando iniziamo?», sorrisi entusiasta. La mia carriera lavorativa era iniziata e finita con quell’unico film a cura di Robert: erano accadute parecchie cose e l’essere ancora con Johnny non mi aveva fatto perdere popolarità, ma… se doveva essere il mio lavoro, almeno volevo farlo! Volevo provare di nuovo la gratificante sensazione di sentirmi elogiare per la splendida parte che avevo recitato.
«Sono riuscito a posticiparlo solamente di quindici giorni: il tempo che ci occorre prima di ritornare»
«Dove dovete andare?», intervenne Willy interrompendo suo padre, guardandoci con il volto stanco e assonnato.
«Dovrai restare per un po’ con nonna Emily, tesoro», sorrisi io, alzandomi per andargli incontro. «Su, fila a letto che veniamo subito a darti la buona notte», aggiunsi sorridendo, baciandogli una guancia.
«Con nonna Emily? E perché?», borbottò, prima di sfoggiare un enorme sorriso che nascondeva tutto l’entusiasmo possibile (ecco cosa succede a riempire i bambini di caramelle e troppe coccole!!). Johnny si alzò e ci venne vicino.
«Perché io e tua madre abbiamo una luna di miele in sospeso», sussurrò lui, aspettando che andasse via nella sua camera per afferrarmi per un braccio, stringermi a sé e baciarmi.
Ci eravamo sposati qualche mese dopo la nascita di Willy ma avevamo dovuto rimandare all’infinito la nostra luna di miele perché William era troppo piccolo per essere lasciato solo. Ora che aveva l’età giusta per restare solo con la nonna, potevamo finalmente concederci una settimana romantica prima di ricominciare la nostra frenetica vita tra lavoro, feste, lezioni di chitarra, interviste e paparazzi.
«Mi vuoi dire una buona volta dove andiamo?», risi io, staccandomi leggermente da lui e guardandolo negli occhi, ancora con le mani attorno al suo collo.
«Assolutamente no», sussurrò lui. «È una sorpresa», aggiunse, tornando sulle mie labbra.
Era la cosa che più mi piaceva di Johnny, il sapermi sorprendere sempre e comunque.

Quando mi disse “ti amo” per la prima volta non riuscii a rispondergli, a dirgli “ti amo anch’io”: l’emozione era talmente intensa, il cuore mi batteva così forte che anche se volevo urlarglielo non ci riuscivo.
E da quel momento capii che lo amavo davvero.
Le parole più belle, quelle più sincere, sono quelle che ti muoiono in gola, che fanno fatica ad uscire fuori da bocca.
Ed ancora oggi, a distanza di anni, lo guardo e a volte non riesco a dirglielo.
Ma ormai lui mi conosce così bene che gli basta guardarmi per dirmi “ti amo anch’io”.

**Fine**




Avevo detto che ci sarebbe stato l'epilogo, ma ho preferito non dilungarmi così tanto v.v
Tutto è iniziato il 23-04-2012, quel pomeriggio che mi venne la pazza idea di buttarmi anche io nella scrittura del mio attore preferito. Fissavo la pagina bianca di word, avevo le idee confuse, non sapevo cosa avrei scritto e se avrei continuato a farlo, ma soprattutto non sapevo che mi avrebbe donato così tanta felicità.
Oggi invece è il 18-04-2013, mancano 5 giorni ad un anno: sono passati già 360 giorni eppure mi sembra ieri quando entusiasta avevo ricevuto la mia prima recensione. quella di FIREFREEDOM  con precisione....
e poi tutto è venuto così naturale: era diventata una droga, un abitudine, un luogo in cui potermi rifugiare, il momento in cui mettevo da parte tutte le mie preoccupazioni e scrivevo, scrivevo, scrivevo. Pensate quello che volete -e magari penserete anche che è una cosa stupida- ma è difficile per me ora accettare il fatto che sia finito.
Lo so, dovrei essere felice, e credetemi lo sono perché finalmente sono riuscita a portare a termire il mio lavoro! Però vi confesso che mi mancherà non scrivere più di Denise, Johnny e tutti gli altri con il pensiero di "dover aggiornare".
E' stato davvero bello, questa storia segna tutto il mio amore per questo grand'uomo di Johnny e sono felice che anche voi abbiate apprezzato Johnny (ho conosciuto alcune che hanno iniziato ad amare Depp grazie a questa storia xD) e soprattutto abbiate apprezzato questa storia, abbiate apprezzato ME.
Quindi, per l'ultima volta, voglio ringraziare tutte voi, una ad una dovete sentirvi essere chiamate tutte in causa: chi ha letto i primi capitoli e poi mi ha abbandonato (?), chi è arrivata alla fine e si è data da fare per recuperare quelli già pubblicati da tempo, chi invece pazientemente mi ha ascoltato e consigliato, chi mi ha seguito dal primo all'ultimo capitolo e li ha recensiti tutti e 30, chi l'ha inserita tra le preferite e, perché no, anche i lettori anonimi che mi hanno comunque dato il loro sostegno con telepatia (?) xD
E' soltanto grazie a voi che sono arrivata fin qui, quindi veramente GRAZIE col cuore, mi avete veramente reso orgogliosa del mio "lavoro"!

Beh, come dice il titolo del mio ultimo capitolo, la fine di un racconto non coincide con la fine di un amore! Quindi non escludo che potrebbe venirmi la nostalgia e potrei pubblicare qualche oneshot su di loro o, perché no, un'altra storia di quaranta capitoli!! xD
Nel frattempo, mi prenderò una pausa (che poi tanto pausa non è perché ho aperto tante storie -.-) e...ah, quasi dimenticavo! Spero di non avervi deluse avendo saltato la parte del matrimonio: se non l'avete capito io odio descrivere i matrimoni xD quindi, in assoluta sincerità, ho preferito saltare. però sto lavorando forse ad una songfic sul loro matirmonio sulle note della canzone di Nesli che si intitola "ti sposerò": se non la conoscete andatela a sentire!! e ovviamente pensate a Den e Joh u.u
Un affettuoso bacione,
Princess .*

Image and video hosting by TinyPic

P.S u.u se sentite la mia mancanza ("ma chi ti pensa?!" direte voi, ma fa niente u.u) potete comunque seguire la storia che sto scrivendo su Johnny: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1572113&i=1
e quella a quattro mani con la mia Aishia: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1553470&i=1
Se avete voglia di farvi quattro risate, leggete i sogni assurdi che ho fatto su Johnny e che ho (ovviamente) pubblicato qui: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1186338&i=1
e, se vi piace Jack Sparrow, il mio capolavoro sui Pirati dei Caraibi: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1204657&i=1
Lo so, si chiama pubblicità, ma faremo finta di nulla u.u <3



  
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Johnny Depp / Vai alla pagina dell'autore: Princess of Dark