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Autore: Sunshine_Sephirah    13/11/2007    1 recensioni
Due anni sono passati dalla fine della storia. Il salvatore, che aveva portato la speranza da dove non ci si aspettava che giungesse, è ormai una figura distante e leggendaria. Lì, dove si credeva sarebbe sorto un mondo dove tutti avrebbero avuto la possibilità di essere felici, restano solo macerie, sempre le stesse. Dopo due anni, la speranza ha abbandonato anche il popolo di Dio. ma nelle nebbie di un inverno più freddo degli altri, c'è chi conserva la prospettiva di libertà e il desiderio di giustizia. Rasiel, generale dell'Anima Mundi, si ritrova a dover gestire un gruppo di ribelli I-child che ha fondato una resistenza militare, comandato da Azael, l'angelo cremisi. Insieme e mai d'accordo, Rasiel ed Azael inseguiranno ideali sbiaditi, mentre attorno a loro turbina il vento di un'altra guerra del popolo celeste
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Storia scritta a due mani, con l'unica pretesa di diventare una long-fic; il rating è giallo per via di un linguaggio a volte volgare e qualche colpo di pistola. Leggete e recensite, grazie. N.B.: Il campo dei personaggi è obbligatorio, ma non c'erano le opzioni -un po' tutti- e -nuovo personaggio-, quindi ci ho infilato Dio che è onnipresente, sicura di non sbagliare ^^ in realtà COMPAIONO QUASI TUTTI I VECCHI AMICI E PARECCHIE FACCE NUOVE
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il Signore vide  che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni disegno concepito dal loro cuore non era altro che male.

                                           Bibbia - Genesi 6.5

CAPITOLO 2:

Quando le porte di vetro si aprirono automaticamente Rasiel fu travolto dal frastuono del Quartier Generale, il rumore dei passi ed il frusciare delle scartoffie, del metallo delle armi, il vociare della gente in divisa che correva per i corridoi.
Rasiel respirò a pieni polmoni l'aria di casa sua. Finalmente la guardia del corpo si allontanò ed il ragazzo si diresse verso quello che gli piaceva considerare il suo ufficio. Quando fu nei pressi della piccola stanza a vetri
 un uomo piuttosto basso e con i capelli scuri lo chiamò dall'altra parte del corridoio.  Rasiel gli si avvicinò e dopo un saluto quello prese a parlare a raffica:
"E' incredibile, incredibile! Oggi si sono presentate in totale altre dieci reclute, e tutte appartenenti alle gerarchie superiori! Tranne una ragazza, là, una bassina... una virtù che non è un granché. Ci sono anche alcune vecchie conoscenze di Zafkiel! Siamo pieni di soldati, non ne abbiamo mai avuti tanti!"
Rasiel decise di essere troppo stanco per stare dietro a quell'uomo, e lo liquidò con poche parole frettolose. Finalmente raggiunse il suo ufficio e dopo essersi guardato intorno circospetto poggiò i piedi sul tavolo con un bel tonfo.
Il QG dell'Anima Mundi
 era una struttura molto grande situata nel sottosuolo del Briah, uno dei Cieli superiori, fornita di strumenti tecnologici di alto livello e completamente schermata, virtualmente impossibile da trovare. Costruirla era costato un numero con parecchi zeri. Era l'unica struttura di terra che l'Anima Mundi avesse, tutte le altre erano unità aeree. Tutti questi soldi venivano sia da un'inaspettata eredità segreta di Zafkiel, sia da alcuni membri dell'organizzazione che avevano generosamente deciso di contribuire non con le armi ma con un assegno. Davvero tutti. Forse lo stesso capo dei Troni non lo avrebbe sperato, ma l'Anima Mundi si era ingigantita negli ultimi due anni. Alcuni attribuivano questo successo all'abilità di Rasiel come generale, ma lui preferiva pensare che fosse dovuto allo spirito di solidarietà che regnava all'interno dell'organizzazione.
Perso nelle sue riflessioni, Rasiel aveva dimenticato di appuntarsi da qualche parte che avrebbe di nuovo incontrato Azael tra due giorni, così si sporse verso un minuscolo calendario e notò dei fogli sulla scrivania. Li prese in mano. Dicevano che servivano due supervisori che tenessero il corso per le nuove reclute, qualcuno che insegnasse loro come combattere, come difendersi. Rasiel rimase in contemplazione di quei documenti, domandandosi quanto fosse giusto andare a predicare la pace e poi addestrare nel sottosuolo una schiera di soldati. Firmò frettolosamente, accorgendosi troppo tardi di averlo fatto nello spazio sbagliato e lanciando un'imprecazione. Poi abbandonò di nuovo quei fogli sulla scrivania, facendo mente locale per cercare due persone a cui affidare il compito di addestrare le nuove reclute. C'erano diversi angeli esperti nell'uso delle armi, ma per qualche motivo sentiva che nessuno di questi dovesse occupare quel posto.
Ad un tratto entrò nella stanza, senza bussare, l'uomo basso e moro di poco prima, che non diede tempo a Rasiel di cacciarlo fuori lanciandosi in un flusso di parole dette troppo velocemente per essere comprensibili.
"No, aspetta" disse Rasiel puntando i gomiti sul tavolo.
 "Non ho capito niente. Ripeti"
"Sono morte altre due persone, sempre di quella malattia misteriosa!"
"Cosa?!" il ragazzo cercò di nascondere la nota di preoccupazione nella sua voce, invano.
"Sì, sì, sì! Stessa storia: si ammalano, cominciano a tossire, le ali vanno in cancrena e poi si staccano. Uguale anche per questi. stessa cosa, stessa cosa"
Dopo la pausa teatrale dell'uomo, il generale non trovò nulla da dire che valesse la pena di essere detto. Si limitò a ritrarsi nella propria sedia ed intrecciare le dita.
"Qualcos'altro?"
"Abbiamo fatto portare i corpi ai nostri medici, così forse riusciamo a capirci qualcosa"
"E come avete fatto?"
L'uomo fece spalluce. "Un paio di telefonate. Erano dell'Anima Mundi"
Rasiel sentì un groppo alla gola.
"Chi erano?"
"Non credo che li conoscesse, signore. Erano abbastanza recenti, uno aveva un nome tutto strano, con tante acca in mezzo. Dell'altro non me lo hanno detto, ma aveva il viso sfigurato per metà da una vecchia cicatrice"
Il ragazzo si rilassò, per quanto ci si possa rilassare alla notizia dell'ennesimo decesso, consolato dal fatto che non fossero almeno sue conoscenze.
"Vuole che faccia qualcosa?"
Rasiel lo congedò con un gesto nervoso. "No, non c'è niente da fare. Vai, per favore"
Così rimase solo, in quella piccola stanza a vetri, con le dita intrecciate sul ventre.
 
"Due", pensò, "che numero ridicolo. Nulla in confronto alle migliaia che sono morti negli ultimi due anni."
"Due vite", sussurrò, "due vite".
Socchiuse gli occhi e si lasciò scivolare sulla sedia.
La sua mente vagò attraverso gli avvenimenti degli ultimi anni, tutto appariva nebuloso e confuso. Si massaggiò le tempie, gli sembrava quasi di aver vissuto la vita di qualcun'altro:
"Prima c'era Zafkiel e c'era Sevoftarta e Metatron e...poi?"
Cosa era successo dopo? Disordine, sangue e conflitti.
E quel serafino? Come si chiamava quel serafino dalla voce calma e dall'aria arrogante? Attraverso quali assurde bugie era stato eletto capo degli angeli del paradiso? Perchè era stato ucciso dopo soli due mesi? E il suo volto? Com'era fatto il suo volto? Quanti volti, quante voci, quante menzogne si sono succedute su quel trono insanguinato fino ad ora? Quanti eroi hanno combattuto per il potere? Quanti ciarlatani?
Rasiel si prese la testa fra le mani sforzandosi di riflettere.
Si chiamava Ammiel, sì, quello era il suo nome. Ed era bello. Aveva promesso la pace e aveva trovato la morte.
"E poi? Perchè non ho altri ricordi distinti?"
Poi c'era il morbo, certo, migliaia di vittime. Milioni di migliaia.
Rasiel ricordava i fatti, le notizie i numeri.
Solo nomi, volti confusi e morte.
La morte.
La morte era stata la sua fedele compagna durante questi due anni.
Al suo fianco, nel suo cuore.
Automaticamente il suo pensiero andò a Zafkiel.
"Non se lo sarebbe mai immaginato, lui, che le cose sarebbero andate a finire in questo modo."
Si lasciò scivolare ancora più pesantemente sulla sedia, la testa ancora invasa da mille pensieri, gli occhi piene di lacrime.
"Sto piangendo", pensò, ma non si mosse.
Lasciò che il pianto lavasse via il dolore e la confusione e che le lacrime cullassero il suo sonno.

***
L'esplosione fu brutale ed improvvisa.
Schegge di quello che un tempo doveva essere un cornicione accompagnarono una pioggia di calcinacci.
Il palazzo scivolò dolcemente su un fianco con il fragore di un tuono.
In quell' inferno di fiamme comparvero due figure, distorte dal fuoco e rese confuse dal denso fumo nero.
"E dalla mano dell'angelo il fumo degli aromi salì, con la preghiera dei santi, davanti a Dio. E ne vennero tuoni e lampi e voci e terremoti*"
"Nascondeteci dalla faccia di colui che è assiso sul trono e dall'ira dell'Agnello, perchè è venuto il gran giorno della loro ira, e chi potrà sostenersi*?"
Detto questo le due figure voltarono le spalle all'edificio in fiamme e si incamminarono lungo un vicolo oscuro.

* La Bibbia, Libro Dell’Apocalisse

  
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