Il Signore vide che la
malvagità degli uomini era grande sulla
terra e che ogni disegno concepito dal loro cuore non era altro che
male.
Bibbia
- Genesi 6.5
CAPITOLO 2:
Quando le porte di vetro si aprirono automaticamente Rasiel fu travolto
dal
frastuono del Quartier Generale, il rumore dei passi ed il frusciare
delle
scartoffie, del metallo delle armi, il vociare della gente in divisa
che
correva per i corridoi.
Rasiel respirò a pieni polmoni l'aria di casa sua.
Finalmente la guardia del
corpo si allontanò ed il ragazzo si diresse verso quello che
gli piaceva
considerare il suo ufficio. Quando fu nei pressi della piccola stanza a
vetri un uomo
piuttosto basso e con i capelli scuri lo chiamò dall'altra
parte del corridoio. Rasiel gli
si avvicinò e dopo un
saluto quello prese a parlare a raffica:
"E' incredibile, incredibile! Oggi si sono presentate in totale altre
dieci reclute, e tutte appartenenti alle gerarchie superiori! Tranne
una
ragazza, là, una bassina... una virtù che non
è un granché. Ci sono anche
alcune vecchie conoscenze di Zafkiel! Siamo pieni di soldati, non ne
abbiamo
mai avuti tanti!"
Rasiel decise di essere troppo stanco per stare dietro a quell'uomo, e
lo
liquidò con poche parole frettolose. Finalmente raggiunse il
suo ufficio e dopo
essersi guardato intorno circospetto poggiò i piedi sul
tavolo con un bel
tonfo.
Il QG dell'Anima Mundi era una
struttura molto grande
situata nel sottosuolo del Briah, uno dei Cieli superiori, fornita di
strumenti
tecnologici di alto livello e completamente schermata, virtualmente
impossibile
da trovare. Costruirla era costato un numero con parecchi zeri. Era
l'unica
struttura di terra che l'Anima Mundi avesse, tutte le altre erano
unità aeree.
Tutti questi soldi venivano sia da un'inaspettata eredità
segreta di Zafkiel,
sia da alcuni membri dell'organizzazione che avevano generosamente
deciso di
contribuire non con le armi ma con un assegno. Davvero tutti. Forse lo
stesso
capo dei Troni non lo avrebbe sperato, ma l'Anima Mundi si era
ingigantita
negli ultimi due anni. Alcuni attribuivano questo successo
all'abilità di
Rasiel come generale, ma lui preferiva pensare che fosse dovuto allo
spirito di
solidarietà che regnava all'interno dell'organizzazione.
Perso nelle sue riflessioni, Rasiel aveva dimenticato di appuntarsi da
qualche
parte che avrebbe di nuovo incontrato Azael tra due giorni,
così si sporse
verso un minuscolo calendario e notò dei fogli sulla
scrivania. Li prese in
mano. Dicevano che servivano due supervisori che tenessero il corso per
le
nuove reclute, qualcuno che insegnasse loro come combattere, come
difendersi.
Rasiel rimase in contemplazione di quei documenti, domandandosi quanto
fosse
giusto andare a predicare la pace e poi addestrare nel sottosuolo una
schiera
di soldati. Firmò frettolosamente, accorgendosi troppo tardi
di averlo fatto
nello spazio sbagliato e lanciando un'imprecazione. Poi
abbandonò di nuovo quei
fogli sulla scrivania, facendo mente locale per cercare due persone a
cui affidare
il compito di addestrare le nuove reclute. C'erano diversi angeli
esperti
nell'uso delle armi, ma per qualche motivo sentiva che nessuno di
questi
dovesse occupare quel posto.
Ad un tratto entrò nella stanza, senza bussare, l'uomo basso
e moro di poco prima,
che non diede tempo a Rasiel di cacciarlo fuori lanciandosi in un
flusso di
parole dette troppo velocemente per essere comprensibili.
"No, aspetta" disse Rasiel puntando i gomiti sul tavolo. "Non ho
capito niente. Ripeti"
"Sono morte altre due persone, sempre di quella malattia misteriosa!"
"Cosa?!" il ragazzo cercò di nascondere la nota di
preoccupazione
nella sua voce, invano.
"Sì, sì, sì! Stessa storia: si
ammalano, cominciano a tossire, le ali
vanno in cancrena e poi si staccano. Uguale anche per questi. stessa
cosa,
stessa cosa"
Dopo la pausa teatrale dell'uomo, il generale non trovò
nulla da dire che
valesse la pena di essere detto. Si limitò a ritrarsi nella
propria sedia ed
intrecciare le dita.
"Qualcos'altro?"
"Abbiamo fatto portare i corpi ai nostri medici, così forse
riusciamo a
capirci qualcosa"
"E come avete fatto?"
L'uomo fece spalluce. "Un paio di telefonate. Erano dell'Anima Mundi"
Rasiel sentì un groppo alla gola.
"Chi erano?"
"Non credo che li conoscesse, signore. Erano abbastanza recenti, uno
aveva
un nome tutto strano, con tante acca in mezzo. Dell'altro non me lo
hanno
detto, ma aveva il viso sfigurato per metà da una vecchia
cicatrice"
Il ragazzo si rilassò, per quanto ci si possa rilassare alla
notizia
dell'ennesimo decesso, consolato dal fatto che non fossero almeno sue
conoscenze.
"Vuole che faccia qualcosa?"
Rasiel lo congedò con un gesto nervoso. "No, non
c'è niente da fare. Vai,
per favore"
Così rimase solo, in quella piccola stanza a vetri, con le
dita intrecciate sul
ventre.
"Due", pensò, "che numero ridicolo. Nulla in confronto alle
migliaia che sono morti negli ultimi due anni."
"Due vite", sussurrò, "due vite".
Socchiuse gli occhi e si lasciò scivolare sulla sedia.
La sua mente vagò attraverso gli avvenimenti degli ultimi
anni, tutto appariva
nebuloso e confuso. Si massaggiò le tempie, gli sembrava
quasi di aver vissuto
la vita di qualcun'altro:
"Prima c'era Zafkiel e c'era Sevoftarta e Metatron e...poi?"
Cosa era successo dopo? Disordine, sangue e conflitti.
E quel serafino? Come si chiamava quel serafino dalla voce calma e
dall'aria
arrogante? Attraverso quali assurde bugie era stato eletto capo degli
angeli
del paradiso? Perchè era stato ucciso dopo soli due mesi? E
il suo volto?
Com'era fatto il suo volto? Quanti volti, quante voci, quante menzogne
si sono
succedute su quel trono insanguinato fino ad ora? Quanti eroi hanno
combattuto
per il potere? Quanti ciarlatani?
Rasiel si prese la testa fra le mani sforzandosi di riflettere.
Si chiamava Ammiel, sì, quello era il suo nome. Ed era
bello. Aveva promesso la
pace e aveva trovato la morte.
"E poi? Perchè non ho altri ricordi distinti?"
Poi c'era il morbo, certo, migliaia di vittime. Milioni di migliaia.
Rasiel ricordava i fatti, le notizie i numeri.
Solo nomi, volti confusi e morte.
La morte.
La morte era stata la sua fedele compagna durante questi due anni.
Al suo fianco, nel suo cuore.
Automaticamente il suo pensiero andò a Zafkiel.
"Non se lo sarebbe mai immaginato, lui, che le cose sarebbero andate a
finire in questo modo."
Si lasciò scivolare ancora più pesantemente sulla
sedia, la testa ancora invasa
da mille pensieri, gli occhi piene di lacrime.
"Sto piangendo", pensò, ma non si mosse.
Lasciò che il pianto lavasse via il dolore e la confusione e
che le lacrime
cullassero il suo sonno.
***
L'esplosione fu brutale ed improvvisa.
Schegge di quello che un tempo doveva essere un cornicione
accompagnarono una
pioggia di calcinacci.
Il palazzo scivolò dolcemente su un fianco con il fragore di
un tuono.
In quell' inferno di fiamme comparvero due figure, distorte dal fuoco e
rese
confuse dal denso fumo nero.
"E dalla mano dell'angelo il fumo degli aromi salì,
con la preghiera
dei santi, davanti a Dio. E ne vennero tuoni e lampi e voci e terremoti*"
"Nascondeteci dalla faccia di colui che è assiso
sul trono e dall'ira
dell'Agnello, perchè è venuto il gran giorno
della loro ira, e chi potrà
sostenersi*?"
Detto questo le due figure voltarono le spalle all'edificio in fiamme e
si
incamminarono lungo un vicolo oscuro.
*