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Autore: wdolcemurty    14/11/2007    3 recensioni
"Ero innamorata allo stesso modo sia di Eragon che di Murtagh, entrambi amavano me, entrambi erano stati con me. E l’ultima, ma non peggiore, cosa era che entrambi pensavano di stare con me."
Genere: Generale, Romantico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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CAPITOLO 6

Atterrammo nella solita radura e senza aspettare che scendesse e salutasse il suo drago mi avviai verso la città. Murtagh mi raggiunse correndo e iniziò a parlare di quello che avevamo fatto nella giornata, dei miei errori eccetera.

Io non lo stavo ad ascoltare e si vedeva perfettamente. Avevo ancora le sue parole che mi vorticavano in testa.

-Mi vuoi ascoltare?-mi disse lui piazzandosi davanti a me, quando fummo sulla soglia di casa mia.

Sbuffai irritata e cercai di entrare in casa, ma lui mi blocco stringendomi il braccio. –Adelaid cos’hai oggi? Ho fatto qualcosa che non va? Qualsiasi cosa sia ti chiedo scusa, anche se mi piacerebbe sapere per cosa- ancora quella parola.

Odiavo quando mi chiedevano scusa senza sapere il vero motivo, anzi soprattutto quando lo sapevano e facevano finta di niente.

-Oh niente di importante, almeno non per te. Meglio non dirti nulla se non sarai costretto a consolarmi di nuovo- detto questo, in tono molto gelido, gli sbattei la porta in faccia e mi chiusi dentro.

-Apri la porta! Ho detto apri!- urlava lui da dietro, io avevo delle leggere lacrime che scendevano dai miei occhi verdi.

-Adelaid, dobbiamo parlare!! Apri questa maledetta porta!-continuava lui, senza stancarsi. Io avevo iniziato a singhiozzare interrottamente per le lacrime, era da tutto il giorno che esitavo nel piangere.

Dopo un po’ non sentii più nulla e trai un sospiro di sollievo. Murtagh se n’era andato. Mi alzai da terra e mi svestii per farmi un bagno caldo e riflettere.

Ancora non capivo perché mi ero messa a piangere. Lo conoscevo da solo quattro giorni, eppure sapere che mi aveva presa in giro mi faceva stare male.

Mentre stavo andando in bagno, completamente nuda, un colpo di tosse riecheggiò nella casa. Mi voltai di scatto, come una molla, e presi la spada. Mi misi qualcosa intono al corpo e cercai la provenienza di quel suono.

Murtagh era seduto sul mio letto, lo sguardo fisso su di me in cerca di risposte.

-Co…come hai fatto ad entrare?- chiesi balbettando per lo stupore.

-Bhe non che ci voglia molto a passare per una finestra aperta- disse facendomi segno alla finestra spalancata della mia stanza. Che stupida! L’avevo lasciata aperta. Sorrise. Non capivo perché ma si ostinava a prendermi in giro, ormai sapevo benissimo che era falso. Tutto quello che aveva detto e fatto era falso.

-E adesso dimmi perché hai ascoltato la mia conversazione con Castigo- era arrabbiato, forse perché avevo violato la sua privacy. Io non risposi ma uscii dalla stanza, diretta nel bagno. Chiusi a chiave la porta e mi immersi nella vasca.

Murtagh era rimasto di la, e la porta era chiusa, quindi non ero preoccupata.

Tuffai la testa sott’acqua, ma vidi chiaramente che la porta si era aperta e il ragazzo era entrato. Mi alzai di scatto, per fortuna ero coperta da mille bollicine di schiuma.

-Esci!- gli urlai. Lui mi guardò divertito.

-E se non lo faccio? Per scacciarmi dovresti uscire dalla vasca, ma non puoi- disse ridendo.

Stavo per ribattere quando mi fermai. Mi aveva incastrata. Sospirai e iniziai a lavarmi le gambe con la spugna, fregandomene altamente della presenza del cavaliere. Lui mi guardava, ammaliato dai miei movimenti.

-Adesso vuoi dirmi perché e cosa hai sentito da farti arrabbiare?- continuava a ripetermi ma io non cedevo, perché non lo guardavo e non lo sentivo grazie ad una magia.

Murtagh se ne accorse, così disse –Ci vediamo domani- rassegnato, uscì dalla porta.

Lanciai un verso di sollievo e mi alzai, cercando un asciugamano con cui asciugarmi. L’unica presente era davvero minuscola, mi arrivava giusto all’ombellico. Imprecai e dopo aver tolto l’acqua da ogni singolo punto del mio corpo me l’avvolsi intorno alla vita.

Uscii dal bagno rilassata, anche se avevo ancora tra i miei pensieri il giovane cavaliere.

-Ce ne hai messo di tempo per uscire eh?- lanciai un gridolino, non solo per lo spavento ma anche perché avevo il seno scoperto. Pensai subito che fosse Murtagh, ma mi sbagliavo.

Era quel biondino che mi aveva picchiata nel centro della città. Quell’idiota di Murtagh doveva aver lasciato la porta aperta.

-Ancora tu, ma cosa vuoi?- dissi coprendomi il petto con le braccia. Lui si avvicinò sorridendo –ti voglio- disse prendendomi per le braccia e buttandomi sul letto.

-Sei davvero bella, ma questo lo sai già, vero?- disse mettendosi sopra di me ed iniziando a baciarmi dappertutto.

-No! La…scia…mi sta.. r…e!- cercavo di dire fra un bacio e l’altro. Più mi divincolavo, più lui mi stringeva le braccia.

Mi tolse l’asciugamano di dosso e mi osservò compiaciuto. –Sei mia- disse facendo scivolare le mani dal seno ai fianchi.

Poi fece per slacciarsi i pantaloni quando un pugno lo prese in pieno sulla faccia. Io avevo un’espressione contorta dalla paura e dallo stupore.

-Mu…Mur…tagh…- cercai di dire, ma non ci riuscii. Il cavaliere andò sul biondino e lo tempestò di pugni, finche la sua faccia non divenne tutta rossa per il sangue. Anche l’altro lo colpiva, e gli fece pure uscire un po’ di sangue dal labbro.

-E ora vattene! Non provare più a tornare qui, capito!?-gli gridò mentre il biondo scappava da casa mia.

Avevo assistito a quella scena con il cuore in gola e le lacrime che scendevano copiose dagli occhi.

-Adelaid stai bene? Cosa ti ha fatto quel bastardo?- disse andando verso di me preoccupato come non lo avevo mai visto. All’inizio rimasi ferma, cercando di non piangere più.

Però alla fine non ce la feci più e mi strinsi ancora a lui piangendo, senza preoccuparmi di non avere vestiti addosso.

-Murtagh…avevo tanta paura…io non…- dissi senza finire, perché lui mi interruppe mettendomi due dita sulle labbra.

-Shhh- mi sussurrò cullandomi.

Mi sembrava di ripetere quello che era successo la sera prima. Infatti lui stava avvicinando il suo volto al mio quando, ancora fra le lacrime dissi:

-Dimmi che questa volta non è per consolazione, ti prego- lui mi guardò sorridendo, e stava per rispondermi quando una goccia di sangue gli cadde dall’angolo della bocca e finì sulla mia.

-Ma tu sei ferito!- dissi debolmente cercando di alzarmi.- Non è niente, è solo un taglietto- disse facendo finta di niente.

Allora mi feci coraggio e mi sedetti, consapevole di essere spoglia, sulla sue gambe dandogli un leggero bacio sulle labbra, per far smettere di sanguinare il labbro.

-No- disse lui –Questa volta non è per consolazione-

E sorridendo mi baciò con più trasporto, appoggiandomi delicatamente sul letto.

Felice, gli tolsi gli indumenti sporchi di sangue e gli baciai il petto muscoloso. Lui ricambio pienamente con me.

Il suo contatto era caldo ed accogliente, diversamente da quello che prima aveva cercato di violentarmi.

Facemmo l’amore per tutta la notte, senza mai essere stanchi l’uno dell’altro.

Si, adesso ero sicura, non mi stava prendendo in giro. E sapevo perfettamente quello che provavo.

 

Grazie mille per i commenti!!!Scusate se ho tardato a postare, ma mi si era rotto il pc...

 

  
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