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Autore: Lady Rea    05/05/2013    1 recensioni
-Mai Audrey Schumann avrebbe pensato che quello non sarebbe stato un'estenuante e pericolosa spedizione di lavoro, ma bensì un viaggio più inteso, lungo e profondo.
Un viaggio legato al cuore e alle sue mille fragili crepe.-
La storia di Audrey e Percy, che non è solo amore, ma anche sofferenza, amicizia, rabbia e riflessione.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Audrey, Percy Weasley | Coppie: Audrey/Percy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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#Fa Male


[Audrey]


Faceva male.
Maledettamente male.
Sentiva chiaramente il sangue scivolare dalla sua ferita, le sue forze sgorgare dal suo corpo e posarsi fra foglie marce e pozze di fango.
Respirò a fondo prima di tentare di alzare il busto e guardarsi attorno.
Gli occhi le bruciavano, la nuca pulsava così tanto da mettere in secondo piano persino la ferita all'addome. Si girò sul fianco sano e cominciò a trascinarsi, prima lentamente e poi con sempre più velocità.
Intorno a lei vedeva solo alberi e una strada sterrata.
Si avvicinò al primo albero con difficoltà e con cautela si rimise in piedi.
Solo allora recuperò parte della sua forza e gli occhi lacrimanti smisero di bruciarle. Tenne stretta la bacchetta fra le dita insanguinate, sussurrò un veloce incantesimo per fermare l'emorragia ma sembrava non funzionare.
S'incamminò lentamente, aggrappandosi ad ogni cosa inanimate che trovava e solo quando sentì la voce profonda di Boris urlare il suo nome, si concesse un piccolo sorriso.
Era un buon segno, il segno di una vittoria.



[Percy]



Rilesse per la centesima volta il lungo fascicolo sulle attività vere o presunte di Stan Picchietto e inorridì.
Non ricordava di averlo mai visto, quel ragazzo che doveva avere più o meno la sua età ed ora stava firmando l'atto che lo avrebbe fatto rinchiudere per alcuni mesi ad Azkaban.
Cercò di ignorare il leggero tremolio della sua mano che non riusciva a posare la penna sulla pergamena. Si mangiucchiò nervosamente una parte del labbro prima di prendere la difficile decisione di andare a parlare con uno degli Auror tedeschi.
Aveva sentito parlare a lungo delle loro capacità negli interrogatori, era convinto che una mezz'ora sarebbe bastato per decidersi finalmente e firmare quei fogli e portarli a Scrimgeuor, prima che potesse in qualche modo dubitare delle sue capacità.
Scese velocemente le scale e si ritrovò poco dopo a sistemarsi la giacca e lo stemma del segretariato appeso al bavero della veste da mago. Proprio mentre stava per bussare la porta si aprì e quello che doveva essere Hannes, il meno sveglio del gruppo, lo fissò sbigottito.
-Mein Gott! Allora è vero che qui le notizie viaggiano veloci!- esclamò mentre chiudeva la porta e s'incamminava per il corridoio con passo spedito.
-Cosa … Cosa stai dicendo?-
A quella domanda Hannes si arrestò di colpo.
-Non hai saputo? Audrey e Boris sono feriti. Il vostro Ministro della Gustizia è stato fatto fuori … o si è fatto fuori. Questo non l'ho ancora capito.- disse misurando le parole.
Percy sgranò gli occhi stupito.
A colpirlo non fu la notizia sconvolgente del presunto tradimento del Ministro della Giustizia, quanto il ricordo della tazza blu che ormai associava spesso e volentieri con il sorriso sghembo e neutro di Audrey Schumann.
-Sono feriti in modo grave?-
Hannes scosse la testa. -Non lo so. Vado personalmente a vedere.- disse allontanandosi con passi veloci e lasciando dietro di sé un confuso giovane assistente del Ministro della Magia, in preda da contrastanti sentimenti.




[Audrey]



Aprì gli occhi più volte e li richiuse immediatamente.
La potente luce le dava fastidio, il suo intero corpo era preda da un formicolio incessante.
Sentiva chiaramente altre persone parlare e tentò più volte di parlare, di gridare, di spiegare cosa era successo quel pomeriggio quando quel Ministro, in preda dai deliri della maledizione Imperio, si era scagliato contro il suo compagno e aveva fatto fuori un Babbano che per caso era passato lì vicino.
Riuscì a sollevare per qualche secondo la mano sinistra, ancora appiccicosa dal sangue rappreso, ma pochi istanti dopo lo sforzo la sfinì e perse quella personale battaglia.
Chiuse gli occhi e perse i sensi.




[Percy]



L'antro buio della casa che quella sera lo aveva accolto riuscì solamente ad angosciarlo di più.
Non si prese nemmeno la briga di togliersi i vestiti che si gettò sul letto e chiuse gli occhi tentando di scacciare quegli strani pensieri.
Com'era possibile che un uomo che aveva sempre ritenuto rispettabile come il Ministro della Giustizia, fosse in realtà un involucro vuoto comandato a bacchetta dal Signore Oscuro?
In che cosa avevano sbagliato?
In cosa aveva sbagliato?
Improvvisamente si ritrovò a pensare alle parole che suo padre, un anno prima, gli aveva detto. La sola idea che potesse avere anche solo in minima parte ragione, lo incupì.
Con un colpo di bacchetta regolò la sveglia e si sdraiò sulla schiena osservando il triste soffitto.
L'ultima cosa a cui pensò prima di addormentarsi era quella maledettissima tazza blu.




   
 
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