Se un segreto tra Ginevra e Hermione si trascinasse da sei lunghi anni...se un addio diventato "inizio" prendesse forma in una notte nebbiosa...se un patto pericoloso e mortale incontrasse il benestare di due streghe folli e disperate?
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri | Coppie: Ginny/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Fece scoccare il mantello che piroettando turbinò nell'aria
e le ricoprì il petto.
I lungi capelli scarlatti vibrarono accarezzati dalla brezza frizzante
di quel mattino, mentre tutti gli allievi della scuola di magia di
Hogwart si giravano ad ammirare Ginevra Weasley.
Portamento fiero di chi ha visto molto più di quello che da
ad intendere, occhi nocciola capaci di freddare e di mandare a fuoco
chiunque, ramate ciocche ad incorniciare un viso più duro di
quanto fosse giusto per la sua età, lingua tagliente eppure
delicata, anima nera come la notte e pura come l’acqua.
Il polso destro marchiato da un segno di possesso biancastro e
indelebile.
Settimo anno, Grifondoro.
Eccellente studentessa, eccellente in volo, eccellente in campo,
eccellente in tutto e fredda come il ghiaccio perenne: le vittorie, i
bei voti, i sorrisi imbarazzati di ogni ragazzo della scuola, le lodi
di ogni ragazza e dei professori non scalfivano di nulla, quello
sguardo tremendamente triste infondo.
Il settimo anno per Ginevra fu il più fulgido,
perché dal nulla divenne l’eccelso esempio di
Hogwart e il più duro, perché il suo cuore
provò paura ogni singolo istante.
Elusa la folla, sgattaiolò oltre le mura e si diresse verso
la Foresta Proibita, poi scartò di lato e accertatasi che
nessuno l’avesse vista raggiunse il vecchio albero, ora
rifiorito.
Era marzo.
Erano passati sei lunghi mesi da quella notte di inizio ottobre.
Come l’autunno era giunto presto quell’anno
investendo i diplomandi con fredde folate di vento, ora
l’inverno non voleva andar via, come non se ne andava nel suo
cuore.
Faceva ancora fresco e la primavera stentava a sbocciare pienamente, ma
il suo albero fioriva e questo per lei era miele.
Si sdraiò nell’erba e si strinse un po’
di più il mantello addosso, poi chiuse gli occhi.
-Gi-ne-vra.- sorrise nel sentire quella voce scandire piano il suo
nome, con una dolcezza infinita.
Hermione comparve al suo fianco e si chinò in avanti
baciandola appena, prima che lei potesse riaprire gli occhi o
rispondere al bacio, l’altra era già tornata
seduta.
-Non mi piacciono le cose rubate.- sorrise ancora Ginny, un sorriso che
dall’anno precedente nessuno a scuola aveva mai rivisto.
Hermione si girò a guardarla e sorrise, di un sorriso
così bello e sincero che la rossa si alzò ad
accarezzarle la guancia.
-Oh, Mione sei così…bella.- e dicendo questo la
baciò con calma, lentamente e con dolcezza, venerandola
quasi.
Quando il bacio finì, Hermione era leggermente rossa e
sorrideva ma tristemente.
-Sei di nuovo qui bambina…-
-Dove pensi che possa andare…tu sei qui.- rispose stornando
lo sguardo la rossa.
Hermione iniziò a giocare con una ciocca di capelli
dell’altra in silenzio, punendo Ginny con
quell’assenza di dialogo ma non perdendo il contatto.
La rossa sapeva, la rossa era Ginevra Weasley, la rossa era sua e non
erano libere.
La mano di Hermione parve più trasparente tutto
d’un tratto, Ginny l’afferrò
impallidendo.
-Ti servo ancora…-
-Non stavolta…sto bene.- fece ferma la più grande.
Ginny la ignorò, tirando fuori dallo stivale un coltellino,
già pronta a pagare il suo tributo.
-Ti ho detto che non serve…- ripetè Hermione e
nella voce vibrò il nervosismo, perché Ginny
continuando ad ignorarla, alzando il maglione leggero della divisa e
avvicinando la piccola lama al suo ventre, là dove altri
graffi e tagli leggeri si intravedevano.
-Ginny!!- urlò prima che la lama affondasse nella carne e le
prese la mano.
-Non…voglio.-
Ginevra ora riservava all’altra lo stesso sguardo che donava
agli altri allievi, freddo e impenetrabile.
Diede il coltellino ad Hermione e poi mise la mano sulla sua restando
immobile nella posizione precedente con la lama appoggiata sulla pelle,
spinse e incise, prima che l’altra potesse opporsi.
Poco, quel che basta per far sgorgare stille scarlatte.
Hermione lasciò la presa e strinse i denti, sentendo il
dolore dell’altra e la sua colpa.
Ginny cercò di non macchiarsi la camicia e il maglione, poi
si stese lasciando il ventre e il taglio sanguinante scoperti.
Hermione chiuse gli occhi e si maledisse come ogni volta, poi
abbassò il viso e sfiorò con la lingua la ferita.
Ginny si irrigidì eccitata e brividi caldi scesero lungo la
sua schiena, mentre l’altra riversava i suoi morbidi boccoli
sul ventre e sul petto e accarezzava dolcemente le parti di pelle
scoperta con le dita, intanto allappava la linfa dell’altra
sempre con più fame.
Ginny strinse i capelli dell’altra con una mano ed Hermione
iniziò a piangere, non perchè le facesse male, ma
perché quel fuoco che sentiva salire dentro
l’altra non era suo, non era loro.
Quando il culmine raggiunse la rossa, Hermione smise di assaggiare il
suo sangue e la strinse forte, per tenerla lì con
sé e farla scendere da quel picco falso, sperando ogni volta
di non trovarsi davanti una Ginny un po’ meno Ginny e
un po’ più Ginevra, un po’
più fredda, più gelida e vuota.
Ma gli occhi che la raggiunsero quando la rossa smise di ansimare e si
allungò per baciarla, non le lasciarono dubbi, un altro
frammento era volato via.
Un'altra parte di quell’anima che amava tanto era sparito,
perso in meandri senza uscita, in labirinti privi di soluzione.
-Non voglio più…-singhiozzò dopo
averla baciata, ma Ginny, ora più lucida le prese la mano e
guardandola sorrise.
-Sei ancora qui…non lascerò mai che tu svanisca.-
Di fatto la trasparenza non c’era più, ma Hermione
si asciugò la bocca con il dorso della mano, disegnandosi
sul viso lunghi graffi rossastri.
-Ginny, non era questo che volevo…io non sapevo
che…-
-Lo so tesoro, lo so…- e rise vagamente ironica, ma
l’altra non ci fece caso, quando succedeva, Ginevra prendeva
il sopravvento cinica e spietata e ad Hermione non restava che
accettarlo.
-Devi salvarti…-
-No.-
La mora sospirò scuotendo la testa.
-Domani non ci sarò e…- ma prima che potesse
finire la frase, Ginny le afferrò il polso destro, scoprendo
la cicatrice identica alla sua.
-La vedi questa?- chiese rabbiosa ed Hermione sentì freddo
dentro.
-Sei mia…non andrai da nessuna parte.- detto questo la
scansò freddamente per poi alzarsi e andarsene.
Silenzio e ghiaccio.
Tra loro e intorno, come se tutto il mondo non fosse stato altro.
-Sono stata tua prima di questo e lo sarò dopo.-
sussurrò vedendola sparire oltre la Foresta Proibita verso
la cinta muraria della scuola.
La sera stessa, tornata vagamente in sé, sarebbe tornata a
scusarsi, sarebbe tornata a piangere e avrebbero fatto piani per
sfuggire a quell’incubo e poi…poi sarebbe arrivata
la volta successiva e Ginny non si sarebbe tirata indietro e lei non
sarebbe riuscita a fermarla, così al posto della sua dolce
Grifondoro, si sarebbe fatto strada l’impeccabile esempio di
perfezione e freddezza, Ginevra Weasley.
Ginevra.
Ogni volta così meno sua.
Ginevra.