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Autore: Storie Scomparse    01/12/2007    1 recensioni
Né Xavier, né Magneto, né Sinistro, né alcuno altro era mai riuscito a convertirli a una causa. Poi era arrivato Logan, che non gli aveva mostrato sogni visionari e folli, ma che gli aveva detto semplicemente che la vita era una sola, e che sputtanarla vivendo come animali non solo era uno spreco, ma anche mancanza di coraggio, del coraggio di affrontare se stessi, di combattere i propri problemi invece di piangersi addosso rinfacciandosi da soli quanto la vita sia stata ingiusta.
Genere: Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Logan/Wolverine, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Theresa era un ragazza normale, era bionda con dei bei occhi chiari, era molto carina anche se un po’ bassa per la sua età.
Andava in una scuola di media reputazione, usciva con gli amici tutti i sabati e andava in chiesa con la famiglia tutte le domeniche.
Faceva danza da dieci anni, il suo sogno era fare la ballerina ma non lo aveva detto a nessuno, non voleva che gli altri ridessero di lei.
Aveva quindici anni ed era stata adottata, ma lei non lo sapeva, i sui glielo avrebbero detto di lì a qualche mese, nel giorno del suo sedicesimo compleanno.
Non sapeva di essere un esperimento genetico di John Sublime, non sapeva che di lì a qualche anno l’avrebbero presa per portarla lontano dal suo mondo, per insegnarle a uccidere e ad odiare.
Theresa quella mattina stava andando a scuola a piedi, come tutte le mattine, come tutte le mattine stava ascoltando la musica dall’ I-Pod, come tutte le mattine procedeva senza fretta, come tutte le mattine tra due incroci avrebbe incontrato le amiche, ma quella mattina avvenne qualcosa che non avveniva sempre.
C’era un uomo, non molto alto, ma comunque più alto di lei, che portava dei pantaloni di pelle neri una maglietta nera in microfibra con sopra uno stemma rosso con una X.
“Ciao Theresa.” L’uomo sembrava molto calmo mentre si accendeva una sigaretta.
“Chi sei?” Lei pensa subito al peggio, a un molestatore.
“Sta calma, non ho intenzione di toccarti nemmeno con un dito. Come? Con l’olfatto, ipersensi. Perché? Sei in pericolo. Non ho tempo di spiegarti, ma devi assolutamente venire con me, sono un X-Man”
Theresa non capisce più nulla. Pericolo? X-Man? Cosa diavolo sta succedendo?
Inizia ora sull’ I-Pod una nuova canzone, Teresa legge sullo schermo: “It’s my life” dei Bon Jovi.
Non fa in tempo a rendersi conto di quanto la situazione sia al limite del patetico che esplode tutto.
Volano via due macchine parcheggiate lì accanto.
Due uomini, no due robot, si avventano su di lei, che grida e chiude gli occhi.
Wolvierine salta ed estrae gli artigli. Ora è addosso a quelle maledette macchine, ne sventra una, non alla perfezione. Riceve un colpo dalla stessa che lo fa volare per un metro. Riattera in piedi, poi torna alla carica ma è troppo tardi.
Dei lampi simili a fuochi di artificio esplodono dove Wolvierine ha aperto il robot, sull’ altro ci sono gia Legione e Aracnos che lo fanno a pezzi senza grandi problemi.
Theresa riapre gli occhi terrorizzata, vuole vedere i suoi salvatori. Se ne pente subito.
Aracnos ha pantaloni e giacca lunga, entrambi di pelle nera, non porta maglietta e ha alla cintura due pistole davvero troppo grosse.
Legione porta pantaloni di pelle nera, lunghi e larghi, e maglietta nera smanicata con lo stemma di Iron-X. I tatuaggi sono messi in mostra il più possibile, il tribale sull’ occhio sta smettendo ora di brillare.
Jubilee porta una tuta aderente nera con lo stemma di Iron-X e una giacca di pelle corta.
  
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