Tutto quello era fantastico, davvero fantastico, così tanto
che Lorien era convinto che non avrebbe visto l’alba
del mattino dopo. Osservava il punto in cui l’ombra scura era sparita senza
riuscire a capire cosa era successo, a cosa aveva assistito.
Guardò verso Zack, nella culla, che dormiva pacifico,
e provò l’impulso irrefrenabile di affogare nel Fire
Whisky. A quanto pareva, il gene dell’alcolismo
albergava nella famiglia Potter visto che non solo Harry tendeva a
risolvere i problemi attaccandosi alla bottiglia.
Si alzò , poggiando le mani a terra, le orecchie che ronzavano ancora per il
picco di adrenalina che l’aveva sopraffatto alla vista di quella cosa che
viaggiava verso il figlio, e dovette appendersi prima alla sponda della culla ,
poi al fasciatoio per arrivare indenne alla porta.
Aveva bisogno di risposte, aveva bisogno di aiuto, ma era quasi certo che
nessuno di quelli in casa ne sapesse più
di lui.
Si fermò, inspirando profondamente nella speranza di calmarsi. Doveva rovistare
nel suo non poco discutibile bagaglio di conoscenze da Cacciatore per cercare
di capire cosa c’era da fare e come
farla.
Si sfregò la fronte con un sospiro e invece di scendere le scale, si infilò nella
prima camera utile. Aveva bisogno di un camino e di un po’ di Polvere Volante.
Hogwarts era cambiata.
Nonostante gli sforzi degli insegnanti e del Preside la mano nera dell’Oscuro Signore si era
allungata fino a sfiorare i suoi cancelli. Il clima di pericolo che si
respirava per le strade di Londra era penetrato fin dentro i suoi corridoi e niente pareva quello che sembrava.
Si sapeva che i Mangiamorte avevano nuovi adepti, che
le loro file si erano ingrossate a dismisura così come si affievoliva il potere
di Silente. La casa di Salzar veniva guardata con
sospetto e timore, e in quel clima di
diffidenza reciproca, le liti erano all’ordine del giorno.
Jolie Potter sbuffò osservando il primino che veniva
scortato in infermeria e poi il moccioso che l’aveva aggredito che, da brava
piccola serpe, si pavoneggiava fra il capannello di compagni di casata che gli
si era creato attorno.
Jolie si morse le labbra , fissandolo. Aveva dovuto tirare fuori la bacchetta per farsi
ascoltare, aveva visto qualcosa di strano, di troppo adulto negli occhi di quel
ragazzino, che l’aveva portata subito ad usare le maniere forti.
Alzò lo sguardo e si rese conto che Charlie, corrucciato quanto lei, e con la
bacchetta ancora in mano, aveva provato la stessa cosa.
Quei bambini stavano crescendo in un clima ancor peggiore di quello che aveva
visto la loro infanzia.
Lorien si guardò attorno.
Terzo buco nell’acqua nel giro di due giorni, iniziava ad essere frustrante
quella ricerca.
Si ritrovava in una stanza dal soffitto basso in cui il fumo del camino che
illuminava fiocamente ristagnava denso e gli faceva bruciare orrendamente gli occhi.
La sporcizia incrostava le pareti, i pochi mobili, il giaciglio di stracci che
più che un letto sembrava il giaciglio di qualche bestia e aveva la sensazione di aver appena pestato
un grosso mucchio di…
-Potter.-
Lorien si bloccò, ad un passo dal controllarsi la
suola della scarpa.
Alzò lievemente la testa e sorrise, in
punta di labbra, alla familiare pressione della bacchetta della Strega nel mezzo della sua schiena.
C’erano poche persone capaci di poterlo prendere alle spalle e una era Lei.
-Che piacere vederti.-
-Non girarti.-
Lorien alzò le mani e le unì dietro la testa - Avrei bisogno di parlarti Marlene.-
Marlene McKinnon , ex membro dell’Ordine della
Fenice, creduta morta da più di trent’anni , era in realtà viva e vegeta. Era riuscita a
scampare all’opera di sterminio di Travers nascondendosi sotto il corpo del padre caduto su di
lei durante l’attacco alla sua abitazione e rimanendo immobile mentre attorno a
lei parenti e amici cadevano come mosche.
All’epoca dei fatti aveva solo venti anni, e Sirius,
più di una volta, l’aveva definita come una delle ragazze più belle che avesse
mai visto.
Quella che stava alle spalle di Lorien, però , era solo
una signora di mezza età, con un occhio
chiuso, sigillato da una sutura e la
bocca storta da una ustione che le aveva presto il viso dal lato destro, dalla
linea della mascella più su dell’attaccatura
dei capelli.
-Cosa vuoi Lorien?-
-Ho bisogno di farti qualche domanda.-
-Una domanda, un galeone, conosci le regole.-
-Non temere, ho fatto un giro alla Gringott prima di
venire a cercarti.-
-E’ snervante.-
-Cosa?-
-Aspettare.-
James Remus Black alzò un
sopracciglio alla volta di John al tavolo della biblioteca vicino a lui, poi
volse la testa seguendo il suo sguardo. Il tabù che circondava l’argomento
Charlie era stato rotto ( a urletti udibili solo dai
cani e dai pipistrelli) da Emmie qualche giorno
prima, e ora che il velo era stato sollevato, almeno
con John si poteva parlare abbastanza tranquillamente di quello che stava
accadendo e soprattutto di quello che stava stentando a nascere.
-Aspettare, dici?-
-Già.-
-Hai fatto la tua mossa amico.-
-In realtà l’ha fatta lui.-
John guardò la macchia di inchiostro a lato della sua pergamena e cavò un
fazzoletto dalla tasca per tamponarla alla belle e meglio. Non aveva la minima
intenzione di scrivere da capo mezzo rotolo, anche a costo di farsi dare
qualche volto in meno da Piton per la pessima
presentazione del compito.
-Ti ha baciato e non gli hai mollato un cartone, direi che la palla è nella sua metà del campo.- Ted si
ritrovò a venire fissato - Cosa?-
-Lo sai che non le capisco le tue metafore babbane.-
-Oh per Merlino.- Ted roteò gli occhi al soffitto ad archi
della biblioteca - Ti ha baciato, no? E tu non l’hai picchiato.- John annuì - Sa che quindi non disprezzi
questo tipo di situazione.-
Joel a destra di Ted si tese in un sorrisetto.
- Che mi piacciono anche i maschi, Teddy dillo, non
mi offendo.-
La testa di Ted battè sonoramente sul tavolino.
- E’ inutile cercare di fare il delicato con te, Paciock.-
-Non capisco perché mi fissa.-
-Non so, vai a chiederglielo.-
Charlie alzò gli occhi dal libro che stava fingendo di leggere incrociando lo sguardo chiaro di Abrham che lo studiava divertito.
-Ti stai divertendo non è così?-
-In una maniera indecente.- confermò il licantropo alitando sulla punta della
piuma.
Charlie affondò il viso nel palmo della mano fissandolo truce.
-Oh andiamo, sei arrivato al sesto anno a fare il Vergine di Ferro e alla fine ti
vai ad innamorare del più puttaniere di tutti.- Abrham
scosse il capo - Sembra un libro d’amore, uno di quelli che leggere Daneel.-
-Non ho idea di che cosa legga mia sorella, ma dopo questa tua uscita, alla
prima che torno a casa le do’ fuoco alla
libreria.-
Abrham storse il naso - Se siamo suscettibili.-
-Non sono suscettibile.-
La testa bionda di Abrham ciondolò divertita
- Se lo fossi, saresti convinto di essere un pomodoro da sugo in fuga dalla
pentola.-
-Tutto qui? Un trucchetto
sfigato e una battutaccia..?
-Tesoro, potrebbe essere il titolo
della mia autobiografia.-
James Potter accennò un sorriso alla volta della Mangiamote
che l’aveva placcato all’uscita della panetteria e l’aveva costretto a seguirlo
in un vicolo , un secondo prima di far scivolare la bacchetta dalla manica
della giacca e agguantarla al volo.
Il corpo della Strega rimbalzò contro il muro dietro di lei e crollò a terra
come un sacco di patate, James passò la mano libera al collo mentre le puntava
ancora la bacchetta alla testa - Adesso che ci faccio con te, zucchero?- chiese
a guardando quella matassa di crespi capelli castani ai suoi piedi e
chiedendosi, lontanamente quanti anni
avesse.
Era così abituato ad attaccare che non l’aveva nemmeno guardata bene in faccia.
La volse con un colpetto al fianco e le studiò il viso, paffuto e lentigginoso.
Era una bambina, coetanea di Jolie probabilmente.
-Sta diventando una guerra di bambini.- ai disse spingendo di nuovo la bacchetta nella manica
premendo due dita sul dispositivo a molla a cui l’aveva assicurata. Era un
giochetto di prestigio simile a quello dei maghi babbani
che tiravano fuori il cinque di fiori di fronte ad un pubblico pagante.
Girò la rotellina sotto alla stoffa
e sentì il clack della bacchetta che tornava al suo posto
-Non ti credevo così magnanimo Potter.-
James drizzò la testa di scatto.
-Fino a qualche tempo fa, l’avresti uccisa senza pensarci.-
Fine capitolo.
Ebbene sì, sono tornata,
proprio il giorno del mio compleanno. La mia
musa ispiratrice targata Harry Potter è finalmente rientrata dal suo
lungo viaggio. Piano riprenderò le file delle storie che ho lasciato in
sospeso.
Per lavori grafici, spoiler ,
e tanto altro sulle mie storie venite a
trovarmi sulla mia pagina facebook.
https://www.facebook.com/pages/Ino-chan-EFP/242440032548208
NOTE E DISCLMERS
-Tutto qui? Un trucchetto
sfigato e una battutaccia..?
-Tesoro, potrebbe essere il titolo
della mia autobiografia.
@ Iron Man 3