Storie originali > Commedia
Segui la storia  |       
Autore: mikybiky    15/12/2007    5 recensioni
Perfetto. Il controllore ci ha buttati giù dal pullman, perché siamo sprovvisti di biglietto.
Meraviglioso.
E ora cosa faccio?
Non so dove sono, non ho idea di come cavolo farò a tornare a casa, ho pochi soldi con me e per di più sono qui con un austriaco che sa giusto spiccicare tre parole di italiano!

Cosa fareste voi se vi trovaste bloccati in una città ignota con un ragazzo che parla solo il tedesco??
Le cose che succcedono nella fic sono un po' improbabili, ma è un'opera di fantasia.
Genere: Generale, Commedia, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Una giornata di peripezie'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
<font size="3">2. Tornare a casa, che dilemma!
2. Tornare a casa, che dilemma!

Perfetto. Il controllore ci ha buttati giù dal pullman, perché siamo sprovvisti di biglietto.
Meraviglioso.
E ora cosa faccio?
Non so dove sono, non ho idea di come cavolo farò a tornare a casa, ho pochi soldi con me e per di più sono qui con un austriaco che sa giusto spiccicare tre parole di italiano! (Mi correggo, cirillico).
Mi guardo attorno: nulla che mi aiuti a capire dove sono.
La gente cammina indisturbata sul marciapiede.
I fast food rimangono immobili nella loro postazione.
I semafori lampeggiano e comandano il traffico.
Le macchine sfrecciano sulla strada.
E che diamine!
Mi siedo quindi sulla banchina e aspetto… che arrivi una carrozza a prendermi. Ma che cazzo sto facendo??
Okay, meditiamo: cosa posso fare?
Prendere il treno? Macché, qui non ce ne sono.
Chiamare la mamma? Sì, aspetta e spera che mi venga a prendere da Pavia.
Tornare a piedi? Ah ah, ma che spiritosa!
Ci sarà pur qualcosa che posso fare… ma certo! Come sono arrivata, tornerò anche. Prenderò un pullman per Brescia!
Alzo la testa, soddisfatta: io sì che sono un genio! Mi vedo già ritratta in una scultura, proprio su questo marciapiede, con tutta la gente che mi osserverà commossa e…
- Also? -
Stefan morirà.
Nessuno osa interrompermi mentre sogno ad occhi aperti. Chi lo fa merita la morte. Non vedo perché Stefan debba essere esulato da questa pena. Solo perché è austriaco? Ma non se ne parla neanche.
- Also? - torna a ripetermi.
Dio, com’è irritante.
- Senti, austriaco… - gli dico -… ehm, Stefan. Posso chiamarti Stef? -
Lui mi guarda come un arabo guarda un egizio che ha appena parlato.
- Non fa niente - mi affretto a dire.
Torno ad immaginare la mia immagine raffigurata in un monumento, 80 metri di altezza. Sarò la nuova Statua della Libertà…
A volte divago troppo con la mente.
- Also? -
Dio, se Stefan me lo chiede ancora una volta gli tiro un pugno in faccia.
- Senti, Giordi, o stai zitto o ti impicco. Con una corda d’oro. -
- Was? - mi chiede.
- Giordi. Non conosci la storia di Giordi? Dopo aver rubato sei cervi dal parco del re, fu impiccato (con una corda d’oro). Distraendomi, ti sei aggiudicato la stessa fine. -
Niente da fare. Stefan continua a guardarmi in cagnesco.
Allora parli lui. Io ho detto la mia.
- Die Zug? - wow, nel pensiero però mi sa leggere!
Aspetta un attimo, però… che cosa vuol dire Zug? Sugo? No, dev’essere qualcosa inerente alla giornata di oggi. L’aereo! Non si dice mica Zugzeug*?
Stefan apprende al volo la mia difficoltà a comprendere l’amazzone, e cortesemente si appresta a farmi da interprete di se stesso:
- Il treno? -
Ah, Zug non voleva dire aereo.
- Non siamo a Milano, bello mio. -
Senza che lui capisca, mi alzo dal marciapiede e decido di recarmi da un tabaccaio. Spero che il biglietto per Brescia non costi troppo; massì, al massimo ho qui una quindicina di euro!
- Ehm… -
- Che c’è, Stefan? -
- Wo liegt die Station? -
- Non siamo a Milano - stavolta scandisco meglio le parole perché lui ne apprenda tutto il significato.
Per un momento credo che Stefan sia stato stroncato da un ictus fulminante, perché non lo sento più respirare. Mi volto verso di lui: sta benone. Peccato.
- Woher sind wir? - mi chiede.
- Bella domanda! -.
In realtà non so neanche che cosa mi abbia chiesto.
- Wohin gehen wir gerade? -
Imbestialita, mi volto verso Stefan e mi ci piazzo davanti:
- Sentimi bene, Giordi - gli dico - se provi un’altra volta a parlarmi in tedesco, giuro che ti mozzo la lingua! - faccio una pausa minacciosa. - Hai capito bene? -
Evidentemente no.
- Non capisco! - mi dice infatti.
- Ignorante! -
L’ultima frase non la pensavo davvero, eh! Voglio dire, mi troverei nella sua stessa situazione se io andassi in Germania… ma non credo che lo farei se non capissi il tedesco.
 - Ignorante io?? -
Accidenti, quello l’ha capito.
- Ehm… -
- Tu sei… - inizia - tu sei… stupida! -
Come dice?
- Arrogante! -
Ah, però queste cose le sa!
- Banale! Noiosa! Insulsa! -
Ne sa un po’ tante…
- Imbecille! -
Sta esagerando.
- Citrulla! -
Come, come, come?
- Incompetente! -
Cosa c’entrava?
- Stolta! -
- Eh, eh, eh, vacci piano! -
- Idiota - conclude, soddisfatto.
- Ho capito che vuoi dimostrarmi di essere un secchione, ma se queste sono le uniche parole che sai dire allora è meglio che ti fai un esamino di coscienza! Sarò inetta in tedesco, ma se dovessi andare in Austria, non lo farei per dire ad una persona che è una perfetta nullità! Per non ripetere i termini chi mi hai appena sputato in faccia. -
Stefan mi guarda senza capire, ma lo fa con un’aria superba a tal punto che mi verrebbe voglia di sputargli in faccia.
- Muovi il culo e sta zitto - gli dico, per non ricorrere ad altri termini.
Non credo che Stefan abbia capito, ma è costretto comunque a seguirmi, se non si vuole perdere per… dov’è che siamo?
Cerco un tabacchino chiedendo informazioni. Non ne esiste uno nel raggio trecento metri! Non ho tutto il tempo a disposizione io!
Cammino velocemente sul marciapiede, e l’austriaco mi segue a fatica. Ha uno zaino pesante. Ecco la comodità di lasciare quasi tutti i libri a scuola!
Dopo aver percorso duecento metri circa, rallento un attimo, spaesata. Davanti a me c’è un’edicola, forse i biglietti per il pullman li vendono. Speranzosa, entro.
La signora che c’è al bancone abbassa il giornale e mi sorride.
- Salve - dico, sorridendo a mia volta.
- Dimmi cara. -
- C’è una corsa che da qui arriva a Brescia? -
- Brescia? È un po’ difficile che a Mozzanica passi un Brescia. Dovresti andare alla stazione dei pullman, di lì forse passano. -
Dov’è che siamo? A Mozza che?
Le sorrido.
- Allora prendo un biglietto per andare in stazione -
Mi sento improvvisamente stronza. È stato l’unico termine che Stefan si è dimenticato di rifilarmi. Con un leggero senso di colpa, dico:
- Faccia due -
Mi giro verso Stefan. Sono clemente al punto di prenderlo anche a lui, ma i soldi me li rida!
Un colpo al cuore: Stefan è sparito.
- Quattro euro - mi dice l’edicolante.
Io pago alla svelta ed esco dall’edicola, senza ascoltare quello che mi sta dicendo la signora.
Giuro che se ritrovo Stefan è l’ultima volta che vede la luce del giorno. E se non comprende il cirillico, afferrerà al volo il significato delle cinque dita rosse che gli rimarranno impresse sulla guancia per cinque giorni.
Volto lo sguardo a destra e a sinistra. Non lo vedo.
Ma in fondo, perché lo sto cercando? Non c’è mica scritto da nessuna parte che io lo devo ricondurre a casa. Di Camilla. E allora si arrangi.
Ma sono afferrata dai sensi di colpa.
Cazzo, Stefan, se ti trovo sei veramente finito!
E che cos’è tutta questa gente? Toglietevi di mezzo, sennò non vedo Stefan!
Aspetta, che cosa sta facendo quello stolto? Oh mio Dio, non è possibile, quel malintenzionato sta scippando la borsetta ad una nonnina!
- Eeehiiii!! - urlo, ma non mi aspetto proprio che mi senta, visto il traffico.
Sventolo le braccia, mentre corro verso di loro. Tutti mi prendono per scema, ma non posso permettere un borseggio davanti ai miei occhi.
Arrivo sul ciglio della strada e mi scaravento dalla parte opposta
Vedo troppo tardi la macchina che mi sta venendo addosso. L’ultima cosa che sento sono due forti braccia che mi afferrano, poi il buio.








Also?: Allora?
Was?: Cosa?
Die Zug: il treno.
Wo liegt die Station?: dove si trova la stazione?
Woher sind wir?: dove siamo?
Wohin gehen wir gerade?: Dove stiamo andando?

*Piccola precisazione: aereo si dice Flugzeug



________________________________________________________________________________________________
Ed ecco a voi il secondo capitolo! Non è tanto, ma non c'era molto da scrivere.
La storia non si è ancora del tutto articolata, ma prensto capirete il circolo vizioso in cui si cacceranno i due per tornare a casa!
Ringrazio tutti coloro che hanno recensito e Kokky e gaTzi_yaShi per avere aggiunto la storia ai preferiti!!

LaUrEtTa: grazie :D ci vorrà un po’ perché la storia si sviluppi completamente, anche se cinque capitoli sono già pronti :). Alla fine no, non ci vanno a Milano… vedrai cosa succederà :p

Kokky: grazieeee ;) ho postato abbastanza presto? :p e arriverà presto anche il terzo capitolo, visto che i primi cinque li ho già finiti ;)

ehi_Lyla: grazie, sono contenta di sapere che scrivo bene! Ad un autore fa sempre piacere sentirselo dire :). Puoi dirlo forte, i personaggi di questa storia hanno un innato talento a cacciarsi nei guai! E vedrai nei prossimi capitoli, ne capiteranno di bell’e ogni!
Camilla non può stare simpatica, è impossibile che una come lei risulti simpatica!
Stefan, invece, è un grande! Ma, per quanto simpatico, non può andare d’accordo con Alice, totalmente diversa, ma una grande anche lei!
Arianna l’ho citata solo in questo capitolo, e la citerò anche nell’ultimo. Per il resto, non se ne sentirà quasi mai parlare.

Jess: in realtà, è stata Alice a cacciare nei guai sia lei che Stefan XD nonostante attribuisca tutte le colpe a quel povero ragazzo!! È stata lei a dire a Stefan di prendere un pullman nonostante non sapesse quale, e l’ha fatto finire lei sul Milano! E così ora tocca ad entrambi ritrovarsi in un posto ignoto. Come ho detto a Kokky, ho aggiornato alla svelta? :)

Shio: sono contenta che ti piaccia e che secondo te è scritta bene! Ora hai scoperto che cosa è successo a Stefan e Alice… e gliene succederanno tante altre!!
  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Commedia / Vai alla pagina dell'autore: mikybiky