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Autore: sophyakarenina    30/05/2013    1 recensioni
Qualche volta succede che il destino permetta a due persone sole e diverse di incontrarsi. Sono due anime che hanno l'ardire di intrecciare il proprio futuro in trame talmente complicate e sottili che non è più possibile dividerle. La vita di uno non ha più senso senza l'altra e viceversa.
Di lui è rimasto soltanto un ricordo ed un cd musicale: sette tracce per raccontare all'amore della sua vita, tutto quello che prova e cercare di farla innamorare nuovamente di lui.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nana Osaki, Nobuo Terashima, Ren Honjo, Yasushi Takagi
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Track 1
The Red Dress.


[00.01]

Bianco. Ancora un giorno intrappolato in questa rete invisibile di cristalli di neve. Sottili come spilli, freddi come la morte.

Avrei dovuto immaginarlo, comunque. La neve non sarebbe sparita dalla mia vita, soltanto perché quella vecchia se n'è andata.
Sarebbe stato troppo facile, troppo comodo. E la vita non è mai comoda per chi nemmeno meritava di venir al mondo.
Eppure, inzio a sentirmi stanca dei miei stessi pensieri; pensieri che non riescono più a farmi compagnia come una volta.

Dovrei essere triste, ma non lo sono. Forse, potrei addirittura sentirmi sollevata al pensiero di essere finalmente libera, tuttavia,
questa ha l'aria di essere una libertà per la quale sono del tutto impreparata. Del resto, non sono mai stata il tipo di persona capace di gioire della
sofferenza degli altri, perché non sono mai neppure riuscita a capire la mia di sofferenza: il perché fossi costretta ogni santo giorno della mia vita a
sopportare ogni cosa, facendo finta di non sentire nulla, di non provare emozioni, proprio come la bambola che non ho mai avuto.
Quale avrebbe potuto essere il senso di un atteggiamento del genere?

E, ciònonostante, c'è ancora qualcuno che crede di conoscermi senza nemmeno avermi mai neppure rivolto direttamente la parola.
Persone che si permettono di dire e di pensare che sono un'essere orribile, una ragazza meschina che non ha mai saputo apprezzare
i sacrifici di sua nonna nel crescerla, nel darle un tetto sotto cui stare e un piatto caldo da mangiare in tutti questi lunghi anni.
Eppure, si sono mai soffermati a pensare quale potesse essere il prezzo che ho dovuto pagare per tanta cortesia?
A come possa essere dannatamente facile puntare il dito, senza sapere veramente come stanno le cose?

Sono stanca di scappare dal mondo, perché è un mondo che non mi accetta. Che non mi capisce. Che mi emargina.
E io non sapevo più che farmene di questo posto, di questa vita. Un tempo, avrei solo voluto che qualcuno mi prendesse per come sono,
che mi volesse bene veramente, per una volta. Avrei dato qualsiasi cosa per essere un qualcosa di davvero importante.
Poi è arrivato lui. E tutto improvvisamente è cambiato.

E' stata l'unica persona che non si è fermata alla superficie. Non gli è bastato soppesarmi con lo sguardo nel corridoio del liceo per
capire chi è davvero Nana Osaki. Voleva di più da me e lo voleva al punto da rendersi assurdamente petulante.
Inizialmente, credevo di odiarlo. Di odiare ogni persona che provasse a tendere una mano nella mia direzione. Mi dicevo che non aveva bisogno
di nessuno per essere felice e che i desideri di un tempo erano ormai scomparsi, svaniti il giorno in cui mi ritrovai sola, con le dita attorcigliate al niente.

Mai più. Mi ero detta. Nessuno avrebbe più avuto occasione di ferirmi, di toccarmi dentro. E l'unica soluzione plausibile che avevo trovato era
stata quella di trincerarmi in un mondo tutto mio, fatto di neve e di giornate passate a lavorare.
A non dare peso alle dicerie, a non lasciarmi trascinare giù.

Ma lui, lui è stato molto più in gamba di me. Ha avuto la tenacia e la pazienza di farsi avanti a poco a poco, come si fa con i passerotti impauriti ed indeboliti dall'inverno. Gettando piccole briciole, conquistando la fiducia giorno dopo giorno, fino a quando il passerotto non decide di mangiare direttamente dal palmo della mano. E allora lo hai fatto tuo per sempre. Questo è stato per me Nobu.
Quando pensava che non lo sapessi o che non potessi vederlo, mi difendeva a spada tratta, scongiurando tutte quelle bugie che giravano sul mio conto.
E pensare che non sapevo neppure il suo nome, quando aveva inziato a difendermi.

Ricordo che allungava di almeno un chilometro il percorso per arrivare al liceo, pur di incontrarmi a metà strada, rivolgermi quel suo sorriso così puro ed ingenuo da sembrare ridicolo, e salutarmi allgramente urlando e correndomi incontro come un bambino.
Il più delle volte lo ignoravo, facendo finta che non esistesse affatto, ma lui non perdeva mai la speranza. Il giorno dopo era sempre lì con il suo sorriso.

Nobu è stato il primo ad avermi salvato. Ad avermi aperto le porte di un mondo che sarebbe diventato il mio mondo.



  
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