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Autore: Lady Halsingland    03/06/2013    3 recensioni
Rose è un'orfana di otto anni quando Alex Sheperd e sua moglie, Elle Holloway, accolgono la piccola nella loro famiglia. Decidono quindi di cambiare il nome "Rose" in "Emily".
Con la nuova famiglia si trasferisce a Portland, quartiere dove risiede il Deasy Villa Appartament's, palazzina molto lontana dalla città natale dei genitori adottivi.
La giovane ha sempre saputo di essere stata adottata e quando raggiunge la maggiore età decide di conoscere le sue radici ma... non sa fino a quando è una buona idea. Tutte le piste portano in un solo ed unico luogo: Silent Hill. Luogo dove ogni notte Rose ha un incubo. La città sta chiamando il suo sangue... e presto se ne renderà conto quando le cose cominceranno a cambiare.
Genere: Drammatico, Horror, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Rose... anzi, Emily, scese dalla navetta quando questa accostò proprio vicino la scuola.
Con ancora l'mp3 nelle orecchie che seguiva la canzone "Waiting For You", si avviò verso la struttura scolastica. Un grande edificio da fuori bianco da dentro color panna. Le aule erano verdi.
Entrò nella sua classe ed ebbe la sensazione di essere seguita con lo sguardo ma quando si voltò per verificare questi suoi dubbi vide solo il bidello passare la scopa per la Hall. 
Prese posto vicino alla finestra nella aula, lontana anche da molti occhi che la osservavano come a voler fargli una lastra. Questi occhi appartenevano ad un gruppo di ragazze che si vestivano un pò troppo scollate e da ragazzi che si credevano troppo fighi per rivolgergli la parola. Ma ad Emily non le importava, sperava solo di finire quell'anno presto e di tornarsene nello South Valentine, lontano da Portland.
La grassa professoressa di colore, che corrispondeva al nome di Marianne, entrò nella classe presentandosi. Sarebbe stata la nuova professoressa di Italiano, Inglese e Biologia. Passò un ora solo nel presentarsi dicendo da dove viene e cosa aveva fatto nella vita prima di raggiungere la cattedra di insegnante. Disse anche che c'erano dei corsi fuori orario scolastico per chi volesse imparare qualcosa come cantare, recitare, praticare un qualche sport che c'era sulla lista e molte altre cose che ad Emily, di certo, non interessavano.
-Bene... oltre a me, qui con voi, c'è anche una nuova ragazza. Emily Sheperd, vuoi presentarti?-
Odiava questo di ogni scuola che cambiava. Presentarsi. Ma non poteva di certo rifiutarsi e quindi si alzò, scrutando ogni suo compagno che la guardava male, sicuramente non interessato alla sua presentazione. Emily avrebbe voluto risparmiarsi quell'umilazione.
-Ciao a tutti, sono Emily e provengo dallo South Ashfield, non tanto lontano da Portland...- Iniziò lei, interrompendosi perchè non sapeva come continuare, di certo non si era scritta un discorso di presentazione.
-Dove li compri i tuoi abiti? Alla discarica?- Ironizzò una sua compagna acidella, facendo ridere mezza classe.
Se c'era una seconda cosa che Emily odiava era proprio il "capo bullo" di un gruppo. Fulminò questa negli occhi prima di inziare il suo "discorso serio".
-Va bene. Volete un "discorso serio"? Lo avrete. Questa è la quartordicesima scuola che cambio da quando avevo nove anni. Sia io che i miei genitori viaggiamo molto. Non vi chiederò di certo di fare amicizia o il vostro numero di telefono. Non vi darò consigli sul vestire ne vi farò copiare i compiti prima di entrare in classe. Non vi cercherò su facebook o su messanger. E quando voi... mi avete imparato tutto ciò che c'è da sapere su di me, io me ne sarò già andata.-
Una volta finito, Emily si rimise seduta di botto. Di certo non si aspettavano una risposta così, gli aveva spiazzati tutti, era ovvio. Il liceo Biologico era duro da affrontare ma con la fortuna dalla sua parte ci sarebbe riuscita.
La prof. Marianne ringraziò Emily per la brillante interpretazione e le consigliò di iscriversi al corso di recitazione. Detto ciò, iniziò la lezione con la seconda ora: Italiano. 
Emily non seguiva la lezione con interesse e si limitò a starsene zitta a fissare il vuoto anche quando una sua compagna riuscì ad innervosirla nel prenderla in giro sottovoce. Marianne l'aveva richiamata una o due volte, alla terza la mandò nell'aula di musica, dove ci sarebbe stato il professore che gli avrebbe dato la sua punizione.
Spazientita uscì, sbattendo la porta. "Di bene in meglio..."
Attraversò il corridoio, rimettendosi l'emp3 nelle orecchie, selezionando una canzone specifica, "Distance".  Chiuse gli occhi, fidandosi del suo istinto femminile per visionare l'aula di musica.
Al punto del ritornello, però, la canzone si inceppò ripetendo le stesse parole fino a quando, l'mp3, non si spense da solo. Emily riaprì gli occhi, vedendo il corridoio cambiato. 
Al posto del pavimento c'erano delle grate, i muri erano rovinati, ingialliti e coperti da sangue e ruggine. Le luci si accendevano e spegnevano a ritmo e nell'ombra vide qualcosa muoversi. Spaventata, mise una smorfia di disgusto nel vedere quella creatura venire verso di lei e sputarle in faccia qualcosa. Urlò dal terrore e chiuse gli occhi.
-Scusatemi, signorina... non volevo farlo apposta.-
Emily riaprì gli occhi e vide che tutto era tornato normale. Davanti a lei c'era un uomo vestito di tutto punto con giacca color ocra e cravatta marrone, sotto camicia bianca.
Il tizio che aveva l'aria di un professore, stava sorridendo da ebete e stava trovando mille modi per chiederle scusa. Solo allora, Emily si accorse che costui le aveva rovesciato del caffè addosso, macchiandola.
-Non fa niente, davvero... non è colpa sua.- Balbettò la giovane, osservando l'uomo che sospirò sollevato.
-E' bello sentirlo dire. Ma... state bene, signorina?- Chiese l'uomo.
Emily si riscosse, annuendo convinta.
-Si, almeno credo.- Rispose, guardando l'uomo che le sorrideva. -Stavo cercando l'aula di musica.- Disse la giovane, ripensando a cosa faceva in quel corridoio.
L'uomo si stupì non poco, ma cercò di non darlo a vedere.
-Provengo ora da quell'aula. Sono Tarho Yamaoka, compositore e professore di musica qui al liceo.- Si presentò l'uomo come Tarho. La giovane riconobbe che aveva un bel nome.
-Io sono Emily Sheperd, mi sono trasferita da poco qui a Portland.- Spiegò lei, osservando il musicista.
-Questo si vede. Siete parecchio spaesata. Immagino che la professoressa Mizuky vi stia mandando lì per una punizione.- Ipotizzò l'uomo, mettendosi una mano sotto il mento.
"Però... che intuito!" Pensò la giovane, annuendo di poco.
-Già. La profxy diceva che ci sarebbe stato un professore... e per caso lei?- Chiese educata, etichettando Marianne come "Profxy", che poteva essere un nomignolo per accorciare il nome o... per prenderla in giro.
-No. Io non ne ho l'onore. Il mio assistente si occupa delle punizioni degli studenti. Faresti bene a non farlo attendere. A presto, Emily.- La salutò lui, dirigendosi alla scala principale per salire al terzo piano. 
Emily lo salutò con un gesto di mano, sospirando. O la và... o la spacca. In questo caso "la và.". Avanzò, facendo gli ultimi tratti di corridoio che la dividevano da una porta nera, da dove si sentiva il rumore di un pianoforte. Una musica... una dolce melodia, forse anche un pò spaventosa. La giovane aprì la porta, entrando. L'uomo le dava le spalle e non si era accorto della sua presenza. 
Portava i capelli corti, marroni, e come abbigliamento indossava un gilet marrone chiarissimo, quasi avorio che si abbinava bene con i pantaloni dello stesso colore e la cinta di cuoio. Sotto il gilet, aveva una camicia bianca, mentre le scarpe erano dei semplici mocassini color Terra di Siena Bruciata.
Emily rimase come paralizzata da quella dolce musica che quell'uomo sapeva fare. Il ritornello era un pò pauroso ma alla fine era libero e bello... come il volo di un uccello.
All'improvviso, l'uomo cessò e chiuse gli occhi da sotto le lenti degli occhiali che portava. Sorrise a stento, da solo e senza motivo.
-Battezzi tu questa classe, quest'anno?- Chiese l'uomo con una punta d'ironia nella voce. Cosa che fece irritare non poco Emily, ma si trattenne. Era già in punizione e rispondere male all'assistente del professore di musica avrebbe solo peggiorato la situazione.
-Pare di si. Ma non per mio volere.- Tenne a precisare la giovane, prendendo posto in uno dei tanti banchi vuoti, visto che erano tutti alle altre lezioni.
Finalmente l'uomo si voltò ed Emily lo vide. Ora poteva descrivere il suo volto... era giovane, con la barba rasa e alcune ciocche di capelli marroni. Ad occhio e croce... doveva avere più o meno vent'anni.
-Nessuno credo venga qui per propio volere. Trovo che, comunque...- Si interruppe per pulirsi gli occhiali, infatti con un gesto se li sfilò, pulendoseli con il panno celestino che aveva nel taschino. - sia più soddisfacente una giornata chiusa qui in punizione che altre mille all'inferno.- Concluse con aria saggia.
Ad Emily parve di star già all'inferno.
-Siete un testimone di geova o cosa..? Parlate come uno di loro.- Ironizzò la giovane, facendo ridere l'uomo.
-Non proprio. Sono un pastore. Fondai una chiesa in un posto non molto lontano da qui.- Rispose, rimettendosi gli occhiali sul naso.
Ma bene... le toccava passare due ore con un fondatore di chiese.
-Dove?- Chiese Emily, tanto per parlare.
-In un posto chiamato... Silent Hill.- Rispose l'uomo, osservando la reazione della giovane.
Emily sobbalzò nel sentire quel nome. Si ricordò del sogno dell'altra sera e le sembrò di respirare ancora quell'aria pesante di sangue, di ruggine... proprio come prima in corridoio.
-Ci siete mai stata, signorina?- Chiese l'uomo, riportando l'attenzione sullo spartito.
-No!- Esclamò d'improvviso, ottenendo un occhiata preoccupata dallo stesso musicista-pastore.
Si alzò dal banco e andò alla finestra, aprendola nel tentativo di portar vi brutti ricordi.
-Scusatemi...-
Si scusò lei, osservando il pastore.
-Non fa niente. Non vi chiederò motivi sulla vostra reazione. A volte non si è consci del risultato di alcune parole.- Disse l'uomo con un sorriso.
Emily lo ricambiò con disinvoltura. -Grazie.- Disse lei, annuendo di poco.
L'uomo le si avvicinò e le tese la mano. -Sono Vincent Smith, assistente del professor Yamaoka e pastore della chiesa a Silent Hill, "Le Vie del Paradiso".- Le disse il pastore, presentandosi.
Emily osservò che era un nome abbastanza classico per una chiesa e le parve di averlo già sentito. Gli strinse la mano, presentandosi a sua volta. -Emily Sheperd.-
Lui la guardò con un sopracciglio alzato ma lasciò scorrere ciò che stava pensando.
-Emily, dunque, se siete stufa di stare qui vi comprendo. Le punizioni non sono facili da abbozzare... specialmente quelle che nostro Signore sceglie per noi.- Disse Vincent con aria saggia.
Sembrava proprio un angelo.
-Ovvero... se siete stanca tornate a casa, firmerò per voi l'uscita.- Concluse con un sorriso.
Emily ricambiò, non trovando quasi vere le parole del pastore. 
-La ringrazio, pastore Smith.- Disse Emily, raggiungendo la porta.
-Chiamami semplicemente Vincent, Emily.- Le disse da dietro. 
Lei aprì la porta, pronta per uscire. Diede un' ultima occhiata a lui e annuì, ringranziandolo ancora. 
Appena fu fuori tirò un sospiro di sollievo, ora doveva uscire da quell'istituto. Trovò facilmente la seconda uscita per non destare sospetti e si avviò verso la clinica psichiatrica del professor Kauffman. Elle diceva che era uno dei migliori... tanto valeva fidarsi, no?! 
Fortuna che la clinica era a poche ore di distanza dal liceo Midwich. Entrò e attese in sala d'attesa. Non era ancora ora dell'appuntamento ma avrebbe fatto prima. Quel giorno il professor Michael Kauffman non aveva molti pazienti, tanto.
Le arrivò una chiamata dalla madre in segreteria sul suo cellulare, mezz'ora dopo.
"Scusami, Emily. Sono andata con Alex dal vicesceriffo Wheleer, a Sheperd's Gleen. Tu va dallo psicologo e poi torna a casa, torneremo per cena. A dopo, mio tesoro."
Sua madre non era una di tante parole ma acconsentì il fatto che lei non ci sarebbe stata. Meglio, almeno non avrebbe aspettato ancora inutilmente. 
Pochi minuti dopo, Miri Montgomery chiamò Emily per dirle che poteva raggiungere il dottor Kauffamm e si apprestò a seguire la sua segretaria nel suo ufficio.






Note d'Autrice:
Eccomi con il secondo capitolo. Qui conosciamo due personaggi molto interessanti... anche se uno lo conosciamo già per chi  ha giocato a "Silent Hill 3". Anche se non viene mai rivelato il cognome di Vincent... dalla wikia si edige che il suo cognome è Smith e si legge anche nel cd "Book's Of Memories". Spero di ricevere un vostro commento. 
Sister.

  
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