E' preferibile l'aver amato e aver perduto l'amore, al non aver amato affatto.
(L. Tennyson)
Si rigira tra le lenzuola col sudore che le imperla la fronte. Apre gli occhi e a tentoni cerca l’interruttore della lampada sul comodino. Le capita spesso di svegliarsi nel cuore della notte, quasi sempre ormai.
- Ted ? – sussurra appena voltandosi dalla parte del letto dove dorme suo marito. Ma lui non c’è. Un venticello fresco entra dalla finestra del balcone, socchiusa. Andromeda si districa dalle coperte e a piedi nudi e camicia da notte la raggiunge. Una figura solitaria è appoggiata al parapetto. Lei sorride avvicinandosi in punta dei piedi a Ted.
- Non riesci a dormire ? –
L’uomo si volta e accarezza il volto della donna.
- Non sono il solo a quanto pare –
- Ti tormenta qualcosa, vero ? –
Ted si lascia andare in un sospiro.
- E’ che a volte non posso fare a meno di chiedermi se tu non abbia dei ripensamenti –Andromeda si appoggia anche lei alla ringhiera, lo sguardo rivolto alle stelle.
- Sì, a volte ne ho. Perché il dubbio che tra noi possa finire e io perda il tuo amore non può fare a meno di affacciarsi nella mia mente. Ma anche se fosse così non tornerei sui miei passi. Preferirei aver amato e aver perduto l’amore, al non avere amato affatto.
I loro occhi s’incontrano e la promessa è quella dell’eternità.
[ double drabble; 222 ]