Io
non credo nelle fate
Quando
si è bambini è sempre tutto più
semplice. Quando si è bambini , la mente è
aperta anche all’impossibile. Quando si è bambini
tutto esiste nella nostra
testa e non ci si fa problemi su che cosa sia davvero reale o meno.
È
così maledettamente facile credere in un mondo su nostra
misura, popolato da
tutti i nostri sogni, governato dalle nostre speranze e dipinto dai
mille
colori della fantasia.
E
tra i tanti personaggi che prendono vita nella mente, il primo fa tutti
si
chiama il Principe Azzurro.
Solitamente
è biondo, ha gli occhi azzurri, bello da svenire ed
è lo scudo contro le nostre
paure.
Poi
piano, piano si cresce e la realtà ci viene sbattuta il
faccia dolorosa come
uno schiaffo. Lui.
Lui
che è sul serio biondo con gli occhi azzurri e bello da
svenire.
Lui
che abita nella nostra immaginazione notte e giorno.
Lui
che dovrebbe essere il nostro scudo, ma non lo è.
Io
ho smesso tempo fa di credere nell’amore vero, con la
“A” maiuscola. Io che
perdo la mia vita dietro a lui senza nessuna gratificazione.
Io
che vedo nessun’altro che lui.
Io
che muoio se non mi sento al centro della sua attenzione. Ma come posso
pretendere di essere nei suoi pensieri se nemmeno si degna di salutarmi.
Ed
è per colpa sua se ora sto vagando per la città,
come un’eremita, rea del
peccato di tenerci troppo, con le mani e le guance graffiate dal freddo
e i
piedi che strisciano sull’asfalto umido, mentre qualche
fiocco di neve sta
cominciando a cadere.
La
gente si affaccia alle finestre e la guarda incantate. Alcuni escono
con i
bambini, altri rimangono sulla soglia. È da una vita che non
nevica qui. Sono
affascinati. Illusi.
La
neve è solo temporanea, cadrà stanotte e poi
chissà quando tornerà. Esattamente
come lui.
Io
tiro avanti evitando di fissarli in volto. Loro non sanno chi sono. Non
sanno
come mi sento.
Non
hanno idea di che cosa voglia dire svegliarsi al Lunedì e
passare un’altra
settimana da invisibile.
Non
sanno che cosa significhi essere talmente vicino alla meta da mancarla
ogni
volta.
Perché
non c’è niente di peggio che essere vista da un
cieco. Perché lui è così. Lui
è
accecato dal troppo fumo che gli gira attorno e non si preoccupa di
cosa ci sia
al di là.
E
pur sapendo che potrei essere cento volte meglio di lui, non riesco a
brillare come
vorrei.
Ed
è per colpa sua se ormai tutte quelle belle favolette non
fanno più parte di
me.
Lui
è fatto così, è apatico, non prova
emozioni, è solo, ha un bisogno disperato di
affetto ma non ne dà.
Io
mi sono persa in quelle sue sensazioni distruttive, sono caduta e non
mi sono
rialzata più.
Lui
ora sta passando le vacanze al caldo, chissà con chi, mentre
io sono qui sola,
coperta da una felpa soltanto e il sangue esce piano dalle mie mani
screpolate
e tagliate dal gelo.
Se
potessi farei di tutto perché fosse felice, ma lui non vuole
essere felice.
Vuole distruggersi con le sue mani, vuole stare nel suo guscio e non
permette a
nessuno di scalfire il muro che si è eretto intorno a
sé quel maledetto giorno
in cui l’ho visto per la prima volta.
Una
bambinetta mi si avvicina e mi tira i pantaloni. Io abbasso lo sguardo
su di
lei.
“Guarda”
mi dice “Quei fiocchi di neve non ti sembrano tante piccole
fatine. Tu credi
nelle fate?”.
“No,
piccola. Io ho smesso di crederci molto tempo fa”
“E
quando?”
“Quando
ho conosciuto lui”
La
bimba mi osserva stranita. È troppo piccola, troppo fragile,
troppo innocente
per capire.
Giro
l’angolo e mi trovo di fronte a casa sua. Le finestre sono
sbarrate. È un segno
del fato.
Ed
è sempre colpa sua se, infine, sono vinta dalle lacrime che
sgorgano
incontenibili dai miei occhi e scivolano fino al mento trascinandosi
dietro la
scia nera del trucco, per essere poi spazzate via dal vento che si
è alzato.
Accarezzo delicatamente la porta di vetro del palazzo.
Getto
un’ultima occhiata alla via in festa; no, non è
più il mio mondo. Mi ha
rovinata.
Me
ne vado per la strada buia confondendomi nell’ombra della
notte. Io sono
cresciuta.
Io
non credo più nelle fate.
E
tu non stavolta non mi vedrai mai più.
Nella
vita ci sarà sempre un bastardo che ti
farà soffrire, ma sarà l'unica persona che
riuscirai ad amare veramente (J.M)