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Autore: Tiva_Giuly96    10/06/2013    3 recensioni
In questa storia si parlerà del rapimento di McGee e del fatto che sia scomparso sotto gli occhi di Tony.
Vedremo un Tony che non si arrende a nessuna difficoltà. Al fine di tutto vedremo anche una bellissima scena Tiva.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Anthony DiNozzo, Timothy McGee, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo le parole del rapitore, Tony prese la sua giacca di pelle e uscì di tutta fretta dall’appartamento di Ziva. < hey, Tony! Dove vai? > chiese lei alzandosi dal divano per poi correre dietro al compagno. < in ufficio! Scusa Ziva, ma ho fretta > disse lui scendendo dalle scale < aspetta! Vengo con te! > Ziva lo raggiunse e insieme entrarono in macchina. Misero in moto e si avviarono a tutto gas verso la Navy Yard. Mentre erano in macchina, Tony non disse nemmeno una parola, si limitava a guidare e a ripensare alle parole di quel tizio che diceva di conoscerlo; Ziva lo fissava preoccupata, non riusciva a capire cosa lo turbava e del perché andava così veloce < che ti prende? Sei diventato strano dopo quella telefonata, chi era? > Tony la guardò per un secondo < era… era McGee… > < McGee? > era sorpresa < e come sta? Sta bene? Ti ha detto dov’è? > cominciò a fargli molte domande. < no! Non sta bene! Non mi ha detto dove lo avevano portato! Era spaventato. Non è tutto… > < tutto? Che cosa manca? > < ho parlato con il rapitore, ha detto di conoscermi e che domani ci manderà i filmati in diretta di McGee nelle sue attuali condizioni > < o mio Dio! E tu? Non hai capito chi possa essere il tizio che ha rapito McGee? > < no. Ci sto pensando ma non mi viene in mente nessuno > Ziva abbassò lo sguardo, era preoccupata < non chiami Gibbs? > < no, questa è una faccenda tra me, McGee e quel bastardo che lo ha preso! > NAVY YARD: NCIS Le porte dell’ascensore si aprirono con il solito “bin”, Tony corse fuori in tutta fretta e si diresse verso la scrivania di McGee; li collegò il suo telefono al pc del collega. < che fai? > chiese Ziva. < cerco di ascoltare la telefonata che mi ha fatto prima McGee, per capire chi è quel tizio > < non è meglio chiederlo ad Abby? Lei è più esperta > < no! Te l’ho già detto… è una nostra faccenda > rispose lui duro. < ok! Allora, io vado di sotto a prenderti un caffè > guardò l’ora sul cellulare < sono le 23:30, sarai stanco > < va bene. Grazie, Zee > le sorrise e cominciò a isolare le ultime chiamate ricevute. Ziva non era convinta di quello che stava facendo Tony, ma lo lasciò fare. 24:15 Era il terzo caffè che beveva, ormai aveva trovato la chiamata da circa venti minuti e cercava in ogni modo di isolare la voce del rapitore. Senza successo. < Tony, hai due occhiaie da paura, dormi, riposati > gli consigliò. < no, devo stare sveglio! Lo devo trovare, me lo ha chiesto > < come vuoi, io mi faccio una dormita > disse lei mentre sistemava la sua giacca sul pavimento in modo da ricreare la comodità di un cuscino. Si sdraiò e in meno di un minuto si addormentò sul pavimento proprio come faceva Kate. Tony la guardava, aveva la mente piena di pensieri su come trovare il rapitore e di come quel bastardo avesse ridotto McGee. Ruppe il silenzio dell’edificio e della squad room < pivello, dove sei? > fu l’ultima frase che disse prima di addormentarsi con la testa appoggiata sulla scrivania. 6:00 L’orologio di Tony cominciò a suonare, il ragazzo tirò su la testa di scatto, era mezzo addormentato. Ziva continuava a dormire, sempre nella stessa posizione della sera prima. Si alzò in piedi per andare a prendere un altro caffè ma appena si avvicinò alla sua scrivania il grande schermo si illuminò e comparve un’immagine sgranata in movimento. L’agente si mise davanti allo schermo in modo da vedere meglio < ma che diavolo… >. Finalmente capì. L’immagine sullo schermo si fece completamente nitida e sullo sfondo si vedeva un uomo legato ad una sedia, aveva la testa chinata verso il basso quindi non si riusciva a capire chi fosse. Tony si avvicinò a Ziva, la svegliò con qualche boffetto sulla guancia. La ragazza si tirò su di scatto < Tony, che c’è? > chiese con una voce assonnata. < vieni! > la tirò su e la portò davanti allo schermo < che cos’è? Sembra un… > Tony non la fece finire che subito aggiunse < un filmato in diretta, proprio come aveva detto il tizio > Ad un certo punto, si sentì una voce nella stanza dov’era legato il ragazzo. Sullo schermo comparve un volto maschile, giovane di circa trent’anni, pelle chiara e occhi color nocciola. < Tony… > disse Ziva preoccupata. Tony non rispose e si limitò a guardare lo schermo e a cercare di capire chi fosse quel tipo. Finalmente il viso dell’uomo si fece più chiaro, l’espressione di Tony cambiò improvvisamente: aveva capito chi era! < hey hey!! Salve a tutti!! > urlò il tizio < come promesso, vi sto mandando le riprese in diretta del vostro caro collega. Allora, DiNozzo, mi hai riconosciuto? > Tony aveva una faccia cupa e anche stupita. < Tony, chi è? > gli domandò Ziva. Sospirò < è Dean Smith, il mio primo partner a Baltimora > < e perché ti sta facendo questo? > < perché l’avevo accusato di spacciare droga e di essere un poliziotto corrotto > < a quest’ora mi avrai già riconosciuto! Quindi… passiamo alle cose più importanti da fare: il vostro collega… > Dean si avvicinò al ragazzo e con una mano gli alzò il viso grondante di sangue < l’agente… McGee! > Appena vide McGee, Tony s’irrigidì, disgustato nel vederlo in quello stato < bastardo… > disse furioso a denti stretti, le sue mani si chiusero in un pugno pieno di rabbia, pronto a colpire. < ok, diamo inizio allo spettacolo! > disse sorridendo. Si allontanò, prese una cassetta degli attrezzi e ritornò vicino a McGee. < che vuole fargli? > chiese preoccupata Ziva. < non ne ho idea! Però… Ho un brutto presentimento > I due si guardarono negli occhi preoccupati. Dean prese un bisturi e senza alcun problema lo conficcò nella spalla del povero Tim. Il ragazzo lanciò un grido di dolore e cercò di liberarsi con le ultime forze che gli erano rimaste. < questo è solo un assaggio di quello che sto per fargli! > urlò. Tirò fuori il bisturi dalla spalla di McGee e cominciò a tagliargli il braccio destro facendo uscire una marea di sangue. Il ragazzo urlava a squarciagola, erano urla strazianti e il povero Tony e la povera Ziva erano costretti a guardare. < Ziva, cerca di rintracciare da dove sta facendo le registrazioni Smith!! Presto! > ordinò. < subito > la ragazza si sedette alla sua scrivania e cominciò a triangolare il segnale della videocamera. < ok! Ora passiamo all’altro braccio >. Sempre con lo stesso bisturi, fece un taglio più profondo anche al braccio sinistro di McGee; si spostò più in basso e fece un taglio anche sul suo petto. Tony era inorridito di fronte a quella scena, si sentiva impotente, il suo amico, il suo pivello era nei guai e lui non poteva fare niente. < non mollare, McGee… >. Il povero ragazzo continuava ad urlare, a lanciare grida strazianti, suoi occhi si fecero colpi di lacrime, lacrime di un dolore immenso. Un raggio di speranza si abbattè sul pc di Ziva < Tony! L’ho trovato! > Il ragazzo si voltò verso di lei < dove si trova! > < si trova in un magazzino abbandonato sulla New Jersey Avenue! > scrisse l’indirizzo su un foglietto e lo porse a Tony < grazie! > lo prese e si diresse verso il parcheggio.
  
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