Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: Tadako    10/06/2013    4 recensioni
One Piece. Anime/manga ispirato all'avventura, libertà e sogni da realizzare.
Detective Conan. Anime/manga giallo con delitti e misteri sempre in agguato.
Cosa succederebbe se questi due universi si incontrassero in una straordinaria avventura?
Chiedetelo ai nostri mugiwara, convolti in un omicidio.
A Conan, che catapultato in questa fantastica vicenda cerca comunque di mantenere nascosto il suo segreto...
Genere: Avventura, Commedia, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara | Coppie: Rufy/Nami
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Erano ormai due ore che i quattro ragazzi camminavano senza meta, ormai scoraggiati.
-Sta calando la notte…- osservò Ran intimorita, mentre guardava quel flebile sole rossiccio giunto ormai al tramonto.
-Uff… possibile che ci siano così tante zanzare?!- Nami era di pessimo umore, ormai stufa dei numerosi insetti che la circondavano.
-Che fame…- mugugnò Rufy mentre si massaggiava lo stomaco brontolante, lo sguardo a cercare qualcosa da mettere sotto i denti.
*come fa questo ragazzo a pensare al cibo in un momento simile?!* si chiedeva Conan tenendo le braccia incrociate dietro la testa, concentrato a studiate i due individui che lui e la sua compagna erano stati costretti a seguire.
-Nami, e se ci fermassimo a mangiare?- supplicò il capitano con occhi da cucciolo.
-Non se ne parla. Ti ricordo che non abbiamo un riparo per la notte e io non voglio dormire sull’erba; è fredda e umida e tutti i cambi di vestiti gli abbiamo lasciati sulla nave!- rispose la ragazza inviperita, sottolineando con lo sguardo il colpevole della situazione mentre con la mano destra cercava inutilmente di scacciare l’ennesima zanzara.
-Ma io sto morendo di fame… Ti prego, ti supplico!- continuò a implorare ormai allo stremo delle forze.
*ma cosa spera di trovare in una foresta…* continuò a pensare il ragazzino, sui cespugli non c’erano bacche ed i rami degli alberi erano troppo lontani. Con loro non avevano zainetti di alcun tipo, eppure quel ragazzo tanto strano sembrava non preoccuparsene.
Continuò a camminare con lo sguardo puntato su di lui, immerso nei suoi pensieri. Poi la schiena di Ran lo riportò alla realtà, andando a sbatterci contro.
-Ran… perché ti sei fermata?- il corpo della bruna era totalmente paralizzato, percosso da lievi tremiti. Gli occhi spalancati. Seguì intimorito il suo sguardo, indietreggiando sbiancato una volta capito il motivo della sua reazione.
-Un… un… l-lupo!- balbettò, facendo cadere gli occhiali per lo stupore.
-Finalmente! Si mangia!- Rufy aveva la bava alla bocca mentre fissava con occhi cannibali il povero animale. Lo guardava sorridente, felice del colpo di fortuna che gli era capitato. Nami non poteva negargli la cena se era il pasto stesso a venire da loro.
-Uff.. ci mancava solo questa, muoviti a stenderlo così ce ne possiamo andare.- disse rassegnata Nami
-Vieni qua bel cagnolino…- si avvicinò piano alla preda, la quale cambiò completamente espressione intercettando il pericolo. Con qualche mugolio tentò la fuga, rincorsa dal capitano.
-Torna qui, dove vai?!-
Conan ebbe un tic nervoso all’occhio, non riuscendo a capire cosa diavolo stesse succedendo; perché un famelico lupo stava scappando da un ragazzino disarmato, e perché il ragazzino lo stava rincorrendo?
*ma quello chi diavolo è?!- riuscì solo a pensare.
 
 
 
-Guardate là!- urlò Ran raggiante. Erano passate poche ore dalla cena consumata insieme. Alla fine Rufy aveva deciso di risparmiare il lupo, si era scusato dicendo che gli era diventato simpatico ed era tornato con un grasso cinghiale nero.
Era giunta già la sera e  l’idea di dormire all’aperto non era sembrata più tanto lontana, fino a quado la mora non era riuscita con un colpo di fortuna ad intravedere uno spiraglio di luce, proveniente da una piccola finestrella di una casa abbandonata.
-Questa si che è fortuna! Grande, ehm… come hai detto che ti chiami?- chiese Nami, accorgendosi che non sapevano niente dei due individui che stavano viaggiando con loro.
- Io sono Ran, e questo è il piccolo Conan…- rispose con un sorriso amichevole, stringendo a se il ragazzino.
Nami provò a bussare numerose volte sul largo portone di legno che regnava sulla facciata della casa. Sembrava piuttosto malridotto, nonostante i bordi fossero ornati da fregi d’oro e la maniglia abbellita da strette venature nere finemente lavorate.
-Non c’è nessuno, entriamo.- propose Rufy, caricando indietro la gamba.
-Fermo! Non c’è bisogno di romperla…- Conan si avvicinò sicuro, strinse le due maniglie e lentamente aprì la porta, producendo un rumore sinistro che fece rabbrividire un po’ tutti.
Il primo ad entrare fu Rufy, concentrato nel trovare la stanza per lui più importante, la cucina.
Nami e Ran attraversarono l’uscio un po’ titubanti subito dopo Conan, che come al solto cominciò a guardarsi attorno scrutando l’ambiente.
-Che strano posto…- commentò Ran mordendosi il labbro.
L’interno era come si presentava l’esterno, pieno di mobili ornati e ricco di fregi, ma molto vecchio e mal tenuto. Ragnatele pendevano ovunque sul soffitto e l’odore di chiuso regnava sovrano.
-Come si fa ad abbandonare un posto così!- esclamò Nami sconcertata, fiondandosi sugli oggetti che sembravano avere più valore.
Conan odorava l’aria sospettoso, qualcosa non andava.
-Vediamo, prenderò questo, questo e… sì anche questi!- la rossa continuava a prendere oggetti d’oro e gioielli con i suoi classici occhi a forma di Berry.
-S-Scusa Nami ma non credo tu possa…- Ran non fece in tempo a finire la frase.
-Ascolta, qui non vedo nessun proprietario di questi oggetti. Quel che non è di nessuno è di tutti, più precisamente ora è mio- affermò con un sorriso maligno.
-M-Ma questo si chiama rubare…- protestò la mora.
-Ragazze, non sentite anche voi uno strano odore?- le interruppe il bambino con gli occhiali, esponendo i suoi pensieri.
-Si, ma è normale che ci sia in una casa abbandonata.- Ran non sembrava preoccuparsene, al contrario Nami si mise in allerta, il suo olfatto era un po’ più allenato di quello della ragazza e quella puzza metallica era fin troppo familiare.
- non è solo questo…- il suo viso divenne improvvisamente serio.
-Viene da qui!-  Conan si inginocchiò sotto la scrivania, tirando via una tendina che portava ad una specie di stanzino segreto.
-Ragazzi, non ci crederete mai ma nella cucina non c’era neanche un…- lo sconsolato ragazzo non finì la frase, trovando lo sguardo preoccupato degli altri puntato verso quella via nascosta che sembrava non promettere nulla di buono.
-Che succede?- chiese posizionando la testa da un lato, notando lo sguardo preoccupato della sua navigatrice.
-Conan ha trovato una stanza segreta. Rufy, c’è odore di…- balbettò Nami, non riuscendo a dire l’ultima parola.
Anche il capitano cambiò espressione, allargando le narici per sentire meglio.
Si fiondò nella porticina, sperando che le sue supposizioni fossero errate. Venne subito seguito da Conan e dopo qualche secondo dalle ragazze.
La scena che si presentò ai quattro ragazzi fu tremenda. L’odore di sangue prendeva lo stomaco, faceva freddo. Tutto era buio, umido e spento. Il centro della stanza riempito da una rabbrividente figura.
Rufy non seppe dire nulla, paralizzato di fronte all’agghiacciante vista;  Anche Conan rimase  sbigottito per qualche secondo.
Una corta corda legata al soffitto, una figura scura appesa. A terra vicino al corpo uno sgabello sdraiato su un lato.
Un acutissimo urlo uscì dalla bocca di Ran e Nami.
-Ehi amico, che ti è successo?!- Rufy scuoteva quello che sembrava un uomo, cercando inutilmente di svegliarlo.
-Smettila, è morto.- disse freddo Conan, la testa piegata verso il basso a creare un riflesso bianco sugli occhiali.
Il ragazzo corvino si fermò improvvisamente, gli occhi senza sguardo e il viso completamente sbiancato.
-Sarà meglio chiamare la polizia.-
 
 
Qualche ora dopo…
-Quindi il corpo è stato rinvenuto senza vita verso le venti in questa stanza nascosta, dalla posizione in cui è stato trovato si direbbe si tratti di un suicidio…- l’ispettore era prontamente arrivato sul luogo, cominciando a svolgere efficientemente il suo lavoro.
-Ispettore, loro sono i famigliari della vittima.- lo informò un poliziotto, facendo entrare tre individui apparentemente sconcertati.
-Non è possibile!- cominciò ad urlare la prima, una ragazza bionda con una graziosa frangetta e gli occhi marroni nascosti dietro un paio di occhiali.
 –papà!- continuò in lacrime.
-… si è lui- confermò un ragazzo cupo dopo aver visto il corpo. gli occhi erano gli stessi della sorella, solo i capelli erano più scuri, con qualche ciocca marroncina.
Il terzo era un uomo, alto e massiccio restava appoggiato al muro, come a non avere la forza per tenersi in piedi. I capelli e gli occhi marroni erano uguali a quelli della vittima. Doveva essere il fratello.
-Che tragedia, nella casa del vecchio re poi…-  la sua voce era flebile, mentre osservava un punto fisso del pavimento.
-La casa del vecchio re?- chiese Conan curioso.
-Si, questa vecchia abitazione viene chiamata così da queste parti. Apparteneva ad un uomo molto ricco e burbero, che non aveva amici né parenti. Una mattina sparì inspiegabilmente senza dire niente a nessuno, senza lasciare nessun indizio. La polizia archiviò il caso e l’alloggio, poiché il misterioso uomo non aveva nessuno, venne messo in vendita. Fu nostro padre a comprarlo. Senza dare spiegazioni a nessuno si immerse nei debiti per potersi permettere questa casa. Ogni maledetta sera veniva qui e poteva starci per ore- a rispondere fu il figlio biondo, quello che per il momento sembrava il meno scosso.
*che strano, come prima impressione sembrerebbe che la vittima centrasse qualcosa con la storia di questa casa, ma se così fosse perché comprarla?* Conan si sfregava il mento, lo sguardo pensieroso.
Un rumore improvviso distrasse tutti da quel che stavano facendo, facendo ricadere l’attenzione sul ragazzo di gomma.
-Rufy! Possibile che non riesci a stare cinque minuti senza combinare guai?!- lo rimproverò Nami  furiosa, i denti diventati simili a quelli di uno squalo.
-Che ci fai la?! Quegli sono indizi importanti!- continuò Megure, l’ispettore, con lo stesso tono di voce della navigatrice; nel vedere lo sgabello spezzato sotto il peso del capitano.
-Scutate, non avevo intenzione di…- Rufy non fece in tempo a finire, spedito via malamente dai poliziotti infuriati.
Conan lo guardò storto, come faceva un ragazzo ad essere così stupido…
*aspetta, però se…* il bambino spalancò gli occhi, dandosi dello stupido per non averci pensato prima.
-Ispettore, mi scusi ma a giudicare dalla corporatura la vittima mi sembra molto più pesante del ragazzo…- avvisò, sperando che la polizia capisse.
-Si certo mi sembra evidente… un momento!- l’uomo realizzò, come sperato, la testimonianza di quel gesto.
-Se con quel ragazzino la sedia si è spezzata, allora come ha fatto la vittima a salirci sopra per…-  si spiegò ad alta voce.
-Per impiccarsi avrebbe potuto usare qualsiasi oggetto…- obbiettò un poliziotto.
-Non è possibile, non è stato rinvenuto nessun altro rialzo accanto alla vittima.-
-Signore, non starà per caso dicendo che…-
-Temo proprio di si, ci troviamo davanti a un caso di omicidio.- 

_________________________________________________________

questo capitolo è un pò più in genere giallo (alla Conan ;D)
vi devo solo chiarire che questa è in generale la prima ff in terza persona che srivo, quindi se trovate qualche errore è colpa della forza dell'abitudine xD
chiarito questo spero tanto che il mio capitolo vi sia piaciuto,  per la continuazione del "giallo" ho già qualche idea in mente, spero di riuscire a scriverla :3
ok, basta vi lascio stare ^^"
alla prossima!



 TK:3
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Tadako