Fanfic su artisti musicali > Ed Sheeran
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Autore: valah__    11/06/2013    3 recensioni
"Non riuscii a fare altro che sorridere mentre silenziosa e timida cercavo nuovi particolari che mai avevo notato prima. In quel momento sembrava come se il mondo si fosse fermato, come se in quell’istante esistessimo solo io e Edward, come se lui in quel momento avesse occhi solo per me."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Quella mattina furono molti gli interrogativi degli altri a proposito della mia fuga anonima e sul mio abbigliamento.
-Ma è inaudito. Bess, ti ricordo che non siete ancora abbastanza popolari da potervi permettere fughe e sparizioni da rockstar!- ruggì a colazione Thomas.
-Senti, non scaldarti tanto. Non troverai foto di me nuda in uno squallido pub immersa in un karaoke ubriaca marcia- commentai stufa delle sue urla alle nove del mattino; Andrea si fece scappare un ghigno.
Per fortuna Ed mi aveva tenuta alla larga dalle folle disposte a vendersi l’anima pur di coglierti nel peggiore dei modi.
Ripensai alle poche ore che avevo passato con lui e sorrisi, ignorando completamente quello che Thomas stava urlando.
-La cosa ti fa ridere, Bianca?- mi chiese spazientito.
Tornai alla realtà, ma la notte precedente era troppo preziosa per essere rovinata da qualsiasi cosa andasse insinuando Thomas.
-Beh, ridere o meno io ieri ho passato una bellissima serata. Con permesso…- mi alzai dando le spalle a tutti i ragazzi che mi osservarono sbalorditi fino a quando non uscii dalla lussuosa mensa dell’Hotel.
La mattinata passò lentamente, quando avvertii il minimo movimento fuori dalla porta della mia camera mi chiusi a chiave in bagno sperando di evitare più o meno tutti, poi continuai a pensare alla serata precedente come una bambina.
Sapevo che non era salutare, ma mi faceva star bene.
Poco dopo pranzo uscii dall’Hotel con l’intenzione di sparire dalla circolazione per le poche ore che mi restavano in Inghilterra. Ci saremmo tornati solo dopo un mese per un piccolo tour teatrale.
Ripercorsi mentalmente i posti in cui ero stata ieri sera e dopo aver firmato qualche autografo e aver scattato qualche foto rimasi sorpresa da quello che mi chiese una ragazzina di circa sedici anni.
-Ma è vero quello che si vocifera su ieri sera?- mi domandò curiosa.
La osservai attraverso le lenti degli occhiali da sole nere e alzai un sopracciglio.
-Cosa è vero?- domandai.
Lei fece un sorriso malizioso e incerta disse la frase successiva molto velocemente.
-La felpa che avevi questa mattina è di Ed Sheeran, vero? Come l’hai avuta?- domandò ridacchiando.
Per un istante mi sentii sprofondare e ringraziai il fatto che lei non potesse vedere i miei occhi spalancati.
-Ma quale felpa?- chiesi restando sul vago, lasciandomi scappare un sorriso involontario.
La ragazza evidentemente lo notò, perché lei e le sue amiche sembrarono travolte da una notizia shock che aspettavano da una vita.
-Lo sapevo, lo sapevo!- disse tra le piccole urla delle sue amiche –ma quando è successo? Ieri sera vi siete visti per la prima volta, vero? Lo sapevo che lui non è uno che perde tempo!- commentò fiera aspettando un altro passo falso da parte mia.
-Hey! Frena un attimo! Non pensare a quelle cose… non sono il tipo- dissi cercando di controllare ogni singolo muscolo facciale.
Lei sembrò delusa ma non del tutto convinta.
-Certo. Beh, secondo me siete carini- disse.
-Occheeeeeeeeeei!- commentai cercando di allontanarmi al più presto, ma quelle non sembrarono volermi lasciare. Per lo meno ringraziai che fossero solo loro tre su quella strada desolata.
-Stai andando da lui adesso? Gli riporti la felpa?- chiese un’altra del gruppo. Io alzai gli occhi al cielo. Così, se proprio non volevano lasciarmi in pace feci in modo che fossero talmente senza fiato da rischiare la vita.
-Sì, sto andando da lui- ma cosa stavo dicendo? –e no, la felpa me la tengo- commentai, sperando che magari alimentando le loro fantasie mi avrebbero lasciata andare.
La loro reazione fu strana. Evidentemente si aspettavano che mascherassi le loro supposizioni, non che le dessi corda.
-Ma allora vai per di qui.. ci metterai venti minuti in meno a piedi…- mi suggerì quella più spigliata di tutte.
Le osservai oltre le lenti degli occhiali sbalordita; dovevano essere le classiche ragazzine che sapevano tutto di tutti.
-Ah, davvero?- domandai non sorpresa, sperando che leggessero nella mia voce un tono di antipatia, ma niente.
-Massì, cammini dritta per questa stradina, giri a sinistra e arrivi al numero due in dieci secondi…- dissero soddisfatte. Io cominciai a camminare e loro ben presto mi seguirono.
Per lo più avevo trovato qualcosa da fare. Anche se speravo che quelle tre non mi mettessero nei guai.
Quando arrivai all’angolo mi voltai verso di loro e mi feci seria.
-Voi… credete di poter tenere per voi quello che ci siamo dette nell’ultimo chilometro?- chiesi cauta.
Loro si guardarono per pochi secondi, poi mi sorrisero.
-Certo! Quando domani andrai via saremo sotto l’Hotel per salutarti!- commentarono loro. Io sorrisi scuotendo la testa.
-Allora a domani- commentai, facendole intendere di dover sparire.
Loro sorrisero felici e sembrarono allontanarsi senza problemi.
Rimasi allo sbocco della via davanti al numero due per diversi minuti fissando la porta verde dalla quale ero uscita quella stessa mattina. Poi feci il giro della casa e scavalcai il cancello come avevo fatto con Ed la sera precedente. Mi avvicinai alla porticina e aprii la borsa estraendone la felpa che avevo preventivamente rubato ad Edward quella mattina e la posai davanti alla porticina.
Mi allontanai velocemente, ma proprio mentre stavo scavalcando nuovamente il cancello del cortile la porta si aprì e Ed vi comparve.
  
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