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Autore: Mon    18/06/2013    6 recensioni
Una delle cose che, invece, Laura adorava del suo lavoro, era quella di poter andare ai concerti e poterli vedere da una posizione assolutamente privilegiata. Stare al fianco del palco e vedere allo stesso tempo la band che si esibiva e il pubblico che cantava tutte le canzoni a memoria era una delle cose che la emozionava maggiormente.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'The Gambler'
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Laura e Nate entrarono nel ristorante; il ragazzo si avvicinò al bancone e chiese un tavolo per due, specificando che ne preferiva uno in veranda. La cameriera li accompagnò e li fece accomodare.
«Aspetta...» disse Nate prima che Laura si sedesse.
Si avvicinò alla ragazza e spostò la sedia. «Prego principessa...»
La ragazza lo guardò, sorridendo e arrossendo in viso. «Grazie, come sei gentile stasera...»
Si sedettero; l’atmosfera era romantica, il sole era ormai un mezzo cerchio a filo dell’orizzonte, presto sarebbe sparito dietro la linea, lasciando il posto in cielo alla luna e alle stelle. Sulla tavola c’erano due candele, le cui fiamme ballavano al ritmo della leggera brezza marina che spirava, poi si aggiunse la bottiglia di vino rosso che la cameriera portò loro dopo l’ordinazione.
«È bellissimo qui. Ci passo spesso davanti, ma non ero mai entrata. Tu lo conoscevi?» disse Laura.
«No, però ho letto su internet che è uno dei migliori...»
Laura aggrottò la fronte. «Hai letto su internet? Quindi tutto questo era preparato?»
Nate sorrise. «Non lo so, vedremo...»
La ragazza sostenne lo sguardo di lui, che, impassibile, non disse altro, limitandosi a sorriderle.
I due mangiarono in tranquillità, con molta calma, godendosi quella bellissima atmosfera; il sole aveva definitivamente lasciato posto alla luna, che si rifletteva, bianca, sulle acque calme dell’oceano Pacifico.
Laura finì il suo dolce e alzò lo sguardo verso il cielo. «Guarda le stelle, non sembrano tanti piccoli diamanti?»
Nate sorrise. «Già, diamanti...»
Si alzò in piedi e, senza dire nulla, sparì all’interno del ristorante. Laura lo guardò; l’ultima volta che era sparito senza dire nulla era stato al loro primo incontro, all’intervista che lei aveva fatto ai Fun. al teatro di San Francisco. Era tornato poco dopo con un biglietto omaggio per il concerto. Era da lì che era partito tutto; la loro storia, se così si poteva chiamare, e tutti i suoi strani pensieri che nell’ultimo periodo le affollavano la mente. Quella giornata passata interamente insieme a Nate non aveva fatto altro che accentuare quei pensieri e quella voglia che da un po’ di tempo aveva: voleva che il ragazzo entrasse a far parte della sua vita definitivamente, e non solo in quelle poche occasioni in cui riuscivano a vedersi.
Si sentiva stupida a pensare a quello e si sentiva ancora più stupida perché non aveva intenzione di parlare a lui di questa cosa; a lei andava bene anche quella situazione pur di passare un po’ di tempo insieme a lui. Era troppo orgogliosa per provare a rompere quel patto che avevano fatto una mattina di qualche mese prima in una stanza d’albergo.
Si girò a guardare l’acqua del mare; il riflesso della luna si muoveva leggermente al ritmo di piccole onde che la leggera brezza marina faceva increspare sul mare. Sospirò.
Girò nuovamente lo sguardo solo quando si sentì chiamare; Nate era tornato. Laura sorrise leggermente, il ragazzo si sedette di fronte a lei. «Posso farti leggere una cosa?»
La ragazza annuì e Nate le allungò un foglio di carta. Laura lo aprì, sopra c’erano incise le parole di una canzone, la scrittura era quella del ragazzo. Cominciò a leggere.

For once there is nothing up my sleeve
Just some scars from a life that used to trouble me
I used to run at first sight of the sun
Now I lay here waiting for you to wake up


Laura alzò lo sguardo verso Nate dopo aver letto le prime quattro frasi. Lui le sorrise, lei rimase a fissarlo ancora per qualche istante poi poggiò nuovamente gli occhi sul foglio.
Più andava avanti e più capiva che quella era una canzone che Nate aveva scritto per lei; arrivata in fondo le lacrime le velarono gli occhi, rilesse l’ultima strofa, quella che le aveva fatto provare brividi lungo la schiena.

The city outside is nothing but a flicker now
You see our friends to bed, you turn out the lights
I start to think you’ll make a beautiful mother I,
I like to think I have everything I want from this life


Laura alzò lo sguardo, appoggiando il foglio sul tavolo, davanti a lei. Guardò Nate con gli occhi umidi. «È per me?»
«Se te l’ho fatta leggere...»
La ragazza appoggiò nuovamente lo sguardo sul foglio, poi lo alzò ancora. «Con questo cosa vorresti dirmi?»
«Voglio chiederti se vuoi entrare a far parte della mia vita, per sempre. Non voglio più stare senza di te...»
«Nate, ma come facciamo?» protestò la ragazza.
«Se mi ami, come io sono innamorato di te, un modo per stare insieme lo troviamo. Dimmi solo di si, il resto non importa!»
Laura sorrise e annuì. «Si! Sono innamorata di te, voglio stare con te, non so come faremo, ma va bene. Va bene qualsiasi cosa pur di stare insieme a te!»
Il ragazzo si alzò, prese per mano Laura e la condusse sulla spiaggia. Si fermò, tenne la mano della ragazza e si mise in ginocchio davanti a lei. Dalla tasca dei jeans tirò fuori un anello. Laura sgranò gli occhi.
«Ti amo Laura, ti amo come non ho fatto con nessuna prima d’ora. Tu guarda questo anello quando saremo lontani, poi alza gli occhi al cielo e guarda le stelle, pensando a me. Io farò lo stesso...»
«Lo farò, te lo prometto. Ti amo Nate...»
Alla luce pallida della luna i due si scambiarono il loro primo bacio da vera coppia; entrambi sapevano che sarebbe stata dura, ma sarebbe stato più difficile rinunciare a stare insieme che provarci, nonostante tutto quello che avrebbero dovuto affrontare.




 

Salve a tutte! Ebbene si, siamo arrivati alla fine. Ci ho messo un po’ a postare l’ultimo capitolo perché non me la sentivo di chiudere questa storia. Io sono una scrittrice molto, molto esigente. Non potete capire quante volte rilegga le cose e non mi piacciono mai; beh, questa storia è l’eccezione. Mi piace un sacco, è la mia migliore, quella che mi è riuscita meglio tra tutte quelle pubblicate e non. 
Lasciamo stare queste chiacchiere e veniamo a noi; voglio ringraziarvi tutte, una per una: Allergictotheuniverse, Blululle, Daawn, ehiruess, emmemira29, fun98, Hilary_, ho hey, JaneReader, like, princess_smile, stipedmesh, Tacchichan, belieber2000, Francy_d, Idreamnewyork, yellow26 e _Lovatic_. Grazie a tutte voi per averla seguita, per aver avuto tanta pazienza nel leggere i miei scleri ed essere arrivate fino alla fine. Un ringraziamento speciale va a jjk, nateswag e yourloveisalie_: grazie per le bellissime recensioni che mi avete sempre lasciato, nemmeno potete immaginarvi che piacere mi abbiano fatto. Se ho dimenticato qualcuna me ne scuso subito, siete in tante a leggere e potrei aver dimenticato qualcuna di voi. Perdonatemi. 
Niente, direi che con il mio sproloquio ho concluso. Voi sapete già che ho intenzione di fare un seguito di questa storia, non credo sarà mai bella come questa, ma io ci provo. Ho già trovato il titolo e ve lo anticipo: “We are not broken, just bent”. Se ne avete voglia io sono più che felice di continuare a leggere le vostre recensioni, se non ne avete voglia vi capisco benissimo.
Ho finito davvero. Solo un’ultima, piccolissima, cosa: GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE A TUTTE!
Mon.

  
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