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Autore: delilahs    23/06/2013    6 recensioni
"Guardala..." sussurrò Harry con tenerezza.
"Eh già" annuì Ron, nella penombra dell'infermeria, sussultando all'improvviso.
La piccola Hermione -dall'alto, o forse sarebbe appropriato definirla dal basso, dei suoi sette mesi- aveva preso il mignolo del ragazzo lentigginoso nel suo piccolo pugno, stringendolo mentre scivolava nel mondo dei sogni.
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
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Burrobirre, crema e principesse




Hermione! Oddio, che le è successo?” esclamò Seamus, annuendo frenetico, mentre alle sue spalle Ginny sospirava rassegnata.
Già. E’ così.. piccola!” continuò Neville, stringendosi attorno alla bambina, che li guardava tutti incuriositi.
Sette mesi, per l’esattezza” concluse Luna, sognante, incurante degli sguardi sorpresi che le lanciarono.
Lavanda la guardava con una tetra soddisfazione, mentre Ginny con una certa apprensione.
Possiamo restare? Voglio dire, quando ci ricapita di poter starle vicino senza rimproveri da prefetto-perfetto?” chiese Dean, eccitato mentre spostava una sedia.
Harry annuì debole, guardando Ron con la coda nell’occhio. In poco tempo il tavolo si riempì di Grifondoro, allegri e non, come Lavanda, stipata tra Neville e Luna, che continuava ad ammiccare verso Ron. Una volta che tutte le ordinazioni furono arrivate, i ragazzi si misero a chiacchierare allegramente, i più vicini a giocare con la piccola, ovviamente divertita da tutte quelle attenzioni.
Mentre Neville si beccava uno schiaffo sulla faccia a opera di Hermione, Dean ebbe la brillante idea di mischiare l’acquaviola della bambina con un goccio di burrobirra, cosa che provocò un verso indignato da parte di Harry e uno starnuto, simile al volo di un colibrì, di Hermione, che da quel momento si divertì a spruzzare di burrobirra chiunque le capitasse a tiro. Proprio mentre giocava con Luna, le scappò un altro starnuto, che compì l’arguta opera di trasformare il fiocco di Lavanda in crema, provocando risatine sottomesse da parte di Ron e Harry e un gran sorriso da parte di Hermione.
Diverse ore dopo, quando il sole era già sceso da un pezzo, Harry, Ron e Ginny decisero che era ora di andare. Non sapevano esattamente che momento del giorno fosse, visto la poca durata della luce, ma lo scatto decisivo venne da Hermione, che scelse quel momento per sbadigliare e appoggiare la testolina sul collo di Ron, curiosamente diventato color bordeaux.
Salutarono perciò gli altri, anche loro in procinto di andarsene, e  uscirono dal locale. Le risate dei ragazzi li accompagnarono ancora per un bel pezzo, impegnati a salutare la piccola con bacini e carezze sulle varie parti del corpo. Tutti tranne Lavanda, che li sorpassò a passo veloce, spintonando leggermente Ron con il fianco.
Harry fece per incamminarsi con loro, ma Ron lo fermò
Voglio andare ancora in un posto.” sussurrò piano per non disturbare Hermione.
Harry annuì perplesso, e insieme a Ginny, si incamminarono verso il centro del villaggio.
Se Hermione fosse ancora in sé, voglio dire…” iniziò Ginny
Lo so. Lavanda sarebbe già morta fulminata” concluse Harry sottovoce, osservando l’amico.
Ron teneva Hermione con entrambe le mani, forse preoccupato di farla cadere o forse per proteggerla dal vento pungente. Il corpo della bambina non era lungo neanche quanto il suo braccio, ed era adagiato nella sciarpa rosso fuoco, in completa sintonia con le orecchie del ragazzo lentigginoso. I capelli scuri volavano leggeri, scompigliati dal vento, con una manina rossa aggrappata al maglione di Ron, mentre l’altra giocava con i suoi capelli. Da quella distanza, e a causa del nevischio che cadeva rado, Harry non riusciva a capire se l’amica stesse dormendo o meno. Di certo però, anche se ne capiva poco, capiva dove si trovava e con chi, e di conseguenza si muoveva.
Immerso nei suoi pensieri, non si accorse che erano arrivati davanti a Zonko, il negozio di scherzi del cittadino. Vide Ron entrare svelto, volgendosi verso una saletta appartata. Forse, pensò Harry, il fratello George, anche lui proprietario di un negozio di scherzi, nel quale Ron aveva lavorato, aveva contribuito alla ristrutturazione.
Intanto Ron si muoveva svelto tra gli scaffali, tenendo in braccio una sveglissima Hermione, alla quale brillavano gli occhi. Il ragazzo smilzo si fermò davanti ad un punto lontano, quasi dimenticato, segnato dal ditino della bambina. Si inginocchiò, portando la piccola alla sua altezza e lasciò che toccasse quello che aveva visto. Una scatolina piccola, leggera, di legno massiccio intarsiato da fili multicolori, con uno strano simbolo sul dorso. Quando Ron sbloccò la sicura, aprendo la scatolina, ne uscì una bambola di porcellana in miniatura, viva, che iniziò a muoversi. Un piccolo libro comparse dal nulla, mentre nell’aria si diffondeva una voce tranquilla, dolce e cantilenante.
C’era una volta, in un bosco incantato, una bellissima fanciulla chiamata Biancaneve …” disse, quasi cantando.
Hermione lo guardava felice, e chiuse gli occhi, come a lasciarsi cullare da quella voce rassicurante. Ron e Ginny guardarono Harry, come a chiedere chi fosse quella strana ‘Canbiavene’, ma lui fece sono segno di stare zitti e ascoltare, indicando Hermione.
La bambina, infatti, si era sporta dalle braccia di Ron per appoggiarsi alla sua mano enorme,e lì si era addormentata, gli occhi chiusi e il sorriso sul volto.
Lo prendiamo?” chiese Ron, chiudendo piano la scatolina
Harry e Ginny si guardarono, e annuirono convinti. Ron pagò il negoziante, evidentemente contento di liberarsi di quella vecchia cianfrusaglia che parlava di principesse e bestie,e si avviarono verso Howgarts.
La tempesta si era intensificata, e mentre salivano per la ripida salita che portava al castello, Ron vide Hermione rabbrividire un poco contro il suo petto. Allora la strinse più forte, nascondendo le manine nelle sue, scoprendole gelide. La piccola si scosse, sussurrando “…’acaneve” e crollando subito dopo. Ron sorrise, e affrettò il passo.
   
 
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