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Autore: amu hinamori    23/06/2013    2 recensioni
la storia narra dell'avventura di una principessa ribelle, che non si è mai innamorata, ma che lo vorrebbe tanto, grazie al suo rapimento da parte di Ikuto, lei capirà cosa vuol dire innamorarsi e svelerà il mistero che si cela dietro alla sua collana a forma di conchiglia blu, tutto sulle onde del mare...
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amu Hinamori, Ikuto Tsukiyomi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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-Chi prendesse quella spada in mano con un animo sporco ucciderà tutte le persone che gli stanno vicino, non farà distinzione da amici o nemici, e poi alla fine ucciderà a sangue freddo la persona che più ama…
Lui iniziò a guardare la ragazza con degli occhi persi nel vuoto. La ragazza lo guardava, era come se potesse vedere tutta la verità su Ikuto, impossibile!!
-Promettimi che non accadrà nulla di tutto questo?- disse infine.
-Di che cosa hai paura Amu?- chiese lui.
-Promettimelo!- continuò lei.
-Se te lo prometto tu mi risponderai?
La ragazza si fermò a pensare: dopo tutto quello che era successo due anni prima, non poteva permettere che succedesse di nuovo, non ora!
-D’accordo te lo dirò, però tu ora mi prometti che non succederà tutto ciò!- concluse lei.
-Io, ti prometto che non succederà niente di tutto ciò.- dove aveva trovato il coraggio di prometterle una cosa del genere. È ormai ovvio che il primo ministro gli aveva chiesto di prendere quella spada.
-Bene. Ora io ti dirò di che cosa ho paura…- disse lei abbassando il capo.
-Spero di non essere io- ironizzò lui.
-No, non sei tu, almeno per ora… Io ho paura di chi mi ha mandato in frantumi i miei sogni- disse lei secca.
-E chi sarebbe questa persona?- chiese il ragazzo.
-Il primo ministro.
“Un’altra volta il primo ministro, mi chiedo che quel uomo non voglia far soffrire Amu finché non morirà dal dolore…”pensò Ikuto.
-Tutto è iniziato quando i miei genitori sono morti, ero sola, triste e non avevo nessuno con cui parlare; poi un giorno mi è comparso davanti un ragazzo: alto, biondo, occhi azzurri. In qualche modo quel ragazzo era riuscito a farmi sorridere. Tu non hai la minima idea di quello che è successo dopo…
-No, non saprei…
-Il primo ministro lo accusò di essere una spia mandata da un paese vicino, e senza fargli avere un processo lo condusse alla ghigliottina senza pensarci due volte!
-Mi dispiace, non ne sapevo niente- affermò Ikuto.
-Chi vuoi che conosca i retroscena di tutte le vicende che avvengono a palazzo se non chi ci vive…
-E tu cosa hai fatto dopo?- chiese Ikuto, strano ma vero, stava iniziando a provare compassione per quella ragazza.
-Feci delle ricerche e venni a scoprire che quel ragazzo era uno mandato dal primo ministro per farmi fuori…
“Ma è, in poche parole, la stessa cosa che sta facendo con me!” pensò Ikuto.
-Tu non sai quello che ho provato!
-Non voglio neanche pensarci- disse Ikuto, -però mi prometti una cosa- disse lui abbracciandola, -non voglio più vedere delle lacrime sul tuo viso, visto che sei più bella quando sorridi, che quando piangi.
-Ikuto, non dire cavolate. Io sono tutto tranne che bella!- affermò la ragazza. Ikuto sciolse l’abbraccio e le disse.
-Allora vieni con me!- le prese la mano ed iniziarono a correre tra gli alberi.
-Si può sapere dove mi stai portando?- disse lei affannata.
-In un posto che ti piacerà- disse lui continuando a correre.
Qualche minuto di corsa e poi si fermarono, Amu non ce la faceva più, aveva il fiatone e le gambe stanche.
-Sei stanca?- gli chiese lui.
-Avrei preferito camminare, ma perché mi hai fatta correre?- poi la ragazza si fermò e vide quello che aveva davanti: una cascata, un ruscello, la luce del sole, gli alberi, i fiori tutto era perfetto.
-Ikuto ma è bellissimo- disse lei avanzando, poi si girò verso di lui e disse: -Se dovevi trovare il modo per farmi sorridere ci sei riuscito.
-Bene- disse lui sorridendo. –Ora vieni con me- proseguì lui.
La portò allo specchio d’acqua che nasceva dalla cascata.
-Guardati nell’acqua- lei fece quello che disse lui e poi disse: -Sono io, ma cosa volevi dimostrarmi?
-Non mi sembra di vedere qualcuno di brutto nell’acqua, o sbaglio?- disse lui.
-Beh, cosa vuol dire?
-Questa acqua è speciale: fa vedere la bellezza interiore e non quella esteriore.
-Ebbene, ma così non dimostri che io esternamente sono bella.
-Per me sei bella, e questo te lo dice uno che ne ha conosciute di ragazze…
-Senti Don Giovanni dei miei stivali, se eviti di pavoneggiarti mi fai un grosso piacere- disse lei ridendo.
-Guarda che mi offendo- disse lui partecipando alla sua risata.
-Ahh, questo non è un problema mio- ribatté lei.
Amu guardò lo specchio d’acqua e intravide qualcosa luccicare sul fondale del lago.
-Ikuto guarda- disse lei.
-Cosa?- domandò lui.
-Sul fondale, non vedi luccicare qualcosa?
-Si intravede qualcosa, ma non riesco a capire che cos’è…
-Tienimi la borsa- disse lei lanciandogliela, si tolse la camicia e le ballerine, e rimase in canotta e pantaloni.
-Amu che vuoi fare?- non ottenne una risposta dalla ragazza che si era già buttata in acqua.
Amu stava nuotando il più velocemente possibile per arrivare sul fondale, quando vi arrivò, prese l’oggetto che brillava alla luce del sole, vide che era un diadema con incastonato una pietra blu. Ritornò subito in superficie da Ikuto. Quando spuntò dalla superficie dell’acqua il volto di Ikuto si rasserenò.
-Mi hai fatto venire un colpo!- affermò lui.
-Le pallottole fanno di peggio- ironizzò lei, -aiutami ad uscire dall’acqua, per favore!
Ikuto la aiutò ad uscire dall’acqua e poi disse: -Sei zuppa. Perché ti sei buttata?
-Volevo sapere che cosa brillava sul fondale…
-E allora?
-Ho trovato questo- disse lei porgendoglielo.
-È un diadema carino- disse lui, -ti starebbe bene in testa.
-No, io non metto su diademi e corone- lo fermò lei.
-Ma dai, voglio solo vedere come stai- disse lui.
Lei lo guardò, ci pensò due minuti e poi disse: -D’accordo.
Lui le mise il diadema in testa e quando la guardò vide la principessa che era in lei.
-Sai che sembri veramente una principessa- affermò lui. Lei arrossì vistosamente.
-Non dire stupidaggini Ikuto- gli rispose.
-Però ti sta bene- affermò lui, - mi chiedo di chi fosse ?
Lei se lo tolse dalla testa e guardò la parte interna, intravide una incisione e cercò di leggerla. Quando lesse ciò che c’era scritto si sbiancò.
-Amu, che c’è?- domandò Ikuto.
-Questo diadema era mio.- affermò lei.
-Che cosa?- domandò lui stupito.
-Era mio. Questo diadema era mio- ripeté lei.
-Ma come ci è arrivato fino a qui?
-Non ne ho la più pallida idea!- disse lei con gli occhi persi nel vuoto.
Il silenzio cadde fra i ragazzi, poi Ikuto disse: -Forse non è la prima volta che vieni qui e non te lo ricordi…
-Ikuto, era qui che volevi venire a cercare la spada?- domandò lei.
-Sì. Ma con questo?
-Occhi in grado di vedere ciò che altri non vedono, occhi in grado di vedere la verità, occhi aperti a chi sta cercando ciò che non si può ottenere con la forza.
-Dove le ho già sentite queste parole?- chiese Ikuto.
-Sono parole di mio padre.
La ragazza guardò la cascata e poi si ricordò di momento della sua vita.
Inizio Flashback.
-Amu ricordati di quello che ti ho detto- disse il re alla figlia, -solo tu puoi trovare la spada, perché i tuoi occhi vedono ciò che altri non vedono. Il re indicò la mano verso metà della cascata e disse: -Là, c’è ciò che tu cerci.
Un bambino con i capelli blu notte e gli occhi color ametista apparse accanto a lei.
Fine Flashback.
-Ikuto vieni- disse lei.
-Ma dove?
-Dietro alla cascata, è lì. È lì la spada.
-La spada?
 

  
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