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Autore: EleRigoletto    25/06/2013    1 recensioni
Avril è una ragazza di vent'anni, odia il mare per via del divorzio dei suoi genitori e non ci và da quando aveva cinque anni.
Suo fratello, decide di invitarla in California per passare un mese con degli amici; all'inizio non è tanto convinta, poi, decide di dimenticare il passato e di fare un piacere a Marc ( il fratello) .
Arrivati lì, cambierà idea sul tanto odio per il mare, grazie ad una nuova persona che le farà aprire gli occhi.
Il resto è da scoprire ...
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: David Desrosiers
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono tornata con un nuovo capitolo dopo un secolo che  non scrivevo!
Beeh. Vi avverto che siamo al termine di questa F.F e spero sia stata bella per voi, quanto lo è stata per me da scrivere.
Ci vediamo sotto …


Le settimane passarono velocemente: Chuck tornò a casa,  Avril decise di dare un' opportunità a suo padre e tornati a casa, sarebbero andati  da un  giudice per le questioni burocratiche e tutto il resto.
Alla fine si era promessa di cambiare atteggiamento e di accettare la tutela.
La storia con David si era fatta seria e lui sarebbe andato a stare da lei come prova.
Mike si fece passare un po’ di gelosia per la coppietta, ma la verità era che, anche se non voleva ammetterlo, le piaceva ancora molto Avril.
Darker chiamò il padre per avvisarlo che tra due giorni sarebbero tornati e che avrebbero chiuso tutto e preso il volo per casa.
Era triste da dire, ma tutto doveva ritornare alla ‘normalità’, ma con qualche risvolto positivo.

Mi risvegliai dopo una lunga nottata passata a dormire sopra Marc ed ai ragazzi, tutti buttati sul divano.
Ah. Mi sarebbe mancato tutto questo! Ogni singolo momento con quelle scimmie dei miei compagni di viaggio.
Mike si svegliò muovendosi e togliendo la gamba di David sulla fronte.
Si alzò e stropicciò gli occhi per abituarsi alla luce che filtrava dalle finestre.
“Hei.” Mi disse, con  voce flebile.
“Hei.” Mi alzai, notando che avevo ancora i vestiti della sera prima, come tutti.
“Come ti senti all’idea che tra circa 24 ore dobbiamo sgomberare da qui e partire?” Mi chiese.
Ci pensai un po’, prima di rispondere.
“Non lo so. Mi sono divertita e non vorrei mollare tutto questo, ma … la verità è che prima o poi dovevamo aspettarcelo, in fondo le vacanze non durano per sempre!
Questa mi ha aiutato a rendermi conto degli sbagli che ho commesso per tutti questi anni ed è servito ascoltare voi e mio padre.”
Lui fece un sorrisetto e venne ad abbracciarmi.
David e gli altri due si svegliarono in quel momento.
“Cosa state facendo voi due?” David si arruffò i capelli e, con uno scatto poco atletico, si alzò in piedi, aiutando quello scansafatiche di mio fratello e Darker insieme.
“Niente, dai forza, andiamo a preparare la colazione che sarà l’ultima!” Disse Marc, mentre mi prese per una spalla e mi lisciò i capelli.
“Non voglio essere smielato, ma … mi mancherete!” Disse Darker.
“Sei scemo? Io, te e David ci incontreremo tutti i giorni a lavoro e per Avril, beh. Basta che vi fermerete a casa e ci sarà.”
Marc mi sorrise.
Quella mattina mangiammo tutti in silenzio, forse pensando alla nostra piccola comunità che si era fatta più unita in un mese.
Vedevo Mike che si sforzava di restare zitto, ma sapevo benissimo che moriva dalla voglia di parlare.
Decisi di venirgli incontro.
“Mike, oggi cosa avete in mente di fare?” Chiesi.
“Io niente, preparo le valige insieme a Darker.”
“Niente di niente?” Chiesi stupita.
“Beh. Vedi … è ora di farle.” Continuò.
“In più dobbiamo fare le sacche degli slip sporchi e pulire, abbassare le tapparelle e tutte le cose per lasciare la casa come il padre di Darker ci aveva consegnato.” Disse mio fratello.
Avevano l’aria un po’ malinconica.
“Ok, te Dave?”
Distrattamente mi fissò, con lo sguardo più assente di tutte le milioni di volte che ero andata ‘in oca’.
“Mmmh.?”
“Cosa fai oggi?” Ripetei.
“Chiamo Chuck e sento com’è là … poi aiuto i ragazzi.”
“Te invece?” Chiese Marc.
“Preparo le mie cose e chiamo la mamma … il papà l’avrà sicuramente chiamata per dargli la notizia.”
Marc mi venne accanto accarezzandomi la spalla.
“Hai preso la decisione giusta, vedrai che andrà tutto bene.”
Le sue parole mi diedero conforto.
Appena finito di mangiare sparecchiammo tutto e andammo in camera a fare le valigie.
Passarono circa due ore ed io avevo appena finito di riempire la mia.
Nella stanza, fino a poche ore prima piena delle mie cose, ora c’era il nulla più assoluto, spoglia di ogni piccolo segno di abitazione.
Tutto come quando eravamo entrati.
Sorrisi all’idea di quella giornata, quando sentii una presenza alla spalle.
Mi girai di scatto e vidi Mike appoggiato allo stipite della porta.
“Cosa fai qui?” Chiesi con un tono ironico.
Si avvicinò a me.
“Ho finito di fare i bagagli e ho pensato di vedere a che punto eri …”
Il solito.
“Tutto bene.”
“Sicura?”
Ci pensai.
“Sì.”
Ero finalmente felice, mi erano successe tante cose e mi avevano aiutato a togliere i ‘paletti’ che mi limitavano lo spazio della mia vita.
Non avevo paura più del mare grazie alla presenza di tutti loro, mia madre non era arrabbiata con me anche se andavo a vivere con mio padre, ci saremmo viste ogni volta che volevamo e la prossima estate avevo promesso ai ragazzi che saremmo tornati ancora in California.
Cosa più importante: Non odiavo più così tanto mio padre.
“Ne sono felice.” Le sue parole mi riportarono alla realtà.
“A cosa pensavi?” Aggiunse.
“A questa partenza, sarà dura chiudere questa casa.”
Sorridemmo tutti e due.
“Già … ma guarda il lato positivo, quando scenderemo dall’aereo andremo subito in una pizzeria a pranzare tutti insieme!”
Tra me e Mike c’era un’amicizia veramente solida, lo conoscevo da tanto e …
È inutile raccontarvelo da capo, perché lo sapete già, tra di noi c’è una grande reciprocità di fiducia.
Poco dopo andammo a mangiare : finimmo tutto ciò che conteneva il frigo, poche cose, e insieme riempimmo un borsone con le stoviglie lavate da portare al padre del proprietario che ce le aveva gentilmente offerte.
Inutile dire che le ore a venire furono un vero ed unico divertimento.
Guardammo un film d’amore e David pianse insieme a Mike, sembravano due femminucce e questo mi rallegrò ancora di più.
Alla fine del film, suonò il mio cellulare.
Mia madre mi chiamò.
“Mamma, volevo giusto chiamarti.”
“Amore! Come stai? Domani partite, giusto?” Si sentivano i rumori dei piatti.
“Io bene … già domani abbiamo il volo alle sei.”
“Ti sei divertita?” Mi chiese.
La sua voce era normale.
“Molto.
Ah. Mamma, volevo dirti che anche se andrò dal papà, ti verrò sempre a trovare!”
“Lo so che lo farai.
Hai fatto bene a prendere questa decisione, ormai sei grande e so che sarai in buone mani.”
“Già.”
“Ora vado, ci sentiamo quando torni.
Ciao piccola, salutami tuo fratello e i suoi amici.
Ti voglio bene.”
“Anche io!”
Attaccai e guardai i ragazzi che erano intenti a costruire una torre con gli stuzzicadenti.
Guardai l’orologio del display: 19:00
Dovevamo cenare.
“Per cena cosa c’è?” Chiesi.
I ragazzi si guardarono.
“Non ne abbiamo la minima idea.
Abbiamo sgomberato tutto, non ricordi?”
Già è vero.
“Stasera si sta a digiuno!” Dissi io.
“Lo dici te che non ti fai problemi, ma noi uomini abbiamo bisogno di nutrimento per i nostri muscoli.” Disse Marc.
“Sì, pensate al muscolo dei vostri cervelli che è meglio!
Naturalmente Mike è escluso.”
Ridemmo tutti.
La serata passò a giocare a dire le battute più stupide e, con mio grande stupore, vinse Mike.
La battuta vincente?
“Sapete cosa ci fanno due squali in una gara? Vengono squalificati.”
Rimanemmo tutti così sconcertati che decidemmo che il vincitore doveva essere senz’altro lui.
Alle due di notte ci addormentammo ancora sul divano, visto che i letti erano tutti guastati.
Io e David da un lato e gli altri tre dall’altra, con eccezione per il piede di Marc.
La nottata non fu delle migliori, perché continuavo a rigirarmi e con me anche gli altri.
Quando le flebili luci della mattina iniziarono ad entrare, ci svegliammo.
Ci mettemmo circa un’ora prima che tutti e cinque fossimo preparati.
Io mi misi dei jeans corti, una maglia  blu pulita, una delle poche e le mie solite converse.
Prendemmo le nostre borse e, facendo un ultimo giro in bagno, andammo fuori dalla casa.
Chiamammo un taxi e prima di arrivare Darker chiuse la porta.
“Mi mancherai!” Disse Mike con un tono da telenovela.
“Anche a me e tanto!”  Disse David.
Arrivò l’auto.
“Ora che tutti abbiamo salutato, saliamo?”
Con un sorriso feci una domanda retorica.
Tutti si piombarono sul taxi, io restai sulle ginocchia di David perché non c’era posto.
Quando arrivammo all’aeroporto e aspettammo due ore per fare tutto il check- in da capo, riuscimmo a salire sull’aereo.
Io, come all’inizio di questa avventura, mi sedetti accanto a David e questa volta da fidanzata e con un giudizio decisamente diverso da com’era all’inizio.
Insomma, io ero cambiata.
Non mi sembrava vero ritornare, ma era la cosa più giusta.
Il viaggio passò velocemente, David si addormentò  e dovetti svegliarlo per fargli rendere conto che eravamo atterrati.
Si giustificò dicendo che non aveva dormito bene, ma sapevo che lui aveva sicuramente dormito meglio di me.
Ci ritrovammo davanti alle macchine parcheggiate in mezzo al caos di tutte le persone.
David ci guardò per un momento, poi aprì la sua macchina e disse :” Andiamo?”
Scattammo per ritornare da dove, al principio di tutto, eravamo prima che ci fosse stata la vacanza.
Ed ecco che la normalità non la sottovalutai più come una volta.
 
Adesso non ero più sola al pomeriggio; ci vollero due settimane, ma riuscii a traslocare da mio padre e Marc, portando tutte le mie cose là.
Anche se era un po’ distante da dove ormai ero cresciuta, non mi importava perché ero comunque felice.
Quando andammo dal giudice, papà non la smetteva un attimo di abbracciarci e , dopo essersi messo in contatto con il suo amico per  informare questo giudice, dopo una lunga conversazione e facendogli firmare carte e pile di documenti, dichiarò che la tutela era stata data a lui.
Passarono i vari ringraziamenti e  poi …
Tutto finì per il meglio.
La vita non è orribile come mi ero sempre riproposta di dire all’inizio.
La vita è fatta di cambiamenti ed io riuscii ad accoglierli senza schivarli, imparando a farne buon uso.
 
 
Ciaoo, come state?
Parte la canzoncina malinconica per segnare l’ora della fine.
Ecco terminata una F.F che non mi sarei mai aspettata di portare avanti.
Grazie a coloro che hanno reso possibile tutto ciò.
Ringrazio specialmente una mia cara amica: “Skizzata98”, Martina.
Spero che il finale vi sia piaciuto e, in tal caso vogliate chiarimenti o dirmi semplicemente come vi è sembrato il capitolo, beeh. Non potete fare altro se non commentare.
Ancora mille grazie a tutti.
Ele! ;)
 

 
  
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