Fanfic su artisti musicali > Ed Sheeran
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Autore: valah__    26/06/2013    1 recensioni
"Non riuscii a fare altro che sorridere mentre silenziosa e timida cercavo nuovi particolari che mai avevo notato prima. In quel momento sembrava come se il mondo si fosse fermato, come se in quell’istante esistessimo solo io e Edward, come se lui in quel momento avesse occhi solo per me."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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In quell’istante mi sentii una ladra; mi domandai ripetutamente cosa potesse pensare Ed di me a cavalcioni sul suo cancello del cortile, anche se prima di notarmi impiegò qualche istante che aveva passato ad osservare interrogativo la felpa sullo zerbino.
Alzò lo guardo e mi vide. Passò dall’interrogativo al dubbioso, probabilmente perché stava mettendo in dubbio la mia sanità mentale.
Socchiuse le labbra come per parlare, poi le richiuse e increspò le sopracciglia.
Cercai di forzare un sorriso ebete, poi quando mi resi conto che la staccionata in legno stava premendo contro la mia coscia mi sforzai mi mascherare il dolore.
-Ma cosa stai combinando?- mi domandò facendo alcuni passi in mia direzione.
Cercai una scusante, poi deglutii.
-Io…- mi sforzai di mettere insieme due parole –ginnastica?- chiesi sarcastica, ma lui non rise.
Balzai nuovamente nel suo cortile battendo il sedere contro il suolo. Dovevo sembrare un’idiota confusa, perché lui mi corse incontro.
-Ti sei fatta male?- domandò offrendomi una mano. La afferrai e mi alzai.
Ci trovammo tremendamente vicini, le nostre mani ancora unite.
-Sto bene- dissi lasciando la presa.
-Spiegami, è una tua prerogativa scomparire nel nulla?- domandò; nella sua voce una nota di fastidio.
-Dovevo…- pensai –dovevo andare. Il mio cellulare era pieno di chiamate perse- dissi cercando di essere convincente –e poi…- lui fissò il mio sguardo e il mio cuore palpitò –e poi sembravi così carino nel sonno- commentai; lui sorrise.
Restammo in silenzio.
-E quella?- mi chiese indicando con un gesto la felpa.
Ripensai alle appena accadute vicissitudini con le ragazzine pochi minuti prima e deglutii.
-Te la volevo riportare, credo di avertela vista addosso parecchie volte nelle foto, pensavo la rivolessi indietro- commentai vergognandomi.
-Cosa sei? Una specie di stalker?- chiese ridendo. Io desiderai sprofondare.
-È quello che fanno i fan solitamente… essere stalker, intendo- sussurrai in modo così fievole che mi parve di vederlo inclinarsi verso di me per sentire meglio.
Sembrò colpito, infatti non fiatò.
-Vabbé- dissi sbrigativamente –ho una band che mi attende in albergo, credo che sia meglio che io vada- commentai avvicinandomi verso il cancelletto del cortile.
-Resta- disse piano prendendo il mio passo e posandomi una mano sul fianco.
Continuai a fissare i miei piedi a terra, fino a quando non mi posò un dito sotto al mento, sollevandomi delicatamente il capo.
-Per favore- concluse facendo presa maggiore sul mio fianco.
Annuii come una stupida e fianco a fianco ci avviammo verso la porta di ingresso.
 
L’interno di casa sua mi sembrava più freddo rispetto a poche ore prima, e per questo motivo me ne stavo accucciata in un angolo del divano col mento tra le ginocchia.
-Comunque questa la puoi tenere- disse posandomi sulle spalle la sua felpa –considerala un piccolo ringraziamento- commentò.
-Per cosa?- chiesi stupidamente, cercando di ricordare a cosa potesse far riferimento.
Nei suoi occhi brillò una luce e uno sguardo malizioso si impossessò dei suoi occhi.
-Per il bacio di ieri sera- commentò divertito –e dello stampo di rossetto che mi hai lasciato in fronte questa mattina- ridacchiò. Io desiderai morire.
Quanto ero idiota? Era ovvio che stesse alludendo alla mia figuraccia da ubriaca, ma evidentemente ero ancora troppo annebbiata per mettere in moto il cervello.
-Ah- dissi sotterrando la testa tra lo schienale e la spalliera del divano, dandogli le spalle.
Lui si mise a ridere di gusto, i miei occhi cominciarono a pizzicare nel ricordare il suo non ricambio al mio bacio.
-Eddai, non darmi le spalle- cominciò a pizzicarmi fianchi e polpacci, al che assunsi nuovamente una posizione semi composta davanti a lui infastidita.
Mi resi conto che mi teneva una caviglia con una mano, mentre l’altra era appoggiata alla mia spalla. Era semi chinato su di me e in un qualche millesimo di secondo mi aveva bloccato le gambe con le sue.
-Io ti preferisco lucida- sussurrò e poi si avventò sulle mie labbra con una foga che mai avrei immaginato.
-Ehm- dissi cercando di tirarmi su, ma non sembrava volermi lasciare stare.
-Edward, per favore- dissi, al ché si fermò osservandomi interrogativo.
-Cosa c’è?- Mi chiese sussurrando; io cercai di realizzare quanto fosse appena accaduto.
-No, tu cosa c’è… insomma, io pensavo che quello successo ieri sera fosse abbastanza chiaro- dissi riferendomi a come si era sottratto al mio bacio.
Lui rise e tornò seduto. Io feci lo stesso.
-Non farmi domande, per favore- disse scocciato, probabilmente perché in quel momento ero stata io a sottrarmi a lui.
-Ok- commentai focalizzandomi sulle immagini che scorrevano alla tv.
-Però mi piaci- disse con semplicità sussurrandomelo all’orecchio, facendomi venire i brividi.
Sorrisi un po’ per le parole che mi aveva appena sussurrato, un po’ per il solletico dei suoi baci sul mio collo.
 
Presto si fece sera e il mio cellulare sembrò impazzire quando lo riaccesi. Continuò a vibrare per cinque minuti buoni quando lo riaccesi e per tutto il tragitto verso il mio albergo.
I ragazzi a cena mi osservavano divertiti, tutti tranne Samuel e Thomas che continuavano ad alternare momenti in cui mi riempivano di domande ad occhiate ai segni rossi che mi ricoprivano il collo, lasciati dalle labbra di Ed.
 
Mi sembrava di stare in una bolla, perché da un lato ero incredula per quanto successo con Edward in quella giornata, e dall’altro perché il giorno dopo avrei lasciato Londra, e lui non lo sapeva.
 
  
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