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Autore: michaelgosling    29/06/2013    1 recensioni
In un mondo futuro dominato e logorato un governo corrotto e distratto ha diviso la società in categorie in base alla bellezza esteriore: Intoccabili, belli e ricchi, Borghesi, mediamente belli e classe sociale media, e Mostri, fisicamente brutti e pover. Costringono anche ogni individuo a sposare una persona della stessa classe sociale scelta in base alle somiglianze fisiche, stessi capelli, stessi occhi, per poter fare figli uguali ai genitori..
Ed è in questa atmosfera cupa che si snodano le vicende di Ayris, una Borghese che non bada alle apparenze, Nathan, Borghese e compagno assegnato ad Ayris, Scott, un Intoccabile ribelle e omosessuale e James, un Mostro dal cuore d'oro, che non sono disposti ad accettare simili condizioni.
Insieme ad un gruppo di persone diversissime per età, sesso, carattere e principi che la pensano come loro, lotteranno per quello in cui credono.
Ce la faranno?
O lo Stato e l'apparenza che domina avrà la meglio?
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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gty CAPITOLO 23. LIVIDI.

Mentre saliva le scale, Nathan buttava ogni tanto gli occhi nel piano terra, per vedere come se la cavavano Barret e Gregor, ma le cose non sembravano migliorare.
Ad ogni fredda frase di Barret, Gregor rispondeva con una battuta o con una frase che aveva una nota divertente, come era solito fare, il che portava Barret ad arrabbiarsi ancora di più e così via.
Era un ciclo continuo.
Entrambi erano coraggiosi.
Entrambi si stavamo ribellando ad uno Stato ingiusto, anche se rischiavano la vita.
Entrambi avevano dei principi.
Entrambi avevano un ideale e un qualcosa in cui credere.
Entrambi erano padri.
Barret Johnson e Gregor Haus, uno freddo e distaccato e l'altro estroverso e amichevole.
Due uomini che avrebbero potuto essere amici se non fosse stato per quel carattere tanto diverso.
Se solo Johnson avesse messo da parte l'orgoglio, o almeno quello che bastava per essere più uomo e meno poliziotto.
Se solo Gregor avesse fatto la persona seria qualche volta invece che ridere e scherzare come sempre.
Solo un miracolo li avrebbe uniti, e nei miracoli non ci credeva nessuno dei due.
Il giovane Borghese, che aveva accompagnato Barret, non ne poteva più di sentire le loro urla, così, una volta finite le scale, aprì la porta che si trovò davanti e vide Jerry e Scott.
Si portò una mano alla bocca, e iniziò a ridere a crepapelle.
Scott vestito e truccato da pagliaccio non se lo aspettava, e la vista lo fece ribaltare dal ridere.
"Sono bello, eh?" chiese in tono scherzoso Scott, notando la presenza di Nathan.
"Credo di non aver mai riso tanto in vita mia!" borbottò quest'ultimo, tra una risata e l'altra.
"Ho notato. Se vai avanti così ti verrà un accidente!"
"Ma perchè ti sei conciato così?" mormorò Nathan, sedendosi al fianco del ragazzo.
"Per Jerry. Volevo farlo ridere."
Nathan tirò un sospiro: si stava ricredendo.
Incredibile come fatto, ma era quello che stava succedendo.
Aveva sempre pensato che non fosse altro che un ragazzino immaturo ed egoista, e invece si era truccato solo per far ridere un bambino, con il quale stava passando il pomeriggio.
Nathan amava i bambini.
Quando ne vedeva uno lo invidiava: avrebbe dato qualsiasi cosa per tornare bambino.
Per i bambini non ci sono mostri, cattivi, ingiustizie, dolore, sofferenze.
Vivono nella loro ingenuità, pensando solo a mangiare, dormire, e crescere nel miglior modo possibile.
Era quello che amava dei bambini.
La loro purezza.
Per la prima volta, agli occhi del Borghese, Scott non era un Intoccabile ribelle e presuntuoso che era entrato a forza nella sua vita, ma un ragazzo che aveva conservato dentro di sé l'altruismo e l'allegria tipica dei bambini.
"Sei bravo con i bambini." fece Nathan, sorridendo lievemente.
"Non è difficile. Basta tornare ad esserlo. Siamo tutti un po' bambini. Chi smette di esserlo, sbaglia."
"Credo che sia la cosa più intelligente che tu abbia detto da quando ci conosciamo." mormorò Nathan con una nota di sarcasmo, anche se si capiva che la sua affermazione era sincera e veritiera.
"Oggi sei meno sclerato del solito. Come mai? Hai preso delle pillole per calmare il cervello?"
"Molto spiritoso."
"Come mai sei qui? Ti mancavo troppo?"
"Ho accompagnato Barret. Doveva parlare urgentemente con Gregor. Credo che riguardi quel lavoro che fanno insieme a Jeremy e Miguel."
"Ecco perchè sentivo urlare! Sono loro che stanno discutendo."
"Tanto per cambiare."
"Noi faremo la loro stessa fine, lo sai? Giunti a 30 anni ci insulteremo ancora."
"Questo è sicuro. Siamo troppo diversi. Mi sorprende il fatto che stiamo ancora parlando civilmente."
"Si hanno notizie sui piccioncini?"
"Del tipo?"
"Si sono messi insieme?"
"Figurati. Ayris è troppo timida, e se è possibile James lo è ancora di più."
"Ma quanto sei chiacchierone oggi!" fece scherzosamente Scott, spingendo amichevolmente Nathan.
"Ahia." mormorò il Borghese, toccandosi la schiena.
"Oh andiamo, non fare il bambino! Non ti ho fatto così male."
"E invece sì!"
 Scott tolse al ragazzo la maglietta e vide un'enorme quantità di lividi sulla sua schiena.
"Ma che hai fatto?"
"Non è niente, davvero."
"Anderson, ma come te li sei fatti? Sono tanti! E anche piuttosto evidenti. Ti fanno molto male?"
"Non li sento più praticamente. Ormai ci ho fatto l'abitudine."
"Mi dispiace di averti spinto."
"Non è niente." mormorò Nathan, cominciando a sentirsi in imbarazzo.
In fretta e furia si rimise la maglia, cercando di evitare lo sguardo dell'Intoccabile.
Quella situazione stava diventando ridicola.
Fino all'altro giorno se ne dicevano di tutti i colori, e ora..
Ora..
Non lo sapeva neanche lui cosa stava succedendo.
"Devo andare."
"Aspetta. Hai messo la maglietta al contrario, tontolone." disse Scott, mettendogli la maglietta nel verso giusto.
Nel farlo, gli toccò accidentalmente con le dita il petto, e Nathan fece un balzo all'indietro.
"Si può sapere che hai? Mi sembri un militare."
"Sto bene. E'.. è solo che devo andare. Ci vediamo sabato, alla festa. Ciao."


  
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