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Autore: elfin emrys    15/07/2013    1 recensioni
[AU! Francia, XV secolo. Ispirata dal musical e il libro di Notre Dame de Paris più la versione Disney, cioè Il Gobbo di Notre Dame]
-Beh, non offri niente al cugino del re?
-Ti ricordo che sei un cugino di sesto grado, Ryou, e l'unica cosa che ho da offrirti è la possibilità di andartene prima che io perda la pazienza.
Ryou sbuffò, poggiando i piedi al tavolo e guardandosi intorno con altezzosa noncuranza.
-Uff, mercanti!
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Keima Katsuragi, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Notre Dame de Paris

 

 

Keima sospirò pesantemente, tappandosi le orecchie. Maledetti! Ogni santissimo anno (Ogni. Santissimo. Anno.), c'era quella dannatissima festa, la “Festa dei Folli”, come amavano chiamarla. Una cretinata, una serie di scempiaggini senza un minimo di filo conduttore. Che gusto c'era al proclamare papa un uomo orribile, dalla strana fisionomia e, probabilmente, maleducato e rozzo? Che gusto c'era a portarlo in giro per la città?

Keima afferrò Yokkyun e la posò sul davanzale, sporgendosi leggermente. Argh, non riusciva a vedere nulla, eppure la festa stava per iniziare.

Riposò la propria bambola prediletta vicino a quella che stava costruendo per una certa Tsukiyo, la figlia di un barone tedesco, e si diresse verso la porta. Vi trovò Denma con un mantello in mano. Il sacerdote gli sorrise e gli mise il mantello sulle spalle.

-Torna presto, mh?

-Sì.

-Non farti scoprire dal ministro, ok?

-Sì.

-E non mangiara nessuna schifezza.

-Mh.

-E abbi cura di te!

-Lo so.

Keima scosse la testa spazientito, per poi scendere quasi correndo le scale. Uscì dalla cattedrale, cercando di non farsi notare.

Si appostò in un angolo, osservando attentamente lo spettacolo. Uomini, donne e bambini, sorridevano tutti e stavano tutti insieme, aspettando di veder arrivare la processione. Sobbalzò e si accorse di star osservando attentamente una giovane ragazza incinta. Si diede dello sciocco: mph, stava davvero pensando a quello che gli aveva detto Ryou? Eppure, quella missione lo attirava molto. Gli erano sempre piaciute le cose misteriose e nascoste... per questo... per questo l'avevano incolpato di aver fatto un patto con l'Inferno e l'avevano costretto a scappare chiedendo asilo. Era riuscito a far fuggire sua sorella Elsie a Firenze e con lei aveva fatto andare la sua istruttrice, Hakua. Mandava lì periodicamente dei soldi per mantenere entrambe le ragazze.

Uno strano brusio e un improvviso silenzio lo fece distogliere dai propri pensieri. Salì su un barile, fissando la strada oltre gli occhiali.

Tutto di un tratto, la persona che guidava la cupa processione che tutti stavano guardando si tolse il mantello, rivelando una giovane ragazza. Era coperta da uno strano abito corto con sotto dei pantaloni e degli stivali. Sul viso c'era una grande maschera da cui partivano numerose piume che le coprivano i capelli. Non si capiva nemmeno se li avesse lunghi o corti, tanto il collo e la testa erano celati alla vista.

Keima sospirò.

-Di nuovo quella...

Chihiro”, la chiamavano. Appariva solo in rare occasioni e si dicevano strane cose su di lei. Cosa raccapricciante, nessuno sapeva chi fosse di tutte le donne di Parigi: si diceva fosse alcolizzata, ma sempre sobria, facile all'amore, ma vergine, molto astuta, ma dal sorriso vano e sciocco. In poche parole: vaga, oscura, “Chihiro Kosaka” poteva essere tutti e nessuno, poteva essere una qualunque delle ragazze del Val d'Amore travestita. E tutte le leggende che c'erano sul suo conto, di persone che l'avevano vista in viso e che erano decedute misteriosamente... tutte leggende, menzogne. Era solo una figura.

Chihiro saltò sopra un palco, ridendo, cominciando così la festa. Keima fece un passo indietro, cercando di tenersi il più lontano possibile. La ragazza cominciò a girare fra il pubblico, mostrando loro dei trucchetti, sorridendo. Tutti ridevano, sembravano divertirsi mentre stane e grottesche figure danzavano di qua e di là.

Keima sbuffò, togliendo l'ultimo pezzo dal gioco che aveva in mano e ricominciare a rimontarlo. Improvvisamente, si sentì osservato.

-Ahahah!

Sentì ridacchiare e vide accanto a sé Chihiro. La ragazza gli diede una pacca sulla spalla, poi fece un cenno con la mano. Keima alzò un sopracciglio: era evidente che lo considerava strano. Tutti lo consideravano tale.

La ragazza scoppiò in una fragorosa risata, per poi tornare sul palco.

-Madame e messeri! Per la gioia di tutti voi, ecco la più grande danzatrice di Parigi!

Tutti applaudirono.

Keima vide con la coda dell'occhio dei tipi incappucciati all'angolo della strada.

-...Ka...Kaketama?

-Ecco a voi... Kanon!

Il ragazzo non fece caso alla fanciulla che apparve sul palco, eppure ella era considerata molto bella, un'ottima cantante e ballerina. Invece, osservò attentamente quel gruppo sospetto. Fece qualche passo più avanti per avvicinarsi. Sembrava che si guardassero attentamente intorno, come per cercare qualcosa. O qualcuno.

Si allontanarono appena videro che il ministro stava arrivando. Keima provò a inseguirli, entrò nel vicoletto dove si erano diretti, ma si scontrò con una ragazza piena di veli e piume. Appena si scusò con la fanciulla, riguardò la strada.

Erano spariti.

 

Ryou sospirò, aprendo gli occhi a guardando la ragazza di fianco a sé.

-Da quanto tempo, mh, Ayumi?

Lei sorrise, sistemandosi il vestito.

-Tanto. E ancora non mi hai pagato per l'ultima volta.

-Che noiosa: ti ho sempre pagato tutto. Prima o poi.

-Preferisco “prima” che “poi”.

Ryou rise.

-Beh, è questa l'accoglienza a un vecchio cliente?

Lei alzò le spalle, con aria divertita.

-Se si tratta anche di un vecchio amico.

Il biondo scosse il capo, tirandosi su le braghe.

-Senti, Ayumi...

-Sì?

-Avrei una questione delicata da sottoporti.

Lei si girò sorpresa.

-Quale?

Ryou pensò a come proporre la situazione, cercò la sua vena da attore.

-Ecco, vedi, ti ricordi la ragazza che dovrei sposare.

-Sì... come si chiamava... Shiori... qualcosa di simile.

-Esatto. Vedi, è successo che l'ho messa incinta e... e diciamo che vorremmo mantenere tutto segreto... Capisci cosa intendo?

-Incinta!! Ma lei ti detestava!

-Beh, ora non più.

Ayumi guardò in alto, riflettendo. Quindi gli serviva qualcuno specializzato in questo tipo di cose...

-Ho chi fa al caso tuo.

Il viso di Ryou si illuminò.

-Seguimi.

-Oh, grazie Ayumi!

Lei gli sorrise e gli fece cenno di seguirla.

-Non c'è di che.

Il biondo cominciò a camminare dietro di lei. Sospirò di sollievo: il suo piano stava funzionando. Se la storia della madre segreta del figlio del ministro era vera, sicuramente quell'imbecille doveva essere andato dalla donna da cui Ayumi lo stava accompagnando. E là, con qualche scusa, avrebbe trovato certamente qualcuno che faceva per lui. Anche se era festa in città e tutti andavano lì.

Soprattutto perchè era festa in città e tutti andavano lì.

 

Appena arrivati, Ayumi aveva spiegato tutto alla donna -una certa Kusunoki- e lei aveva annuito.

-Come mai sua moglie non è qui?

-Si rifiuta di uscire.

-Beh, adesso che sa dove mi trovo può andarsene e tornare con sua moglie.

Ryou riflettè un attimo.

-Se non le dispiace, vorrei un attimo vedere come lavora. Voglio essere sicuro che lei sia davvero la persona che cerco.

La donna sembrò stupita della richiesta. Ryou quasi decise di ritirare la richiesta, tanto scura era l'aura che si era creata intorno a lei.

-Tsk, smidollato.

Kusunoki entrò in una camera dove accoglieva tutte le ragazze che dovevano venire da lei. Ryou si sedette, sfregandosi le mani. Bene. Molto bene.

Vide entrare una giovane che vedeva spesso in una famosa locanda. Sumire, si chiamava. Poi vide entrare una sconosciuta e poi una nobile col volto coperto. Per quasi due ore non entrò più nessuno, tanto che Ryou quasi si addormentò. Entrarono altre quattro fanciulle, una di seguito all'altra. Ma nessuna di quelle poteva essere colei che cercava. Aspettò fino a sera, quando ormai la festa doveva essere terminata. Ryou sospirò. Sarebbe venuto un altro giorno. Mentre si stava alzando entrarono, due donne.

-Kanon?

Vicino alla ballerina, c'era una fanciulla di modesta bellezza. Il suo ventre era solo leggermente tondo: non sembrava neanche incinta. Vide Kanon sorridere alla ragazza, che guardò il biondo sospettosa e ritrosa. La ballerina le fece coraggio e gli chiese se si poteva entrare. Ryou annuì.

Quando la porta si chiuse, il ragazzo cominciò a scendere le scale. Aveva trovato la ragazza che faceva al caso suo.

La aspettò sotto pochi minuti, poi vide la sconosciuta e Kanon uscire e coprirsi il viso con un mantello. Le due iniziarono a camminare velocemente. Ryou quasi dovette correre per stare loro dietro. A un certo punto, le perse, ma le riprese in un attimo e si avvicinò di più a loro.

Il biondo sentiva i canti di chi portava il Papa dei Folli in giro per la città: non ci fece caso. Improvvisamente si bloccò e si nascose dietro una botte.

-Un uomo?

Una figura ben più alta delle due le aveva raggiunte. Parlavano sottovoce e Ryou non poteva sentire nulla della loro conversazione. Sembravano solo due passanti che si erano incontrati per caso, in mezzo alla strada. Nessuno faceva caso a loro.

Un ubriacone, passando loro accanto e inciampando, afferrò il mantello dell'uomo, che scoprì il viso.

Ryou ridacchiò.

-Beccato, ministro. Beccato.

Vide che i tre si salutavano -il ministro strinse la mano alla ragazza che doveva essere sua moglie- e si allontanavano come se nulla fosse. Ryou, indeciso sul da farsi, si risolse a finire di seguire le due ragazze per giungere al luogo dove vivevano.

Era un quartiere malfamato, dove si rischiava sempre di essere aggrediti o derubati, di finire in qualche rissa. Infatti Ryou, nel tragitto, vide ben più di una guardia in giro. Eppure, nessuno dei criminali sembrava aver solo voglia di toccare le due ragazze. Uno le aveva avvicinate, ma appena le due avevano abbassato il cappuccio, quest'ultimo si era scusato.

Ryou alzò il sopracciglio. Era uno strano comportamento, soprattutto perchè erano due donne: generalmente non si sarebbero fatti scrupoli e l'avrebbero derubate, picchiate o peggio, chissà cos'altro poteva loro accadere. Ma non successe nulla.

Si prese un colpo vedendo passare accanto a sé una ragazza con i capelli corti. Ryou pregò che non lo avesse notato o che, per lo meno, non l'avesse riconosciuto. Vide che rideva con Kanon e la sconosciuta e vide che entravano dentro una casa illuminata, messa un po' meglio delle altre.

Il biondo sogghignò: dunque era là che vivevano. Fece per allontanarsi, quando vide delle figure scure apparire da dietro l'angolo per fermarsi davanti alla dimora.

-Quelli non sono... kaketama...? Mh, no, non è possibile.

Appurato che quelli, semplicemente, non potevano essere quello che pensava, Ryou si allontanò, percorrendo la strada al contrario, perdendosi un po' di volte prima di trovare la via per andare alla cattedrale ad avvertire Keima, il suo complice.

 

Note di Elfin:

Lo so che ci ho messo un sacco. Ho avuto una marea di problemi. Il blocco dello scrittore, il voler subbare TWGOK, il fatto che oggi parto... Una marea di cose. Spero che mi perdonerete e che il capitolo sia piaciuto.

Kiss

   
 
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