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Autore: losermind_x    15/07/2013    8 recensioni
Sid e i suoi fratelli si trasferiscono da Half Moon Bay ad Huntington Beach per colpa del lavoro dei loro genitori, qui incontreranno tre ragazzi particolarmente conosciuti. Riusciranno, grazie a questi, a dimenticare casa e ad andare avanti con la loro vita? *sospesa: causa abbandono della band da parte di Drew*
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Drew Chadwick, Keaton Stromberg, Nuovo personaggio, Wesley Stromberg
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Prologue

 
“Sid vuoi darti una mossa con quegli scatoloni, ci stai mettendo una vita”

“Se qualcuno mi desse una mano a portare le tavole in garage ci metterei meno tempo”

“Avevi detto che te ne saresti occupata tu”

“Parlavo della mia tavola, non delle vostre, e ora mi aiutate per piacere”

Finiamo di scaricare il camion dei traslochi, queste erano le ultime cose…scusate, non mi sono ancora presentata, il mio nome è Sidney Severson, ma tutti mi chiamano Sid, ho diciotto anni, mi sono appena trasferita da Half Moon Bay, il paradiso del surf, ad Huntington Beach, la città di quelli che credono di fare buon surf, con tutta la mia famiglia. Ci siamo trasferiti per via del lavoro dei miei, mio padre è il direttore della Severson Surfing Enterprises, ma il vero motivo è stato il lavoro di mia madre, lei è una ricercatrice e la sua ricerca l’ha portata fino ad Huntington Beach. Ho tre fratelli, Mitchell, che è il mio gemello, più grande di me di sette minuti, e Lance ed Elliott, i miei fratelli maggiori, anch’essi gemelli, più grandi di me e Mitch di tre anni. I miei fratelli sono le persone più irritanti del pianeta, ma sono anche quelle a cui tengo di più. Il fatto di essere la più piccola di casa mi ha portato non pochi problemi, ad esempio non posso ne surfare, ne fare skate da sola, non posso uscire senza qualcuno che mi controlli, e se i miei fratelli sono impegnati mandano comunque i loro amici a spiarmi, anzi proteggermi come dicono loro, hanno paura dei ragazzi soprattutto, nonostante io sia cresciuta nella loro cricca, ed abbia molti amici maschi, o almeno li avevo. Non sono il tipo di nessuno, visto che non faccio le cose che solitamente le ragazze fanno, come indossare gonne e portare tacchi, sono la ragazza che tutti vorrebbero come amica per fare una partita a basket al parco, malgrado io non sia molto alta. Ho i capelli rossi, nonostante Mitch li abbia castani, infatti tutti credono che siano tinti, ma la verità è che sono strana, e quindi anche i miei capelli lo sono. Indosso le lenti a contatto, ma solo per surfare e qualche volta per fare skate, altrimenti mi ostino ad indossare gli occhiali, l’ho già detto che sono strana?!

“Sid, ci sei o dobbiamo chiamare la mamma?” dice Elliott scrocchiandomi le dita davanti agli occhi.

“No, ci sono, cosa stavate dicendo…”

“Volevamo andare in spiaggia” dice Lance.

“Già, sei dei nostri?” mi chiede Elliott.

“Ovvio che ci sono, che domande. Ma Mitch dov’è?”

“Mitch è salito per scegliere la stanza” ci informa la mamma, “sono al secondo piano” dice riferendosi alle stanze. In meno di un secondo siamo già schizzati fuori dal garage, lottiamo per entrare dalla porta principale, Lance ed Elliot cascano a faccia avanti nell’intento di passare dalla porta nello stesso istante, ne approfitto per correre su, rischio di slogarmi la caviglia più di una volta, quando riesco ad arrivare in cima alle scale adocchio Mitch che sta per entrare in una delle stanze, a quanto pare è la più grande e ben collocata di tutte, quindi prima che possa anche solo mettere un piede dentro, lo spingo da parte, entro e gli chiudo in faccia la porta.

“Che coglioni! Sid, l’avevo vista prima io”

“Scusa Mitch, ma sono una ragazza e ho bisogno di più spazio di voi ragazzi” dico aprendo la porta e posizionandomi sull’uscio in modo da evitare spiacevoli inconvenienti.

“Da quando sei una ragazza?” mi prende per il culo Elliott alzando un sopracciglio.

“Da sempre tecnicamente”

“E dove sarebbe tutto questo spazio di cui hai bisogno? non ricordo di averti visto comprare vestiti o borse ultimamente”

“Dove credi che dovrei mettere tutti i miei cappelli e le mie tavole, e i libri, i cd, per non parlare delle scarpe”

“Non è una ragione valida per avermi slogato una spalla”

“Non esagerare Mitch, ti ho appena sfiorato”

“Ma se un altro po’ lo facevi passare dal muro” dice Lance che ha sicuramente visto la scena.

“Fa lo stesso, sono una ragazza e sono la più piccola, quindi mi spetta di diritto la camera più grande”

“Da quando ti consideri una ragazza?”

“Ma soprattutto la piccola di casa? dici sempre di essere grande”

“Lo fa solo perché gli fa comodo. Io mi scelgo un’altra stanza” dice Mitch camminando verso una delle camere vicine alla mia.

“Spiacente fratello quella è la mia” dice Lance fregandogli la stanza a destra della mia.

“Nah, non ci pensare nemmeno, quella è mia” dice Elliott indicando la stanza vicina a quella al proprio gemello, ricevendo un verso isterico da parte di Mitch.

“Questa va bene, o devo andarmene a dormire in garage” dice Mitch contrariato.

“In giardino sarebbe meglio”

“Ma quanto siete simpatici” dice spostando la sua roba nella stanza.

“Ragazzi vi siete sistemati?” chiede papà salendo le scale.

“Certo” dico affacciandomi dalla porta.

“Avete fatto presto, mi aspettavo che ci metteste più tempo, e che ci fossero molte più lacrime”

“Pà non sei simpatico, smettila di fare il giovane, non lo sei”

“Per tua informazione Lance sono ancora un tipo tosto” dice mettendosi uno dei miei cappelli e facendo le corna come i rapper.

“Pà per favore, non farlo mai più”

“Già, non farci assistere più ad una cosa simile, è imbarazzante”

“Grazie mille Mitch, almeno da te mi aspettavo un po’ di tatto, solo la mia piccolina non si prende gioco di me”

“A parte il fatto che Sid ha meno tatto di tutti e tre messi assieme, e poi non ti sta prendendo per il culo solamente perché ti ha chiuso la porta in faccia” dice Elliott. Apro la porta per riprendermi il cappello.

“A questo proposito ridammi il cappello, e non fare più una cosa del genere, se non vuoi che qualcuno ti prenda per il culo per il resto della vita”

“Si, qualcuno tipo i tuoi meravigliosi figli, a cui ora lascerai la jeep per andare a surfare” dice Lance allungando la mano per avere le chiavi.

“La spiaggia si trova dall’altra parte della strada, non potete andarci a piedi?”

“Le tavole pesano, e noi siamo stanchi, abbiamo praticamente finito di fare il trasloco ora, e poi dobbiamo cercare il posto adatto. Lasciaci la jeep, promettiamo di non graffiarla” dice Mitch, quando vuole sa essere persuasivo.

“Posso fidarmi di voi?”

“Quando mai ti abbiamo deluso pà?”

“Volete veramente che vi elenchi tutte le volte” dice con un sopracciglio alzato.

“No grazie, ora ci dai le chiavi per favore, il sole sta per tramontare e non c’è niente di più bello che surfare al tramonto” dice Elliott.

“Ho la vostra parola che non succederà nulla di male alla mia Micole?”

“Micole?” ride Lance per il nome che papà ha dato all’auto.

“Si, hai la nostra parola” dice Mitch sbuffando per il comportamento idiota di Lance.

“Hai la sua…” dico andando a mettermi il costume e prendere la muta.

“Riportatemela così come l’avete presa” dice papà arrendendosi, mollando le chiavi a Lance che aveva ancora la mano aperta davanti a lui.

“Pà?” chiama Mitch.

“Si”

“Davvero hai dato un nome all’auto?” chiede scoppiando a ridere.

“Perché voi non lo fate?”

“Si, ma noi siamo giovani, tu no”

“L’importante è sentirsi giovani dentro El. Riportatemi la jeep intera” dice scendendo le scale.

“Siete pronti?” dico uscendo dalla stanza.

“Prontissimi”

Usciamo da casa dicendo a mamma e papà che avremmo mangiato fuori, carichiamo le tavole sulla jeep, e cerchiamo il posto ideale dove riiniziare a respirare. Si, perché surfare, per noi è come respirare, non c’è niente di meglio che nuotare fino a largo e perdersi ad ascoltare il rumore del mare, con le onde che ti si infrangono addosso, steso sulla tavola a contemplare l’immenso che c’è alle tue spalle.

Troviamo il posto ideale, a circa un chilometro da casa, raggiungibile anche a piedi in una trentina di minuti. Parcheggiamo la jeep e facciamo scendere le tavole, indossiamo la muta e ci dirigiamo in acqua. Il surf è l’unica cosa che non potrà mai cambiare tra di noi, surfiamo insieme, questa è una cosa intrascindibile, ci accomuna, ci lega, senza il surf a quest’ora ci saremmo già scannati. Vivendo ad Half Moon Bay o imparavi a surfare o ti sparavi, voglio dire avere alcune delle più belle onde del mondo e non saperle cavalcare sarebbe stato un sacrilegio, quindi abbiamo imparato tutti a surfare, anche la mamma e il papà se la cavano, certo noi siamo dei professionisti ormai, ma loro non sono male. Surfiamo tutti sin dalla tenera età, non siamo mai andati a scuola di surf, Lance ed Elliott hanno imparato dal nonno, mentre io e Mitch abbiamo imparato dallo zio, il fratello minore di papà, e successivamente da Lance ed Elliott, una volta cresciuti. Il surf è la nostra miglior cura. Se abbiamo problemi, siamo stressati o se abbiamo litigato con qualcuno, andiamo a surfare e risolviamo tutto, magari con qualche gara per alleggerire le tensioni quando discutiamo tra di noi, non nego che siamo stati parecchie volte all’ospedale per via delle cadute dalla tavola, ma sono circa due mesi che nessuno di noi finisce con qualcosa di rotto, e questo è una specie di record o un miracolo che dir si voglia. Certo non tutte le volte è rose e fiori, e quindi ci sono volte in cui surfiamo da soli, specialmente da quando Lance ed Elliott hanno iniziato l’università e hanno accettato di lavorare in uno dei negozi dell’azienda di papà, e Mitch ha iniziato ad uscire da solo con i suoi amici. La maggior parte delle volte veniva qualcuno della cricca con me, ma altre volte ero sola, e il mare sembrava sempre troppo grande per me solamente, quindi non riuscivo a stare in acqua per più di dieci minuti, perdendomi delle onde meravigliose.

“Sid, ma che ti succede? è già la seconda volta che ti estranei oggi”

“Non è che ti sei innamorata e non ce lo vuoi dire”

“Già perché potremmo anche spezzargli le gambine a questo tizio”

“Ragazzi finitela, non c’è nessun ragazzo, e sapete che se mai ci fosse voi sareste i primi a saperlo. E comunque stavo solo pensando a quanto mi mancano le onde di casa”

“Mancano a tutti, ma ehi, si dice non piangere sul latte versato, quindi godiamoci queste nuove onde” dice Lance tuffandosi in acqua.

“E poi questa, da oggi, sarà la nostra nuova casa, quindi dimentichiamoci Half Moon Bay e le sue onde. Questa è la nostra nuova vita” dice Elliott seguendo il gemello in acqua.

“Ma io non voglio dimenticare, li c’è tutta la nostra vita”

“Lo so Mitch, neanche io voglio dimenticare casa, dobbiamo solo accettare che da oggi in poi avremmo una vita diversa, non nuova, solo diversa” dico raggiungendo i gemelli in acqua, seguita da Mitch.

Iniziamo a surfare, e i ragazzi iniziano a sfottersi e a dropparsi, ovvero iniziano a rubarsi le onde a vicenda, tagliandosi la strada. Il sole sta tramontando così blocco i ragazzi che hanno iniziato a schizzarsi, per fargli prestare attenzione allo spettacolo dietro di noi, quando si girano rimangono a bocca aperta, il tramonto è sempre un momento speciale per noi, anche l’alba ha il suo perché, però il tramonto la batte su tutti i fronti, c’è un atmosfera speciale con il sole che cala, forse l’acqua che diventa arancione, trasformando il cielo in qualcosa di meraviglioso, ma comunque è la parte migliore della giornata da passare sulla tavola. Mi sento osservata, così mi guardo intorno per vedere se uno dei ragazzi mi sta guardando, non è nessuno di loro, quindi guardo dietro di me e vedo tre figure sulla riva che guardano verso di noi, potrebbe sembrare strano visto che sono a centinaia di metri di distanza da noi, ma sembra proprio che ci stiano guardando. Avviso i miei fratelli.

“Ragazzi non vorrei sembrarvi paranoica, ma ci sono tre tipi che stanno guardando da questa parte”

“Bè avranno solo visto cosa vuol dire saper surfare veramente, lasciali rosicare” dice Lance.

“Sempre pieno di te, vediamo se hai ancora voglia di parlare” dico schizzandogli l’acqua in faccia e iniziando a nuotare sulla tavola per prendere l’onda. Sto per alzarmi in piedi, quando Lance mi droppa per cavalcare la mia onda. So che non dovrei farlo perché è troppo pericoloso, e l’onda è già stata tagliata, ma lo droppo a mia volta, pregando di non rompermi niente. Riesco a passargli davanti inerme, e a cavalcare quella che era, di diritto, la mia onda.
 

-

 
Ci sono dei ragazzi che stanno surfando, sono davvero in gamba, non li ho mai visti qui intorno, devono essere nuovi del posto, sarebbe bello imparare qualche trucchetto nuovo, così decido di chiederlo ai miei amici.

“Wes non dire niente, ti ho già capito, sarebbe veramente figo surfare con quelli”

“Si, ma io avrei fame, quindi perché ora non andiamo a mangiare, e rimandiamo le presentazioni ad un altro giorno. Tanto non mi pare che quelli debbano andare da qualche parte”

“Hai ragione, Keats, andiamo che ho fame”

Prima di spingerli a camminare, mi fermo e vedo che due iniziano a nuotare per prendere la stessa onda, sono dei pazzi se credono di riuscire a cavalcarla in due, uno di loro inizia ad alzarsi, prima che l’altro gli tagli la strada…peccato sia già finita.

“Guardate” grida Keaton. Ci giriamo per vedere, giusto in tempo, il tizio che aveva vinto, venire droppato, con l’onda già tagliata, da quell’altro, mentre quegli altri due seduti sulle tavole se la ridevano.

“Cazzo, quello è fuori di testa, avrebbe potuto spezzarsi il collo, porca puttana”

“Drew contieniti qualche volta, mi raccomando” dice Keaton sarcastico, riprendendo Drew.

“Che c’è? non siamo mica davanti alle telecamere, posso sfogarmi quando sono da solo”

“Dai andiamo a mangiare” dico spingendoli verso il pub che si trova vicino la spiaggia.
 

-

 
“Lance, la pianti di fare quello che ti riesce meglio, cioè l’imbecille, e darti una mossa. Stiamo morendo di fame qui” dico frizionandomi i capelli con l’asciugamano.

“Arrivo, arrivo” dice mettendosi in macchina e accendendo la radio.

“Dove andiamo a mangiare?”

“Un posto vicino che sto morendo di fame” dico massaggiandomi la pancia.

“Quello lì giù sembra un pub, perché non ci fermiamo”

“Bellissima idea” dico saltando giù dall’auto appena Lance accosta al parcheggio.

“Vuoi romperti di nuovo il crociato Sid?” dice Mitch con un sopracciglio alzato.

“Sembri la mamma con quell’espressione, e comunque no, non voglio rompermi niente, sto battendo il mio record personale, sarebbe un reato troncarlo proprio ora. E ora andiamo” dico spingendo i ragazzi verso l’entrata del pub.

Ci sediamo ad un tavolo, ed ordiniamo da mangiare. Nel locale c’è una marea di gente, strano per un pub, la sera presto e nel bel mezzo della settimana, soprattutto se tutta quella gente sono per lo più ragazzine. Iniziamo a parlare di com’è il surf ad Huntington, e non perdo occasione per sfottere Lance.

“Invece di pavoneggiarti, perché non parliamo di come ti ho droppato alla stragrandissima oggi” dico muovendo le sopracciglia.

“Oh, hai avuto solo fortuna. Te l’ho lasciato fare, non volevo farti spezzare il collo in due”

“Si si, dicono tutti così” lo sfotte Mitch.

“D’accordo sei stata discreta” ammette Lance.

“Solo discreta? fratello, ti ha fatto il culo a strisce. Non per vantarmi ma gli ho insegnato tutto io” si vanta Elliott.

“Per prima cosa non mi ha fatto il culo a strisce…”

“No, infatti te lo ha fatto a stelle e strisce” dice Mitch.

“Ah, simpatico. E secondo, ha imparato a surfare da tutti e due”

“Ehi non te la prendere, per essere tuo allievo, Mitch non è affatto male, anzi” lo prende in giro Elliott.

“Senza che fate troppo i gradassi, è stato zio che ci ha imparato a surfare, voi ci avete solo addrizzato i binari. E comunque c’è chi nasce con del talento e chi no” concludo indicando Mitch.

“Ehi, io ho del talento, e mi sono rotto decisamente meno cose di te”

“Questo non vuol dire che sei meglio di me, significa solo che sei troppo coscienzioso, e te la fai in mano se devi droppare qualcuno”

“Non è vero, Sid, e questo tu lo sai” dice puntandomi l’indice contro in modo minaccioso.

“Abbassa quel dito, sir So Tutto Io, non volevo offenderti”

“Invece lo volevi eccome”

“Sid” dicono i gemelli nello stesso momento con toco accusatorio.

“Scusa Mitch, non volevo dire che eri meno talentuoso di me, ma ehi, è la verità, quindi non vedo dove sia il problema, io non mento mai” dico guardando le facce minacciose dei gemelli, “ok, scusa. Mi perdoni Mitchie” prego il mio gemello facendo il labbruccio e sbattendo le ciglia.

“Non chiamarmi Mitchie, e comunque si ti perdono, non potrei mai rimanere arrabbiato con te” dice abbracciandomi e scompigliandomi i capelli.

“Perché te non fai così con me?” chiede Elliott a Lance con un tono di voce che tocca l’isteria.

“Pff…Come mai non indossi il cappello?” chiede Lance scioccato, snobbando il suo gemello.

“L’ho dimenticato a casa, ma solo per farvelo notare, riesco anche a stare senza cappello, non sono completamente fusa”

“Dici? un paio d’anni fa stavamo andando a trovare il nonno a Los Angeles, eravamo quasi arrivati e tu ci hai fatto tornare indietro perché avevi dimenticato il cappello”

“Siete davvero delle palle al piede”

“Anche tu, comunque com’è sta storia che non menti mai?” chiede Elliott alquanto scettico.

“Beh dico balle solo per quello che mi interessa”

“Uff…ma che sono tutte queste ragazzine? c’è qualcuno di famoso” dice Mitch alla cameriera di passaggio.

“Si, ci sono gli Emblem3…sono arrivati quarti ad xFactor, tempo fa. Non capisco però perché le ragazzine facciano tutto questo casino, se loro abitano praticamente qui, potrebbero suonargli alla porta di casa, se vogliono una foto, non venire qui per perforare i timpani alla sottoscritta” dice allungando l’occhio sui gemelli, “volete qualcos’altro da mangiare?” chiede facendo la gatta morta.

“Io vorrei una panna cotta al caramello” dice Mitch.

“Si, anche noi” dicono i gemelli.

“Tu carina cosa vuoi?” mi chiede la cameriera risvegliandomi dal mio stato di trance.

“Quello che hanno preso loro”

“Sid ti senti bene?”

“Si El, perché?”

“Perché abbiamo ordinato panna cotta al caramello, e a te il caramello non piace” dice Lance con fare ovvio.

“Ah giusto, beh allora penso che prenderò una panna cotta al cocco”

“Sid, ehi Sid” mi chiama Mitch.

“Che c’è?” chiedo iniziando ad innervosirmi.

“Tu sei allergica al cocco”

“Oh giusto”

“Prende una panna cotta ai frutti di bosco, garantisco io per lei” dice Elliott alla cameriera.

“Un momento” Lance ferma la cameriera, “come ha detto che si chiama?”

“Oh, io non l’ho detto, comunque è Reb…”

“Non voglio sapere il tuo nome, ma come si chiama il gruppo”

“Oh, Emblem3” dice girando i tacchi per portare le ordinazioni in cucina.

“Ora capite perché è in questo stato di catalessi?” chiede Lance.

“Forse gli Emblem3 sono la causa” dice Mitch sarcastico.

“Già, ma quei tre pompati non sono la causa, sono il problema” dice Elliott con tono scuro.

“Andiamo El, non essere così duro, sono solo tre poveri coglioni”

“Scusatemi voi due, ma una volta non vi stavano simpatici? dicevate che non erano come le altre boyband, fangirlavate davanti la tv, mi avete costretto ad andare ad uno show dal vivo, e ora vorreste dirmi che vi stanno sul cazzo?”

“Senza quello show, non ti saresti mai innamorato di Keaton”

“Io non mi sono innamorato di nessuno, e voi due, siete solo dei coglioni” dice Mitch diventando bordò.

“Ma è vero, ti ha folgorato”

“Oh, la principessina si è risvegliata finalmente”

“Ovvio, per sfottere Mitch sono sempre presente, e comunque non insultate gli Emblem3” dico dando un colpo ai gemelli.

“Certo, insultiamo i suoi idoli, e finiamo subito sulla lista nera” dice Elliott sbuffando.

“Non sono i miei idoli, solo Kelly Slater lo è” dico seria, “e non finirete mai sulla lista nera, men che mai per dei ragazzi”

“Brava la nostra ragazza, ora si inizia a ragionare” dicono i gemelli abbracciandomi.

“Comunque non insultate mai più gli Emblem3, o ve la dovrete vedere con me, e con Mitch” dico ridendo.

“Ancora, non mi piace Keaton” dice Mitch con tono isterico. Ah, giusto, non ve lo avevo detto, Mitchell è gay, io l’ho sempre saputo, i ragazzi lo hanno scoperto da qualche anno, e lo hanno picchiato perché Mitch non glielo aveva detto subito, ma glielo aveva tenuto nascosto per paura che lo schifassero e potesse cambiare qualcosa tra di loro. Ad oggi i ragazzi ci scherzano su e gli chiedono consigli su come stanno, quando devono uscire con qualcuna, ciò che accade spesso, nonostante Mitch non sia effemminato, ne fissato con le creme per il viso e i pantaloni stretti. I nostri genitori l’hanno presa bene, la mamma non aspettava altro che la sua confessione, dopotutto si dice che nessuno conosce i figli bene come le proprie madri. Papà invece gli ha regalato una scatola di profilattici, dicendogli che anche se a lui piacciono i ragazzi, le precauzioni dovrà sempre prenderle, perché le malattie si attaccano anche tra maschi, e si è congedato dandogli una pacca sulle spalle, è stato un momento davvero imbarazzante.

“Guarda un po’, il ragazzo di Mitch si sta avvicinando” dice Lance dandomi una gomitata per avvisarmi.

“Non è il mio ragazzo, e non mi piace” dice Mitch a denti stretti.

“Ok, come vuoi” alziamo le mani in segno di resa. Keaton sta andando verso il bagno, passa davanti al nostro tavolo, ma invece di proseguire, si volta e torna indietro verso di noi. Credo che Mitch stia per svenire e credo che io lo stia imitando…

“Ehi, scusatemi, ma mi ricordate qualcuno, siete per caso quei ragazzi che prima stavano surfando a largo della spiaggia?” chiede imbarazzato massaggiandosi il collo.

“Si, siamo noi, hai bisogno di qualcosa?” chiede Elliott con una punta di disprezzo nella voce.

“Scusalo, è un po’ stanco, sai il jet lag” dico mollando una cinquina nello stomaco di Elliott.

“Ma quale jet lag Sid? veniamo dalla California se non te lo ricordi”

“Taci Lance, non sei d’aiuto. Comunque volevi chiederci qualcosa in particolare?” chiedo facendo la faccia da angioletto.

“Volevo solo dire che siete stati veramente forti. Ma sbaglio o ne manca uno? credo che tu sia la ragazza, beh se ti intendi almeno un po’ di surf sei circondata da dei fenomeni, credimi carina. Allora dov’è il quarto? e chi di voi ha droppato quell’onda?” chiede Keaton con gli occhi a cuoricino. Vorrei sfigurare quel bel visino, come si permette di chiamarmi carina, e di insinuare che non m’intendo di surf, sono io che ho droppato quell’onda, e che cavolo!

“Sono stato io, si lo so, sono un fenom…” Lance mi ha già stancato, sta sparando troppe cazzate, così l’ho azzittito con una gomitata tra le costole.

“Ma sei uscita fuori di testa?” grida Lance tenendosi il fianco.

“No, sei tu che sei fuori, come ti viene in mente di dire che quell’onda l’hai droppata tu, quando è chiaro come il sole che sono stata io, e sono io il quarto. Scusami tanto, carino, se sono solamente una ragazza, ho deluso le tue aspettative?” concludo rivolgendomi a Keaton.

“Sid ma ti sei bevuta il cervello?” mi chiede Mitch. Ok, forse ho un po’ esagerato, ma cazzo sono io il fenomeno qui, non Lance. E quindi erano gli Emblem3 quelli sulla spiaggia che ci guardavano, interessante.

“Scusami tanto. Io sono Sidney Severson, per gli amici Sid” dico allungando la mano a Keaton per presentarmi, “e loro sono Mitchell, Elliott e Lance, e non sono la ragazza di nessuno dei tre, sono soltanto la sorella”

“Piacere di conoscervi, e ora che ci faccio caso, vi assomigliate molto, soprattutto tu gli somigli” dice indicando Mitch.

“Siamo gemelli” diciamo in coro.

“Ora si spiega la somiglianza, solo io e mio fratello non ci somigliamo. Comunque io sono Keaton, Keaton Stromberg”

“Lo sappiamo” dice Mitch alzando un po’ troppo la voce. Keaton fa una faccia interrogativa.

“Sei Keats degli Emblem3. Abbiamo visto xFactor, siete grandi. Ah, e per sottolineare, tu e Wes vi somigliate molto, a parte gli occhi e il colore dei capelli”

“Oh, grande allora. Scusate ma vorrei presentarvi Wes e Drew, pensano che siate davvero bravi, e vorrebbero conoscervi. Tecnicamente stavano per tuffarsi in acqua quando vi hanno visto surfare, ma forse era un po’ troppo e sareste corsi via, così abbiamo aspettato, tanto pensavamo di rincontrarvi qualche altro giorno, però ora siete qui, quindi perché non approfittare….. Una ragazza, ancora non ci credo, quando lo sapranno si sotterreranno” dice andando a chiamare il resto del gruppo scuotendo la testa incredulo e parlando da solo. Torna poco dopo, con al seguito Wes e Drew.

“Ragazzi loro sono Sidney, Mitchell, Elliott e Lance, i ragazzi che abbiamo visto surfare” ci presenta Keaton.

“Ehi, come va?! io sono Drew”

“E io sono Wesley, ma chiamatemi Wes”

“Ehm, ragazzi, loro già ci conoscono, ci hanno seguito ad xFactor” dice Keaton.

“Oh, beh allora nessun problema. Vuoi un autografo piccoletta, o magari una foto…che vuoi?” dice Wesley rivolgendosi a Keaton che gli sta facendo segno di tacere.

“Forse prima volevo una foto, ma ora non ne sono poi più così sicura” dico guardandolo male, nessuno deve chiamarmi piccoletta, nessuno.

“Wes, Wes taci per piacere. Quella che hai chiamato piccoletta è quella che oggi ha droppato quell’onda, quindi eviterei di fare il galletto visto che dovresti prostrarti ai suoi piedi, e poi i ragazzi sono suoi fratelli, quindi se non vuoi finire con qualcosa di rotto, evita di fare il simpatico, che tanto non ti riesce.”

“Sei stata tu?” mi chiede Drew, annuisco, “posso abbracciarti?”

“Dovrei chiedertela io una cosa simile, ma ehi, che problema c’è?!” dico abbracciando Drew.

“Sei un vero mito, potrei sapere dove hai imparato?” mi domanda Drew.

“Ora dirà che è tutto talento naturale e bla, bla, bla…” dice Mitch parlando da solo, facendo ridere Keaton.

“Sei carino” nessun giro di parole, credevo che Keaton fosse molto più timido, “intendo, nel senso che prendi in giro tua sorella in modo carino, e si, insomma…”

“Se se, è carino, abbiamo capito. Allora chi ti ha insegnato?”

“Oh, ho imparato da mio zio. Ma devo dire che i miei fratelli mi sono stati molto d’aiuto in questi anni. Credo che un po’ di merito vada anche a loro, se ad oggi sono così brava. E poi c’è anche tanto talento naturale” dico guardando Mitch, che è diventato rosso dalla testa ai piedi.

“Volete rimanere in piedi, o vi sedete?” strano ma vero, i gemelli hanno reagito, pensavo li avrebbero sbranati sul momento, invece mantengono ancora quel po’ di fangirlismo da sopportarli.

“Se non disturbiamo”

“Ma quale disturbo e disturbo, sedetevi” dice Mitch riacquistando il suo colore naturale.

“Da quale parte della California venite?” chiede Keaton.

“Half Moon Bay, non so se avete presente il paradiso terrestre…” dice Lance.

“Il paradiso del surf” lo corregge Elliott.

“Beh ecco, veniamo da lì” conclude Mitch.

“Ora si spiega perché sapete surfare in quel modo, venite dalla terra del surf” esclama Drew ad alta voce.

“Quanti anni avete?” oh, no, pensavo che Wesley avesse perso la voce.

“Noi ne abbiamo ventuno, loro diciotto” dice Elliott indicando il proprio gemello, e poi me e Mitch.

“Che ne pensate di vederci per surfare domani?”

“Drew, controllati, non sei mica una ragazzina, avranno anche loro le loro cose da fare. A quanto ho capito si sono trasferiti da poco, dovranno ancora sistemarsi, lasciagli il tempo di respirare”

“No Wes, ci piacerebbe molto surfare con voi, tanto non abbiamo impegni per domani” dico guardando i gemelli. Spero tanto che dicano di si.

“Ma si, non moriremo mica se surfiamo con loro” dice Lance al proprio gemello.

“Allora siamo d’accordo, speriamo solo che la mamma non faccia storie”

“Oh andiamo El, che potrebbe mai dirci?” dico.

“Non so, qualcosa del tipo, siamo arrivati da un paio di giorni e già non vi fate più vedere?!” dice Mitch con ovvietà.

“Non lo farà se gli diciamo che passeremo il giorno dopo tutto con lei” dice Elliott.

“Io non passerò un giorno intero con la mamma, voi siete matti. Passatecelo voi, se tanto vi piace l’idea” dico, “sentirla parlare delle vostre relazioni sessuali, o di quale gonna dovrei indossare per piacere ai ragazzi non è nei miei piani”

“Sia chiara una cosa…”

“Tu non indosserai mai una gonna per piacere ad un ragazzo…”

“Ti è chiaro il concetto?” dicono i miei fratelli con serietà.

“Tranquilli, non è nei miei piani per il prossimo futuro indossare gonne, per quanto riguarda i ragazzi…” mi blocco alle facce che hanno assunto i miei fratelli, sembrano irritati.

“Che stavi dicendo scusa?” chiede Lance con quella faccia da schiaffi.

“La fate finita per piacere, li spaventerete così” dico indicando i ragazzi.

“Oh, ma era questa l’idea” dice Elliott.

“Ma per l’amor di Dio, ho diciott’anni, non sono più una ragazzina, so badare a me stessa, non ho bisogno delle guardie del corpo. Sono libera di uscire con chi mi pare, e quando mi pare. Mi pare di essere nata in un paese libero”

“Non se fai di cognome Severson, ed hai noi come fratelli” dice Lance, indicando lui, Elliott e Mitch.

“Bei fratelli del cavolo” dico sbuffando.

“Ehi, lo fanno per il tuo bene, so quanto si possa essere gelosi della propria sorella. Io e Keaton abbiamo una sorella, e beh, Brooke non è potuta uscire con un ragazzo fino ai diciannove anni, nonostante noi fossimo più piccoli di lei, la costringevamo a rimanere a casa con noi e a non vedere nessun ragazzo”

“Wes non per deluderti, ma noi eravamo più piccoli, e per quanto mi piacerebbe crederlo, non credo che Brooke non sia mai uscita con qualcuno, forse non ce ne accorgevamo, ma succedeva”

“Beh, l’importante era non saperlo, com’è che si dice? occhio non vede, cuore non duole” dice Wes facendomi l’occhiolino, “e comunque ora siamo zii di un meraviglioso bambino, quindi arriverà il giorno in cui i vostri sforzi saranno inutili, e lei andrà avanti con la propria vita, lasciandovi indietro”

“Vi manca molto”

“Più di quanto tu possa immaginare” dice Wes tristemente.

“Così, per informazione, quanti anni avrebbe Brooke?” dicono i gemelli spaventati.

“Ne ha ventitré, ma non spaventatevi, il suo ragazzo è un tipo apposto, e ama molto lei e Isaac, ci è stato subito simpatico”

“Quindi dici che dovremmo lasciarla fare? uscire con i ragazzi e cose così”

“Lo farà quando sarà pronta”

“Ma certo continuate a parlare come se io non ci fossi, tanto state solo programmando la mia vita, con dei perfetti sconosciuti, anzi dei cantanti, ma tanto che mi frega, aspetterò che mi facciate conoscere il tipo della mia vita, magari noioso e neanche così carino, che non sa nemmeno surfare…”

“E no, almeno surfare dovrà saperlo fare, altrimenti chi ce lo vuole dentro casa” dice Mitch.

“E allora solo per vostra informazione, i surfisti sono tutti dei fighi da paura, non sono noiosi, e sono pure un po’ stronzi, quindi se volete il surfista come cognato cascate male”

“Non ti preoccupare Sid, troveremo l’unico surfista cesso e noioso, a costo di attraversare l’oceano a piedi” dice Lance ridendo.

“Cazzo ridi? siete degli illusi se credete che io stia alle vostre regole. Uscirò solo con chi dico io”

“Con chi diciamo noi, vorrai dire” dice Elliott, gli faccio la linguaccia.

“Noi non eravamo così possessivi con Brooke, forse perché eravamo più piccoli, e quindi avrebbe potuto benissimo picchiarci” dice Keaton.

“Oh, ma lei ci picchia, e fa anche male. L’ultima volta mi ha fratturato il polso destro” dice Mitchell, facendo ridere i ragazzi.

“Sei davvero grande ragazza” dice Drew scompigliandomi i capelli. Questa è una cosa che odio, per questo indosso sempre il cappello, odio che la gente mi tocchi i capelli, ma forse a Drew potrei lasciarglielo fare.

“Credo che l’abbiamo persa” dice Elliott a Lance.

“Li abbiamo persi entrambi” afferma Lance.

“Chi avete perso?” chiediamo io e Mitch in coro.

“Siete seri?” chiede Elliott con un sorrisetto sulle labbra, “tu ti fai toccare i capelli…” dice indicandomi.

“E tu hai perso la tua solita parlantina” dice Lance a Mitchell.

“Non mi pari uno molto logorroico” dice Keaton guardando Mitchell.

“Difatti non lo sono. Sono loro che esagerano”

“Lo è, lo è, sei solo tu che lo metti in imbarazzo”

“Sid io non parlerei se fossi in te” dice Mitch.

“Non so se sono più felice del fatto che si stiano sfottendo a vicenda, o più incazzato del fatto che gli piacciano questi” dice Lance ad Elliott.

“Se siamo noi il problema possiamo anche andarcene” dice Drew alzandosi.

“Non c’è nessun problema, restate” dico mettendo una mano sulla spalla di Drew per fermarlo, “ragazzi ditegli che non c’è nessun problema” dico guardando male i gemelli.

“No, nessun problema”

“Perché dovremmo mettervi in imbarazzo?” chiede Drew.

“Perché questi due sono pazzi di voi” dice Lance indicandoci.

“Seriamente? ma è un onore” dice Keaton.

“Ehi, non siamo noi quelli che sono andati a vedere tutti i live show” dico ai gemelli.

“Sì, ma noi non li amiamo alla follia come fate voi due, pensiamo solo che la loro musica, quella prima di xFactor, sia figa, solo questo” ci sfotte Elliott, mentre i ragazzi se la ridono.

“Noi non amiamo nessuno. Giusto Sid?”

“Giusto Mitch, noi non li amiamo, ci piace solo come cantano”

“Tranquilli ragazzi, non vi uccidiamo mica se ci dite che vi piacciamo, siamo abituati ai fan, e devo dire che voi siete i meno peggio che abbiamo incontrato, gli altri solitamente ci urlano nelle orecchie e basta” dice Wesley.

“Oppure ci palpano. E credetemi, è veramente imbarazzante quando lo fanno. Soprattutto quando lo fanno i ragazzi…”

“Si Drew, non che comunque la cosa dispiaccia molto a qualcuno, vero Keats?”

“Che?” chiede Keaton diventando fucsia dalla testa ai piedi.

“Oh andiamo, alcuni ti piacciono, non mentirci” dicono Wes e Drew.

“Credo che ci staranno molto simpatici questi due” dicono i gemelli ridendo sulle disgrazie altrui.

“Va bene, credo che sia arrivata l’ora di andare a casa, è tardi, e la mamma si starà preoccupando” dice Keaton ai ragazzi.

“Già, anche noi dobbiamo andare, prima che papà chiami la polizia e denunci la scomparsa della sua jeep” dico ai miei fratelli. Ci alziamo, paghiamo e andiamo a casa. Ci siamo messi d’accordo con i ragazzi per andare a surfare il giorno seguente, ci vedremo al molo alle 11, Keaton dice che Wes e Drew ci mettono molto a carburare la mattina, loro, invece, affermano che è Keaton quello con difficoltà ad abbandonare il letto troppo presto. Arrivati a casa troviamo i nostri genitori che guardano Gothika abbracciati sul divano in salotto. Mi butto subito vicino a mia madre per seguire il film.

“Vi sembra questa l’ora di tornare?”

“Ma mamma, quando eravamo ad Half Moon Bay tornavamo molto più tardi”

“Si Lance, ma non conoscete ancora la città, e avevate detto che tornavate presto”

“Pà, questo è tornare presto, o volevi che mangiassimo con l’imbuto?!”

“Abbiamo incontrato gli Emblem3, sai quei ragazzi che hanno partecipato ad xFactor, è per questo che abbiamo fatto tardi”

“Vuoi dire quei tre ragazzi così carini che mi piacevano tanto?”

“Si, mamma, quelli lì”

“Ma Mitch tu non avevi una cotta per uno di loro?”

“No, pà”

“Si, in realtà è ancora cotto” dicono i gemelli.

“No, non è vero”

“Si che è vero”

“No”

“Si”

“No”

“No”

“Si”

“Ah, ti abbiamo fregato”

“Oh fanculo”

“Sentite non è che potete tacere e andare a fare i coglioni da un’altra parte”

“Sidney” dice la mamma arrabbiata.

“Si, ho capito. Scusate. Ora tacete”

“Cos’è ti disturbiamo con le nostre chiacchiere?”

“In realtà mi disturbate anche solo se respirate”

“Ma quanto sei simpatica…”

“Si, come l’ortica nei pantaloni”

“Per piacere potete andare a parlare da un’altra parte, qui c’è Rob che recita, quindi smammate” dico muovendo le mani per scacciarli, neanche fossero mosche, bè fastidiosi come loro lo sono, quindi non ho tutti i torti.

“Scusaci tanto ma vogliamo vederlo anche noi il film” dicono quei tre ippopotami buttandosi su di me.

“Mi state uccidendo, non è che potreste sedervi come delle persone civili? ovviamente se sapete cosa voglia dire il termine”

“Che ci trovate tutti in questo tizio” prima occhiataccia a mio padre, “non mi sembra così figo come lo descrivete” seconda occhiataccia, “e nemmeno così simpatico come appare” mi sto alzando per picchiarlo, “per non parlare della sua recitazione, è veramente ridicolo, Lassie recita meglio” sto per ucciderlo, me lo sento, gli punto un dito contro.

“Come ti permetti?” grido così forte che mio padre si spaventa, “mai, e dico mai, insultare Robert Downey Jr davanti a me, come puoi solo pensare quello che hai detto. Lo hai paragonato ad un cane. Un cane! Ma dico io, voi sapete cosa voglia dire saper recitare? io credo di no. Tu” dico colpendogli il petto con un dito, “tu credi che Brad Pitt sia un attore, quindi che ne vuoi sapere della recitazione altrui. Già uno che pensa che Brad Pitt sia un attore non dovrebbe parlare, figurati se insulta anche persone che hanno alle spalle anni di carriera. Fammi un favore non parlare più di alcun attore, almeno che non sia per dirmi che DeNiro è davanti la nostra porta” dico andandomene, “ah, e per la cronaca, Robert Downey Jr è un grandissimo figo, con i suoi quarantacinque anni suonati, e più invecchia, più diventa figo, quindi perché non fai un salto in palestra per rimetterti in forma?” concludo sparendo per le scale, nella foga del discorso mi sono anche strozzata con la saliva, e ora non ricordo più dove sia la mia camera. Sbaglio due volte prima di approdare in camera. Mi tolgo i vestiti e vado a farmi una doccia. Quando esco indosso la biancheria, uno dei pantaloncini di Mitch e una delle maglie di Lance, del suo periodo IronMaiden, lego i capelli ancora bagnati in uno chignon e mi siedo sul letto a leggere il terzo di Hunger Games, sarà la duecentesima volta che lo leggo, ma rimane sempre una suspance continua.
 

-

 
“Cos’ho detto di così sbagliato?” dice papà sedendosi sul divano.

“Tutto pà, non puoi aspettarti di insultare il suo attore preferito e non essere punito, l’ultima volta ti ha anche dato un calcio” dico.

“Si Mitch, ma quella volta si parlava di Johnny Depp”

“Appunto, Depp e Downey sai che non glieli devi toccare, sono i suoi miti, ucciderebbe per loro”

“Va bè ma che avrò detto mai”

“Tesoro, prova ad avere il loro fisico e poi ne riparliamo”

“Mà, ti prego no” diciamo in coro io e i gemelli.

“Sentite non è che potreste andare a dormire, io e vostra madre volevamo stare un po’ da soli”

“Pà non dire altro…” dice Elliott.

“Ce ne andiamo subito” dice Lance spingendo me e il gemello su per le scale.

“Ah, i letti sono già pronti. Sogni d’oro ragazzi, date la buona notte anche a Sidney” dice la mamma mandandoci un bacio.

“Buonanotte ragazzi” dice papà senza neanche guardarci.

“Notte” rispondiamo in coro. Saliamo le scale, ci diamo la buonanotte e poi entriamo ognuno nella propria stanza. Mi lavo e poi metto il pigiama, che consiste in un paio di boxer e una canottiera, visto il caldo che fa qui in California. Dovrei dormire ma non ho ancora sonno, e visto che non ho ancora tolto i libri dagli scatoloni, e in tv non fanno nulla di interessante, non so che fare, così decido di andare a vedere se Sid è ancora sveglia. Busso alla sua porta e sento un grugnito in risposta, chiaro segno che è immersa in qualche lettura e non vuole essere disturbata.

“Se sei uno dei gemelli non ti azzardare nemmeno ad entrare” dice Sid da dentro la stanza.

“E se invece è solo il tuo gemello che ha voglia di passare un po’ di tempo con la sua sorellina?” chiedo esitante sulla porta.

“Oh andiamo Mitch, sai che per passare del tempo con te ci sono sempre, ma siamo stati tutto il giorno insieme”

“Si, ma insieme agli altri, io intendevo stare da soli, solo noi due, senza Lance ed Elliott tra i piedi”

“Noto un po’ di gelosia nei confronti dei fratelloni o sbaglio?”

“È che sembra sempre che io per te non esista quando ci sono loro, sembra che non sia nemmeno il tuo gemello” dico rimanendo sulla porta.

“Mitch lo sai che sei la persona più importante della mia vita?”

“Non quanto i gemelli però”

“No, è vero, più dei gemelli, e sai perché? perché sei il mio gemello Mitch, sei il mio fratellone rompipalle e un po’ insicuro, sei la mia fotocopia, sei la mia metà, sei me. È per questo che tengo a te più di quanto io tenga a Lance ed Elliott, ma non glielo dire per favore, li ferirei a morte, anche se so che per loro è la stessa cosa, si condivide qualcosa di diverso con un gemello”

“Si, l’utero della madre”

“Con un gemello si condivide la vita, le strigliate, le punizioni, le amicizie, i dolori, le sensazioni, l’aspetto e l’utero della madre. È un legame indissolubile, più forte di qualsiasi altra cosa. Vieni qui” dice allungandomi una mano in modo che la raggiunga. Quando mi avvicino noto che sta piangendo. Mi siedo sul letto, gli asciugo le lacrime e l’abbraccio. Inizio a piangere anch’io, forse è proprio vero che i gemelli condividono tutto.

“Scusami” dico stringendola più forte.

“Perché?” mi chiede alzando il viso.

“Non volevo farti piangere, non era mia intenzione”

“Ma se stai piangendo anche tu” dice asciugandomi le lacrime. Sta ridendo.

“Perché ridi?”

“Siamo un disastro Mitch. Guardaci. Piangiamo perché siamo degli idioti, invece di ridere, piangiamo”

“Ce l’hanno sempre detto che siamo un po’ strani”

“Un po’ tanto”

“Già, parecchio strani” dico giocando con i suoi capelli.

“Lo sai che se i ragazzi scoprono che ti lascio toccare i miei capelli, mi uccideranno?”

“Ehi, io sono il tuo gemello, ho più diritto di loro, me lo posso permettere. Dopotutto ti ho sopportato per nove mesi in uno spazio angusto, cosa che loro non hanno fatto, quindi posso permettermi di fare cose che loro non possono fare”

“Come disturbarmi mentre sto leggendo”

“Più o meno”

“O mentre sto scrivendo”

“Già”

“O mentre ascolto la musica”

“Ho capito il concetto” dico ridendo.

“Allora non dubitare più di niente, perché la prossima volta che piangerai non sarà per un mio discorso toccante, ma perché ti picchierò talmente forte da mandarti all’ospedale”

“Grazie mille. Ti voglio bene anch’io” mi fa la linguaccia.

“Ti voglio bene Mitchie” dice accoccolandosi sul mio petto.

“Anch’io pulce, anch’io” dico circondandola con le braccia.

“Stanotte dormi con me? non te ne andrai mica dopo un momento del genere” sembrerebbe strano, ma ho sentito come se mi avesse stretto più forte per paura che me ne possa andare.

“Non vado da nessuna parte” dico dandole un bacio sulla fronte, “e ora dormi” chiudo gli occhi.

“Mitch?”

“Mmm?” grugnisco mezzo addormentato.

“Ti piace il piccolo Stromberg?”

“Tanto quanto a te piace lo Stromberg più grande”

“Allora te la posso dire una cosa?”

“Cosa?”

“Siamo messi veramente male”

“Lo so. Ora dormi”

“Notte Mitch”

“Notte Sid”


 
 
 
 

*Angolo dalla dubbia moralità*

Salve a tutti, spero che almeno il prologo vi abbia un pochino
interessato, se così non fosse, mi scaverò una fossa e mi ci seppellirò da sola.

Non è la prima volta che scrivo qui su EFP, ma è la prima volta in assoluto che scrivo sugli Emblem3.

Li conosco da circa un anno, mi hanno stregato con Sunset Boulevard e continuano a farlo con l’uscita del loro primo cd, e credo che lo faranno fino alla morte, musicalmente parlando si intende.

Credo che Keaton sia il quasi diciassettenne con la voce più graffiante dell’universo, nonché il ragazzo più scoordinato del mondo. Se qualcuno di voi è contro lo slash e quindi contro i gay fatemi un favore, non continuate nemmeno a leggere, visto che in questa storia Keaton sarà irrimediabilmente gay. Se invece c’è chi pensa che i gay siano persone come tutte le altre, bè benvenute.

Credo che Wesley debba stare molto attento ai movimenti che fa, se non vuole rischiare di essere violentato da qualche fan.

Mentre Drew, bè è Drew, quindi dovrebbe fare meno il cascamorto con le ragazze, e pensare di più alla musica.

Spero davvero che questa storia vi faccia entusiasmare, come ha fatto entusiasmare me.

Le critiche sono sempre ben accette, ma le recensioni positive sono comunque gradite.

Al prossimo capitolo, xoxo S.




Questi sono i protagonisti:

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