Anche
il 7-11 era vuoto quando Abigale, Mike e Billie
lasciarono Christie Road. Erano passati un’oretta e un pacchetto di
sigarette
diviso in tre, e la ragazza era rosa da un dubbio che la assillava da
quando
aveva incrociato lo sguardo dei due ragazzi: dove aveva già visto
quegli occhi?
Sapeva di averli già osservati almeno una volta nella vita, ma non
riusciva a
ricordare dove o quando. Continuò a pensarci finché la voce di Mike non
la
riportò alla realtà.
-
Ab, noi andiamo di qua – le disse, indicando con la mano
una strada buia uguale a tutte le altre strade di quella città.
-
Okay – gli rispose lei, - allora magari ci becchiamo a
scuola o a Christie Road -.
-
Togli quel ‘magari’ e sostituiscilo con un bel ‘di
sicuro’. Non ti libererai tanto facilmente di noi! – le disse ridendo
Billie,
prima di essere assorbito, insieme all’amico, dal buio.
La
mattina dopo, al posto della radiosveglia, furono delle
urla a svegliare Abigale. Non si preoccupò neanche di badare alla loro
causa,
anche perché era sicura di conoscerla già: sua madre ossessionava sua
padre con
la paura che lui la tradisse, e lui le
rispondeva che se avesse potuto non avrebbe aspettato un secondo, ma
non aveva
tempo per un’amante. E andavano avanti così ore e ore, mettendo in
mezzo anche
Abigale e Fred, suo fratello maggiore. Lui era riuscito a scappare al
college,
a farsi una nuova vita, e ovviamente aveva mollato la sorella, che
doveva ancora
finire le superiori, a casa, in quell’inferno. E
in questo modo lei si trovava senza una vera
e propria casa: doveva studiare il più possibile per passare l’anno e
scappare,
ma non poteva farlo né a casa, né tantomeno al 7-11. Così aveva trovato
Christie
Road, l’unico post che riusciva a definire un rifugio. Lì
era sola, però, e non avere l’appoggio di
nessuno rendeva il tutto ancora più difficile. Aveva dovuto scegliere
tra lo
studio, e quindi la fuga, e la solitudine. E aveva deciso che
quest’ultima non
era fondamentale.
Infatti,
nonostante avesse avuto qualche amico anche lei,
non era mai riuscita a trovare, in tutta la sua vita, qualcuno con cui
potersi
confidare apertamente, in cui poter riporre tutta la sua fiducia. Ed
era quasi
sicura che non l’avrebbe mai trovato, perché sapeva che era colpa sua.
Non
riusciva a confidarsi con nessuno perché aveva sempre paura di fargli
provare
compassione o pena nei suoi confronti se gli avesse raccontato il
perché delle
sue lacrime; oppure invidia o gelosia se gli avesse spiegato i suoi
sorrisi. E
sapeva che quelli erano solo sentimenti che rovinavano un’amicizia.
Quindi, per
farne nascere una sapendo già che si sarebbe rovinata, tanto valeva non
farla
nascere per niente.
Quando
si svegliò del tutto, infilò la sua maglia preferita
dei Nirvana, un paio di jeans e le sue solite Converse rosso fuoco. Poi
si mise
in spalle la cartella piena zeppa di libri e scese in cucina, da dove
provenivano le urla.
-
Te ne stai sempre fuori, siamo noi la tua famiglia! –
-
I ragazzi sono sempre fuori, e per stare con te preferisco
star via! Che gran famiglia! –
Abigale
sapeva come sarebbe finita: sua madre le avrebbe
addossato la colpa di tutto, e a quelle dei genitori si sarebbe
aggiunta anche
la sua rabbia. Così, prima che chiunque avesse avuto il tempo di
interpellarla,
schizzò via da quella casa senza nemmeno mangiare, avviandosi in un
posto che
era tremendo quanto quello da cui stava scappando.
-
Guarda, capocchia blu! –
-
Tutto quel colore che hai in testa ti infonde poteri
speciali oppure sei secchiona per scelta? –
E
quello era niente, di solito. Alla fine i suoi capelli le
piacevano così com’erano, e nessuno sapeva che studiava non per
piacere, quanto
per obbligo. Ci poteva passare sopra.
-
Ehi, fare il cestino è la tua mansione, vedi di farlo
bene! –, e poi le buttavano addosso una sfilza di bottigliette d’acqua,
vuote e
non.
E
così si ritrovava a dover camminare veloce per il cortile
a testa bassa e scappare, come sempre. Ma questa volta qualcuno la
fermò.
-
Ma la volete piantare? Andate a fare i bastardi da
un’altra parte o vi giuro che quelle bottiglie ve le ficco su per il… -
-
Mike! -. Abigale aveva alzato di scatto la testa e aveva
visto il ragazzo che la guardava sorridendo.
-
Ab, ma che mi combini? Ti fai mettere i piedi in testa da
quelli? – le disse lui, iniziando a camminare verso l’edificio.
-
Mike, sono quelli della squadra di football. Se gli dico
qualcosa sono capaci di spiattellare tutto al preside –
-
E allora? Quello è un buono a nulla. Gli avrò fatto una
visitina già tre o quattro volte quest’anno, e non siamo nemmeno a fine
quadrimestre. E sai lui che ha fatto? Solo ammonizioni! E io che
speravo mi
sospendesse, almeno avrei avuto qualche giorno libero – rise lui.
Abigale
non ebbe tempo di rispondere che due ragazzi
piombarono lì dal nulla. Uno era Billie, l’altro non lo conosceva.
-
Ab! Te l’avevo detto che ci saremo visti a scuola – la salutò
Billie, che salutò poi anche Mike.
-
Ragazzi, e questa chi sarebbe? – chiese l’amico di Billie.
Aveva i capelli di un verde accecante e la faccia di uno che non smette
mai di
ridere o scherzare.
-
Abigale, lui è Tré. Tré, lei è Abigale – disse Mike.
-
Abigale, i tuoi capelli hanno tutta la mia stima – le
disse Tré, fissando la massa blu informe che aveva in testa la ragazza.
-
E i tuoi hanno la mia! – gli rispose lei.
-
Guardate, la tribù delle teste colorate ha una riunione in
città! – gli urlò qualcuno. Era uno dei ragazzi che erano soliti
attaccare
Abigale.
-
John, fino a tre mesi fa eri uno di noi, piantala di
aprire quella tua fogna di bocca per farci uscire solo merdate – gli
urlò di
rimando Billie, chiudendolo.
-
Lo conoscete? – chiese incredula Abigale.
-
Purtroppo sì – le rispose Billie. – Era il batterista
della nostra band, gli Sweet Children. Poi, da buon figlio di papà, per
strizza
di non passare l’anno e di essere additato come un perdente ci ha
mollati. Tipi
così è meglio perderli che trovarli –
-
Ma un vantaggio ce l’ha anche lui, no? – chiese sorridendo
Tré.
-
Aspetta un attimo… No, non ce l’ha –
-
Come no? Vi ha fatto trovare me! Io gli sarei eternamente
grato! –
-
Sì, Tré, gli darei la vita per averci fatto questo
favore! – gli rispose Mike ridendo.
E
così, tra un finto broncio di Tré e le prese in giro degli
altri, i quattro ragazzi si persero tra i corridoi di quella scuola,
che, alla
fine, per Abigale non era più così infernale.
-
Allora, come ti è sembrato Tré? – le chiese Billie quella sera.
Erano sdraiati sull’erba ai bordi di Christie Road. Mike era stato
recluso in
casa dalla madre, e Tré non sapeva dell’esistenza di quel paradiso.
-
E’ uno a posto. L’unica cosa che non mi convince è che
scherza troppo, non capisco mai quando devo prenderlo sul serio e
quando no –
-
Ti abituerai a capirlo, stai tranquilla. Ci ha abbastanza
salvato le palle. Eravamo senza batterista per i Green Day, e dato che
questa
band sarà il nostro futuro è stato fondamentale per me e Mike –
-
Io vi invidio tantissimo -. Abigale si lasciò sfuggire
quelle parole senza neanche accorgersene. Tanto valeva continuare. –
Voglio dire,
sembrate amici per la pelle, e sono sicura che lo siete. Sembrate
fratelli.
Vorrei tantissimo un’amicizia come la vostra –
Ci
fu un attimo di silenzio, durante il quale la ragazza di
maledisse per essersi aperta così tanto con Billie. Poi lui si girò su
un
fianco, e molto tranquillamente le disse: - Ab, la nostra amicizia
diventerà
come quella che c’è tra me e Mike. Te lo prometto. E io mantengo sempre
le
promesse –
A
quelle parole si girò anche la ragazza, e, incrociando lo
sguardo di Billie, scattò a sedere.
-
Ma certo! Tu sei Billie! – disse.
-
Grande scoperta Ab, davvero, notevole – la prese in giro
lui.
-
Voglio dire, tu sei proprio Billie, Billie Joe! Il
figlio di Andy! –
A
quel nome il ragazzo si mise a sedere e fissò Abigale
negli occhi. E tutto quanto ritornò alla mente di entrambi.
Spazio autrice:
Eccomi qua con il secondo capitolo, già in ritardo... sono una frana! Però dai, sono stata in vacanza, sono scusata.
Comunque, la smetto di parlare a vanvera e vi anticipo che il prossimo capitolo sarà leggermente (ma proprio poco) diverso da questi. E, che dire, spero di avervi lasciati sulle spine! (Sogna Bea, sogna).
Un bacio!
P.S. un abbraccio e un grazie a tutti quelli che seguono, recensiscono e hanno la le preferite la mia storia.