Ho bisogno di te.
Versione completa di I need you già pubblicata nelle mie storie.
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Collocata nella terza stagione di Angel e nella sesta stagione di Buffy,
questa storia parla di come a volte sia sufficiente fare un semplice piccolo gesto,
per modificare il corso degli eventi e forse il corso di un intera esistenza.
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Crossover fra “Papà” (ATS 3x10)
e “Fuori controllo” (BTVS 6x10) di cui si consiglia la visione.
Il titolo
è orribile ma non mi viene in mente altro.
Per il momento non è un NC17 (nel caso
lo diventasse, avvertirò, ma non credo che mi spingerò oltre).
Voglio però fare una piccola raccomandazione.
Se siete fans di Cordelia e Spike, questa storia non fa per voi.
Loro due, non sono ritratti in modo dolce, anche se ..Cordelia ha dei reali motivi per il suo strano comportamento
Mentre Spike, beh lui è Spike ..e non è un mistero che io non lo amo!!
Ho bisogno di te.
“Allora? adesso che c’è? eravamo tutti d’accordo, perché ora siete
così nervosi? Abbiamo fatto la cosa giusta, no?” Chiese Gunn mentre tamburellava
su un libro con una matita.
Fred sospirò pesantemente e si massaggiò il collo “Charles puoi
smettere con quella matita per favore?” Sorrise stancamente e continuò, “Forse
siamo stati troppo precipitosi, Cordelia sarà furiosa quando lo saprà, oppure
no.. ma avremo dovuto dirlo prima a lei. Ad ogni modo Angel è stato informato e
se va bene a lui, dovrebbe essere tutto ok,
giusto?”
Lorne ingoiò tutto d’un fiato il suo liquore preferito e pareva
visibilmente preoccupato, il pensiero di dover affrontare l’ira di Cordelia non
lo riempiva certo di gioia. Eh si, la ragazza a volte esagerava con la sua forte
determinazione e spesso feriva le persone con il suo modo di fare autoritario.
Non che Lorne non le volesse bene, ma non sempre apprezzava il suo
comportamento. Tentò di rispondere a Gunn e a Fred, ma fu interrotto dalla nuova
arrivata che entrò nella hall dell’ Hyperion, e con passo spedito si dirigeva
verso la sua scrivania. Roteando gli occhi spazientita, portò le mani ai fianchi
e rivolse lo sguardo verso le scale che portavano al piano superiore, mostrando
in modo evidente tutto il suo fastidio per la nuova
situazione.
“Oh no, non ditemi che è andato avanti così per tutta la notte”.
Nessuno rispose e lei incalzò. “Allora? Qualcuno è salito su per vedere cosa sta
succedendo? Non può farcela da solo, lui non ha il tocco di una donna,
nonostante il suo gusto nel scegliere i vestiti e adesso dovrà ascoltarmi, che
lo voglia o no.”
Gunn abbozzò un sorriso “Buongiorno anche a te Cordelia ..e si, è
andato avanti così per tutta la notte. Un vero
strazio”
“Quasi per tutta la notte, non tutta la notte” corresse Fred, che
fu colta da un attimo di puro terrore, ma cercò di farsi coraggio comunque,
d'altronde l’idea era stata sua. Qualcuno doveva pur informare Cordelia della
loro decisione. “Il fatto è, come hai detto tu, che lui ha bisogno d’aiuto e noi
abbiamo deciso..”
Lorne le fece cenno di tacere “Dolce Fred, è meglio aspettare che
torni Wesley da..tu sai dove.”
Cordelia, pur notando una certa tensione nel gruppo, decise di
ignorarli e incalzò ancora “qualcuno è andato su? avete verificato che tutto sia
sotto controllo?” Fred annuì velocemente e Lorne tentò di rassicurarla “oh si,
visto che nessuno di noi ha dormito, siamo andati su e giù per tutta la notte a
turno, ma niente da fare..quel moccioso ha urlato quasi ininterrottamente, come
se lo stessero sgozzando. Neanche la mia musica è riuscito a
calmarlo.”
Fred sorrise a Lorne e in cuor suo pregò che Wesley arrivasse al
più presto. Avrebbero messo Cordelia davanti al fatto compiuto e lei alla fine
avrebbe accettato la loro decisione. Certo, decisione che avevano preso senza
consultarla, ma lei era stata contraria all’idea sin dall’inizio e aveva
mostrato molta ostilità, senza lasciare spazio a
repliche.
“Non se ne parla proprio,
Fred. Quando ho detto che c’è bisogno del tocco di una donna, intendevo dire di
una donna donna, una donna vera, non uno scherzo della natura. Quindi no, quella
non è un opzione praticabile.”
Si, grosso modo, quelle erano state le parole di Cordelia e nessuno
aveva osato controbattere. Poi Cordelia aveva lasciato l’albergo e aveva passato
la notte a casa sua, mentre loro erano stati svegli per tutta la notte. Era
impossibile dormire con il pianto di Connor che incessantemente martoriava le
loro orecchie. Fred ricordava gli eventi delle ultime ore e per supportare la
tesi che la loro decisione fosse più che giusta, sentì risuonare dentro sé le
parole di Angel.
“Avanti piccolo, andrà tutto
bene. Lo so che sei spaventato, lo sono anche io ..ma ora smetti di piangere.
Non siamo soli, hai sentito la zia Fred? Fra poche ore..noi
due..”
Fu quello il momento in cui il piccolo smise di piangere, almeno
per qualche minuto. Sembrava più interessato a seguire il suono della voce di
suo padre, quasi come comprendesse il significato delle sue
parole.
Fred sorrise a se stessa, non le importava di cosa potesse dire
Cordelia. Vedere la gioia di Angel era una cosa così rara e lei voleva
assolutamente aiutarlo in questa nuova fase della sua vita, anche se questo
avesse comportato il fatto di inimicarsi Cordelia. Fred non capiva neppure
perché lei fosse così ostinata con il suo “non se ne parla proprio”. Non che
Angel acconsentì subito, questo no.. anzi inizialmente era stato un “NO” fermo e
deciso. Ma Fred, aiutata anche da Wesley, Gunn e Lorne, aveva insistito così
tanto che alla fine lui cedette, riconoscendo che al momento quella decisione
era la loro unica ancora di salvezza.
In oltre Fred ricordava benissimo il momento in cui nacque Connor e
ricordava le parole di Darla, visto che oltre ad Angel, lei era l’unica presente
in quel vicolo sotto la pioggia, con Holtz alle loro spalle che li minacciava
con una balestra.
La loro decisione, maturata nelle ultime ore, in fondo era anche un
modo per tenere fede all’ultimo desiderio di
Darla.
“Devi fare di tutto per
proteggere questo bambino. C’è una sola persona al mondo che darebbe la sua vita
per lui, così come sto facendo io. Lei è l’unica che può proteggerlo e amarlo
così come lo amo io. In quattrocento anni di vita, non ho amato nessuno in
questo modo. Tu assicurati che lui lo
sappia.”
Poi Darla divenne polvere, lasciando suo figlio sulla nuda terra, e
Fred sentì Angel pronunciare un nome, mentre avvolgeva suo figlio con il
cappotto e lo stringeva fra le sue braccia, proteggendolo dalla pioggia. Fu in
quel momento che Fred vide la sua vulnerabilità. Non aveva mai visto Angel così
indifeso come in quel momento. Nemmeno a Pylea, quando era emerso il suo IO
vampirico e lui aveva pianto per la paura che i suoi amici non potessero
sopportarne la vista.
Ricordando ancora gli eventi delle ultime ore, pensò sempre più,
che avevano fatto la cosa giusta. Era grata a Wesley per essere rimasto con loro
e dopo ore di insonnia, si ritrovarono tutti nel suo ufficio, dove l’ex
osservatore era intento a consultare i suoi
libri.
..e il piccolo
Connor ancora piangeva!