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Autore: Laady    25/07/2013    2 recensioni
Tratto dal capitolo undici:
"Odio il modo in cui mi parli. E il tuo taglio di capelli. Odio il modo in cui guidi la mia macchina. Odio quando mi fissi. Odio i tuoi stupidi anfibi. E il modo in cui leggi la mia mente.
Ti odio talmente tanto che mi fa star male – E mi fa anche scrivere poesie. Odio il modo in cui hai sempre ragione. Odio quando menti. Odio quando mi fai ridere – ancora peggio quando mi fai piangere. Odio quando non ci sei. E il fatto che tu non abbia chiamato. Ma la cosa che odio di più è il fatto che io non riesca a odiarti – nemmeno un po', nemmeno un pochino, nemmeno niente."
Riambientazione del magnifico film '10 Things I Hate About You' a Lima con i personaggi del Glee Club. Hope you like it! (:
Genere: Commedia, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Finn Hudson, Jessie St. James, Noah Puckerman/Puck, Quinn Fabray, Rachel Berry | Coppie: Blaine/Kurt, Brittany/Santana, Finn/Rachel, Jessie/Rachel, Puck/Quinn
Note: AU, OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo quattro, Girl, you are..

 

I Will Never Find Another Lover

Sweeter Than You

Sweeter Than You

And I Will Never Find Another Lover

More Precious Than You

More Precious Than You

Girl You Are..

Close To Me You're Like My Mother,

Close To Me You're Like My Father,

Close To Me You're Like My Sister,

Close To Me You're Like My Brother

And You Are The Only One My Everything

And For You This Song I Sing.

 

 

"Hey." Si presentò Jesse a Noah, dopo una giro di riscaldamento della pista di atletica della scuola.

"Ci conosciamo?" Chiese Noah a quello.

"Vedi quella ragazza?" Domandò l'attore in direzione di Quinn Fabray, intenta a giocare la sua partita di calcio, ignorando deliberatamente la richiesta del bullo.

"Sì."

"Quella è Quinn Fabray."

"Dovrebbe colpirmi questa cosa?"

"Sì, perchè voglio che tu esca con lei." Esclamò risoluto St. James.

"Certo pivello." Rise Noah.

"Okay amico, io non posso uscire con sua sorella se non esce anche lei."

Puck alzò il sopracciglio destro.

"Il padre è un pazzo, ha stabilito questa regola che le ragaz-"

"E' una storia molto commovente, davvero." Lo bloccò Noah. "Ma non è un mio problema." Finì a denti stretti.

"Ti andrebbe di farlo diventare un tuo problema se ti offrissi una generosa ricompensa?"

Puckerman si voltò subito interessato. Rise. "Vuoi pagarmi per uscire con una ragazza?"

Jessie annuì con il capo.

"Quanto?" Assottigliò lo sguardo Puck.

"Venti bei verdoni."

Noah ci pensò su. Si girò in direzione della ragazza e la vide placcare una sua compagna, per poi tirare la palla talmente forte che il portiere si lanciò a terra.

"Facciamo trenta." Ritrattò impaurito Jesse.

"Beh, allora, vediamo un po'.. Se andiamo al cinema saranno quindici per il biglietto.." Si alzò. "Poi le offrirò i pop-corn e saranno.. cinquantatre." Fece, con un'alzata di spalle. "E poi lei vorrà anche le praline, giusto? Quindi.. stiamo parlando di settantacinque dollari."

"Questa non è una trattativa. Non hai alternative, prendere o lasciare." Affermò risoluto il riccio.

"Dammi cinquanta pezzettoni ed è affare fatto."

Jesse si guardò attorno, indignato, prese i soldi dalla tasca dei pantaloni e glieli diede. Noah li guardò sorridendo. "E' un piacere fare affari con te, amico."

 

§

 

"Ottimo allenamento ragazze! Bel gioco Fabray." Esclamò la Coach Beiste.

"Grazie Coach!" Affermò soddisfatta la bionda, correndo per andare a recuperare la borraccia di acqua naturale.

"Ehilà, ragazzina!" Si avvicinò Puck a lei, sorridendole. "Come va?"

Quinn lo guardò con un sopracciglio levato, "Sto sudando come un maiale a dire il vero, ma grazie per l'interessamento."

"Un modo come un altro per attirare l'attenzione di un ragazzo, eh?" Chiese imperterrito il crestato.

"E' la mia missione nella vita. Ma ovviamente ho ottenuto i tuoi favori, quindi ha funzionato, il mondo ha di nuovo senso." Fece sarcastica lei, sollevando il suo borsone ed andandosene.

Noah rise e la seguì, "Ti vengo a prendere venerdì."

"Ah, si giusto, venerdì, ah-ahn." Lo snobbò.

"Senti.. ti porterò dove non sei mai stata." Tentò di fare il galante.

"Dove per esempio, allo spaccio sulla Broadway? Ma sai almeno il mio nome?" Chiese indignata.

"So più cose di quanto tu creda." Rispose leggermente alterato l'"ex-carcerato".

"Difficile, molto difficile." Lo superò la bionda, catapultandosi negli spogliatoi.

 

§

 

"Ora siamo fregati." Esalò sull'orlo di una crisi di nervi Finn Hudson, che aveva appena assistito a tutta la scena.

"Ah-ahn, non ci provare nemmeno. Sto giocando tutte le mie carte per te, non voglio sentire questo atteggiamento disfattista, voglio sentire l'Hudson ottimista!"

"Siamo fregati!" Fece Finn canticchiando.

"Così va meglio." Rise Kurt.

 

§

 

"Ciao bellezza." Affermò una chioma bionda al negozio di dischi.

"Brittany. Cosa ci fai qui?" La guardò infastidita la mora.

"Ti cercavo." Non demorse l'altra.

"Mi spiace, per te oggi niente bughi bughi."

"Oh, hai detto oggi." Constatò la bionda, sfiorandole le spalle con le sue.

"Stai. Alla. Larga. Da. Me."

"E' questo il problema, San. Non ci riesco. Odio ammetterlo. Ma mi manchi."

"Ti manco io o questo ben di Dio, guapa?"

"Sarò sincera. Entrambi."

"Perchè ti stai prendendo tutta questa briga per me?"

"Non lo so."

"Peccato." Disse andandosene la mora.

"Perchè tu, ragazza, sei mia." Le soffiò Brittany da dietro, cingendole la pancia con le sue braccia magre e toniche.

Santana non disse niente. Chiuse gli occhi, inebriandosi di quel profumo di cui non si beava da giorni ormai. E così, dopo poche volte in quel periodo, si concedette in un lieve sorriso. Morbido. Vellutato. Come la pelle candida e pura della persona che lo provocò.

 

§

 

Quinn uscì dalla doccia del suo bagno. Si asciugò con il suo solito asciugamano, si mise la sua solita crema al cioccolato fondente sulle gambe, il suo solito pigiama slavato ed uscì. Adorava quel profumo di famiglia.

"Quinn, hai mai pensato ad un nuovo look?" La fece sussultare Rachel, sprofondata nella poltrona della sua camera, vicino alla lampada a lava luminescente.

"Come diamine sei entrata dal momento che ho chiuso a chiave?" Chiese stupita la bionda.

"Quinn, Quinn, Quinn. Non impari mai? Le finestre vanno sempre chiuse. È così facile arrampicarsi sull'albero davanti a camera tua! Pensa a quanti male intenzionati possono entrare!"

"So difendermi a differenza tua, Rach. Che cosa vuoi?"

Rachel si alzò, "Sorellona, non hai mai notato tutte queste potenzialità inespresse, sepolte sotto tutto questa ostilità?" Fece toccandole i capelli ancora bagnati.

"Io non sono ostile, sono annoiata."

"Perchè non cerchi di essere carina? Faresti colpo. Sei una splendida ragazza. Hai le basi giuste, il viso giusto.."

"A me non importa quello che la gente pensa di me." Rise Quinn, cercando le cuffie.

"Si, invece." La contestò la minore, consegnandole il suo desiderio.

"No, non è vero. Rachel, non devi essere quegli che gli altri vogliono che tu sia." Si sedette guardandola.

"A me piace essere adorata, grazie." Si confessò la mora guardandosi allo specchio che aveva davanti.

"Prospettive." Fece Quinn, alzando le coperte e buttandosi sotto di esse. "Spegni la luce quando esci?" Domandò assonnata.

"Io, veramente.." Chiese incerta quella in piedi.

"Ok, ma solo per sta notte." La anticipò la mezza dormiente.

Rachel non se lo fece ripetere due volte, si tolse le pantofole e andò a sdraiarsi vicino al corpo dell'altra. "Grazie Lucy." Sorrise, un'ultima volta, allungando il braccio e spegnendo la luce. "A volte mi chiedo cosa farei.. se.. se tu non esistessi." La più piccola fece un sospiro. "Sono una stupida." Si maledisse da sola poi.

"No, non lo sei." Si girò Quinn verso di lei, abbracciandola. I loro corpi si incastrarono perfettamente tra di loro, quasi come se fossero dei cubetti di tetris.

"Ti voglio bene." Sussurrò dopo qualche minuto Rachel, credendo che la maggiore dormisse già.

"Anch'io te ne voglio." Rispose la bionda, chiudendo gli occhi ed abbandonandosi finalmente alle braccia di Morfeo, rendendo la sorella felice come non era mai stata.

 

§

 

"Bella carretta." Esclamò Noah appoggiato alla macchina di Quinn, davanti alla biblioteca

"Mi stai seguendo per caso?" Chiese scocciata la bionda, abbassando le spalle, nervosa.

"Ero in gelateria, ho visto la tua macchina e ho pensato di passare per un saluto." Si giustificò lui.

"Ciao." Disse lei.

"Non ti piace parlare, eh?" Scivolò davanti alla portiera del guidatore.

"Dipende dall'argomento e dal soggetto."

"Tu non hai paura di me?" Domandò Puckerman spiazzandola.

"Per quale motivo dovrei averne?" Rise Quinn.

"Sai, molta gente c'è l'ha." Le spiegò lui.

"Beh, non io."

"Magari non hai paura di me, ma sono sicuro che hai pensato a me nudo, eh?" Chiese lui esibendo un sorriso sghembo.

"Ah, sono così trasparente? Ti voglio, ho bisogno di te, ti amo, ti amo." Concluse lei, aprendo la portiera, facendo ridere il 'Semi-Dio' che vi era appoggiato.

"Un giorno ti conquisterò."

"Fammi un fischio quando ci riesci!" Disse lei, accellerando ed uscendo dal parcheggio, sorridendo quando era certa che lui non l'avrebbe più vista.
 





 

NDA


Buon pomeriggio a tutti, dears!
Ecco l'attesissimo nuovo capitolo sfornato dalle mie manine.
Spero vi piaccia, ma soprattutto, spero che continuerete a seguirmi.
Le visualizzazioni stanno aumentando tutt'ora e sono veramente contenta per questo.
Vi ringrazio, per tutti voi che recensite, per tutti voi che mi seguite, per tutti voi che continuate a leggere in silenzio.
HOPE YOU LIKE IT! PEACE!
 

  
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