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Autore: Dark_S97    04/08/2013    4 recensioni
Finnick Odair è a Capitol City. Ci troviamo poche settimane prima dell'inizio dei settantunesimi Hunger Games. Ha lasciato Annie Cresta nel distretto 4, un'Annie sopravissuta da poco ai giochi e caduta nell'abisso. Cosa provano i due personaggi?
Dal primo capitolo:
I tuoi occhi versano lacrime che ti solcano le guance e pensi che probabilmente quelli di Annie staranno facendo la stessa cosa, ma le sue lacrime scaveranno la sua pelle fragile proprio come l'acqua sposta la soffice sabbia. Tu ed Annie avete le guance che sanno d'acqua e di sale, le tue sanno di lacrime e forse le sue non sapranno mai più di mare. Pensi a quanto possano essere profonde le sue ferite per avere paura di quel mare che un tempo era il vostro rifugio.
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Cresta, Finnick Odair
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il tuo urlo squarcia l'aria per l'ennesima volta. Li hai visti di nuovo, i fantasmi della gente morta nell'arena dei settantesimi Hunger Games, anche loro ti chiamano pazza. Senti le loro voci che sibilano quella parola... Tra quelle si distingue la voce di James. Vedi ancora la sua testa staccata che l'acqua aveva portato via insieme alla sua vita. Chiudi gli occhi e porti le mani alle orecchie. Urli il nome di Finnick, vuoi ti venga a tirar fuori dall'abisso in cui stai cadendo... Nessun altro può farlo. Non ti fidi più degli altri, ovunque tu vada senti le voci delle persone che ti chiamano "pazza". Ti tocchi la cicatrice che hai sul braccio. Un tempo era una ferita, ma per te è come se fosse ancora aperta. Non capisci che le tue ferite sono nell'anima.
Chiami ancora Finnick, convinta che verrà... Anche quando non ti eri ancora persa eri brava ad illuderti.
Ami Finnick Odair. Questa è la tua unica certezza. Sai che non ti potrebbe mai fare del male, neppure se lo volesse. Per il resto non sai distinguere il vero dal falso, chiedi sempre a Finnick. E' la luce che ti conduce via dal baratro. Il suo tocco ti fa sentire bene, ma lui sembra proprio non volerlo comprendere. Non capisci il perché. Le sue mani sono delicate e grandi allo stesso tempo... Tutto il contrario delle mani che ti hanno fatto del male. Mani di ragazzini diventati mostri dagli arti insanguinati, l'ombra di quello che erano un tempo, ora solo semplici pedine di un gioco troppo grande per loro. Ma tu non hai ucciso nessuno. Sei pura, Annie. Hai vinto solo perché Finnick ti ha insegnato a stare a galla... Né tu né lui sapete stare a galla nell'abisso. Da quando se n'è andato sei sempre a casa sua, con addosso il suo cappotto; il suo profumo ti avvolge... Ma non basta per portarti indietro. Urli, ma nessuno ti sente. I fantasmi continuano a volteggiare e ululare nel buio. Finnick sapeva scacciarli solo sfiorandoti o parlandoti. Ti tornano in mente i suoi baci salati e ridi. Il sole sta sorgendo e presto i pescatori usciranno dalle loro case. Speri di vedere Finnick tra loro ed esci. Cammini sulla spiaggia, senza guardare il mare, proprio come facevi prima che Finnick ti insegnasse a nuotare.
Lo fai per vari motivi: temi l'acqua che ti ha quasi inghiottita per ben due volte, era così simile all'abisso, era buia e cercava di trascinarti a fondo; tu eri e sei ancora troppo fragile per reagire.
L'altro motivo è che il mare è inguardabile quando assume la sfumatura verde mare tipica degli occhi di Finnick. Ma lui dov'è?
Vai a cercarlo alla sua barca, attraccata al molo. Nel frattempo i pescatori sono usciti: senti le loro voci che ti chiamano pazza. Ti porti le mani alle orecchie, ma le voci sono sempre più forti. Inizi a correre da Finnick, ma lui non è nella sua barca. Vedi il mare che la circonda e sei tentata di buttarti a capofitto nell'abisso, solo perché visto dall'esterno ha il colore dei suoi occhi. Ritorni sui tuoi passi ricordando l'acqua che ti bruciava i polmoni e la gola quel giorno in cui sei caduta dalla barca di tuo padre e Finnick ti ha salvata. Il vento soffia forte e freddo, proprio come quel giorno. Il freddo penetra tra le pieghe del cappotto di Finnick, troppo leggero per questa stagione, ma tu, testarda l'hai voluto mettere lo stesso. Te lo stringi addosso e chiudi gli occhi ricordando i suoi abbracci. Riesci quasi a percepirli come se stessero accadendo in questo momento: il profumo di salsedine, il calore e il tessuto di quel cappotto. Ridi di nuovo. Apri gli occhi, ma Finnick non è lì.
"Dove sei, Finnick?" urli con le lacrime agli occhi.
"E' andato a Capitol City, non ti ricordi?" ti risponde un pescatore guardandoti come si osserva una pazza.
Le lacrime scendono e non fai niente per fermarle. Ti scavano le guance pallide. Nessuno ti offre un fazzoletto. Singhiozzi. Finnick ti aveva promesso che sarebbe tornato presto e lui ha sempre mantenuto le sue promesse. Torni a casa sua ad aspettarlo... Magari è già arrivato e non ti trova. La casa è vuota, seppur pervasa dal suo profumo. Ti viene in mente che una volta ti aveva detto che oltre a te c'era un'altra persona a cui lui piaceva veramente: Mags.
Realtà o illusione? L'abisso cerca di impedirti di vedere ciò che c'era prima. All'improvviso ti torna alla mente che lei era la mentore di James.

James.

Il suo nome ti provoca una fitta e le voci tornano ad ululare nella tua testa. Decidi di andare da Mags a cercare Finnick: forse non trovandoti è andato da lei. Percorri i pochi metri che separano casa di Finnick da quella di Mags di corsa. Bussi. Mags viene ad aprirti quasi subito.
"Finnick è qui?" le chiedi impaziente.
"No, Annie. E' ancora a Capitol City" risponde. Non ti osserva come si fa con una pazza perché conosce bene quello che stai provando: forse, in una forma diversa, lo sente anche lei.
Le parole di Mags spengono il tuo entusiasmo e ti copri le orecchie; vorresti non averle sentite.
"Aveva promesso che sarebbe tornato presto e lui mantiene sempre le sue promesse..." mormori.
"Realtà o illusione?" chiedi, solo perché con Finnick lo facevi sempre.
Sai già la risposta: "Realtà" risponde Mags. Ti invita ad entrare e accetti. Ti fidi di lei perché Finnick lo fa. Ti siedi su una poltrona.
"Annie?" ti chiama Mags dalla cucina "ci vuoi il sale nella zuppa?".
"Le labbra di Finnick sono salate" dici, quasi ignorando la domanda.
Mags lo prende come un sì e ti porta la zuppa.
"Mi prenderò cura di te fino al suo ritorno" annuncia. " Ti fidi di me?"
Non rispondi, ma la abbracci. Anche lei profuma di salsedine.





Nota dell'autrice: ho scelto di rappresentare Annie come una bambina che cerca i suoi cari (in questo caso, ovviamente Finnick), pur sapendo dove sono.
Nel caso in cui non sia chiaro la prima volta che l'acqua tenta di inghiottirla è da bambina, quando Finnick la salva e la seconda nell'arena.
Ok, smetto di insultare la vostra intelligenza D:
Ditemi cosa ne pensate, ci conto!
P.S. Personalmente preferisco il capitolo "Finnick", anche perché non è stato facile scrivere questo capitolo...

   
 
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