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Autore: MoonLilith    03/10/2004    5 recensioni
Una Grifondoro e un Serpeverde legati dal destino, ma divisi da una proibizione che non si spezzerà mai nelle loro famiglie... La figlia di Hermione Granger e Ron Weasley e il figlio di Draco Malfoy si ritrovano molto vicini... cosa accadrà? Un pizzico Lime ma moooolto romantico.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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4. Guilty

 

Il suono della campanella squarciò il silenzio tombale dei corridoi di Hogwarts. Le lezioni pomeridiane di quel giorno di metà ottobre terminarono con quel suono squillante e allegro. I ragazzi uscirono per la maggior parte con passo lento e ciondolante, stanchi dopo tante ore di fatica e con i pensieri rivolti quasi esclusivamente ai compiti che avrebbero dovuto svolgere da lì a pochi minuti. S'incamminarono verso i loro dormitori, spesso si sentivano nomi sovrastare il chiacchiericcio generale, pronunciati da qualcuno che cercava di richiamare l'attenzione di un altro. Quando ormai la folla stava per dissolversi dai corridoi, una mezz'oretta dopo la fine delle lezioni, una sorta di missile sbucò tra i ragazzi. Un missile dai capelli castani e gli occhi di ghiaccio. Vestita con jeans strappati, anfibi neri e maglietta nera a maniche lunghe che le arrivavano a metà dita, Annika Weasley si faceva largo tra la folla, con una ThunderSpeed stretta nella mano sinistra. Aveva i capelli legati in una coda alta, che scendevano lisci e scossi dal vento a causa della corsa veloce. Non si accorse neanche, Annika, di passare accanto ad un gruppo di Serpeverde che le lanciò dei commenti e fischi vari, e tra cui c'era anche Josh Malfoy, che si limitò a fissarla finchè lei non svoltò dietro un bivio, per raggiungere l'Ingresso.

Mentre scendeva le scale prese una storia alla caviglia, che la costrinse a fermarsi seduta sulle scale per qualche minuto, a massaggiarsi.

“Merda!” pensava Annika mentre, con sguardo furente, cercava di farsi passare il dolore. Era in ritardo di più di mezz'ora agli allenamenti di Quidditch. Era un battitore, lei, e anche piuttosto potente per essere una ragazza.

Si rialzò in piedi mentre il dolore le provocava ancora qualche fitta, salutando un gruppo di ragazze di Grifondoro del terzo anno. Scese l'ultima rampa di scale per raggiungere l'Ingresso. Lì vide Matt che usciva dalla Sala Grande. Annika lo salutò con un freddo cenno del capo: non dava più molta confidenza, né a lui né a Julie. E per Annika, non dare molta confidenza equivaleva a “salutare a stento”. Uscì sempre di corsa fino in giardino, dove l'aria sferzante e il vento di Ottobre la invasero. Per un attimo rimase ferma ad assaporare l'odore di pioggia e di erba bagnata: aveva piovuto quella mattina, ed era ancora rimasta qualche nuvola minacciosa ad oscurare il debole sole. Inspirò profondamente. Chiuse gli occhi e rimase ad ascoltare i rumori del vento, dell'acqua del lago, e della magia che impregnava tutta la struttura di Hogwarts.

Superò con un salto gli ultimi due gradini di marmo e montò sulla scopa, dandosi una lieve spinta e dirigendosi velocemente verso il campo da Quidditch. Nei due minuti che le servirono per raggiungere il campo ripensò a quello che era successo in quel mese e mezzo. Tutto troppo precipitosamente, pensò lei. Aveva scoperto che quelli che riteneva i suoi migliori amici le avevano nascosto per chissà quanto tempo una cosa grande come la loro relazione, lei aveva preso una sbandata pazzesca per il pupillo dei Malfoy, che anche se non c'era più alcun tipo di rivalità tra le due famiglie, qualcosa, forse solo il ricordo del passato, era in grado di fermare Annika e Josh, il quale si era dimostrato freddo come un iceberg da quella sera che le aveva fatto battere il cuore così dolcemente e stranamente…

Scacciò velocemente quei pensieri dalla sua mente, mentre scendeva agilmente dalla scopa e si avviava verso il campo da Quidditch, dove alcune scope già volteggiavano in aria.

« Ciao a tutti! » gridò Annika cercando di farsi sentire dai piloti di quelle scope che sfrecciavano sopra la testa della ragazza, in contrasto col grigiore del cielo.

Scesero velocemente dalle scope, ed ecco che, di fronte ad Annika, lentamente, si formò la squadra di Grifondoro: Lee Asbury, portiere e capitano. Un ragazzo troppo simpatico, dai capelli castano chiaro e gli occhi verde scurissimo. Era sempre lì a trovare il lato positivo di qualunque cosa, pieno di spirito e sempre allegro. Faceva bene coppia con Annika, specie quando c'era da organizzare qualche festa clandestina e occorreva andare a fare un po' di scorte nelle cucine… Poi c'era Jeff Falstaff, un piccoletto di terza, bassino, ma letale. Giocava come cercatore, era velocissimo ed era così magrolino che era difficile scorgerlo durante una partita. Aveva il viso da roditore, due occhietti marroni e i capelli biondo scuro, ed era davvero divertente! Poi c'era Hazel Wallace, coi capelli biondo cenere e gli occhi azzurro chiarissimo… una bellissima ragazza, simpatica quando voleva, ma un po' snob per i gusti di Annika… ma bastava che sapesse giocare a Quidditch, se fuori dalle partite si vedevano relativamente poco, i caratteri personali erano irrilevanti. Era una bravissima cacciatrice, veloce e decisa, insieme a Rachel Lipton e Victoria Lovat, due altre ragazze molto simpatiche (certo, più alla mano di Hazel!) che erano sempre ospiti d'onore durante le festicciole della Casata di Grifondoro. Poi, infine, rimanevano i due battitori. Jeremy Sinclair e lei, Annika, che in quel momento non stava vedendo appunto Jerm.

« Ehi ragazzi, ma dov'è Jeremy? » chiese Annika ai suoi compagni di squadra.

« Ma sono qui, Annika! » esclamò il ragazzo avvicinandosi.

Annika per poco non collassò.

Lo scorso luglio aveva lasciato un Jeremy alto all'incirca quanto lei, con gli occhiali spessi quasi quanto un dito, i capelli alla Beatles e che faceva brutte figure in continuazione.

In quel momento, davanti a lei, c'era un ragazzo con i capelli mossi, biondo scuro con colpi di sole più chiari, gli occhi smeraldo e un sorriso mozzafiato. Gli occhiali erano scomparsi così come la goffaggine, e quel ragazzo stupendo la guardava con gli occhi luminosi.

Uno strano calore iniziò a salire per la schiena di Annika, seguito subito dopo da un brivido ghiacciato. Era bellissimo… era stupendo, spettacolare!

« Ehilà, Jerm! Non ti avevo mica visto! » esclamò Annika nascondendo efficacemente il suo imbarazzo. Era una cosa che riusciva benissimo ad Annika; fingere. Sorrise amabilmente a Jeremy, che continuava a sorriderle a sua volta.

« Non mi avevi notato, quest'anno? Ok, io quest'anno ho i M.A.G.O., quindi io e te abbiamo orari totalmente diversi… ma… io ti ho vista spesso, Annika. Dopotutto, non passi inosservata! » esclamò il ragazzo sorridendole e intanto prendendo la scopa in mano, pronto per ricominciare gli allenamenti.

Quello che Annika aveva sempre considerato il ragazzo più imbranato del mondo, gli aveva appena fatto un complimento in un modo adorabilmente spigliato.

« Scusami! Ma, è che… sei così… diverso, ecco! » disse Annika mentre i due iniziavano ad avviarsi verso il centro del campo.

Jeremy le mise un braccio intorno al collo: « Lo prendo come un complimento! » le disse, prima di montare sulla scopa e riprendere l'allenamento.

Anche Annika, seguendolo, montò sulla scopa, afferrando al volo il bastone posato su una rastrelliera vicino a lei.

L'allentamento iniziò. Annika non aveva giocato a Quidditch per niente, durante l'estate. Era stata con la sua famiglia nel mondo babbano, precisamente in un posto chiamato… Toscana, in Italia. Non poteva certo giocare a Quidditch tra le verdi pinete e pianure di quella bellissima regione!

Per questo la ragazza non era certo al massimo delle forze, anzi, era piuttosto imbranata. Giocavano ormai da mezz'ora, ed Annika non aveva ancora deviato neanche un bolide.

La ragazza si fermò un attimo a mezz'aria sulla scopa, stremata. Erano i bolidi che avevano aumentato velocità, o era lei che non era per nulla in forma? Tutti i suoi amici di squadra se ne accorsero. All'inizio si limitavano a guardarla, poi Lee la chiamò un attimo per parlarle.

« Cosa succede, Annika? » le chiese lui.

« In verità non te lo so dire, Lee. Sarà che non ho praticato Quidditch per tutta l'estate e… »

« Non me la dai a bere, Annika. Sei completamente tra le nuvole, cosa ti succede oggi? »

Annika s'inchinò assumendo un'aria innocente, ma sapeva benissimo cosa stava succedendo.

« Ti prometto che m'impegnerò il più possibile, Lee! » esclamò la ragazza prima di rimontare velocemente sulla scopa e spiccare il volo.

Ma, dopo neanche cinque minuti, qualcosa colse l'attenzione di Annika. La sua scopa stentava a seguire le indicazioni che Annika le dava, faceva molta fatica a comandarla. Era quindi ancora più difficile riuscire a deviare i due bolidi che, come impazziti, non degnavano di minima attenzione Jeremy, buttandosi sempre su di lei. La faccenda si faceva minuto dopo minuto sempre più complessa, la ragazza aveva le braccia doloranti perché, appena respinto un bolide, gliene arrivava addosso un altro, senza sosta.

Successe in un attimo. Un bolide le colpì la spalla sinistra, mentre l'altro arrivò diritto sulla caviglia destra. Annika lanciò un urlo, e divenne tutto buio.

« Annika, tutto ok? »

La ragazza aprì leggermente gli occhi. Un profumo di fiori di campo la invase, si sentì al caldo sotto delle coperte di lino bianco, mentre delle sottili tende, anch'esse di lino, le ondeggiavano vicino… Dritto di fronte a lei, si apriva il tramonto, che la inondava con la sua luce dorata. Poi, scostando lentamente la testa, vide solo due immensi occhi verdi.

Jeremy le sorrise, prendendo ad accarezzarle la guancia, delicatamente. Annika continuò a fissarlo attonita e mezza stordita, chiudendo e riaprendo di tanto in tanto gli occhi.

« Sei caduta dalla scopa… hai il braccio e la caviglia rotti, ma Madama Chips ci metterà pochissimo a farti guarire… »

« Sono… caduta? Ma… » sussurrò Annika, prima di essere dolcemente interrotta da Jeremy.

« Ti ho presa al volo, nel vero senso della parola. Fortunatamente ero a qualche metro sotto la tua scopa, e mi sei caduta praticamente tra le braccia. » le disse Jeremy sorridendole.

Annika sorrise leggermente: « Grazie mille… »

Jeremy le accarezzò dolcemente i capelli, poi si alzò.

« Ora devo andare, Annika. Mi raccomando, riposati. Verrò a trovarti domani. »

Jeremy fece per andarsene, poi si fermò, tornò indietro e baciò Annika sulla guancia.

Il cuore di Annika stava per scoppiare. Le labbra del ragazzo, che rimasero poggiate delicatamente per qualche secondo sulla sua guancia, erano bollenti, e riuscirono a riscaldare interamente Annika, che chiuse gli occhi sorridendo e si abbandonò ad un sonno leggero.

Nel pieno della notte, però, questo sonno venne disturbato dalla voce bassa ma decisa di Madama Chips.

« Portatelo qui, stendetelo su questo letto… credo proprio che sia una bruttissima influenza… »

Annika socchiuse gli occhi, e vide delle figure nere trasportare il corpo di qualcuno su un letto.

« … È svenuto durante la cena… ha fatto prendere un colpo a tutti, ma i suoi amici dicono che già da due giorni era un po' assente e più pallido del solito… »

Altre voci, Madama Chips che chiude la porta… e Annika sprofondò di nuovo nel tepore del suo letto.

C'era un vortice, una massa grigia che ruotava vorticosamente in un nulla completamente nero, che risucchiava qualsiasi cosa gli capitasse davanti. La raggiungeva, era sempre più vicino a lei, ma lei era immobile, non riusciva a scappare, voleva fuggire da quel vorticoso essere che le si avventava minaccioso… Urlò, si dimenò, le mani che tentavano di afferrare qualcosa di solido fuori dal vortice, per poterla far uscire da lì, per poterla far vivere… un mano afferrò la sua, stretta, salda. Il cuore di Annika si riscaldò perdendosi in due occhi color ghiaccio…

La ragazza si svegliò di soprassalto. Si ritrovò nell'Infermeria, doveva essere mattina, il sole la illuminava da dietro le tende di lino, tirate per coprire interamente il letto dove lei era stesa. Si alzò a sedere a fatica, e con il braccio destro riuscì ad arrivare alle tende per scansarle leggermente. Si alzò zoppicando e si guardò intorno. I letti erano tutti vuoti, non c'era nessuno, tranne per il letto accanto al suo. Tirò leggermente le tende e lo vide. Dormiva, madido di sudore e completamente rosso, sotto le coperte, agitandosi per chissà quale sogno funesto e pauroso… i capelli biondo cenere gli ricadevano disordinati sul viso, mentre con una mano stringeva convulsamente il lenzuolo. Annika si avvicinò a Josh Malfoy e, non vedendo Madama Chips, prese lei stessa un piccolo panno bianco, immergendolo nell'acqua. Lo portò delicatamente sulla fronte del ragazzo, che sicuramente avvertì il sollievo e riuscì ad aprire leggermente gli occhi. Annika si ritrasse, credendo che Malfoy non avrebbe apprezzato la sua presenza ai piedi del suo letto. Ma, invece, rimase a fissarla.

« Tu…? » sussurrò, mentre le guance ribollivano, rosse e bollenti.

« Già Malfoy. So che la mia presenza non ti sarà molto gradita, ma mi sa che dovremmo dividere l'Infermeria per qualche giorno. »

Malfoy la guardò, apparentemente senza capire, poi le afferrò il polso e portò la mano della ragazza sulla sua guancia. Annika arrossì furiosamente, ma capì che il ragazzo probabilmente trovava sollievo nel sentire una mano fresca sulla sua guancia bollente.

Annika si sedette sul letto accanto a lui, e con l'altra mano, a fatica, prese la mano di Malfoy e gliela strinse.

Scostò delicatamente la mano che era ancora sulla sua guancia, al che il ragazzo gemette. Annika gli fece delicatamente il segno di stare zitto, prese il panno, lo riemerse nell'acqua fresca e, dopo averlo strizzato, lo riappoggiò sulla fronte del ragazzo, per poi rimettere la mano sulla sua guancia, accarezzandolo. Annika rimase così finchè il ragazzo non si calmò, addormentandosi dolcemente, poi andò a cercare Madama Chips per avvertirla che la febbre di Malfoy era salita vertiginosamente.

Annika tornò a dormire, con le tende scostate leggermente per poter osservare Malfoy. Madama Chips, quando il ragazzo si svegliò, gli diede la medicina, che non doveva avere un grande sapore, vista la faccia schifata del povero malato.

Il ragazzo si addormentò di nuovo, e Annika aspettò pazientemente il suo risveglio leggendo forse per la decima volta “Il Quidditch Attraverso i Secoli”.

Anche la ragazza stava per assopirsi quando, tutt'un tratto, dei rumori dal letto accanto la fecero tornare sveglia.

Annika a malapena si alzò e raggiunse il letto di Malfoy, che lentamente spalancò gli occhi, sempre un po' lucidi per colpa della febbre, ma di certo più svegli e attenti di qualche ora addietro.

La ragazza gli sorrise leggermente, mentre il ragazzo, pian piano, iniziava a rendersi conto di dove si trovava.

« Ma che diavolo…? » chiese alzandosi a sedere.

Annika si sedette sul suo letto.

« Sei stato moribondo per tutto il giorno, a quando ho capito, ieri sera a cena sei svenuto e poi ti è salita la febbre… »

« Capisco… ma… ora mi sento molto meglio quindi… »

Il ragazzo fece per alzarsi, ma Annika lo fermò, prendendolo per una spalla.

« Fermo là! Non puoi alzarti ed andartene senza il consenso di Madama Chips! »

« Me ne frego, sinceramente. Devo tornare nel mio dormitorio. Non voglio rimanere qui. »

« Capisco che la mia presenza per te non è delle migliori, ma non puoi rischiare di farti risalire di nuovo la febbre. » gli disse Annika, sistemandolo con la forza nel suo letto.

« Non m'importa niente chi è che c'è nel dormitorio, voglio solo andarmene! » Sbottò Malfoy, guardando furente Annika.

« Mi dispiace, ma tu non ti muovi da qui, anche se c'è una Weasley. »

Annika si alzò di scatto, ma si poggiò per sbaglio con troppo peso sulla caviglia dolorante, intanto Malfoy l'afferrò per il polso per fermarla e poterle chiedere scusa, così la ragazza perse l'equilibrio e cadde all'indietro, finendo rovinosamente stesa sul letto accanto a Malfoy.

« Accidenti… » borbottò lei, che non si era resa conto della situazione che si era creata.

Malfoy, per non farla cadere dal letto, l'aveva afferrata con entrambe le braccia e la teneva stretta, mentre i loro volti erano pericolosamente vicini. Così tanto che Annika sentì fremere le sue labbra, mentre i suoi occhi si perdevano in quelli grigio argenteo del ragazzo. I due si guardavano, mentre i respiri si facevano sempre più pesanti e i cuori battevano all'impazzata. Josh potè osservare le piccolissime lentiggini sul viso di Annika, poste in una maniera deliziosa su un viso da favola, mentre la ragazza percorreva con lo sguardo le sopracciglia e scendeva verso gli occhi, poi il naso perfettamente squadrato e infine la bocca. La mano di Malfoy salì delicatamente verso la nuca di Annika, inducendole ad avvicinare lentamente il suo viso a quello del ragazzo. I due stavano socchiudendo gli occhi quando la maniglia della porta dell'Infermeria cigolò, la porta di aprì ed entrò di velocemente Jeremy.

Annika spalancò gli occhi e spinse così forte Malfoy che lo fece cadere dal letto.

« Ma sei completamente scema?! » gridò il ragazzo sporgendo la testa bionda sopra il letto.

« Ehi, vacci piano con le parole, idiota! » gridò la ragazza lanciandogli il cuscino.

« Ma come ti permetti?! » e le rilanciò il cuscino dai piedi del letto.

Jeremy intanto fissava la scena attonito.

« Ehm… Annika…? » disse Jeremy cercando di attirare l'attenzione della ragazza che litigava col biondo Serpeverde.

« Oh, Jerm! Scusami! Se questo cretino ritornasse a fare la persona civile… »

« Cosa sarei io, scusa?! » sbottò Malfoy che intanto si stava ristendendo sul letto.

Annika lo ignorò, mentre si avvicinava a Jeremy per salutarlo.

« Ti vedo in forma! » esclamò Jerm sorridendo.

« Oh, sì, sto molto meglio, grazie! » rispose Annika ridendo.

« Gente, se dovete limonare o qualcosa simile, toglietevi da davanti ai miei occhi per favore. » disse Josh Malfoy.

Il ragazzo si spostò appena in tempo, prima che un anfibio colpisse casualmente il punto del muro dove prima c'era la sua testa.

Jeremy osservò Malfoy ridacchiare mentre Annika lo fissava furente, poi, senza pensarci, afferrò delicatamente il viso di Annika e premette le labbra su quelle della ragazza. Annika rimase qualche secondo sbalordita, poi Jeremy si stacco e la salutò sorridendo, uscendo dall'Infermeria.

Annika rimase attonita a fissare la porta dell'Infermeria, con la bocca spalancata.

La brusca voce di Malfoy la fece ritornare alla realtà.

« Ehi, qual è il problema? Il tuo ragazzo ti ha solo dato un bacio, non vedo perché rimanere con quella faccia da scimmia a fissare probabilmente degli gnomi volanti. »

Annika si voltò verso Malfoy con gli occhi che lanciavano scintille, prese un cuscino e glielo tirò addosso.

« Finiscila! E poi Jeremy non è il mio ragazzo! » gridò Annika tornando zoppicante al suo letto.

Mentre si stendeva, vide Josh fare qualcosa con le lenzuola. Se ne mise una intorno alla testa, come se fosse il velo di una sposa, e disse sornione: « Sì, lo voglio! »

« Scemo! » esclamò Annika che non riuscì a trattenere una risata.

Quando i due si furono calmati, Annika riprese a leggere il suo libro. Malfoy fissava il vuoto, apparentemente senza pensare a qualcosa di particolare.

« Allora quello non è il tuo ragazzo? » chiese Malfoy tutt'un tratto.

Annika alzò gli occhi dal libro, e negò in silenzio.

« E perché ti ha baciato, allora? »

« Boh… » rispose la ragazza, facendo spallucce.

« E non t'interessa saperlo? »

Annika lo guardò, poi sospirò ritornando a fissare la grande finestra davanti a sé.

« Non saprei… »

« Ma come? Un ragazzo ti bacia e tu non vuoi sapere neanche perché? »

« Ma tu che ne sai? È molto complicata come situazione… fino allo scorso anno, Jeremy non era certo il ragazzo bello e aitante che hai visto questo pomeriggio… sono un po' confusa… »

« Giovane e aitante? » ripetè Malfoy ridacchiando « Ma dove lo vedi? »

« Senti un po', Mister Figaccione, non credo che comunque siano affari tuoi! »

Malfoy si sporse un po' verso Annika, con un sorriso un po' malefico.

« Allora secondo te sarei un figaccione? »

Annika lo guardò mentre le guance le diventavano color porpora.

« Sì, secondo me sì. » sussurrò lei sprofondando di nuovo nelle pagine del libro.

Passarono ancora altri minuti, quando Josh si alzò per prendere un bicchiere d'acqua. Annika sussultò perché regnava il silenzio. Tutt'un tratto, mentre Malfoy versava l'acqua del bicchiere, lo lasciò cadere a terra e svenne.

« J osh! » gridò Annika, alzandosi e correndo il più in fretta possibile verso di lui.

Riuscì, con tutta la caviglia dolorante a mettersi in ginocchio accanto a lui, sollevandogli la testa.

Continuò a chiamarlo per nome e a dargli leggeri schiaffi per farlo riprendere. La ragazza ne approfittò anche per osservare i suoi lineamenti ed accarezzare i suoi capelli indisturbata. La bocca era leggermente aperta, rosea e distesa come se Malfoy stesse tranquillamente dormendo.

« Josh… »

Il ragazzo apri gli occhi come se non ricordasse dov'era, poi mise a fuoco il viso di Annika.

« Dillo di nuovo… » le sussurrò Josh guardandola fissa negli occhi.

« … Cosa? » chiese Annika.

« Il mio nome… »

« Josh… »

Il ragazzo chiuse gli occhi e si addormentò tra le braccia di Annika. La ragazza, non sapendo cosa fare, rimase così a fissarlo, finchè Madama Chips entrò in Infermeria e si mise a dare ordini ad Annika, mentre trasportava Malfoy sul lettino.

Mentre Madama Chips controllava Malfoy, Annika potè ripensare allo strano sogno che aveva fatto quella notte. Si assopì ripensando alla solida stretta del sogno, mentre alcuni Serpeverde andavano a trovare Josh. Si risvegliò che era pomeriggio tardo, e Julie e Matt erano seduti vicino al letto della ragazza.

Annika aprì gli occhi e volle richiuderli subito. Non voleva vederli. Erano le ultime persone che voleva vedere. I due ragazzi erano molto formali, sorridevano e rivolgevano ad Annika tante domande cortesi. La ragazza rispondeva loro solo col minimo necessario, abbozzava un sorriso incerto ogni tanto, e a volte il suo sguardo ricadeva su Josh che fissava la scena attento. Julie e Matt rimasero con Annika per qualche minuto, poi, dopo le tipiche domande formali, calò il silenzio, che Annika non aveva intenzione di spezzare. I due si guardarono, in difficoltà, poi salutarono Annika e scapparono via. La ragazza rimase a fissare davanti a sé.

« Non ti stanno molto simpatici, eh? » chiese Josh.

« Pensa che dovrei considerarli miei migliori amici… » disse sbuffando Annika.

« Cosa ti hanno fatto di male? » le chiese il ragazzo.

« Mi hanno tradito… dicevano di essere i miei migliori amici… poi scopro che in segreto stanno insieme… non mi hanno mai detto niente, mi hanno sempre presa in giro… » Annika dovette fermarsi perché aveva un groppo in gola, e non riusciva a continuare a parlare.

Josh si alzò e si sedette sul letto di Annika. La ragazza tirò su col naso un paio di volte.

Il ragazzo rimase a guardarla mentre le prime lacrime le solcavano le guance.

« Non capisco… » disse tutt'un tratto.

« Cosa? » chiese Annika sollevando lo sguardo verso di lui.

« Ti stai arrabbiando solo perché quei due si vogliono bene? »

« Certo! Non dovrei forse? Non mi hanno mai detto nulla della loro relazione! Se me l'avessero detto… »

« …Se te l'avessero detto ti saresti arrabbiata così tanto da non rivolgere più loro la parola! » continuò biascicando Josh.

Annika aprì la bocca per replicare, ma la richiuse subito dopo. Le lacrime scendevano copiose dai suoi occhi, mentre fissava un punto imprecisato davanti a sé.

« Quindi la colpa è mia… » disse dopo qualche secondo di profondo silenzio. « Sarei io quella che ha torto? Quella che ha sbagliato? Sono io quella che merita di restare da sola?! » dopo di che, senza preavviso, la ragazza si fiondò nel bagno dell'Infermeria e chiuse a chiave la porta. Si appoggiò al muro e scivolò sul pavimento sedendosi, anche perché la caviglia le faceva un male tremendo. Cosa le stava succedendo? Da quando in qua Annika Weasley piangeva? Perché sentiva il suo stesso cuore piangere? Forse era solo consapevolezza. Annika Weasley si stava rendendo finalmente conto di non essere quella che dimostrava agli altri. “Chi sono io? Perché sono qui? Su cosa, su quali principi è basata la mia esistenza?”

La testa le scoppiava, le urla provenienti dal cuore le laceravano l'anima. Era sola, completamente sola. Frivola, egocentrica, superficiale. Sola.

« Weasley, esci di là! »

Annika chiuse gli occhi. La voce di quel ragazzo, che aveva sentite pochissime volte, era riuscita a placare la rabbia del suo cuore. Il battito riprese normale, Annika inspirò profondamente continuando a singhiozzare.

« Vattene via! Lasciami! » gli gridò Annika in un momento di maggiore calma.

« Da sola?! No! » le gridò Josh da dietro la porta.

« Sono già da sola! Sono schifosamente stata abbandonata da tutti! »

« Finiscila Annika! Esci, andiamo!! »

Un secondo rivolo di lacrime le imperlò le guance. Affondò il viso nelle mani mentre continuava a ripetere “Vattene”.

Cosa contava, infondo? Era solo lei. Qualcuno aveva mai pensato che lei potesse avere dei sentimenti? Qualcuno l'aveva mai presa sul serio? Non poteva odiare nessuno per questo. Lei era così, lei sembrava quello che in verità non era mai stata. Era infondo cambiata da quando aveva appena undici anni, cioè quando forse era veramente pura? Stava morendo. Si stava solo rendendo conto. Tutte le volte che aveva cercato di far capire a Matt e a Julie che non era tutto ok, che non andava tutto come doveva andare… cosa ne aveva avuto? Nulla… indifferenza… la più completa indifferenza dalle persone che lei amava di più al mondo!

Ad un tratto, sentì Josh sussurrare qualcosa, e la porta si aprì con uno scatto. Josh entrò velocemente e rimase a fissare quella figura minuta, seduta a terra che singhiozzava a dirotto. Così indifesa, così piccola…

« Annika… » la chiamò gentilmente inginocchiandosi di fronte a lei.

La ragazza sussurrò qualcosa, che Josh non riuscì a capire. Si avvicinò un po' a lei, le mise gentilmente due dita sotto il mento e le fece sollevare il viso. Era rigato dalle lacrime, gli occhi erano gonfi e rossi e la ragazza non smetteva di singhiozzare.

« Aiutami… aiutami Josh… » gli sussurrò la ragazza che lo guardava mentre i suoi occhi, da preoccupati, si facevano stupiti.

Tutt'un tratto, Annika si ritrovò tra le braccia del ragazzo, che la stringeva forte e le accarezzava i capelli. Era così fredda. Era fredda e scossa da brividi. Josh la strinse ancora più forte, cercando di calmarla.

Com'era caldo. Josh era così caldo… anche lui aveva una barriera, anche lui cercava di proteggersi dalla sua vera natura… Annika chiuse gli occhi e si abbandonò all'abbraccio del ragazzo, che continuava a ripeterle parole confortanti. Josh rimase stretto a lei finchè la ragazza non si calmò, addormentandosi. Il ragazzo la sollevò con facilità e la adagiò nel letto, baciandola sulla fronte prima di tirare le finestre per nascondere il suo letto.

***

Grazie milleeee a tutti quelli che hanno commentato :°°° Ora ho l'ispirazione, e sinceramente credo che questo capitolo sia leggermente più leggibile degli altri!! Mi raccomando continuate a seguirmi... Byez!! Lilith

   
 
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