Don Potter della Mancia

 

Cap_2                               Don Potter contro i Mangiamorte

 

 

Giunsero in vista di dieci o venti alberi che si trovavano vicino il campo da Quidditch, luogo sacro per Don Potter, e tosto che li ebbe scorti, disse al suo amico:

“Sarà una guerra dura, questa; come ha detto Silente”.

“Cosa?” domandò Ronald.

“Li vedi quei mangiamorte lì?” disse in tono solenne Don Potter, indicando gli alberi.

“Quali mangiamorte?” il suo amico aveva un particolare affetto per le domande.

“Quelli che si vedono laggiù” gli rispose indignato l’altro.

“Quelli sono alberi, non mangiamorte! Harry, ma stai bene??” ‘Harry’ era il nome che usavano gli amici stretti per chiamare Don Potter.

D’un tratto gli occhi di quest’ultimo si fecero carichi di collera, e cominciò a gridare le sue gesta eroiche:

“E’ LOGICO CHE NON RICONOSCI I MANGIAMORTE! TU NON HAI MAI AFFRONTATO QUELLO A CHE IO INVECE HO DOVUTO TENER TESTA! DALLA PIETRA FILOSOFALE ALLA PROFEZIA NELL’UFFICIO MISTERI…”

E stette lì a urlare per un buono quarto d’ora, fino a quando la buona dama Hermione li raggiunse e li informò che dovevano dedicarsi allo studio.

Don Potter scorse in lontananza la sua fanciulla, la bella dagli occhi neri, e decise di dimostrarle il suo illimitato coraggio. Impugnata la bacchetta nella mano destra, si diresse a passo veloce verso gli alberi dai tronchi nodosi creduti mangiamorte e cominciò a scagliargli maledizioni senza perdono e incantesimi vari, fino a che non ebbe reso il posto dei nobili legni un devastato luogo.

“EVVIVA!!! HO VINTO!!!” esultava Don Potter agli sguardi spaventati e ignari degli studenti passanti, che probabilmente lo credevano pazzo, e lo era veramente.