Nata per soffrire
(...the war...)
Capitolo 12
SI CHIUDA IL SIPARIO!
2
mesi dopo… (-agosto-)
Un clima
caldo umido, soffocava Londra e i paesi vicini. La città si era svuotata solo per
metà, di quel gruppo di persone che, come d’abitudine, passavano le vacanze
estive –e in particolare il periodo di Ferragosto- al mare o in montagna. Non erano rari, dunque, i giorni festivi, in cui passeggiando per le
vie della zona babbana, si riusciva a camminare senza la solita folla.
Il quartier
generale dei Sunrise, era in allerta. I due mesi sarebbero scaduti a giorni e i
loro informatori, purtroppo, non erano riusciti a saper nulla di più, riguardo l’esatto momento dell’attacco organizzato da Lord Voldemort.
Da qualche
tempo, Luna era oggetto di una serie di attenzioni,
premure e accortezze, da parte di Harry, a detta di tutti un po’ eccessive. Non
le permetteva di fare più dell’indispensabile e si preoccupava di portarle da
bere, rinfrescare la Sala Comune dei Grifondoro –ormai dimora fissa della
ragazza- con incantesimi refrigeranti e renderle la vita il più comoda possibile.
“Tieni… bevi questo…”
Sorrise all’amico, afferrando il bicchiere di thé
freddo al limone e allungando le gambe sul bracciolo della poltrona, porpora,
che occupava. “Grazie, Harry, ma… non dovresti
essere in sede, oggi?!”
“No, hanno
spostato i turni.” La rassicurò, con un sorriso gentile, aggiungendole un
cuscino dietro le spalle. “Comunque tra una
mezz’oretta vado a prendere Ginny al St. Mungo. Oggi esce prima…”
Gli occhi
verdi di Luna, incrociarono quelli di Harry. “Visto che
sei libero, perché non andate a cena fuori?! E’ un sacco di tempo che non state un po’ da soli…”
“Ma…”
“No ti
prego, se stai per dire qualcosa tipo ‘non ti lasciamo
sola’, taci! Potrei diventare
aggressiva!” Lo interruppe lei, scherzosamente, appoggiando il bicchiere
sul tavolino in ciliegio, di fronte a lei. “…non sono malata, sono solo
incinta… e perfettamente in salute, a detta del dottor Wolf, quindi… prenditi
una pausa, ok?”
Lo sguardo
di Harry si incupì. “E se
avessi bisogno di qualcosa?!”
“Primo: so
camminare, non sono ancora diventata una balena. Secondo: ci saranno Ron ed
Hermione… appena tornano dal giro di ispezione. E dai! Fidati!” Lo pregò, sfoderando l’espressione da
cucciolo bastonato, con tanto di occhietti lacrimosi e
mani giunte.
Il moro
parve rifletterci un po’ su, spostando lo sguardo da lei, alla finestra che
dava all’esterno e poi ancora sulla figurina, seduta a mani unite e implorante
un po’ di libertà. Sospirò rassegnato. “D’accordo, d’accordo, ma se succede
qualcosa… mi chiami immediatamente col ciondolo, intesi?!” Luna annuì, con espressione trionfante. “Ora spostati un po’…
fammi spazio.”
La ragazza
scese i piedi, spostandosi sul bordo della poltrona e facendolo accomodare
accanto a lei. Si accoccolò sotto il suo braccio e respirò a pieni polmoni, il
profumo di pulito che emanava il corpo di Harry. La faceva sentire… protetta.
Un sorriso le si allargò, spontaneamente sul volto,
quando sentì una mano dell’amico, scenderle all’altezza della pancia, appena
prominente, in una carezza affettuosa.
“Ma quand’è che la peste si farà sentire?!” Domandò
scocciato, con un broncio infantile, passandole il braccio dietro le spalle.
Luna
ridacchiò, coprendosi le labbra con una mano. “Genio! Tre mesi sono troppo pochi, ancora il bambino non è formato. E poi, sei proprio sicuro che si tratti di una peste? Magari
è una bimba dolcissima e buona.”
Harry
scosse la testa, deciso. “Ti dico che è un maschio. E in
quanto al dolce… beh se prende da te ok, ma se
dovesse avere il carattere del padre, escluderei questo termine dal
vocabolario.”
“Ma… quanto sei scemo!” Commentò lei, con aria scandalizzata.
“Piuttosto! Quand’è che tu ti darai da fare?! Voglio un nipotino…”
Il ragazzo
sogghignò. “Naa, per il momento no.
Non abbiamo così tanto tempo per noi, l’hai detto tu stessa. Virginia è sempre impegnata col lavoro di ricercatrice, io passo metà
del tempo al quartier generale e metà fuori, in pattugliamento. E poi… non sono
ancora pronto per essere padre.”
“Io dico
che saresti un ottimo papà…” Lo rassicurò Luna, passandogli una mano sulla
guancia, coperta da un sottile e pungente strato di barba non fatta.
“Come posso
essere un buon padre, se non ho mai-”
Le dita
della mano pallida della ragazza, si posarono sulle sue labbra, facendolo
tacere. “Non c’entra assolutamente niente. Deve venirti da dentro, questo tipo
di cose. Non le impari guardando qualcun altro in azione, credimi.” Continuò, appoggiandogli il palmo aperto sulla maglietta
bordeaux, ad altezza del cuore.
Harry le sorrise grato, scompigliandole la chioma nera con una
mano. “Ora come ora, mi basta fare lo zio. Devo occuparmi di questa peste in
miniatura, prima che faccia venire i capelli bianchi a sua madre, a soli vent’anni.”
Luna gli
riservò una linguaccia, pizzicandogli una gamba da sopra i
jeans blu scuro. “Questo era da parte della peste.”
“Ahia! Andiamo bene, inizia a vendicarsi da fin dentro la pancia…”
“Ovvio!! Ha preso tutto dalla mamma…” Esclamò con tono d’ovvietà lei,
scoppiando subito dopo a ridere.
Il moro si
batté una mano sulla fronte. “Oh fantastico!! Ci mancava
un’altra Luna McPhee… possiamo dire addio alla –già poca- tranquillità!”
“…mi ricordate
tanto Ron e Ginny!”
La voce di
Hermione, ferma all’entrata della Sala Comune, con le mani sui fianchi e una
smorfia stupefatta dipinta sul volto, li interruppe
dal loro giocoso battibecco quotidiano.
“Ehi! Io e
mia sorella non face-” Un’occhiata scettica di Harry, zittì Ron dal suo
tentativo di negare.
La ragazza
dai capelli castani si avvicinò all’amica e le stampò un bacio sulla fronte.
“Come ti senti?!”
Luna
sorrise, annuendo. “Benissimo, grazie… ho un ottimo infermiere.”
“Guarda
cosa ti abbiamo portato…” Esclamò festosa, allungandole un sacchettino
colorato e bitorzoluto.
L’altra lo
afferrò curiosa, rigirandoselo poi tra le mani e aprendolo. “Ma
sono…”
“Piperille!” La anticipò Ron, con un sorriso gioviale
stampato sulle labbra. “Siamo passati da Mielandia e
abbiamo fatto scorta di dolcetti. Ci sono anche le Cioccorane
e le Gelatine.”
Le iridi
verdi di Luna brillarono, facendola assomigliare per qualche istante, ad una
bambina che ha appena ricevuto un regalo tanto atteso.
“Adesso non
commuoverti!” La canzonò Ron, dandole un leggero colpetto sulla spalla e
distraendola dal pacchetto di dolci.
Hermione
batté le mani, entusiasta, inginocchiandosi vicino alla poltrona. “Giusto!
Trattieni le lacrime per dopo… dunque, che ne dici di… mhm…
cinese?!”
“Cinese?!”
L’amica
annuì, muovendo i riccioli dai riflessi color miele. “Sì, ti andrebbe di cenare
fuori con noi, stasera?!”
Luna
tentennò, mordendosi il labbro inferiore e fissando per un po’ i suoi occhi
color cioccolato. “E su, non farti pregare!”
Intervenne Ron, a braccia conserte, seduto sul bracciolo di un’altra
poltroncina.
“Verranno
anche Sirius e Marcus… non puoi tirarti indietro!” Insistette Hermione,
prendendole le mani e guardandola speranzosa.
“D’accordo…”
Cedette, con un sospiro, rivolgendo uno sguardo rassegnato ad un Harry
sorridente.
* * *
Lynn
appoggiò la tazza sul piattino blu. Il tintinnio della porcellana riempì il
silenzio del soggiorno di casa Lupin, accompagnato dal sospiro della donna,
ormai sull’orlo di una crisi di nervi. Accanto a lei, assorto
in chissà quali pensieri, il suo compagno: Remus. Dall’altra
parte della tavola, avvolti nel più completo mutismo e con una faccia
indescrivibile, Marcus e Sirius.
“Quindi… sei proprio sicuro…” Tornò a chiedere Remus,
incrociando le braccia al petto.
L’amico
annuì, prendendo un forte respiro. “Mi ha dato un due di
picche, ti dico.”
Marcus fece
un verso scocciato. “C’era d’aspettarselo. Quella stupida preferisce
K-” Lanciò un’occhiata in tralice a Lynn. “Jonathan. Mi dispiace dirlo,
ma non lo sopporto.”
“Sapessi
io…” Soffiò Sirius, con lo sguardo fisso sulla tavola. “Senza offesa… Lynn.”
La donna
scrollò le spalle. “Non c’è problema, non piace
neanche a me questa situazione. Quei due stanno sbagliando e non se ne rendono
conto. Mio fratello è troppo innamorato e Ryta… troppo
ostinata. Mi dispiace, Sirius.”
“Non fa niente… mi sono già rassegnato.” Mentì, storpiando la
bocca in una smorfia amara. Si passò una mano tra i lunghi capelli color pece e
sospirò appena, pensando di non essere udito.
Remus si
fece in avanti, posandogli una mano sulla spalla. “Però…
forse…”
“No, nessun
forse, amico mio… mi sono deciso troppo tardi.” Concluse con un sorriso forzato e gli occhi,
pericolosamente, lucidi. “E’ solo colpa mia, della mia testaccia dura.”
Dopo aver
mormorato uno “scusatemi” affrettato, lasciò la casa, sotto lo sguardo
preoccupato dei suoi amici e si appoggiò alla porta d’ingresso, scivolando a
sedere sui gradini all’esterno. Portò le mani al volto, nascondendolo nei palmi
e respirò a fondo, lasciando uscire allo scoperto, tutta l’amarezza che
nascondeva per troppo orgoglio.
L’ho persa…
* * *
Il quartier
generale dei Sunrise, era in pieno fermento. Nel giro di una settimana, gli
attacchi dei Mangiamorte erano triplicati. Hogsmeade, Diagon Alley e qualche
sobborgo della Londra Babbana erano caduti preda di
combattimenti sanguinosi e spesso lunghi. Si potevano contare numerosissime
vittime da entrambi i lati e, purtroppo, anche qualche civile caduto sotto
incantesimi o maledizioni senza perdono, lanciate da incappucciati senza
scrupoli.
Il St. Mungo, tenuto sotto protezione da
Silente, era invaso ogni giorno da feriti più o meno
gravi e vittime di quegli assalti tremendi. Persino l’infermeria della base era
ricolma di pazienti in attesa di cure mediche. Chi già
in grado di muoversi, chi del tutto impossibilitato.
Gli auror
erano inferociti e pronti a lottare fino all’ultimo, soprattutto dopo il
recente attacco dei seguaci di Voldemort, che aveva rischiato di radere al
suolo una scuola elementare magica. Molti dei figli dei soldati, infatti, erano iscritti presso l’istituto e l’idea di poter perdere i loro
bambini, aveva scatenato nei battlemage una rabbia inimmaginabile.
Quel
giorno, sembrava essere iniziato nel migliore dei modi. Il gruppo si era
riunito al quartier generale per un allenamento supplementare. Persino Luna era
stata convocata da Zabini, per un approfondimento in
merito alla magia senza bacchetta, che le sarebbe potuto
servire da un momento all’altro.
All’ora di pranzo, quando ormai tutti si
stavano concedendo una pausa, nella Sala Mensa, seduti alle tavolate… qualcosa
era cambiato.
La terra
aveva iniziato a vibrare e improvvisamente il cielo si era scurito. Nessun tuono o fulmine, che presagisse un temporale. Solo una immensa distesa di nero, aveva coperto la volta celeste,
rendendo l’atmosfera cupa e a tratti irreale.
“Ma che cazzo…” Aveva sbottato Sirius, alzandosi in fretta e furia
dal tavolo, seguito da Strekon, con cui stava tranquillamente dialogando fino a pochi minuti prima.
Nel mentre,
aveva fatto irruzione nella Sala anche il Generale, armato di bacchetta e
spadone magico. “E’ scattata l’ora gente… sono qui.”
Non fecero
in tempo ad uscire dall’edificio.
Furono
grati a se stessi, di non essere andati a pranzo disarmati,
pur non riuscendo a prevedere un simile tentativo di attacco dei Mangiamorte,
l’istinto li aveva salvati. Impugnarono armi e bacchette magiche e furono
abbastanza veloci, da buttarsi a terra quando un’esplosione devastò il lato
ovest del palazzo, aprendo un varco gigantesco nel muro di cinta e una
spaventosa voragine nel suolo. Il tutto, di cemento armato,
spazzato via come fosse di carta velina.
Remus,
strinse saldamente la mano di Lynn, per qualche istante, sentendola fremere
sotto la sua presa. Aveva paura, tutti avevano paura.
Lanciò uno sguardo a Ron ed Hermione, fermi poco distanti da lui, anche loro
presi per mano. Harry e Luna, accanto ai loro amici e a Zabini,
erano immobili, aspettando che la coltre di polvere si diradasse, permettendo
loro una vista migliore dei nemici.
I primi ad
apparire dalla foschia polverosa, furono i membri della cerchia dei fedeli.
Beatrice, Draco, Bellatrix e Lucius,
si fecero avanti con passo fermo e deciso, avvolti nei loro mantelli da
Mangiamorte e con indosso la mascherina argentata, ma perfettamente
riconoscibili. Non dovettero attendere molto e da dietro il gruppo ristretto,
comparvero anche Horatius e il Lord Oscuro, seguiti da una schiera di incappucciati che pareva infinita.
La
battaglia finale, stava dunque incominciando.
“…ma bene, ci rincontriamo…” Sibilò gelido Lord Voldemort, in
direzione di Silente, apparso all’improvviso, spaventando persino gli Auror che
non si erano accorti di quella presenza. “Dovreste ringraziarci… vi permettiamo
persino di giocare in casa.”
“Pensi che
un mazzo di fiori sia abbastanza, Remus?!” Domandò ironico Sirius, con un’aria
che all’apparenza era del tutto concentrata. “Oppure sarebbe meglio una medaglia all’altruismo?!”
Il Lord
Oscuro sogghignò maligno. “Black… noto con piacere che non perdi mai il
sarcasmo. Mi riesce sempre difficile, riuscire a credere che sei
cugino di Bella…”
Sirius
sgranò gli occhi, fingendo stupore. “Oh non lo sanno in
molti, vero?! Ne va della mia reputazione!!”
“Smettila
cugino!!” Strillò innervosita Bellatrix, portandosi
avanti e puntandogli contro la bacchetta. “Non ti permetto di prendere in giro
il Signore Oscuro. Morirai per questo… piccolo
rinnegato.”
Le labbra di Sirius, dapprima semi aperte per la smorfia di sorpresa, si distesero in un sorriso beffardo.
“Devi rinnovare il tuo vocabolario, puttanella, non sono più piccolo.”
“ATTACCATE!”
Il via di
Voldemort, scatenò l’inferno. I Mangiamorte si riversarono nella Sala,
attaccando gli Auror a destra e a manca.
Harry si
avventò su Luna, spingendola verso un angolo della Sala. La sentì urlare un
“Attento!” e riuscì a girarsi appena in tempo, sfoderando la spada e
incrociandola con quella dell’assalitore.
“…maledetto…”
Lucius Malfoy, sorrise
divertito. Gli occhi grigi scintillanti di collera. “Potter… suvvia un po’ di
modi…”
“Crepa,
brutto figlio di puttana!” Ringhiò astioso, premendo contro il ferro dell’arma
del suo nemico, con tutta la forza che aveva e riuscendo a farlo arretrare un
po’. “Non muoverti…” Bisbigliò
all’amica, stretta contro al muro. Ci mancava solo che si mettesse in mezzo,
aumentandogli le preoccupazioni.
Malfoy
Senior tirò fuori la bacchetta dal bastone nero, con un gesto fluido e gliela
puntò contro. “Due a uno, Potter…”
Un
ghignetto sprezzante si allargò sulle labbra di Harry. “Dici?!” Impugnò la
bacchetta, allungandola contro l’uomo e spingendogliela sotto alla gola, con forza. “Due a due… pezzo
di merda. Crucio!”
Luna si
strinse contro la parete, guardando Lucius crollare
al suolo, in preda a scosse di dolore fortissime. Lo osservò contorcersi e
urlare, senza muovere un muscolo, fremendo della stessa rabbia che sicuramente
attanagliava anche Harry. Provava solo disprezzo per quella persona, per quello
che le aveva fatto. Che aveva fatto
loro.
Dopo minuti
che parvero infiniti, Harry alzò la bacchetta, ponendo fine a quella tortura.
“Allora Malfoy?! Tutto qui quello che sai fare?! Vogliamo ritirarci sotto l’ala
di Voldemort?!”
Lucius digrignò i denti,
emettendo un suono cupo e gutturale. Annaspava ancora, per gli effetti della
Cruciatus, ma riuscì comunque a rimettersi in piedi.
“Me la pagherai… Potter.”
Per un
istante, il ragazzo si stupì di non vedere Draco accanto a suo padre, ma
scacciò quel pensiero, ricordandosi che i Mangiamorte non erano uniti come gli
Auror. Ognuno doveva pensare a se stesso. Non c’era altruismo. Rinfoderò la
bacchetta e la spada, godendosi l’espressione stupita dell’uomo.
“Che cosa…?!”
Non gli
diede il tempo di formulare la domanda. Impose le mani di fronte a sé e
improvvisamente tutto intorno a loro si fece calmo, silenzioso. Una forza di
dimensioni spropositate si avviluppò intorno ad Harry,
i cui occhi un tempo verdi, avevano assunto una tonalità arancia, quasi
fluorescente. “E’ finita, Malfoy… CongelaSangue!”
Un’onda
azzurra fuoriuscì dai palmi aperti delle sue mani e avvolse Lucius,
stringendolo in una morsa soffocante. Un urlo ruppe il silenzio che si era
creato e un attimo dopo, il corpo senza vita e di un innaturale bianco,
tendente all’azzurro, di Malfoy senior, cadde al suolo con un tonfo sordo. Quasi fosse di ghiaccio.
L’iride degli occhi di Harry, ritornò verde, prima che il ragazzo
finisse carponi a terra. Luna gli fu subito
accanto. “Bevi la pozione… presto.” Trillò,
staccandogli una boccetta dal cinturone della divisa e passandoglielo.
Il ragazzo
gettò indietro il capo, facendo scivolare il liquido verde nella gola. “Ora… va
meglio.”
Ryta fece
un cenno del capo a Lynn, che si lanciò nella direzione opposta, impegnata a
scollare un Mangiamorte che si era avventato su una recluta, ancora troppo
impacciata per cavarsela nella maniera giusta. La guardò afferrarlo per le
braccia e tirarlo giù con una mossa di judo, prima di tirar fuori lo spadone e
conficcarglielo nell’addome.
Una voce a
lei familiare, forse fin troppo, le giunse alle orecchie, con uno strillo. Si
voltò, incrociando la figura di Sirius a terra, vittima di quella che, a prima
vista, sembrava una Crucio. La bacchetta
dell’aggressore ancora puntata su di lui. Alzò gli occhi, incrociando lo
sguardo folle di Bellatrix Lestrange.
Sorride la puttana… pensò, prima di togliere da fodero la spada
e avvicinarsi in fretta.
“Ti
conviene abbassare la bacchetta.” La minacciò furente. Gli occhi color notte,
scintillavano di ira, come illuminati da un fuoco
violento e devastante. L’avrebbe uccisa, distrutta, annientata con le sue mani
quella sgualdrina!
Bellatrix alzò l’arma,
sorridendo ironica. “Se no, cosa mi fai?!”
“Ti apro il
culo come un’ostrica.”
Rispose decisa, ricambiando il sorriso con lo stesso sarcasmo. “Ti va bene?!”
“Cosa diavolo te ne importa di questo… rifiuto della società?!” Domandò acida, la Mangiamorte, puntando di
nuovo la bacchetta contro il cugino, ancora preda di spasmi piuttosto violenti.
“Non è nulla per te!”
Ryta si irrigidì, stringendo la presa sulla spada. Chiuse gli
occhi per un istante e fece per voltarsi. Udì appena un commento della
Lestrange e mentre un sorriso le spuntava sul volto, con tutta la rapidità che
possedeva, afferrò uno dei pugnali attaccati al cinturone e lo lanciò contro la
donna, conficcandoglielo nel braccio.
“Merda… brutta troia, adesso la paghi!” Soffiò Bellatrix incazzata nera,
staccando la lama dall’arto e gettando il coltello a terra. Dallo
squarcio, prese a fuoriuscire una quantità non normale di sangue, che scivolò
velocemente sulla manica nera della divisa e poi sulla pelle bianca.
L’Auror
Falck si guardò un attimo intorno, riportando poi l’attenzione sulla nemica. La
seguì mentre correva verso di lei, con la bacchetta in mano e ghignò
abbassandosi di colpo e saltando poi all’improvviso, prendendola con la punta
degli anfibi militari nei denti. La donna cadde al suolo con le mani pressate
sulla bocca, da cui usciva parecchio sangue. Alcune macchie, colarono a terra,
sporcando il pavimento.
Ryta non
perse tempo, si avvicinò alla Lestrange e quando le fu a pochi centimetri le
tirò un potente calcio all’addome. Quella emise un verso strozzato e crollò di nuovo
a terra. Si abbassò al suo livello e le tirò con forza i capelli. “Allora
zoccola? Come ti senti?!”
Bellatrix mugugnò qualcosa di incomprensibile, alimentando il nervoso dell’auror che,
afferrata la bacchetta, gliela puntò in mezzo agli occhi. “Bye
bye, puttana… Avada Kedavra.”
Sorrise soddisfatta, mollando la presa sul cadavere della donna e
correndo in soccorso di Sirius. “Siri…
Sirius rispondimi…” Gli urlò, prendendolo per le spalle e facendogli appoggiare
la testa sulle gambe.
Sirius
tossì un paio di volte e riaprì a fatica gli occhi, puntandoli sulla figura che
lo teneva tra le braccia. “R-Ryta… che diamine è successo?!”
Gli occhi
color caffè del tenente Falck, si velarono di lacrime. Gli strinse una mano tra
le sue, sorridendo appena. “Nulla, tranquillo… adesso, sta’ fermo. Io torno subito, ok?!” Gli raccomandò,
posandolo a terra e spostandolo un po’, in maniera tale da ripararlo da
eventuali incantesimi fuori controllo.
“G-grazie…” Sussurrò il Capitano Black, bloccandola prima
che tornasse a combattere e costringendola a voltarsi.
Ryta scosse
la testa, impugnando la bacchetta e guardandolo, mentre si tirava a sedere,
posando la schiena contro il muro. “Non devi ringraziarmi e… ah, Sirius!?!”
L’uomo
distolse lo sguardo dal pavimento, incrociando quello serio della donna. “Sì?!”
“Ti amo.”
Disse solamente, avvicinandosi a rubargli un bacio e sgusciando subito via,
lasciandolo confuso e molto probabilmente euforico.
Harry era a terra, privo di forze. Continuava a studiare, con
preoccupazione crescente, le due ragazze perfettamente simili, ferme l’una di
fronte a l’altra. La sua amica era esausta. Respirava
a fatica e sosteneva a malapena la katana, stretta
tra le mani. La Mangiamorte invece, pareva fresca come una rosa. Sembrava quasi
che non avesse combattuto affatto.
“Mi hai…
stancata.”
A Beatrice
sfuggì una risatina malefica. “Ma
davvero?! Beh, lo stesso vale per me… di conseguenza… direi
che è il momento di toglierti dalle scatole, mia cara…”
“Non ci
penso neppure.” Ribatté a tono Luna, con un sorrisino mordace sulle labbra.
“Sei tu, quella che deve sparire dalla circolazione, troietta
da due soldi.”
L’incappucciata
strinse i pugni lungo i fianchi, in preda ad un attacco di nervi.
“Cos’è?! La
verità fa male?!” Domandò incalzante la ragazza,
sorridendo sorniona. “E’ vero… non sei altro che una squallida
puttana.”
Harry cercò
di alzarsi da terra, ma si bloccò quando vide chi si stava avvicinando alle
due. Un secondo Mangiamorte, con tanto di cappuccio calato
sul volto e mascherina argentata sugli occhi. Quello era davvero
impossibile da riconoscere. Chi lo accompagnava no, però.
I capelli biondi e gli occhi grigi erano inconfondibili.
“Draco…”
Sussurrò appena udibile, Luna, arretrando di qualche passo. Sollevò
la katana a mezz’aria, per difendersi da un eventuale
attacco di uno dei tre, fermi di fronte a lei.
Il biondo
ghignò, nel modo classico che lo contraddistingueva. “Proprio io, McPhee. Che brava… ti ricordi ancora come mi chiamo!”
Il tono non
piacque affatto alla ragazza e se possibile, le
piacque ancor meno la risatina stridula di Beatrice. “Basta smettila!!!” Urlò.
Ad un
tratto, una strana folata di vento si sollevò intorno a lei, coprendola per
intero. Il cerchio d’aria si allargò, spingendo indietro i tre Mangiamorte, che
si riparavano il volto con le braccia. “Mi avete scocciato!!” La potenza
aumentò e la katana si tinse di un singolare color
viola.
Luna chiuse
gli occhi, sentendo una forza strana montarle in corpo. Li riaprì, rivelando le
iridi completamente nere. Curvò le labbra in una smorfia crudele e caricò con
la spada, correndo in direzione dei nemici e affondando la lama, in apparenza,
nel vuoto.
Fu un
attimo e tutto tornò come prima.
Beatrice
aveva le mani tese sopra la lama d’acciaio. Un rivolo di sangue le colava fuori dalla bocca e gli occhi erano ridotti a fessura. Si
tagliò i palmi, cercando di estrarre la spada dallo stomaco, inutilmente. “S-stronza… la pagherai… le pagherai
tutte…”
La giovane
McPhee ridacchiò sadica. “Per ora… quella che paga, sei tu!” Esclamò, girando
la spada. Si udì distintamente un crock, prima che la piccola Lestrange si accasciasse a
terra, priva di vita, in una pozza di sangue.
Clap clap
clap
Un battito
di mani, che sapeva di presa in giro, la risvegliò dallo stato adrenalinico in
cui era piombata. Puntò lo sguardo sull’incappucciato, vincendo l’attimo di
nausea che l’aveva colta, per via di quello scempio.
“…ma che brava la mia bambina…”
Il rumore
del metallo sul pavimento, fece voltare i presenti alla scena. La katana di Luna giaceva accanto al corpo di Beatrice,
andando a macchiarsi di sangue. La ragazza aveva le mani sulla bocca e gli
occhi lucidi, prossimi al pianto. “Pa-papà…”
L’uomo fece
scivolare via il cappuccio, passandosi una mano nei capelli spettinati. “…e così hai recuperato parte dei ricordi eh?! Sei proprio una
McPhee, non ti arrendi di fronte a niente.”
Le mani di
Luna presero a tremare convulsamente. Le portò alla testa, colta da un’ improvvisa sensazione di vuoto. “C-che
vuoi d-da me?! S-sei stato t-tu ad ordinare t-tutti quei… quegli attacchi nei miei
confronti?!”
Gli occhi blu
cielo di Horatius si addolcirono. “Certo piccola mia! Era mio intento… anzi, è mio intento, ucciderti.”
“…ma è sua figlia!!” Intervenne Harry, sconvolto. Era
inconcepibile pensare che un padre, se quello poi lo era
per davvero, potesse volere la morte di sua figlia. “E
sua madre?!”
Lo sguardo
fisso sul moro, si indurì pericolosamente. “Nessuno ha
chiesto la tua opinione, Potter. E in quanto a
Gabrielle… non devi neppure osare nominarla… ho fatto ciò che dovevo con lei,
così sarà mia per sempre.”
Harry si
alzò da terra, con uno scatto felino. “Ma lei è pazzo!!
E’ pazzo da legare…!! Ha ucciso sua moglie e adesso vuole uccidere sua figlia…
è assurdo!!”
Horatius
sfoderò un ghigno malvagio. Con un gesto fluido sfoderò la bacchetta e formulò
un incantesimo, spedendo il ragazzo nel mezzo della battaglia. “Pivello… e ora…
veniamo a noi, bambina mia…”
La ragazza
arretrò ulteriormente, schiacciandosi contro la parete che aveva alle spalle e
lanciando uno sguardo a Draco, impassibile poco distante da suo padre. Le venne
istintivo, portarsi una mano sulla pancia e deglutire spaventata. Harry non era
più vicino a lei, Ron ed Hermione erano impegnati con dio solo sapeva quanti
Mangiamorte. Era sola… e l’unica persona in grado di aiutarla, sembrava
fregarsene altamente di ciò che le sarebbe potuto accadere.
“E’ stato
davvero… interessante… lavorare fianco a fianco col tuo ex, sai bambina mia?!”
Domandò sornione, avvicinandosi con eleganza alla figura tremante di sua
figlia, giocherellando con la bacchetta. “Si è rivelato… utile.”
“U-utile?!”
“Sì, utile…
non credevo che serbasse un tale rancore nei tuoi confronti. Ho letto nella sua
mente, per quanto mi è stato concesso –è un bravo Occlumens,
devo ammetterlo- e sai… la cosa divertente?!” Ridacchiò
in modo spaventoso, chinandosi all’altezza di Luna, che era scivolata a terra,
lungo la parete. “…ti crede la responsabile della morte di sua madre.”
“I-io?! Io non c’entro nulla, Draco!! Come…” Singhiozzò,
interrompendo la frase e stringendosi ulteriormente contro il muro. “…come puoi
pensarlo?!”
“Per la
precisione… ti ritiene responsabile di tutte le cose negative, che gli sono
accadute, da quando sta con te, bambina
mia…”
Luna scosse
la testa, freneticamente. “N-no, non è vero.”
“Oh sì, che
lo è.”
Alzò la
testa verso Draco, sperando di cogliere un segno negativo nel suo sguardo.
Nulla. La sua espressione era imperturbabile…
…suo padre
l’avrebbe uccisa, avrebbe distrutto la sua vita e quella di suo figlio e lui,
non avrebbe mosso un dito, in loro soccorso.
Era un
incubo.
“E’ dunque
arrivato il momento.” Continuò imperterrito, studiandola con cattiveria. “Ma prima…” Si allontanò da lei, alzandosi in piedi e
dirigendosi nella massa di persone che continuavano a combattere.
Si alzò a tentoni, appoggiandosi contro il muro e cercando di
individuare la figura di suo padre, nella folla. Niente da fare. Guardò in
tralice Draco, fermo a pochi metri da lei, lo sguardo fisso nella battaglia. Non un accenno a ciò che stava succedendo. Nessuna parola. Portò
le mani al petto, stringendosi le braccia contro al seno e rabbrividendo.
Il rumore
degli scontri aumentò, fino a quando un forte boato riempì quel luogo e tutto
sembrò acquietarsi. Luna riuscì a intravedere qualcosa
dalla sua posizione. Silente ed Harry, fermi l’uno accanto all’altro, avevano
le bacchette puntate contro Horatius e… il corpo di Voldemort, riverso al
suolo. Il silenzio che si era creato sparì, dopo che l’uomo si allontanò dai
due, dirigendosi nuovamente, verso di lei.
“C-che cosa… hai… fatto?!” Chiese spaventata, non appena le
fu di fronte. Aveva ancora quel sorriso malefico dipinto sulle labbra. Sembrava
persino soddisfatto.
“Ho preso
il comando.” Spiegò conciso, avvicinandosi ulteriormente. “Mi dispiace solo di
aver favorito Potter e Silente.”
“…sei un…
bastardo.” Tartagliò terrorizzata, schiacciandosi contro il muro e guardandosi
intorno, in cerca di una via di fuga.
L’uomo non
fece una piega. Si limitò ad impugnare saldamente la bacchetta e a puntargliela
contro la tempia. “Quanti complimenti, bambina
mia. Quasi mi commuovi, ma sono sicuro… che sarà molto più piacevole… l’espressione
del tuo amato biondino, quando scoprirà che oltre alla tua vita, ha venduto
anche quella di suo figlio…”
Gli occhi
verdi di Luna, si riempirono di lacrime. Scie bagnate presero a scorrerle sulle
guance, inarrestabili.
L’aveva
detto. Draco, quasi certamente, l’aveva sentito, ma era altrettanto sicura che
non gliene importasse nulla. Stava perdendo lei e il suo erede, senza far nulla
per evitare che ciò accadesse. Si sentì impotente e sola.
Chiuse gli
occhi e si toccò la pancia, col palmo aperto.
“Avada Kedavra.”
Riaprì gli
occhi scatto.
Non era
morta… non era la voce di suo padre, quella che aveva sentito.
Di fronte a
lei c’era Draco e ai suoi piedi, il cadavere immobile di suo padre. Era lì, la
guardava e le sorrideva in quel modo così speciale e unico, che da sempre le
aveva sciolto il cuore. Lo guardò allargare le braccia
e pronunciare il suo nome, a fior di labbra.
“D-Draco…” Corse
a ripararsi nel suo abbraccio, continuando a piangere incredula. “I-io… non… non è stata colpa mia.”
“Lo so…” Le
mormorò, accarezzandole la chioma, in modo rassicurante. “I pensieri… si
possono modificare, ricorda…” Le spiegò dolcemente.
Luna
gemette piano, nascondendo il volto nella divisa nera da Mangiamorte. “Mi…
dispiace. Ho avuto… così paura.”
Il biondino
la strinse forte, baciandole i capelli neri. “E’ tutto finito…
amore mio, è tutto finito…”
TBC
FINE!! No, ok… calmi, mettete a
posto le armi. C’è ancora l’epilogo da mandare… e credo che se vedrò un bel po’
di recensioni, lo manderò moooolto presto, in modo da
potermi dedicare subito alle altre storie e al seguito. Anche perché,
intendiamoci, nell’epilogo non spiegherò molto e molto altro, invece, lo lascerò in sospeso XD
*me colta da bastardaggine*
Passiamo ai ringraziamenti:
Siccome è tremendamente tardi, per stavolta le risposte alle
recensioni saranno uniche. A dir la verità, non solo per l’orario. Ringrazio
infinitamente Marcycas-The Lady of Darkness, Angele87, Angelwings, Enika, ScarletBlood, Sissichi, Ninfea_82 ed ovviamente… Ryta Holmes e Lynn Wolf.
Perché senza di voi, questa storia non avrebbe
raggiunto la “fine” e non avrebbe un seguito. Perché è
grazie a voi, al vostro sostegno che continuo a scrivere, senza dar retta a
persone come Chelsea Malfoy, che mi spronano a fare
tutto il contrario.
Vi voglio bene…
Luna Malfoy!!
E
ora su da bravi, recensite!! =D Non vi costa niente e mi aiutate a scrivere meglio
e in fretta, quindi.... ^^
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