Capitolo otto, Don't leave
Oh, come crush me now
Don't leave
No one has won this war
This time
No, don't sleep tonight
I'm hurt and ready for fire
Don't leave me up
Alarmed and ready to die
Come on, it's war, come on
Come on, come on, come on
Come on, it's war, come on
"Ok, forse avevate ragione voi, è ancora arrabbiata." Si confidò Noah ai soliti due amici di sempre.
"Dolce amore, rinnova la tua forza!" Fece Kurt.
"Ehi, non dire simili stupidaggini, potrebbero sentirti!" Lo bloccò Puck.
"Guarda, l'hai messa in imbirazzo. Sacrifica il tuo orgoglio e la tua reputazione e chiarisci tutto." Gli suggerì Finn.
"Stai dicendo che mi devo umiliare pubblicamente?" Gli domandò.
"Esatto amico."
Noah grugnì e se ne andò.
Kurt si avvicinò a Finn, "Senti.. non dire simili stupidaggini. Potrebbero sentirti!"
Noah si avvicinò al tecnico dell'impianto sonoro della scuola, gli allungò una mazzetta da trenta e fece un cenno della testa, che venne subito ricambiato.
Si catapultò a prendere il necessario, sistemò i giusti valori e..
"Ok Puckerman. Un sospiro. E poi sarà tutto finito." Tirò su la giusta levetta,
"You're just too good to be true
Can't take my eyes off of you
You'd be like heaven to touch" Iniziò a cantare, scendendo dagli spalti della palestra, sotto gli occhi di tutti. Al termine della prima strofa la banda iniziò a suonare, le ragazze che giocavano a calcio si fermarono divertite.. specialmente una, che prestava particolare attenzione ai gesti e alle parole del crestato canterino.
"I wanna hold you so much
At long last love has arrived
And I thank God I'm alive
You're just too good to be true
Can't take my eyes off of you
Pardon the way that I stare
There's nothing else to compare
The sight of you leaves me weak
There are no words left to speak
So if you feel like I feel
Please let me know that it's real
You're just too good to be true
Can't take my eyes off of you
I love you baby and if it's quite all right
I need you baby to warm the lonely nights
I love you baby, trust in me when I say
Oh pretty baby, don't bring me down I pray." La sicurezza iniziò ad inseguirlo, Puck scappava, avvicinandosi sempre di più alla sua preda.
"Oh pretty baby, now that I've found you stay
And let me love you baby, let me love you
You're just too good to be true
Can't take my eyes off of you
You'd be like heaven to touch
I wanna hold you so much
At long last love has arrived
And I thank God I'm alive
You're just too good to be true" Continuò, scappando, arrivando in cima agli spalti, voltandosi per l'ultima volta ad ammirare quella strega incantatrice.
"Can't take my eyes off of you!" Finì, facendole l'occhiolino, fuggendo da quei tre armadi che erano alle sue costole.
Quinn non riusciva a smettere di sorriderle, incredula, arrossita.. felice.
§
Nell'aula detenzione Puck potè finalmente pensare e realizzare che cazzata aveva appena fatto. "Mi sono rintronato". Disse ad un tratto ad alta voce, ancora incredulo.
"Hai detto qualcosa, Puckerman?" Chiese la Coach Beiste.
"Assolutamente no, Coach."
La Beiste si voltò e rivoltò tra i banchi, fino a quando non iniziò a parlare con Rory Flangan.
"Sembri piuttosto nervoso, amico." Gli disse.
"Sì." Sussurrò lui.
"Stai sudando come un maiale." Si appoggiò lei al banco.
"Sì." Ripetè di nuovo, abbassando la testa.
"Hai gli occhi molto arrossati." Continuò imperterrita.
"Ti sei fatto una canna, non è così?" Gli chiese conoscendo già la risposta.
Rory tentò di dire qualcosa, inutilmente, allora le diede un piccolo sacchetto contenente del fumo.
"Questo lo prendo io." Disse lei, gongolando.
"Coach Beiste? Potrei parlarle solo per un minuto?" Entrò nell'aula Quinn.
Noah alzò subito lo sguardo, sorpreso, intento ad ammirarne i più piccoli particolari.
"Che posso fare per te Fabray?"
"Ho delle idee su come migliorare la squadra di calcio femminile."
"Fantastico! Parliamone più tardi."
Quinn si girò verso Noah, che le sorrideva. Iniziò ad indicargli la Coach, poi la finestra, tentando di dire qualcosa con le labbra.
La Coach, sentendo di nuovo la presenza della bionda dietro di se, si voltò verso di lei. Quinn si mise a sorridere, "Come sa avremo una partita con la Dalton la settimana prossima," Le toccò il braccio, "Wow, ma, ha dei muscoli davvero formidabili Coach! Il suo bicipide è enorme, o mio Dio l'altro è persino più grosso! Non fa uso di steroidi," Puck iniziò a sgattaiolare verso le finestre, "vero? Perchè ho sentito che possono danneggiare gravemente le.. uova." Disse indicando verso la sua femminilità, "Voglio dire, non che stessi pensando ai suoi ovuli, non è questo il punto." Fece infine scuotendo la testa.
"Lo spero proprio." La guardò male la Coach.
"Il punto è che.. loro ci fanno nere tutti gli anni, così io.. ho ideato un piano che ci permetterà di metterci alla pari con loro."
"E quale sarebbe questo piano?" Chiese la Coach, girandosi verso la finestra, dove sentì uno strano rumore, "Questo!" Urlò Quinn, girandole il viso, alzandosi la maglietta e mostrando il seno.
La Coach era così così basita che stette almeno dieci secondi a guardarle le forme. Non appena la bionda, però, si accorse che Puck era finalmente uscito si abbassò la maglietta, "Grazie per avermi ascoltata!" Le urlò contro, scappando via, tra i fischi di ammirazioni di tutti gli studenti presenti.
"Sei stata grande ad avermi evitato la punizione." Fece Noah, realmente grato e stupito alla ragazza, mentre erano su un pedalò nel lago dello Schoonover Park.
"Ma no, figurati."
"Mi avrebbe di certo peccato mentre scavalcavo la finestra." Quinn rise. "Ma come hai fatto ad intrattenerla?"
"L'ho impressionata con.. le mie doti.." Pensò un'attimo. "Intellettuali." Rise infine, di nuovo.
"Tu che scusa hai?" Le chiese Puck.
"Per cosa?" Gli domandò di rimando, osservando gli alberi e gli uccellini cinguettare felici.
"Per comportarci in questo modo." Le rispose.
"Non amo essere conformista. Perchè dovrei soddisfare le aspettative degli altri invece che le mie?"
"Quindi li deludi fin dall'inizio così dopo sei coperta."
"Qualcosa del genere." Lo guardò.
"Hai fatto un'errore."
"Quale?"
"Beh, non hai deluso me." Disse lui, guardandola negli occhi, sfiorando le sue mani. "Che ne diresti di seguirmi e fidarti di me?"
Quinn lo guardò con uno sguardo indagatore. "Ok." Si lasciò trasportare, ridendo, dal momento.
"Non mi prendi!" Disse la bionda, fuggendo dall'ira di Puck.
"Scommetti?" Le chiese, colpendola sul petto con una gavettone di vernice.
"Oh, a noi due!" Gliene sparò uno lei, colpendolo in fronte.
Persero il pomeriggio a ridere e a correre, a trovarsi e a fuggire da loro, sporcandosi dalla testa ai piedi, fino a che caddero tra le balle del fieno del percorso.
Quinn tentò di alzarsi ridendo a crepapelle, un po' impaurita dal fatto che Puck la avrebbe -sicuramente- riempita di vernice.
Noah, al contrario, non le diede il tempo di scappare e le cinse la vita con un braccio. La fece sdraiare tra il fieno a terra, prese le loro mascherine e le gettò dalla parte opposta alla loro. Le parole non servivano più, in quel momento esistevano solo loro, nessun altro. Iniziò ad accarezzarle il volto, pieno di vernice blu e gialla, verde e rossa. Si avvicinò al suo viso e catturò le sue labbra, in un bacio che sapeva di gioia e tranquillità, ma anche di stupore e colore. Cose che non erano mai appartenute alla vita di Puck, ma che lei sola era stata in grado di donargli.
NDA
Eccomi qui, come promesso, con un mini capitolo, ma pur sempre un capitolo, solo per voi!
Chiedo scusa per il mio futuro ritardo, spero di essermi fatta perdonare con questa piccola 'perla'.
Beh, auguro buone vacanze a tutti voi, buon mare o montagna, e soprattutto, buon divertimento qualsiasi cosa facciate!
Byeee.