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Autore: Megan204    12/08/2013    2 recensioni
La banda del lupo è finalmente stata stroncata e la vita dei RIS scorre tranquilla.
Lucia e Orlando stanno insieme, così come Milo e Bianca. Bart è tornato dal Kosovo (non potevo lasciarlo lì) ed esce con Isabella. Ghiro vive con Selvaggia.
L'arrivo di una nuova collaboratrice, Megan, e l'entrata in scena del maggiore (che torna a fare il capitano) Venturi anticipano l'arrivo di un serial killer, che colpisce con intenti precisi.
Megan e Riccardo hanno una cosa in comune: Nessuno dei due crede più nell'amore.
Ma dopo il loro incontro dovranno ricredersi...
Genere: Azione, Science-fiction, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ris roma 4- Megan e il giocatore.


Capitolo 2


Lucia era seduta nel suo ufficio nonostante fosse l’alba a pensare. In effetti quel luogo era perfetto per pensare, silenzioso e ormai familiare. Leggeva e rileggeva il caso Levatti e non trovava una conclusione logica. Era una scena incontaminata, una scena così innaturale che Lucia sentiva addosso una sorta di preoccupazione sinistra.
Avevano avuto parecchi casi irrisolti, ma questo era più strano di altri, era una perfezione maniacale.
E poi Megan.
Quello era un caso da analizzare lentamente. Non capiva il passato di quella ragazzina, in realtà neanche il presente. Doveva fare il suo lavoro, cioè indagare. Si guardò la mano destra, per poi sorridere in modo compiaciuto. L’anello di fidanzamento scintillava ai primi raggi di sole e sapeva chi l’avrebbe aiutata.

**


Si stava vestendo per andare a lavorare e si preparava alla seconda sfida, camminare per Roma senza paura. Doveva affrontare anche quello, prima o poi. Doveva affrontare le sue paure, doveva parlare con Chiara e con le altre. Doveva fare i conti col passato.
Era in ritardo, come sempre.
A New York aveva i suoi colleghi, che la venivano a prendere sotto casa, in modo che fosse in orario.
Inutile. Era sempre in ritardo.
Megan afferra la borsa e senza neanche il tempo di pensare si riversa nelle caotiche strade di Roma.

Ormai cammina da 10 minuti, e il RIS è ancora lontano.
Megan osserva la sua città natale, provando un po’ di nostalgia per i periodi in cui girava con Chiara, la sua migliore amica, e il suo gruppo.
Chiara.
Erano due anni che non la sentiva, non sapeva neanche che lei fosse tornata.
Chiara era la sua ragione di vita, l’unica cosa bella che era rimasta della sua adolescenza, insieme ai suoi fratelli e al gruppo.
Persa nei suoi pensieri, non si accorge che accanto a lei c’è il capitano Venturi, a bordo della sua macchina nera.
-Riva..-
-Capitano Venturi.-
-Vuole un passaggio, non credo che arriverà mai al Ris di questo passo..-
-Grazie capitano, accetto volentieri.-
Megan prende posto accanto al capitano, sorridendo di sfuggita.

Imbottigliati nel caos di Roma, Riccardo decide di prendere una scorciatoia, passando per via Verdi.
Megan alza gli occhi dal libro che sta leggendo e vede che stanno facendo attraversare una vecchietta all’altezza dell’incrocio. Senza neanche resistere immagini affiorano nella sua mente: le sue mani piene di sangue, i suoi vestiti impregnati di sangue anch’essi, le sue lacrime, quelle parole dette così piano che sembra difficile che riecheggino nel tempo, quel profumo che inizia a sparire e quel calore fisico che viene a mancare.
Megan si irrigidisce sul sedile, il respiro le viene a mancare mentre gli occhi si riempiono di lacrime. Brividi freddi le percorrevano la schiena immobilizzandola.
Riccardo aveva visto la reazione della ragazza e non aveva capito. L’aveva vista sbiancare e iniziare a tremare. Aveva visto le lacrime scorrere sulle guance ormai prive di colore e quell’immagine da ragazza misteriosa rompersi, per lasciare spazio a una donna fragile.
-Megan tutto bene?! Megan!- Queste parole arrivarono deboli alle orecchie della ragazza, che capì che si erano fermati perché le mani di Riccardo erano sul suo viso.
-P..portami via…. Andiamo via da qua….sto bene- Era l’unica cosa che riusciva a dire, doveva ricomporsi, ma fino a quando era in quella strada sentiva quell’odore di sangue, lacrime e dolore aleggiare su di se.
Riccardo, per qualche strano motivo, obbedì e arrivò in poco tempo al parcheggio del Ris.
Megan si era calmata ed era rimasto solo un colorito biancastro, che evidenziava il rossore degli occhi. Riccardo era rimasto sorpreso da una reazione così rapida e incontrollabile.
-Tutto bene?-
-Si capitano, scusi, cose personali. Sto bene.- Aveva riadottato quel modo freddo e imparziale nel vedere le cose.
Ma Riccardo non ci riusciva, insomma, si era sentita male e molto probabilmente aveva avuto un attacco di panico davanti a lui. Aveva abbattuto quella barriera e lui voleva capire, quello che gli altri non riuscivano a capire. Era ormai un mese che lei lavorava lì e il primo periodo era stata accompagnata dal fratello. Era la prima volta che la vedeva sola per le strade della città, e in quella strada si era sentita male.
Lui doveva capire.

**


Megan si era buttata nel lavoro. Ghirelli e Bart erano andati a repertare in un night club, dove era stato trovato morto un uomo. La moglie aveva confessato circa un’ora dopo, ammettendo che odiava essere tradita. Stava scrivendo il rapporto riguardante l’interrogatorio che aveva tenuto lei, quando il telefono squillò. Era quello del corpo di guardia, che diceva che una ragazza voleva parlarle. Megan disse di farla salire, pur non conoscendone l’identità e si diresse a malavoglia verso l’ingresso, quando una figura alta e bionda fa capolino all’ingresso dei laboratori.
Magra, alta, bionda, occhi chiari, un enorme maglia con stampa spaziale e pantaloncini a vita alta. Non era cambiata di una virgola.
-Ciao Meg..- la bionda sorride, mentre Megan si fionda ad abbracciarla.
-Chià..-
Megan stringe forte a se la sua migliore amica, mentre la sua squadra, osserva incuriosita la scena. In un mese è la prima vera volta che la vedono ridere e mostrare così tanto affetto a una persona.

**


-Ghiro mi serve un favore!-
-Dica capitano Venturi!- Entrambi scoppiando a ridere.
-Stasera devo fare un lavoro, posso usare il tuo computer qua in ufficio?-
-Certo fa pure, io stasera sono con Selvaggia…-
-A quando le nozze?-
-Posso vero? Capitano, vada a lavorare e lasci i blandi argomenti a gente di basso rango..-
Ghirelli se ne va sorridendo mentre Riccardo prende posto davanti al computer.

Ricerca: Via Verdi, Roma.
Riccardo cerca negli archivi qualcosa che può essere accaduto a Roma, in quella via all’incirca 12 anni fa. Forse capirà qualcosa.
Stupri, omicidi e tutto di più, ma niente che si possa collegare a Megan.

Dopo all’incirca due ore finalmente c’è qualcosa di interessante.
“Quindicenne morto per un incidente stradale sotto gli occhi degli amici”
Riccardo inizia a leggere un lunghissimo rapporto. Questo ragazzo, Niccolò, era morto investito da un pirata della strada mai preso, e nessuno era riuscito a fare nulla.
-Sei proprio un capitano dei Ris…- La voce di Megan, appoggiata allo stipite della porta, arriva alle orecchie del capitano in modo flebile e appena sussurrato.
-Scusa, non volevo…..- Riccardo cerca di scusarsi, quando Megan si lascia cadere su una sedia di fronte a lui.
-Nessun problema, ma leggerla fa un effetto diverso che viverla…-
-Vuoi parlarmene?- Non sapeva da dove usciva questa voglia di ascoltare una storia poco piacevole.
-Io e Niccolò stavamo insieme da circa 3 anni. Ci siamo messi insieme in 5° elementare, sai quei giochini da bambini. Lui aveva due anni più di me, e tranne pochi bacetti dati per gioco niente di che. Quando ho iniziato le medie il nostro rapporto è cambiato, ha iniziato a maturare con noi. In terza media potevo affermare di esserne innamorata. È stata la mia prima cotta, il mio primo bacio e anche la mia prima volta, sì avevo solo 13 anni, ma lo volevo.
Eravamo in giro, io lui e il nostro gruppetto. I ragazzi avevano attraversato, mentre noi ragazze guardavamo le vetrine. Niccolò ha attraversato da solo. Un pazzo a tutta velocità l’ha colpito in pieno. Mi sono buttata in mezzo alla strada, sedendomi accanto a lui, sanguinante. L’ho preso praticamente in braccio. Ricordo solo che ero piena di sangue, le mani, la maglia, i jeans… Piangevo, e anche lui piangeva. Era la prima volta che lo vedevo piangere. Respirava a fatica e il suo corpo, di solito caldo, stava diventando freddo. Oltre le mie urla e quelle delle mie amiche ricordo poco e niente. Ha sollevato una mano, mi ha accarezzato la faccia e mi ha detto per la prima volta ti amo. È stata l’ultima cosa che ha detto. Mi è morto tra le braccia. Prima di morire mi ha anche dato il suo bracciale, che si era sganciato nell’impatto. Eccolo qua, lo porto sempre al polso. I medici hanno provato di tutto, ma già sull’asfalto avevano detto che era morto. Non volevo crederci. Mi sono sentita male e mi han ricoverato un mese, prima per shock, e poi perché mi rifiutavo di mangiare e piangevo tutto il giorno. Un altro mese dopo sono partita e sono andata vivere a New York, lasciando tutto. Sono 12 anni che non credo nell’amore, me l’hanno strappato via troppo presto… Aveva solo 15 anni. Non passavo in quella strada da quel giorno.- Megan non piange, ha solo un aria abbattuta e ferita.
-Mi dispiace..- Riccardo si sente quasi in colpa per aver riaperto una ferita del genere.
-E tu? So che in amore non sei così fortunato..- Con un sorriso Megan si rivolge al capitano.
-No per niente. Dai che è tardi, ti accompagno a casa.- Con una semplicità disarmante Venturi liquida l’argomento donne e si prepara a portare a casa Megan, che ha tolto quel velo che la divideva dal mondo.

**


Bianca e Milo erano accoccolati sul divano in salotto, mentre Marika dormiva in cameretta.
Guardavano un film che parlava di una famiglia allargata e questo aveva suscitato una strana idea in Bianca.
-Milo, avremo mai un figlio nostro?-
-Che?- Milo mezzo addormentato sente la voce della fidanzata che lo chiama.
-Un figlio, mio e tuo.- Bianca sembra più seria che mai.
-Prima o poi ne faremo uno, ma prima sistemiamoci. A patto che non diventi rompipalle come Giada, ahò però voglio un maschietto a sto giro.-
Bianca sorride, ama anche l’accento romano del suo tenente.
-Certo tentente Cecchi, certo.-
Le loro labbra si congiungono in un bacio dolce, quei baci che sul lavoro, non hanno possibilità di viversi.

Con un mostruoso ritardo ecco il 2° capitolo, che lo definirei di passaggio, perchè nel prossimo tutto diventerà più chiaro e alcune tesserine andranno al loro posto. Oltre un assaggio di Megan e Riccardo anche un assaggio di Bianca e Milo. Nel prossimo ci saranno alcune sorprese, anche in fatto di indagini. Alla prossima
  
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