Una volta arrivato all’ alloggio 6 lo trovò ancora vuoto <<chissà chi saranno i miei compagni di stanza>> non fece in tempo a pensarlo entrò un ragazzo con i capelli neri come i suoi ma lunghi fino alle anche, aveva gli occhi castani, era un po’più basso di lui, ma solo perché piegato in avanti, i suoi abiti erano tutti tagliuzzati e la faccia sulla cui guancia destra teneva uno straccio era deformata in una smorfia d’agonia, appena si tolse lo straccio dal viso, rivelò uno squarcio che partiva dall’orecchio destro e arrivava alla bocca. Nonostante il dolore riuscì a dire: “Ciao, ahhh… co-come ti, gahhh… chiami?” “Axel, tu?” “Xavier, chia-chiamami, ahhh… X” “Ehi, stai bene?” “C’è di peggio, passerà” “Diamine, quanto sangue hai perso? Sei cadaverico!” e nel dire questo si tolse la maglia e con essa lo fasciò, poi lo fece distendere su uno dei quattro letti rimanenti si mise a dormire, ma dopo neanche due minuti entrò un altro ragazzo con i capelli castani lunghi fino alle spalle, gli occhi neri e, a occhio, se l’era cavata come lui “Ciao, io mi chiamo Edward” “Io, Axel posso chiamarti Ed?” “Certo” “Ehhh… perché sei senza maglia?” “Lui” disse indicando X disteso sul letto “Cavolo… cos’è successo?” “Una ferita alla faccia” non fece in tempo a terminare la frase che sentirono un tonfo, uscirono e videro una ragazza stesa per terra “Qual è il tuo alloggio?” “S-sei” “Ottimo, portiamola dentro” “Ha un grosso livido in testa, deve essere un…” “… trauma cranico” “Prendi del ghiaccio, accidenti!” “Ok, vado” poco dopo la ragazza era stesa sul penultimo letto, Axel notò subito che era bellissima, cosa diavolo ci faceva una ragazzina di non più di 17 anni con i capelli biondi e due adorabili guanciotte “Accidenti, hai salvato due vite in una decina di minuti! Eri per caso un medico nell’ esercito?” “Bella domanda… per la verità non ricordo niente a parte il mio nome e la mia età” “Amnesia? Porca miseria, brutta roba…” nel frattempo un uomo più anziano di loro entrò dalla porta e, quasi contemporaneamente, Ed
s’inchinò davanti a lui
“Capitano…” “Ed…
cosa stai facendo” “Quello che dovresti fare anche
tu, idiota!” rispose l’uomo “Sono il
capitano Sparx ignorante, dirigevo quello che, una volta, era il vostro
plotone, prima che quegli inutili aryaniani ci catturassero”
“Oh, mi scusi, ma ho perso la memoria”
“Accidenti già due feriti? Ho paura che
l’ultimo a sopravvivere a quest’inferno non
sarà dell’alloggio 6…” il
capitano aveva i capelli grigi e raccolti in una coda di cavallo lunga
fino a metà schiena. Andarono tutti a letto (erano le 4 del
pomeriggio ma lottare e salvare vite è stancante) e tutti si
appisolarono ma furono svegliati dopo un paio d’ore da delle
urla: “No, no, NO, LASCIATEMI!!!” erano della
ragazza di prima che probabilmente stava avendo un incubo a causa dello
shock, così, Axel la svegliò senza indugi “NO! NO! ANDATEVENE
MALEDETTI! VIA!!!” continuava a urlare lei “Calma,
calma! Era solo un incubo! E’ tutto finito!”
“Co-cosa è successo?” “Hai
preso una botta in testa e hai avuto un incubo per lo shock”
“Bè, grazie per avermi svegliata allora”
“Di niente” disse facendo spallucce ma diventando
rosso come un fanale “Ehm… i-io m-mi chiamo
A-Axel” “Piacere, Hope”
“Edward, chiamami Ed” si introdusse lui
“Io sono il capitano Sparx” disse lui appoggiato al
muro “Oh, sì, la conosco capitano, ma…
cosa è successo?” “Quegli infami di
Aryan ci hanno catturato e ci faranno combattere fino a che non
rimarrà solo uno di noi” allora potrò
aiutarvi, anche se in minima parte: ero il medico del
plotone!” “OTTIMO!!!” esclamarono
all’unisono “Allora puoi fare qualcosa per
X” disse Axel “X?”
“Lui” “Maledizione, ecco cosa facevi
senza maglia!” tolse la fasciatura, che ormai era totalmente
inzuppata, e la sostituì con la sua giacca, provocando un
visibile giramento di testa ad Axel e dopo poco l’emorragia
si fermò “Grazie mille Hope, senza di te sarebbe
morto” “Eppure io mi ricordo di te,
Axel… ma certo! Sei il ragazzo che mi portarono pochi minuti
prima dell’attacco che ci portò qui” ma
prima che Axel potesse spiegarle la situazione risuonò un
altoparlante: “La cena è pronta, ogni alloggio
scriva sul tastierino a fianco della porta il numero di occupanti
impossibilitati a presentarsi in mensa: saranno nutriti in maniera
adeguata” “Ecco a cosa serviva
quell’affare! Digitiamo 1, forza, in fretta, ho
fame” “Quanta fretta, Axel!”