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Autore: PinkBiatch    21/08/2013    2 recensioni
“C'è una mezzosangue, ad Hogwarts. E' un'insopportabile so-tutto-io, coi capelli crespi e i denti davanti..”
“Sporgenti.” Aveva continuato suo padre, come in trance.
“Come fai a saperlo?” Chiese Scorpius, incuriosito.
“Immagino sia la figlia della Granger.” Disse soltanto lui.
“Sì, si chiama Rose..”
“Che nome del cazzo, Rose..” Disse assorto suo padre.
“Rose Weasley.” Finì Scorpius.
“Weasley.” Draco sputò per terra.“Le avrei dato un nome migliore.”
“Cosa?”
“Niente, Scorp, niente. Stavo pensando fra me e me. M'ero dimenticato quanto la disprezzassi.”
“Chi? La madre di Rose?”
"Sì."
Suo padre si bucò con una spina e buttò la rosa che aveva appena colto fuori dal cancello in ferro battuto che circondava il giardino.
“Perché l'hai buttata?” Chiese suo figlio.
“Perché mi ero bucato” Rispose Draco semplicemente.
“Hai buttato via la più bella rosa del giardino solo perché ti sei bucato con una spina che avresti potuto togliere.” Lo rimbeccò Scorpius.
Quelle parole fecero pensare Draco.
“Verrà il giorno in cui ti mancherà.” Disse Draco dopo un po', quando erano ormai vicini alla porta di casa.
“Chi?”
“Quella Sudicia Mezzosangue.” Ed entrò in casa velocemente, abbandonando Scorpius confuso davanti alla porta di casa.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Famiglia Malfoy, Famiglia Potter, Famiglia Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Ron/Hermione, Rose/Scorpius
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Ed eccomi qua di nuovo per voi, come previsto, molto presto! Ringrazio a tutti coloro che mi hanno scritto o recensito, chi ha messo la fanfiction tra le preferite\ricordate\seguite ecc. e spero che se ne aggiungano di nuovi, sia tra le recensioni che tra coloro che seguono ecc. visto che mi è; stato segnalato in una recensione specifico qua le età; dei nuovi protagonisti: Lily Luna frequenta il secondo anno così; come Hugo, Rose, Scorpius e Albus frequentano il quarto e James il quinto. Mi dispiace per non essere stata chiara :) 
Inoltre vorrei precisare dei nomi nuovi e da cosa provengono. George Arias, ovvero il professore di pozioni già nominato nel capitolo scorso, non è altro che George Harrison col cognome dell'ultima moglie, Olivia. Il presidente nominato nel capitolo che segue è una fusione tra Stuart Sutcliffe, bassista dei Beatles prima che diventassero famosi, e ovviamente Paul. Invece, per quanto riguarda l'amico di Scorpius, Robert, il nome proviene dal mio amato Robert Downey Jr. (Scusate, i loro nomi appaiono un po' ovunque! Ahahaha)
Adesso non vi disturbo più, e buona lettura! 

                                                                                                                                     2.


Quando anche gli ultimi ebbero finito di mangiare, Hugo compreso, la McGranitt si alzò di nuovo in piedi e zittì il chiacchiericcio dei ragazzi, che a dir la verità erano stanchi e non avevano voglia di stare a sentire ciò che aveva da dire. 
Lei, però, catturò ben presto la loro attenzione.
“Spero voi abbiate gradito la cena. Bene, immagino che adesso non abbiate voglia di ascoltarmi, ma è di fondamentale importanza che lo facciate, perché questa cosa riguarda voi e, ahimè, vi piacerà.
Sapete che ultimamente è stato eletto un nuovo ministro, quale Stuart McCartney, ed è sua volontà ripristinare ciò che ha avuto luogo nello stesso anno in cui Voldemort è tornato. Molti di voi sanno di cosa sto parlando, e già spalancano la bocca. Per chi non avesse ancora afferrato, ben presto, questo stesso anno, avrà luogo il Torneo Tremaghi.”
Quando ormai era stato annunciato senza che potesse esserci alcun fraintendimento, molti “ooh” di stupore si levarono tra gli studenti. Tutti erano eccitati, emozionati e curiosi, e incredibilmente, anche i Nati Babbani sapevano di cosa si trattasse.
“A differenza dell'ultimo anno in cui ha avuto luogo, sebbene un ragazzo del quarto anno riuscì a partecipare nonostante non fosse previsto dalle regole, le iscrizioni sono aperte dai ragazzi del quarto anno in poi. Questo” si affrettò a dire la McGranitt prima che la sua voce venisse sopraffatta da altro mormorio, meno sommesso di quello precedente, “non significa che tutti i ragazzi del quarto, del quinto, del sesto e del settimo anno debbano partecipare. Deve farlo solo chi sente di potercela fare. E ricordate che una volta entrati, non si può più uscire.
Domani avranno luogo le prime lezioni, potrete trovare gli orari affissi nella bacheca della vostra Sala Comune, ma le lezioni non si terranno di pomeriggio poiché ci aspettiamo l'arrivo degli studenti di Durmstrang e di Beauxbatons. E adesso, tutti a dormire. Buonanotte.” Disse la McGranitt, scatenando di nuovo un gran mormorio di voci.
“Hai sentito? Beauxbaton e Durmstrang! Chissà come sono! Avremo tanto da imparare da loro!” Disse Albus a Rose.
“Già! Davvero tante cose! Potremmo vedere ciò che imparano loro a differenza di noi e ciò che noi impariamo a differenza di loro! Sapevo che Durmstrang è una scuola dove viene insegnata molta Magia Oscura” rispose Rose.
“No, papà mi ha detto che da quando se n'è andato Karkaroff è tutto più tranquillo.” Rispose serio James.
“Karkaroff?” Chiese Hugo.
“Sì, era un Mangiamorte.” Rispose, sempre serio, James.
“Sai, Hugo, la mamma è ancora in contatto con un ex allievo di Durmstrang.” Disse Rose, desiderosa di cambiar discorso.
“Davvero? E chi è?”
“Sono sicura che lo conosci. Tieniti forte. Niente di meno che Viktor Krum!”
“VIKTOR KRUM? Mamma conosce VIKTOR KRUM e non me l'aveva mai detto?!” Protestò Hugo.
“Pare che papà sia suscettibile a riguardo. Non gli perdonò mai di averla invitata al Ballo del Ceppo prima che potesse farlo lui. Certo, se si fosse svegliato prima..”
“Tanto la mamma se l'è sposata papà, non Krum.” Rispose seccamente Hugo, che aveva ereditato dal padre la gelosia nei confronti della madre.
“Però ti sarebbe piaciuto averlo come padre!” Ridacchiò James.
“.. Magari come zio.” Ammise Hugo, arrossendo un po'.
Salirono ai dormitori seguendo i due Prefetti e tutti andarono subito a letto, sfiniti. Anche Rose era stanca, ma non riusciva comunque a prender sonno.
Uscì nella Sala Comune, certa di essere sola, e si mise sul divano a guardare le fiamme del camino, acceso seppure fuori fosse ancora caldo, spegnersi lentamente.
Dopo forse dieci minuti o forse ore che stava dormendo, fu riscossa da qualcosa che le veniva poggiato delicatamente addosso. Socchiuse gli occhi e vide James coprirla con premura.
“J? Che ci fai qui?” Chiese assonnata.
“Non riuscivo a dormire. E tu?” Chiese James.
“Nemmeno io.”
“Sembra tu ci sia riuscita.”
“Già.”
“Già.”
“Che ore sono?” Chiese Rose dopo un po' di silenzio.
“Le sei del mattino.” Rispose semplicemente James.
“Non hai mai dormito?”
“No.”
“E perché sei sceso solo adesso?”
“Stavo comodo a letto.”
“Perché non riuscivi a dormire?”
“Meglio che torni a letto. Qua fa un po' freddo.” Disse lui sbrigativo, e tornò a letto.
Anche Rose si decise ad andare a letto, sebbene ormai le rimanesse poco tempo per riposarvisi.
Appena infilatasi nel letto, però, si accorse di non avere più sonno, così decise di alzarsi di nuovo, ma mentre si alzò urtò involontariamente contro il baule di una sua compagna, Sugar, che si svegliò.
“Rose?” Chiese sbadigliando ed affacciandosi dal letto.
“Sì. Scusa, volevo uscire e sono inciampata contro il tuo baule.”
“Tranquilla, ero già vicina a svegliarmi. Vai giù adesso?”
“Penso di sì.. Vuoi venire anche te?”
“Sì, un attimo che arrivo.”
Sugar scese velocemente dal letto e la seguì lungo le scale a chiocciola e si sedette vicino alla poltrona preferita di Rose dove si era già seduta.
“Allora? Ci siamo a malapena salutate prima, dimmi un po', come vanno le cose?” Chiese Sugar, già loquace di prima mattina.
“Mah. Niente di che, le solite cose. Quest'estate l'ho passata a fare su e giù tra casa mia e casa dei miei cugini.. Tu?”
“Oh, io sono andata in Irlanda dai miei parenti, ma non è stato affatto noioso. A parte che laggiù è tutto fantastico, ma tu non hai davvero idea di come siano tutti fighi là!”
“Ma davvero? Ed io che credevo che fossero meglio gli inglesi!” Disse Rose, contenta di potersi esternare un po' dalle sue preoccupazioni e dalla sua famiglia con Sugar.
“Macché! Non hai davvero idea! Sono tutti pallidi, con gli occhi verdi ed i capelli rossi! E poi l'accento irlandese è così.. così.. non so spiegarlo, devi sentirlo. Dicono “Sì” in una maniera così strana che ti fanno venir voglia di sposarli solo per sentirli dire “Sì”, un po' perché sono davvero belli, e un po' perché il loro accento..”
“Sembri proprio innamorata! Diciamo che più che il Principe Azzurro hai trovato la colonia di Principi Azzurri, ma meglio così, hai più scelta!” Ridacchiò Rose.
“Eh già, considerato che qui di bei ragazzi ce ne saranno due o tre.. E sembra che tu ti dia da fare con loro!”
“Io?! Con chi mi do da fare io?” Chiese stranita Rose.
“Beh, sai, uno dei più carini è James..”
“Per i più consunti slip di Merlino, è mio cugino!” Quasi strillò Rose.
“Okay, okay, mettiamo da parte James, che tra parentesi allora potresti presentarmi.. ma che mi dici.. che mi dici di Scorpius Malfoy?”
“Scorpius Malfoy? Che c'entro io con lui?!” Chiese Rose, fingendosi stupita, fingendo che il suo cuore non battesse a mille.
“Mi sembra.. strano, il vostro rapporto. Ti deride spesso..”
“E' ciò che ha sempre fatto. Con tutti. Io non ho niente di speciale, per lui.” Ed ebbe una piccola fitta al cuore.
“Adesso lo fa in modo più.. sottile, quasi a volerti stuzzicare, a voler vedere per quanto resisti..”
“Resisto a far che?”
“Resisti a guardarlo come lo guardi.”
“Come lo guardo?”
“Come un'oasi dopo aver attraversato il deserto del Sahara in ginocchio.” Disse Sugar, sorridendole.
Rose la guardò implorante, come a volerle chiedere di rimangiarsi tutto prima che quello che provava sembrasse ancora più vero.
Si chiese quanto altro tempo avrebbe potuto smentire prima di accettare la realtà, prima di prendere la vita come veniva.
Sugar tornò a letto e lasciò di nuovo Rose abbandonata a se stessa, senza sapere che fare.
Prese carta e penna e scrisse alla madre.

 

Cara mamma,
sono le sei di mattina e non riesco a dormire quindi ti scrivo, prima che sia troppo piena di compiti per non trovare il tempo per farlo.
Ieri sera la McGranitt ci ha detto del Torneo Tremaghi e sono stati tutti entusiasti, anche se si capiva che lei è sempre contraria, specialmente a far partecipare i ragazzi del quarto anno.
Spero che sia James che Albus non si offriranno volontari, perché avrei troppa paura per loro.
Avrei voglia di parlarti di un'altra cosa ma non so bene come farlo.
Ti dico solo che riguarda un ragazzo
Ti voglio bene,
tua
Rose.

 

 

Chiuse la busta e si incamminò verso la Guferia per prendere un gufo della scuola da mandare velocemente a sua madre. Avrebbe voluto usare la civetta di James, ma non voleva essere presa in giro perché aveva già scritto a sua madre, così decise di usarla più avanti.
Rimase qualche minuto alla Guferia per ammirare l'alba e per respirare un po' d'aria fresca, ormai arresa al fatto che non sarebbe più riuscita a dormire.
Quando si alzò sentì dei passi alle spalle, e appena vide una chioma biondo platino avvicinarsi a dove era lei, si decise a nascondersi dietro ad una parete, che sembrava esser lì apposta per farcela nascondere.
Il proprietario della chioma biondo platino, tuttavia, non sembrava intenzionato ad inviare alcuna lettera, bensì sembrava voler ammirare l'alba.
Rose si chiese se anche lui fosse capace di provare dei sentimenti veri, se anche lui fosse capace di ammirare qualcosa che non fosse il suo riflesso nello specchio, si chiese se anche lui ammirasse il sole nascere ogni mattina come la promessa di un giorno nuovo, un giorno migliore.
Scorpius si sedette vicino alla parete dove Rose era nascosta, ma continuava comunque a non vederla.
Lei, dal canto suo, sembrava più propensa a vedere il sole baciare quella pelle pallida piuttosto che a vedere il sole nascere. Le sembrava più unico quel momento, lui a poca distanza da lei senza che la offendesse, senza che le gettasse le sue offese addosso. Sembrava più unico quel momento del sole che promette un giorno migliore e uno Scorpius Malfoy più propenso ad amare.
Sembrava più unico quel momento in cui Rose riusciva quasi ad essere abbastanza ingenua da credere di poter congelare quel momento, da credere di poter renderlo così innocuo per sempre.
Sperava che il sole riuscisse a sciogliergli il cuore, ma sperare non serviva a niente.

 

 

Scorpius Malfoy si era svegliato presto quella mattina. O meglio, si era alzato presto dal letto, ormai stanco di rigirarsi senza tregua tra le lenzuola verdi che sibilavano come serpenti assassini.
Era stato un po' nella sala comune, ma di nuovo si era annoiato, così aveva deciso di andare verso la Guferia senza un vero motivo.
L'aveva fatto e basta, come se ci fosse qualcosa, lì, che l'aspettasse. Se n'era talmente convinto, nella sua passeggiata dai sotterranei alla Guferia, che rimase deluso di se stesso quando non trovò niente se non gufi e cacche sparse qua e là.
Una parte di lui voleva andarsene, ma una parte di lui voleva restare, e lui lasciò che la seconda parte, la stessa che l'aveva portato fino a lì, lo comandasse.
Si sedette a guardare l'alba e il sole sorgere, quasi promettendo un giorno migliore.
Lui, dal canto suo, sapeva che non era così. Sapeva che non poteva succedere, che le cose non potevano migliorare.
Gli venne in mente di quando, una volta, suo padre lo guardò quasi con malinconia in un giorno d'estate in cui erano andati a passeggiare nel parco solo loro due, lasciando la mamma in casa, e lui gli aveva parlato di quell'insopportabile Mezzosangue.
“Papà” gli aveva detto, mentre suo padre stava togliendo le spine da una rosa che aveva colto, “perché ad Hogwarts fanno ancora venire i Mezzosangue?”
A quella parola suo padre si riscosse un poco.
“Mezzosangue, dici? Chi è che ti da fastidio?”
“C'è una mezzosangue, ad Hogwarts. E' un'insopportabile so-tutto-io, coi capelli crespi e i denti davanti..”
“Sporgenti..” Aveva continuato suo padre, come in trance.
“Come fai a saperlo?” Chiese Scorpius, incuriosito.
“Immagino sia la figlia della Granger.” Disse soltanto lui.
“Sì, si chiama Rose..”
“Che nome del cazzo, Rose..” Disse assorto suo padre.
“Rose Weasley.” Finì Scorpius.
“Weasley.” Draco sputò per terra.“Le avrei dato un nome migliore.”
“Cosa?”
“Niente, Scorp, niente. Stavo pensando fra me e me. M'ero dimenticato quanto la disprezzassi.”
“Chi? La madre di Rose?”
“Sì. Lei.” Disse Draco, e Scorpius non trovò nient'altro di meglio da dire.
Suo padre si bucò con una spina e buttò la rosa che aveva appena colto fuori dal cancello in ferro battuto che circondava il giardino.
“Perché l'hai buttata?” Chiese suo figlio.
“Perché mi ero bucato” Rispose Draco semplicemente.
“Hai buttato via la più bella rosa del giardino solo perché ti sei bucato con una spina che avresti potuto togliere.” Lo rimbeccò Scorpius.
Quelle parole fecero pensare Draco.
“Verrà il giorno in cui ti mancherà.” Disse Draco dopo un po', quando erano ormai vicini alla porta di casa.
“Chi?”
“Quella Sudicia Mezzosangue.” Ed entrò in casa velocemente, abbandonando Scorpius confuso davanti alla porta di casa.

 

 

Rose stava gelando dietro quella parete, attaccata alla pietra fredda e con il vento freddo che la colpiva, ma dal canto suo non voleva per nulla al mondo uscire allo scoperto e farsi vedere da Scorpius.
“Va bene”, si disse “se entro cinque minuti lui non se ne va, tu ti alzi e vai e basta. Altrimenti farai anche tardi per la colazione.”
I cinque minuti trascorsero fin troppo in fretta per i gusti di Rose, che era decisa ad alzarsi ma aveva anche tanta paura di ciò che lui avrebbe potuto dirle.
Si alzò.
Sentì Scorpius agitarsi per capire da dove venisse quel rumore.
Uscì allo scoperto e lo guardò con aria di sfida, ma solo per un attimo, perché poi fu colpita dal desiderio di scappare e cominciò a camminare velocemente verso la porta.
“Weasley.” La raggiunse la sua voce tagliente. “Qual buon vento.. o meglio, buono prima che arrivassi tu, dato che adesso l'aria è pregna di puzzo di Mezzosangue.”
“Sempre meglio della tua puzza, Malfoy. Puzza di chi vuol essere sofisticato e risulta solo ridicolo.”
Disse lei e se ne andò, un po' orgogliosa ed un po' ferita.
Si disse che anche quello faceva parte dell'essere, la sofferenza. Sua madre e suo padre avevano sofferto, e adesso forse era il suo momento, sebbene le offese di Malfoy fossero più routine che sofferenza. Si decise a rispondere al fuoco col fuoco, si decise a lottare per tenersi la sua dignità ed il suo orgoglio, visto che non avrebbe ricavato niente dall'incassare offese senza rispondere.
Corse verso il suo dormitorio, non sapeva nemmeno perché ma corse, corse a perdifiato, corse perché aveva voglia di farlo.
Rose entrò nella Sala Comune e la piccola folla intorno alla bacheca le ricordò che vi avevano affisso gli orari, così si sporse un po' fino a leggere il suo orario.
Doppia ora di Pozioni e Trasfigurazione.
Buona fortuna, Rose.
Entrò nel dormitorio, si vestì e scese giù ad aspettare Albus, James, Lily e Hugo, che arrivarono presto, ed andarono a far colazione.
Rose si sedette tra Sugar e Hugo e cominciò a fare colazione, ma aveva poca fame. Sugar le chiese se ci fossero novità, e lei decise che parlarne le avrebbe solo fatto meglio, così le disse che dopo le avrebbe raccontato mentre scendevano per andare a Pozioni.
“Uffa” sentì Albus che si lamentava.
“Che c'è?” Chiese Rose.
“Stamani abbiamo la doppia ora di Pozioni..”
“Lo so.”
“E indovina un po'?”
“Cosa?”
“Siamo coi Serpeverde.”
Rose si sentì sprofondare. Tutto ciò di cui NON aveva bisogno erano due ore di prima mattina con Scorpius e i suoi insulsi taglienti.
Mentre scendeva verso i sotterranei, come promesso raccontò a Sugar cos'era successo. Lei ascoltò, zitta e seria, e quando Rose ebbe finito pensò un po' e poi disse:
“Forse fai davvero meglio a rispondere alle offese. Lui adesso ti tratta male perché ti sente vulnerabile. Lui sa che a te, lui, in qualche modo piace, e lo sa anche grazie al fatto che tu abbia smesso di rispondere alle sue offese. Per cui, rispondendogli, lui perderà ogni interesse nel trattarti male. E magari acquisirà un altro genere di interesse..”
“Stiamo coi piedi per terra e prendiamo le cose come vengono. L'unica cosa su cui mi devo concentrare è non tradirmi e rispondere al fuoco col fuoco.”
“Brava! Impari in fretta.” Disse allora lei.
Rose e Sugar presero posto in cima alla classe, rigorosamente la parte destra, quella che spetta sempre ai Grifondoro, come una legge silenziosa mai enunciata da nessuno, ma che in qualche modo c'era.
Durante il corso delle due ore, Scorpius trovò il modo di offendere Rose, e lei, incitata da Sugar, non si fece mai mettere i piedi in testa, ed anzi, trovò un paio di offese così appropriate da far ridere tutta la classe, compresi i Serpeverde, in genere così devoti a Malfoy.
Rose aveva appena finito la sua pozione, ovviamente perfetta, e la stava mettendo nell'ampolla da consegnare al professore quando una voce tagliente alle sue spalle mormorò:
Evanesco” e il lavoro di due ore andò in fumo.
“Rose si voltò verso di lui con la collera negli occhi, lo guardò e le venne una voglia immane di picchiarlo, ma si limitò a puntargli contro la bacchetta ed urlargli in faccia.
“Io! Ti! Evanesco! Le! Palle! Brutto! Idiota!” Gridava, noncurante del fatto che il professore fosse ancora in classe.
Il professore li divise con un colpo di bacchetta e li guardò entrambi, furioso.
“Si può sapere cosa sta succedendo?!”
“LUI! Ha fatto un Incantesimo Evanescente sulla MIA pozione! Due ore di lavoro sprecate!”
“Malfoy! Questo è un comportamento deplorevole! Si deve vergognare!” Disse il professore, ancora paonazzo di rabbia, “Tuttavia, signorina Granger, anche lei ha avuto un comportamento deplorevole. Perciò, stasera alle sei verrete qua, e rifarete insieme questa pozione. Intesi?”
“Ma stasera arriveranno gli alunni di Beauxbatons e Durmstrang!” Protestò Rose.
“Subito dopo le presentazioni verrete qua e starete con me. Vi controllo, ragazzi. E mi raccomando. Alle sei. Puntuali.” Disse il professore.
La lezione finì e furono finalmente congedati, anche Rose e Scorpius. Quest'ultimo si limitò a scoccarle un'occhiata furibonda e andarsene, e lei se ne andò a gambe levate per raggiungere Sugar e raccontarle della punizione.
“Sugar!” La chiamò da dietro un gruppo di ragazze.
“Ehi, Rose! Eccoti! Che ha detto Arias?”
“Ha detto che stasera alle sei dobbiamo essere nel suo ufficio e dobbiamo fare insieme quella pozione. Merlino, se lo odio!”
“E invece trova il lato positivo..” Disse Sugar maliziosa.
“Il lato positivo?! IL LATO POSITIVO?! Potremmo ucciderci in quelle due ore!” Strillò Rose, fuori controllo.
Una voce strascicata e tagliente le giunse da dietro.
“E' inutile che tu ti surriscaldi già. Ti scalderò io stasera, zuccherino” Ammiccò a presa in giro Scorpius.
“Fai meno il maniaco, cretino.”
Rose affrettò il passo e se ne andò insieme a Sugar. Non sapeva che lezione avesse adesso Scorpius ma non le importava. Doveva dare il meglio di sé in Trasfigurazione, non doveva deludere la McGranitt.
Quel giorno si sarebbero esercitati sulle cose fatte, quindi avrebbero di nuovo cercato di trasformare un essere vivente in un oggetto inanimato.
L'oca di Rose divenne un cuscino al primo tentativo.
“Macabro” commentò Sugar sghignazzando.
Ben presto la professoressa McGranitt, che si era accorta che ormai Rose non aveva niente da imparare in quella lezione, le si avvicinò e le chiese di trovare la professoressa Cooman, che sicuramente era nella sua aula perché aveva lezione, e di darle il foglietto che le consegnò.
Rose si avviò verso l'aula della Cooman un po' scocciata perché la divertivano le lezioni di Trasfigurazione, e perché l'aula della Cooman era dalla parte opposta del castello, ma tuttavia contenta di potersi rendere utile per la professoressa McGranitt, che aveva tanta stima di lei quanta quella che ne aveva per sua madre.
Dopo quasi venti minuti finalmente Rose raggiunse l'aula della Cooman, e quando entrò la trovò chinata su un tavolo con due ragazze del settimo anno ad esaminare una sfera di cristallo.
Appena fece un passo nella stanza, la professoressa si girò, come in trance, buttò la testa all'indietro, la guardò di nuovo e disse con voce profonda:
“Tu non sai quel che ti aspetta, ragazzina. Una grande prova, ti attende. E una grande persona ti aiuterà a superarla.”
Lei la guardò, a metà tra il divertito e lo spaventato, e passò alcuni secondi senza sapere cosa dire, poi, con voce meccanica le riferì che la Preside voleva che lei avesse questo e se ne andò augurando buon lavoro a quei poveri sciagurati che la dovevano ascoltare.
Tornò in classe appena in tempo per la fine della lezione, così raccolse le sue cose e se ne andò.
“Sugar” disse, divertita, verso l'amica. “Sai che mi ha detto la Cooman?”
“No”, disse già divertita Sugar, “Che ha detto stavolta?”
“Che mi aspetta una grande prova e che una grande persona mi aiuterà a superarla” Disse con voce pomposa, ridendo.
La McGranitt, sulla soglia, la guardò e l'avvertì sul fatto che ultimamente, la Cooman sembrava davvero avere le doti per le quali si auto acclamava, tuttavia Rose non volle ascoltarla, credendo che fosse uno scherzo.

  
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