Anime & Manga > D'Artagnan
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Autore: lady lina 77    26/08/2013    3 recensioni
I moschettieri sono impegnati nella battaglia contro gli Ugonotti a La Rochelle. D'artagnan parte, sperando in una grande e nuova esperienza, quella guerra di cui tanto ha sentito parlare e che mai ha vissuto sulla sua pelle. Ma ci metterà poco a capire che la guerra non è un'avventura da romanzo... Il suo mondo, i suoi affetti, la sua anima finiranno risucchiati in un incubo buio come la notte...
Genere: Avventura, Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un beffardo scherzo del destino



Decidere di aiutare Grethel era stata una scelta difficile da compiere ma una volta fatta, tutto il resto era venuto naturale. Naturale era stato tornare a casa Bonaciuex e fare finta di nulla, naturale era stato tenere nascosta Grethel mentre lui cercava una scusa per allontanarsi con lei, naturale era stato mentire a Constance e agli altri circa il motivo per cui sentiva la necessità di recarsi alla sede dei moschettieri in piena notte, da solo.

Si sentiva un verme forse, ma l'attrazione che provava per Grethel, il dolore nel vederla piangere, la sua storia erano stati più forti di tutto!

Lasciata la sua casa, con Grethel scivolò nei vicoli bui di Parigi, furtivamente, con passo spedito.

Anche se – e il guascone non poteva saperlo – il piccolo Jean aveva fiutato qualcosa di strano. E una volta uscito d'Artagnan, corse in camera sua, chiedendo e inviando il fedele pappagallo Copy a pedinarlo.

Giunti alla sede dei moschettieri, nessuno gli disse nulla quando lo videro entrare con una donna incappucciata. Tutti sapevano il problema di d'Artagna, tutti sapevano che De Treville gli aveva dato le chiavi della sede per aiutarlo a ricordare e tutti avevano pensato che la donna con lui fosse Constance. Stessa corporatura, stesso passo svelto...

Grethel era stata furba e al gioco, si era stretta nel suo mantello, aveva nascosto i suoi lucenti capelli neri sotto al cappuccio con cui teneva celato il viso, nascondendolo dietro alla stoffa. Un abbigliamento dopo tutto normale per una donna che usciva in quella fredda sera autunnale.

I corridoi a quell'ora erano deserti e solo poche guardie erano presenti in quel luogo, solo in cortile.

Gli studi, gli uffici... Tutto era avvolto dal silenzio e dal buio.

Grethel si guardò attorno nervosa, seguendo il suo compagno in quei lunghi corridoi. "Sei sicuro che in giro non ci sia nessuno?".

D'artagnan annuì. "Certo, a quest'ora le uniche guardie presenti, presidiano i giardini. Quì dentro invece, la sera e la notte non c'è mai nessuno e solo all'alba cominciano ad arrivare i moschettieri che hanno il turno al mattino. Siamo soli, nessuno ci disturberà!".

Grethel si guardò attorno, tesa. Era quasi giunta alla sua meta, presto avrebbe scoperto che fine aveva fatto l'assassino di suo padre, presto avrebbe messo le mani su di lui... Uno strano misto di impazienza e nervosismo si impadronì di lei. Non vedeva l'ora di aprire quei registri, trovare le informazioni che la interessavano e poi sparire e compiere la sua vendetta! "Come entreremo nello studio di De Treville?".

D'artagnan, nell'oscurità, sorrise. "Te l'ho detto, mi ha dato le chiavi! Posso venire quì quando voglio, pensano possa aiutarmi a ricordare e a guarire!".

La ragazza lo fissò nell'oscurità. "Perchè fai questo? Loro si fidano di te, sono tuoi amici... E rischi molto, aiutandomi! Se venissi scoperto, come minimo ti sbatterebbero fuori dal corpo dei moschettieri e rischieresti anche pene più severe per alto tradimento... Perchè lo fai per me, per una donna che non ha fatto altro che mentirti?".

A quelle parole, d'Artagnan sussultò. Sapeva cosa rischiava, li sapeva tutti quei pericoli appena elencati da Grethel. E ancora di più, sapeva che i suoi amici sarebbero stati delusi da lui, che avrebbe ferito Constance e tutti quelli che lo amavano ma... "Grethel, non lo sò! Ma voglio farlo, sento che DEVO farlo! Non so il perchè ma il mio istinto mi dice che quello che tu cerchi, è una cosa importante!".

Grethel parve confusa da quella risposta. "Sei strano, lo sai? Ma sei gentile, magari i tuoi amici fossero come te...".

"Beh, i moschettieri non sono tutti come pensi tu, crudeli e senza ideali... Anzi, se li conoscessi, potrebbero stupirti positivamente. Ricordo poco nulla del mio passato ma i miei amici non mi lasciano mai, cercano di aiutarmi in tutti i modi, si stanno prodigando per me in ogni modo, per farmi guarire!".

Grethel gli si affiancò, mentre salivano gli ultimi scalini che portavano allo studio del capitano. "Ascolta, proprio per questo! Sei davvero sicuro di quello che fai? Se ti scoprissero... perderesti i tuoi amici!".

D'artagnan camminò fino alla grande porta in ebano, aspettando alcuni attimi prima di risponderle... Mise la chiave nella toppa e la girò piano... "Beh Grethel, ovviamente io SPERO di non venire scoperto! Non ho intenzioni suicide!".

A dispetto della tensione e dei sensi di colpa che l'attanagliavano, Grethel sorrise. Era bella in fondo quella situazione... Era bello lui... Lui sapeva farla stare bene... Lui, con il suo cuore puro, il suo coraggio, la sua semplicità... Un essere umano totalmente opposto a quello che lei era, un essere umano incontrato per caso che aveva finito per renderla una persona migliore... "Speriamo...".

D'artagnan annuì e poi aprì la porta. Si trovarono nel grande studio di De Treville, circondati da librerie, vecchi tomi, scartoffie. Al centro stava la grande scrivania del capitano, ordinata con il suo pennino e l'inchiostro in un angolo e alcune mappe al centro.

Grethel si guardò attorno stupita. Non era mai stata in un ambiente tanto elegante, tanto sofisticato. Pareti dipinte dai più grandi pittori di Francia, affreschi, soffitti lavorati da abili scultori... "Accidenti...".

"Grethel!". La voce di d'Artagnan la richiamò alla realtà. Il giovane stava davanti ad uno scaffale pieno di registri impignati fra loro. "Guarda, quì c'è quello che cerchi!".

Grethel annuì, mentre l'ansia ricominciava ad attanagliarla. "Bene, cominciamo a cercare! Che cosa troviamo su questi registri, semplici elenchi di nomi o anche altre informazioni?" - chiese, correndo vicino al compagno.

D'artagnan sfogliò un registro preso a caso. "Beh, direi che c'è qualcosa di più del semplice nominativo. Ci sono luogo e data di nascita e nome dei genitori! Credo che la persona che cerchi, sia nei registri risalenti al primo decennio del secolo!".

Grethel fissò lo scaffale. I registri erano tanti, ci avrebbero messo ore a trovare quel nome! Charles De Batz De Castelmore... "Come saranno catalogati, in ordine alfabetico?".

D'artagnan scosse la testa. "Non credo, De Treville aggiunge man mano i nomi dei nuovi cadetti e quindi, suppongo che siano per ordine di arrivo nel corpo dei moschettieri!".

A quella notizia, Grethel grugnì, esasperata. Se le cose stavano così, era come cercare un ago in un pagliaio! Quando era diventato moschettiere quell'uomo? Non lo sapeva, non sapeva nemmeno quanti anni avesse quando aveva ucciso suo padre!!! "Dannazione, sei sicuro d'Artagnan?".

Il guascone annuì. "Certo che sono sicuro, guarda?". E prese dallo scaffale il penultimo registro, prendendo a sfogliarlo. "Quì c'è il mio nome, lo so perchè quando De Treville mi ha parlato del mio arrivo, ha preso questo volume! E' il penultimo e, considerando che sono moschettiere da pochi anni, il mio nome è riportato alla fine della raccolta! Guarda!".

Grethel gli si avvicinò, guardando con curiosità le pagine che scorrevano davanti a lei, che d'Artagnan faceva correre fra le sue dita, mentre cercava il suo nome. Infine... "Ecco, guarda Grethel! Quì ci sono io! Sai, non l'ho mai visto! De Treville li legge ma non ce li mostra mai!".

La ragazza, incuriosita, gli prese il registro dalle mani. Era curiosa di vedere quei registri, come fossero tenuti. Ed era curiosa anche, di sapere qualcosa in più sul suo giovane complice...

Ma forse, a volte la curiosità fa danni...

E forse, a volte il destino sa rivelarsi crudele più dei propri nemici...

Lesse...


"D'artagnan De Batz De Castelmore, nato a Lupiac (Guaascogna) il 1 dicembre 1609. Figlio del moschettiere Charles De Batz De Castelmore (nel corpo dei moschettieri fino alla sua morte, avvenuta nel gennaio 1610) e di Isabelle Chevreux".


Il cuore parve fermarsi a Grethel in quel momento. No, non poteva, non doveva essere così!!!

L'uomo che cercava, il moschettiere che voleva trovare ed uccidere era già morto!

E fra mille uomini che potevano essere il suo bersaglio... il suo nemico era proprio il padre del giovane che la stava aiutando, inconsapevole di tutto!

D'artagnan... figlio di Charles De Batz De Castelmore...

Non era possibile, era un incubo!!!

Il destino era stato crudele e subdolo...

Chiuse energicamente il volume, sbattendolo con violenza sul ripiano dello scaffale.

Era pallida, le mani le tremavano...

"Grethel, che c'è?" - chiese d'Artagnan, preoccupato per quel cambio d'espressione improvviso.

Grethel lo fissò, senza trovare per alcuni attimi le parole. E ora cosa doveva fare? La vendetta che per anni aveva atteso, preparato... Il suo nemico era morto!!! E ora ne aveva davanti il figlio!!! D'artagnan...

Che forse amava...

'Ma io ho promesso vendetta a mia madre...' - pensò. E alla fine decise! Avrebbe onorato la memoria dei suoi genitori, vendicato la vita e la morte infame che avevano fatto, avrebbe mantenuto fede alla sua promessa! Andando contro ai suoi sentimenti, alla fiducia che quel giovane che stava rischiando tutto per aiutarla, riponeva in lei, andando contro ai suoi stessi sentimenti. "Nulla d'Artagnan, ho solo sentito un rumore..." - mentì.

D'artagnan sbatté gli ingenui occhioni blu. "Davvero? Non ho sentito nulla...".

Grethel gli sorrise. "Io sì e forse per ora, visto che la ricerca sarà lunga, è meglio che ce la filiamo da quì! Torneremo la notte prossima a fare quello che dobbiamo!".

Confuso da quel cambio di programma repentino e dal vederla così turbata, d'Artagnan non replicò e con un cenno del capò annuì, d'accordo con l'idea della donna. "Ok, verrò con te! Ma dovrò trovare una scusa anche domani sera allora, per uscire di casa. E temo che questo finirà per insospettire tutti quanti...".

Grethel scosse la testa. "Non tornerai a casa. Ci nasconderemo nel casolare che sta nei boschi di Saint Jacques e lì aspetteremo il tramonto! E domani torneremo quì!". Lo disse con convinzione, come se non mentisse...

In realtà, i suoi piani sarebbero stati altri...

D'artagnan da quel bosco non sarebbe mai tornato!

E mentre loro scappavano nelle vie di Parigi come fuggitivi, Copì volava disperatamente verso casa Bonacieux.

  
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