Fanfic su artisti musicali > Emblem3
Segui la storia  |       
Autore: losermind_x    27/08/2013    7 recensioni
Sid e i suoi fratelli si trasferiscono da Half Moon Bay ad Huntington Beach per colpa del lavoro dei loro genitori, qui incontreranno tre ragazzi particolarmente conosciuti. Riusciranno, grazie a questi, a dimenticare casa e ad andare avanti con la loro vita? *sospesa: causa abbandono della band da parte di Drew*
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Drew Chadwick, Keaton Stromberg, Nuovo personaggio, Wesley Stromberg
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Scusate veramente tanto per il ritardo, sono imperdonabile, potete uccidermi dopo aver letto il capitolo. Ringrazio la mia luce, xFelixFelicis, per avermi spronato a continuare. Ecco a voi il vostro meritatissimo capitolo.
 
 

 





Chapter I
 
Mi sveglio sentendo la suoneria che notifica un messaggio non letto, è mia cugina Grace, apro il messaggio per leggere cosa c'è scritto, magari verrà a trovarci il prossimo weekend, invece quel messaggio contiene la mia prematura morte.
 

-

 
Mi sveglio sentendo qualcuno muoversi, dev'essere Sid che non ha più sonno, mi alzo trovandola seduta sul letto con le mani tra i capelli.
"Sid che cos'hai? Ti senti male?" dico scuotendola. Non mi risponde. È scossa da piccoli singhiozzi. "Sid stai piangendo?"
Una luce mi attira, è il cellulare di Sid che è rimasto aperto. Guardo lo schermo che ritrae la foto dell'attore Cory Monteith.
"Ehi da quand'è che hai le foto di Cory sul telefono?" chiedo ridendo, "so che non è il più figo tra i ragazzi, ma non c'è bisogno di piangere" alle mie parole inizia a piangere ancora più forte. Il cellulare di Sid inizia a squillare così rispondo.
-Pronto, chi è?
-Oh Mitch sei tu, come l'ha presa Sid?
-Come ha preso che cosa Grace? Centra qualcosa il fatto che Sid sta piangendo?
-Sta piangendo?
-Si Grace, Sid sta piangendo, ora però mi spieghi il perché?!
-Mitch, Cory Monteith è morto. L'hanno trovato in una stanza d'albergo a Vancouver, ipotizzano sia morto per overdose. Ho mandato un messaggio a Sid appena l'ho saputo.
-Cazzo Grace, sei un'idiota. Ti pare il modo di dirlo alla gente.
-Non prendertela con me, che ne sapevo che ci teneva così tanto, non mi pare gli fosse molto simpatico Finn.
-Si, ma quella era una cazzo di serie tv. Cory è un'altra cosa.
-E io che ne potevo sapere?
-Senti Gracy fammi un favore, vaffanculo.
Chiudo la chiamata e cerco di far reagire Sidney, la scuoto, gli parlo, mi ci incazzo, ma niente. I gemelli ci hanno raggiunti, devo  aver alzato troppo la voce.
"Cosa cazzo è successo qui? È Mitch, che cazzo succede?" dice Lance prendendo tra le braccia Sid, questa, se possibile, inizia a piangere ancora più forte.
"Io...non lo so. Mi sono svegliato e lei era lì che piangeva, ha chiamato Grace e mi ha detto che gli ha inviato un messaggio con scritto che Cory Monteith era morto di overdose. Ho cercato di farla calmare, ma sembra impossibile"
"Shh, manteniamo la calma, riusciremo a farla smettere. Ehi Sid, non piangere, ora starà sicuramente meglio, ha finito di soffrire"
"Ehi Elliott?"
"Che c'è?"
"Sei un emerito coglione. Come cazzo puoi far star meglio una persona se gli parli così!"
"Ed io che cazzo ne so. Non ho mai consolato nessuno per la morte di qualcuno"
"E fammi un favore. Non provarci mai più" di colpo sentiamo una risata.
"Siete veramente pessimi. Ma siete riusciti a farmi sentire meglio. Ha ragione Elliott, ora non soffrirà più, forse è una cosa positiva" dice Sid alzandosi dal letto e andando in bagno. Quando  torna in camera ha il viso più rilassato e gli occhi non sono più così rossi come prima.
"Sicura di stare bene?" dice Lance preoccupato.
"Sicura al cento per cento An"
"Facciamo l'ottanta per cento" dico vedendo la sua espressione triste "Siddy lo sai che non c'è bisogno di mentirci. Ti conosciamo come le nostre tasche"
"Ok, forse non starò benissimo, ma posso provarci. Non voglio rovinarvi la giornata. Voglio dire, surfare con gli Emblem3 è qualcosa di importante per voi, soprattutto per Mitch, non voglio ostacolarvi"
"Sidney sei una completa imbecille. Come puoi pensare che surfare con gli Emblem3 sia più importante di te"
"Si, ma io non sto morendo Mitch, posso farlo"
"D'accordo, annulleremo l'appuntamento con i ragazzi, non se la prenderanno, ci saranno altre occasioni per surfare insieme"
"No El, noi andremo a quell'appuntamento"
"No, noi lo annulleremo"
"E come di grazia potrei saperlo, visto che non abbiamo il loro numero di telefono e loro non hanno il nostro"
"Uno di noi andrà al molo per avvisarli"
"Si, e non tornerà più. Sappiamo come siamo fatti, nessuno di noi saprebbe rinunciare al surf, non potremmo mai dire di no"
"Allora in questo caso andremo. Ma se dovessi sentirti a disagio e vorrai andartene, dillo e ce ne andremo subito. Ok?"
"Va bene grande capo"
"Allora cammina a vestirti che ti portiamo a fare colazione"
"Scusate state dicendo che pagarete voi?"
"Ah! Si, pagheremo noi simpaticona dei miei stivali" dice Elliott uscendo dalla stanza.
"Adios, ci vediamo tra un po' babbani" dico andando in camera mia.
"Babbana ci sarà tua sorella" grida Sid.
"Tu sei mia sorella, cogliona"
"Ehi, tratta bene tua sorella" dice papà salendo le scale. "Dove state andando così di corsa?"
"In spiaggia, ma prima passiamo a fare colazione. A questo proposito, dovresti lasciarci la jeep"
"Mi dispiace El, ma credo che dovrete fare colazione a casa. La mamma ha preparato la colazione per un intero reggimento. Ha voluto innaugurare la cucina preparando la prima colazione ad Huntington Beach, e vuole che ci siate tutti e quattro"
"Ma dai, possiamo fare colazione qualsiasi altro giorno insieme, ora volevamo portare Mitch e Sid a colazione fuori"
"Facciamo una cosa An, voi farete colazione a casa e io vi darò le chiavi della jeep per andare in spiaggia" dice papà allungando la mano davanti a Lance.
"D'accordo, ma appena finiamo di mangiare ce ne andiamo" dice Lance stringendo la mano a papà.
"Mi sta bene, ora scendete"
"Pà quand'è che arrivano le macchine?"
"Tranquillo El, l'agenzia di traslochi mi ha avvisato che arriveranno stasera. Le vostre macchine sono in perfetta forma"
"Sarà meglio per loro"
Finiamo di vestirci e scendiamo in cucina a fare colazione.
"Buongiorno ragazzi"
"Giorno má" rispondiamo in coro.
"Cos'è non si saluta più" dice la mamma allungando il collo e girando il viso. Vuole un bacio da tutti i suoi figli. Ci mettiamo in fila ed uno per volta gli scocchiamo un bacio sulla guancia, tranne per Elliott che glielo dà in fronte. "Bravi i miei bambini"
"Mamma questa è una cosa imbarazzante"
"Ma piantala Sidney. Cosa state facendo?" dice la mamma vedendoci seduti. "Mangeremo in sala, come una normale famiglia, quindi alzate le chiappe e portate queste cose di là"
Andiamo ad apparecchiare e portiamo la colazione a tavola.
"Má queste tovagliette sono orrende. E un'altra cosa, vuoi farci diventare dei maiali con tutta questa roba?"
"Smettetela di lamentarvi e mangiate. Per quanto riguarda le tovagliette, possiamo andare a ricomprarle oggi se vi fanno tanto schifo" dice la mamma con la speranza negli occhi. Vorrebbe davvero passare un giorno con noi, ma noi abbiamo già altri impegni.
"Mà non te la prendere, ma noi avremmo già altri impegni"
"Cosa? Ma ragazzi siamo appena arrivati. Non potete sparire così, non conoscete ancora la città, e poi dovete ancora sistemare le vostre camere" come da copione scoppiamo a ridere. Sapevamo che avrebbe reagito così.
"Promettiamo di tornare per pranzo, e oggi pomeriggio sistemeremo le nostre stanze, ma ora lasciaci andare a surfare"
"Ragazzi, io, cioè dobbiamo ancora sistemare casa e andare a comprare alcune cose. Mi servite qui"
"Facciamo così, oggi sistemeremo le nostre stanze, e domani andremo a comprare quello che ti serve per casa, e ti aiuteremo a sistemare. Ci stai?"
"Allora ci conto è?!"
Mangiamo in fretta e furia in modo da poter uscire presto da casa.
"Ragazzi potreste mangiare con calma, così rischierete di strozzarvi"
"Má sei troppo ansiosa, non ci succederà nien..." Lance non fa in tempo a finire di parlare che si strozza con il bacon, inizia a tossire e noi scoppiamo a ridere. Elliott gli passa il succo per farlo riprendere.
"Si-siete veramente degli infami" dice Lance tossendo, "solo il mio gemello si preoccupa per me"
"Ma finiscila per piacere. Sei tu che fai tanto il gradasso e poi ti strozzi con un po' di bacon" gli dico, lui mi fa la linguaccia e mi lancia un biscotto. Per difendermi Sid gli lancia un panino, ed è così che iniziamo una battaglia col cibo.
"E sia, gemelli contro gemelli" fa Elliott prima di lanciarmi addosso un pezzo di bacon.
"Smettetela di fare i bambini, siete abbastanza grandi da poter guidare, ma siete davvero immaturi quando fate così" dice papà prendendo al volo un panino che era diretto a me. Non si sa come, ma un biscotto lo prende in faccia. "Chi è stato?" chiede livido in viso. Visto che io ero davanti a lui, sa che non sono stato io, ma guarda gli altri tre con faccia molto arrabbiata. I ragazzi si indicano a vicenda, mentre Sid fa la faccia d'angioletto e alza le mani al cielo. La mamma accorre in nostro aiuto.
"Andiamo Phil, sono ragazzi, non stavano facendo nulla di male" papà sbuffa e si siede sul divano, di certo non vuole discutere con la mamma, altrimenti poi dovrebbe portarla a fare shopping per rimediare, e di certo non è il tipo a cui piace andare per negozi.
"Vabbé, qui abbiamo finito, quindi noi possiamo anche andarcene" dice Elliott alzandosi.
"Andate, andate, non vorrete mica arrivare in ritardo al vostro appuntamento" dice la mamma iniziando a sparecchiare.
"Sei sicura che non vuoi una mano?" gli chiede Sid mossa da compassione. Deve essere proprio giù se si offre di aiutare a sparecchiare. Noi la zittiamo, di certo non vogliamo passare altro tempo dentro casa, soprattutto con papà che sembra sul punto di volerci cruciare.
"Tranquilla tesoro, posso farcela, andate pure" ci sprona la mamma.
"Allora noi andiamo"
"Solo, state attenti a Sid. Mi raccomando. È la più piccola, e dovete controllare che non gli succeda nulla" ci dice papà.
"Che cavolo! Guarda che non sono la sola ad essere piccola" dice Sid mimando le virgolette alla parola piccola, "Mitch ha la mia stessa età, non vedo il motivo per cui io devo essere sempre controllata, mentre lui può fare quello che gli pare. Mi sembra che abbiamo raggiunto la parità dei sessi parecchio tempo fa, quindi perché continuate a trattarmi in modo diverso dai maschi di questa famiglia?!" conclude stringendo i pugni e uscendo fuori casa, non dimenticandosi di sbattere il portone per fare la grand'uscita finale. Deve fare sempre queste uscite ad effetto altrimenti non è contenta. Sarebbe perfetta come attrice o come avvocato, la parlantina ce l'ha, le capacità anche, per non parlare della drammaticità.
"Pá perché devi farla sempre incazzare? Lo sai com'è fatta. Non sopporta di essere trattata come una bambolina a cui serve protezione. Sa cavarsela da sola, e alle volte lo fa meglio di noi. La controlliamo comunque, ma almeno non glielo diciamo in faccia. Per questo accetta la nostra presenza e il fatto che gli stiamo sempre appiccicati, perché noi non diciamo che ha bisogno di protezione, lo facciamo e basta"
"Lo so Mitch, ma è comunque la mia bambina e voglio essere sicuro che non gli succeda nulla di male"
"Guarda che esce con noi. Siamo suoi fratelli. Per noi non c'è nulla di più importante della sua sicurezza. Devi stare tranquillo ok? Noi ora andiamo, quando torniamo vedi di scusarti, non è che oggi sia proprio un bel giorno per Sidney" dice Elliott spingendoci verso il portone.
"Perché non è un bel giorno? Cos'è successo a vostra sorella?"
"Nulla má, è morto un attore, e Sid non l'ha presa molto bene"
"Mettete una buona parola per me con vostra sorella"
"D'accordo pá. Noi andiamo, ci vediamo a pranzo"
"Ciao, e mi raccomando non fate come il vostro solito che vi presentate alle tre, vostro padre deve andare a lavoro e non può fare tardi"
"Ok, ok"
 

-

 
Sono stufa di essere trattata come una ragazzina. Ormai sono maggiorenne, ho quasi diciannove anni, perché tutti devono trattarmi come una bamboletta, non capiscono che voglio i miei spazi e poter sbagliare da sola. Devono per forza controllarmi ogni istante della mia vita, altrimenti non sono soddisfatti. Non capiscono che così è troppo, e che prima o poi mi ribellerò. La vita è la mia, e la vivo come mi pare. Non capiscono che non sarò più sotto la loro custodia. Voglio vivere come mi pare, uscire quando ne ho voglia, conoscere ragazzi, divertirmi. Altrimenti a cosa servirebbe l'adolescenza.

"Sid andiamo?" mi chiedono i ragazzi, sono così sovrappensiero che non mi ero accorta del loro arrivo, difatti faccio un balzo indietro dallo spavento.
"Oh Cristo! Mi volevate morta, dite la verità" grido portandomi una mano al petto, di questo passo avrò un infarto prima dei trent'anni.
"Noi siamo usciti con tutta calma da casa, ci hai anche visto. Ora possiamo andare?"
"Si si, andiamo" dico salendo in macchina. I ragazzi caricano le tavole sulla jeep.
"Comunque almeno grazie potresti dircelo, non è che ti sei fatta gli schiavetti" dice Lance stizzito e entrando in macchina.
"Grazie fratelloni" dico facendo un sorriso ironico e marcando la parola fratelloni, in modo che si sentano almeno un pochino in colpa per come mi ha trattata papà, anche se loro non c'entrano poi molto. Arriviamo al molo alle undici meno venti, i ragazzi decidono di andare subito in acqua, mentre io mi stendo un po' al sole. Si sa che nella vita non si può mai stare tranquilli, difatti non faccio nemmeno in tempo a sdraiarmi che due idioti mi si avvicinano.
"Ehi bellissima come va?" mi dice uno mettendosi seduto e circondandomi le spalle con un braccio.
"Sei nuova di qui? Anche perché altrimenti ti avremmo notata prima" dice l'altro ammicando.
"Sentite oggi non sono in vena, quindi se non volete ritrovarvi femmine nel giro di due minuti sparite da davanti la mia vista"
"Oh, caliente la ragazza"
"No, caliente sarà la tua faccia dopo che il mio pugno ci si sarà abbattuto contro" accorre in mio aiuto Drew che è appena arrivato.
"E voi chi cazzo siete?"
"Siamo quelli che vi stanno chiedendo gentilmente di andare a farvi fottere, prima di mandarvici a forza di calci in culo" rimarca il concetto Wes prendendo per il collo il povero coglione rimasto in piedi.
"Ci andremo molto volentieri se lei venisse con noi" dice quello che mi sta vicino stringendomi più forte.
"Che cazzo sta succedendo qui? Chi cazzo siete voi due? E perché tu stai tenendo quel tuo luridissimo braccio sulle spalle di mia sorella?" sbraita Elliott contro i due poveri idioti.
"Ehi, noi cercavamo solo di fare amicizia. Non è vero tesoro?" dice quello sfiorandomi il collo con il naso.
"Senti mi pare di averti fatto capire che non sono interessata" dico alzandomi per tenere a bada i miei fratelli. Nonostante questi due se lo meriterebbero, non vogliono che finiscano all'ospedale, non sarebbe carino.
"Oh, andiamo micetta" dice quello mettendomi una mano sulla spalla.
"Io ti avevo avvertito" dico girandomi. Gli prendo la mano girandogli  il polso, e poi gliela porto dietro la schiena, il coglione urla dal dolore. Stessa sorte tocca al suo amico per mano di Wes che lo teneva ancora per il collo. "Ora te ne vai senza fare un fiato, te e il tuo amico, e non vi fate più vedere, perché la prossima volta non sarò così magnanima da lasciarti andare. Non prima di aver preso una sonora scarica di botte dai miei amici. Vi è chiaro il concetto?" dico lasciandolo andare, Wes fa la stessa cosa con l'altro.
"Certo, chiarissimo" dicono. Drew scatta in avanti come se li volesse picchiare, e quelli scappano alla velocità della luce.
"Quei grandissimi bastardi, io li faccio fuori" dice Lance, fa per scattare, ma lo blocco subito.
"Dove credi di andare?"
"Vado ad ammazzarli"
"E io lo accompagno"
"Fatela finita, voi non ammazerete nessuno. Ora calmatevi. Scusate ragazzi" dico rivolgendomi a Drew, Wes e Keaton.
"Tranquilla" dice Keaton sorridendomi.
"Non fa niente. Ci ha fatto piacere aiutarti"
"Già, ha ragione Wes, fa sempre piacere aiutare una donzella in pericolo"
"Devo forse farti notare che non sono il prototipo di ragazza a cui serve aiuto" dico guardandolo a braccia incrociate.
"Hai ragione te la saresti cavata benissimo anche senza di noi"
"Keats tu sei l'ultimo che può parlare visto che non hai mosso nemmeno un muscolo"
"Che vuoi da me Wes, non è mica colpa mia se quelli erano due armadi e io sono quello che sono"
"Oh, povero Keaton" lo prende in giro Drew, per tutta risposta si becca un pugno sul braccio da Keaton.
"Comunque scusate, forse non ve lo aspettavate così questo incontro"
"Non aggiungere altro, in fondo l'hai reso solo un po' più movimentato, non dispiacerti per questo"
"Ora però andiamo in acqua, Wes e Drew stanno fremendo da ieri sera"
"Si, perché tu no vero?!"
"Dai andiamo"
"No, scusate ragazzi ma io non me la sento per ora, magari dopo" dico sorridendogli.
"Sid vuoi tornare a casa?"
"Assolutamente no, Mitch. Voglio solo prendere un po' di sole, vi raggiungerò dopo. So che siete qui solo per veder surfare me, ma non preoccupatevi, vi farò vedere dopo" dico sicura di me.
"È sempre così modesta?" chiede Wes divertito.
"No, solitamente lo è molto di più" dice Mitch.
"Comunque sulla spiaggia da sola non ti ci lasciamo, visto cos'è successo poco fa"
"Ora non iniziate per favore"
"Rimarrò io con lei" si propone Mitch.
"Resto anch'io, non mi sono ancora svegliato per bene" dice Keaton.
"Ok, allora noi entriamo. Non lasciatela da sola" dice Elliott.
"Smettetela di fare così" urlo.
"No, non la smettiamo. Quei due avrebbero potuto farti del male. Non so cosa avremmo fatto se ti fosse successo qualcosa" dice Lance a nome di tutti e tre.
"Non prendertela con loro, cercano di fare solo il tuo bene" dice Keaton.

I ragazzi entrano in acqua mentre Mitch e Keaton stendono i loro asciugamani sulla sabbia e si siedono vicino a me. Cerco nella borsa gli occhiali da sole ma non li trovo, devo averli lasciati a casa. Così rubo quelli che Mitch ha in testa, li inforco e mi ristendo a prendere il sole a pancia all'aria. I ragazzi iniziano a parlare e a ridacchiare, sono fastidiosi peggio delle ragazze, li affogherei se avessi l'acqua a portata di mano. Purtroppo non sono così forte da poterli portare entrambi in acqua, così faccio la cosa più sensata, mi infilo le cuffiette e accendo l'iPod. Per stare più comoda mi sono messa a pancia in giù, solo che non mi sono messa la crema abbronzante, così chiedo a Mitch se può spalmarmela.

"Ehi, se non do troppo fastidio ai due piccioncini, non è che uno dei due potrebbe mettermi la crema solare sulla schiena?" chiedo scuotendo il tubicino della crema davanti ai loro nasi.
"Ci penso io" dice Mitch iniziando a spalmarmi la crema. Non so se sia più geloso di me o di Keaton, dovrò ricordarmi di chiederglielo. "Fatto. Ora potresti metterla tu a me?"
"Non ci penso nemmeno. Ho perso fin troppo tempo, devo pur mantenere la mia abbronzatura alla perfezione, è l'unica cosa da ragazza a cui tengo. Fattela mettere da Keaton la crema" stronzeggio. Devo dire che sono veramente una stronza, ma mi piacerebbe vedere i due insieme, dopotutto farei di tutto per i miei fratelli, e a Mitch piace Keaton, quindi perché non spingere un pochino il fato dove voglio che vada?
Anche con il volume al massimo non riesco a non sentirli, passano circa venti minuti e i ragazzi escono dall'acqua. Non gli do nemmeno il tempo di avvicinarsi che li prego di far concludere questo supplizio affogando Mitch e Keaton, loro per tutta risposta mi sbottano a ridere in faccia.
"Che vi ridete cretini?! Seriamente, salvatemi. Non li sopporto più. Portatemi con voi" dico allungando le mani. Lance mi prende una mano, Elliott l'altra, e insieme mi tirano su.
"Non pensavamo che mezz'oretta con questi due ti riducesse così"
"Ehi, grazie mille. Noi volevamo solo farti compagnia"
"Già, mi sento offeso"
"Se se, come no. Ora surfiamo" dico prendendo la tavola da terra e correndo verso l'acqua. Inizio a surfare senza aspettare nemmeno l'arrivo dei ragazzi. È liberatorio stare in acqua, sarei dovuta entrarci subito invece di aspettare. Faccio qualche manovra delle mie e finisco in acqua. Non riesco a rimanere concentrata sul surf.
"Questo è tutto quello sai fare? Ti credevamo più brava" mi sbeffeggiano gli Emblem3.
"E lo sono. Ma non riesco a rimanere in piedi sulla tavola"
"Sid devi concentrarti. Devi lasciare i problemi fuori dall'acqua se vuoi surfare"
"Ha ragione Lance, il surf ha bisogno di concentrazione. Tu sei concentrata Sid?"
"Ovvio che sono concentrata" mi fa rabbia il fatto che i miei fratelli mi credano un'idiota che non sa come stare in acqua.
"E allora dimostralo" dice Elliott convinto, "fagli vedere di che pasta è fatta Sidney Severson" mi sussurra facendomi l'occhiolino.
Devo rimanere concentrata.
"Su Sid concentrati, respira, puoi farcela" dico tra me e me.
"Ma è normale?" chiede Keaton facendo una faccia strana, dopotutto non succede tutti i giorni di incontrare qualcuno che parla da solo.
"Scoprirete che Sidney è tutto, tranne che normale" gli risponde Mitch.

Faccio ancora un'altro bel respiro e poi inizio a nuotare con la tavola per allontanarmi dai ragazzi. C'è una bellissima onda che è pronta per farsi cavalcare da me, ma io non me la sento. Mi viene in mente che ieri avrei potuto farmi seriamente male sfidando Lance, ringrazio il cielo di aver avuto la fortuna di passarla liscia. La verità è che con la morte di Cory non posso far a meno di pensare che morire non è una prerogativa degli anziani, ma può succedere a chiunque. Può succedere a me, ai miei fratelli o ai miei genitori, il fatto è che la morte è una cosa che non si può fermare e nemmeno una cosa a cui dire 'ehi, scusa, non è che potresti ripassare più tardi, si sai, tipo tra altri ottant'anni'.
È con questi pensieri in testa che mi lascio trasportare dalla corrente fino a riva. Non ci ho provato nemmeno a cavalcare quell'onda. Sono così incazzata con me stessa che non mi slego nemmeno il laccio che tiene attaccata la tavola alla mia caviglia, mi tolgo solo la maglia e mi ci copro il viso, piangendo lacrime amare. Non sento neppure i miei fratelli che urlano il mio nome, almeno fino a che non sono a due centimetri dal mio naso. Affondo ancora più insistentemente la faccia nella maglietta. Mi bruciano gli occhi, forse perché la maglia è impregnata di acqua salata e sabbia, o forse è dovuto al fatto che sto piangendo, ma comunque non mi importa poi molto. Ho deluso i miei fratelli, ho deluso i ragazzi, ma soprattutto ho deluso me stessa.

"Che cazzo fai? Ti pare il modo di uscire dall'acqua? Ci hai fatto prendere un infarto. Pensavamo ti fossi sentita male. Non farlo mai più, chiaro?" sbraita Mitch cadendo in ginocchio davanti a me. Mi abbraccia così forte che per un momento penso di non riuscire più a respirare.
"Mitch così la soffochi" dice Lance con il fiatone. Sono corsi tutti a vedere cos'è successo alla povera cogliona.
"Oh, si scusami" ammette mollando la presa, "ma ti prego, non farlo mai più se non vuoi avermi sulla coscienza, chiaro?"
"Cristallino" sbuffo per poi slacciarmi il laccio della tavola. "ora potreste lasciarmi da sola?"
"No che non ti lasciamo da sola, vogliamo sapere che ti succede, sei strana ultimamente"
"Non davanti a loro" indico gli Emblem3.
"Scusate, avete ragione, sono affari personali"
"Drew ha ragione. Noi andiamo, ci vediamo in giro" saluta Keaton seguito dagli altri. I miei fratelli si siedono attorno a me.
"Vuoi parlarne?" mi chiede Elliott prendendomi le mani e tenendole tra le sue.
"Ora non me la sento, scusatemi. Potremmo tornare a casa adesso?"
"Certo, andiamo"
"Lascia, te la prendiamo noi" dice Lance riferendosi alla tavola.
"Guardate che ce l'ha faccio, non sono mica fatta di cristallo"
"E allora perché sembri sul punto di romperti?" chiede Mitch, più che una domanda sembrava un'affermazione.
"Faccio così schifo?" dico pensando che si riferiscano al mio aspetto.
"Non più delle altre volte" ci scherza su Elliott.
"Sai che non ci riferivamo al tuo aspetto"
"D'accordo, ho afferrato. Adesso andiamo, così avremo meno da fare domani" dico andando in macchina. Arriviamo a casa quando è quasi mezzogiorno.
"Siamo tornati" urlano i gemelli appena mettiamo piede dentro casa mentre Mitch posa le chiavi sul mobiletto all'ingresso.
"Come mai così presto, non c'erano onde oggi?"
"Má dovresti sapere che avremmo surfato anche senza onde, solo che non ci andava molto oggi" apprezzo il fatto che mi coprano e che non dicano alla mamma della mia piccola scivolata di stile.
"E i ragazzi come l'hanno presa, non dovevate surfare con gli Emblem3?"
"L'hanno presa bene. Sono stati, come dire, comprensivi" mi sento in colpa, non ho permesso ai miei fratelli di surfare, e me la sono presa ingiustamente con i ragazzi.
"Va bene. Allora potete iniziare a mettere a posto qualcosa mentre io preparo il pranzo"
"Saliamo a sistemare le camere allora"
"Io rimango qua" dico creando nei miei fratelli un po' di sorpresa, "posso aiutarti a cucinare se ti va" la mamma è letteralmente a bocca aperta.
"Tesoro sicura di stare bene?"
"Si perché? Oh, capisco. Ok, è vero che non ti aiuto molto spesso in cucina, anzi dire mai sarebbe meglio, ma volevo solo rendermi utile, la camera la sistemerò dopo. Allora, posso?"
"Certo che puoi, oh tesoro, nulla mi farebbe più felice" dice la mamma abbracciandomi, i ragazzi salgono di sopra a sistemare le camere.
"Allora cosa avevi intenzione di preparare?"
"Tuo padre voleva gli spaghetti alla carbonara"
"Te l'ho mai detto che amo il fatto che tu sia italiana?!"
"Abbastanza spesso. Prendi le uova e la pancetta ora"
"Anche la cipolla?" dico tirandola fuori dal frigo.
"Ovviamente. Sai come devi fare, no? Metti in una padella l'olio con la cipolla..."
"La faccio soffriggere, poi ci metto la pancetta a cubetti"
"Prima devi tagliarla"
"Ovvio. In una ciotola sbatto le uova e ci aggiungo sale, pepe, parmigiano e latte"
"Allora sai come procedere. Prego, divertiti"
"Cosa?"
"Beh visto che sai come fare lo lascio fare a te. Io starò a guardare"
"Ti stai vendicando per tutte le volte che non ti ho aiutato e che sono stata a guardare, vero?"
"Esattamente. Finalmente saprai com'è complicato sfamare te e i tuoi fratelli" dice accendendo la tv su Mtv music.
È sulle note di 'It's beautiful day' che inizio a tagliare la pancetta. Nella foga della canzone ho anche rischiato due o tre volte di tagliarmi un dito. Inizio a sbattere le uova, quando Lance entra in cucina fischiettando, si ferma quando mi vede davanti ai fornelli.
"Che ci fai lì davanti?"
"Sta preparando il pranzo, tesoro. È veramente brava, anche se non sembra" dice la mamma spuntando dal salotto.
"Perché vuoi farci avvelenare, dimmelo, ci odi, abbiamo fatto qualcosa di male per meritarci ciò?!"
"Smettila di fare il melodrammatico An, non avvelenerà nessuno. Ora chiama i tuoi fratelli, dovete apparecchiare"
"Uff"
"Non sbuffare con me, Laurence Thomas Severson"
I ragazzi scendono ad apparecchiare mentre metto a bollire l'acqua. Papà è fuori che taglia il prato, la mamma manda Mitch a chiamarlo. Siamo tutti seduti a tavola e con i piatti pieni quando papà rientra.
"Buon appetito ragazzi"
"Buon appetito" rispondiamo in coro.
"Ti sei superata questa volta, tesoro"
"In realtà ha cucinato Sidney, non io"
"Oh, allora complimenti Sid"
"Grazie" dico con gli occhi bassi.
"A questo proposito, scusa anche per stamattina. Non intendevo screditarti, so che te la sai cavare bene anche da sola e..."
"No, avevi ragione tu. Stamattina due ragazzi mi hanno importunato e se non ci fossero stati Drew e Wes non so come avrei fatto. Quindi sono io che devo scusarmi, ho esagerato e mi dispiace" non riesco neanche a guardarlo negli occhi.
"Drew e Wes? Sono i cantanti?"
"Si, sono loro"
"Beh li ringrazierò a dovere quando me li farete conoscere"
"Basta! Non è vero che non ti saresti saputa difendere. Lo hai fatto, e lo hai fatto alla stragrande. Li hai messi al loro posto. Forse è vero che Drew e Wes ti hanno aiutato, ma avresti anche potuto farcela da sola. Ne sono più che certo" mi difende Lance.
"Lance, per favore" lo supplico.
"Niente per favore, sappiamo entrambi che ce l'avresti fatta anche da sola. L'unico problema è che non c'eravamo noi a difenderti ma loro" dice riferendosi agli Emblem3.
"Sei geloso?"
"Ovvio che si. Anche se sono forti sono comunque dei ragazzi, più grandi per di più. E tu rimani sempre la nostra sorellina. Saremo sempre gelosi di te, anche quando ti vedremo camminare verso l'altare. Saremo gelosi di tutti gli uomini della tua vita, nulla potrà cambiarlo" ammette venendomi ad abbracciare.
"Voi la pensate come lui?"
"Certo, che domande"
"Al duecento per cento"
"Oh, che dolci. Venite qui" dico allargando le braccia. Voglio un mega abbraccio di gruppo con i miei fratelli. Quasi soffoco quando mi prendono in braccio, mi buttano sul divano e mi si tuffano addosso.
"Quanto amore fraterno" ci schernisce papà.
"Si, ma ora tornate a tavola altrimenti la pasta si incolla"
"Agli ordini capitano" dico facendo il saluto militare, i ragazzi mi imitano.
"Smettetela di fare gli idioti e venite a mangiare"

Finiamo di mangiare nella più completa tranquillità. Lance ed Elliott sparecchiano, mentre io e Mitch laviamo i piatti. La mamma è rimasta sconvolta da tutta questa disponibilità gratuita, ci ha detto se lo stavamo facendo per avere qualcosa in cambio, papà le ha detto di lasciarci fare. Ora lei è seduta sul divano tra i gemelli,  invece papà è andato a lavoro. La mamma dovrebbe tornare a lavoro la settimana prossima, deve aspettare che tutta la roba che aveva nel vecchio laboratorio venga trasferita in quello nuovo. Quindi per questa settimana la vedremo girare per casa, a mettere apposto ogni singola cosa, senza una meta precisa, solo perché non sa che fare. Di conseguenza, ci stresserà per passare del tempo con noi, visto che non lo facciamo mai.

"Ragazzi andate a sistemare le vostre camere"
"Pensavamo che ci dessi almeno un attimo di respiro"
"Chiamatemi pure tiranno"
"Lo faremo, visto come ci tratti"
"Elliott non esagerare, vi ho solo detto di andare a sistemare le stanze"
"E se non è tirannia questo, non vedo cosa possa esserlo"
"Piantatela di fare i bambini e fate il vostro dovere"
"Uffa, d'accordo mamma tiranna"
Saliamo a sistemare le stanze, fortunatamente sono distanti dal piano terra, almeno possiamo ascoltare la musica mentre sistemiamo.
"Ci pensi tu Sid?"
"Cosa volete ascoltare?"
"Fai tu, ci fidiamo"
Sistemo lo stereo e sposto una delle casse vicino alla porta. Scelgo il cd e in poco tempo tutto il secondo piano è immerso nella musica.
"LMNT? Sei seria?" urla Elliott, visto la musica alta, affacciandosi in camera.
"Hey Juliet, i think you're fine, you're really blow my mind, maybe someday..." Lance entra in camera cantando, mi prende la mano e mi fa girare su me stessa.
"Visto, non tutti disprezzano come te"
"Certo non sono la migliore scelta del mondo, però non sono male" dice Mitch entrando in camera.
"Sentite, non avete da fare qualcosa? Ora uscite"
"Sei una palla Sid" mi dicono prima di uscire e andare nelle loro camere.
Inizio con il sistemare i vestiti, diciamo pure che li piego alla bell'e meglio e li butto nell'armadio così come capita.
Dopodiché metto a posto i cd, li sistemo secondo la data di uscita, il tipo di musica, e l'importanza che hanno.
Ho iniziato a sistemare i cappelli quando la mamma sale su a dirci di scendere a fare merenda. Mi calo uno dei cappelli  in testa e scendo in cucina. La mamma ha preparato pane e nutella, e ha fatto il tè.
"Allora come procedono le pulizie?"
"Ci stai prendendo in giro per caso?!" dico.
"Niente affatto. Volevo solo sapere a che punto eravate"
"Siamo ancora in alto mare"
"Sidney potresti toglierti il cappello quando sei a tavola"
"Ecco ora non ci sono più" dico sedendomi sul divano.
"Non sei simpatica Sidney"
"Perché non puoi chiamarmi Sid come fanno tutti? Mi da davvero sui nervi questa cosa"
"Perché ti ho chiamato Sidney il giorno che sei nata e non Sid, e poi sembra un nome da maschio, quindi non vedo il motivo per cui dovrei chiamartici"
"Perché preferisco così, Sidney è troppo lungo come nome, e per tua informazione, Sidney è anche un nome da maschio, quindi sei te che potevi scegliere meglio"
"Sidney non ricominciare" mi rimprovera Elliott.
"Se se, come volete voi" dico agitando la mano. Mi alzo e salgo in camera a finire di sistemare.

Inizio a disimballare gli scatoloni con i libri. Nella vecchia camera avevo una mezza specie di altarino con le cose più importanti per me, decido quindi di rifarlo nella credenza sopra la scrivania. Ci posiziono l'ultimo libro di Harry Potter, le gelatine tutti i gusti più uno, la lettera di Hogwarts e la bacchetta, questo per quanto riguarda il reparto Harry Potter. Poi posiziono il libro dei Jonas Brothers e il loro primo cd, il biglietto della prima visione di The Avengers, quello del concerto dei Simple Plan,e quello del mio primo concerto, Backstreet Boys, estate 2006. Nella credenza metto anche il diploma fresco di stampa, la lettera di ammissione alla Stanford University, il mio primo cappello, regolatomi dai miei fratelli quando avevo solo cinque anni, il plettro della mia prima chitarra,  la spilla della ghiandaia imitatrice di Hunger Games e una foto che ritrae Robert Downey Jr e Johnny Depp insieme ad una première. Prima di continuare a sistemare le mie cose infilo gli occhiali e mi siedo davanti al computer. Devo ancora completare la mia iscrizione alla Stanford. Nessuno della mia famiglia sa che ho fatto domanda lì, e credo che appena lo sapranno la prenderanno male. Lo so che è difficile entrare alla Stanford, non credevo nemmeno di esserne capace, e che è una delle più prestigiose università del mondo, ma è a sei ore di macchina da qui, se fossimo rimasti ad Half Moon Bay sarebbe stata solo una mezzoretta in macchina, e invece ora dovrò trovare un modo di far funzionare la cosa. Non so nemmeno per quali università abbia fatto domanda Mitch, so solo che è un cervellone, molto più di me, e che in qualsiasi posto voglia andare avrà le porte spalancate, e questo mi spaventa un po’. Credo che ne parlerò stasera a cena. Finisco di sistemare, nessuno mi cerca per sistemare casa e questo è un bene.

“Mitchell puoi andare a comprare del pane?” grida la mamma dal piano terra.
“Arrivo” urla Mitch in risposta. “Ehi, Sid, vuoi qualcosa al supermercato?” mi chiede Mitch affacciandosi in camera.
“Aspetta ti accompagno” dico prendendo la felpa.
“Tranquilla, mi accompagna Elliott. Allora, ti serve qualcosa?”
“Oh, un pacchetto di gomme” ci sono rimasta male, solitamente andiamo insieme a fare la spesa.
“Ok, le vuoi alla menta, fragola, liquirizia…?”
“Mitch! Voglio solo un pacchetto di gomme, prendile come ti pare”
“Ok” dice scendendo le scale.
“Non credi di aver esagerato un tantino” dice Lance gettandosi sul mio letto. Avevo appena cambiato le lenzuola.
“Non credo di aver fatto un emerito cavolo. E ora scendi dal mio letto” dico colpendolo con il cuscino per farlo scendere.
“Hai rifatto l’altarino” lo indica per poi alzarsi e andare a guardare. Lo colpisco così forte che avrei potuto staccargli la testa. “Che cazzo ti prende! Ti sei drogata per caso?!”
“Sparisci solo dalla mia stanza, ho da fare”
“Non c’era mica bisogno di malmenarmi, bastava dirlo”
“Ok, ora te l’ho detto, esci” dico indicandogli la porta.
“Io esco, però poi mi dici cosa c’è che non va”
“Non c’è nulla che non va” alzo la voce
“Smettila di negare, e di urlare. Hai trattato Mitch a pesci in faccia. È da ieri che ti girano, prima o poi dovrai dirci cosa c’è che non va”
Rispondo con un verso isterico e gli sbatto la porta letteralmente in faccia. Credo di averlo colpito.
“Cazzo, cazzo, cazzo” urla Lance dal dolore, “Ti ha dato di volta il cervello?! Vedi di non uscire per la prossima settimana o conta di essere morta per la sua fine. Fanculo” sbraita dando un calcio alla porta.
Lo so, ho esagerato, ma non potevo permettergli di vedere la lettera d’ammissione dell’università e dirlo agli altri, lo prenderebbero come un colpo basso, un tradimento. Voglio parlargliene io. È da mesi che mi preparo il discorso da fare, ma alla fine ho paura della loro reazione e faccio marcia indietro ogni volta.
“Ecco le tue gomme” dice Mitch buttandomele sul letto e chiudendosi la porta alle spalle.
Sono così stanca che mi appisolo senza nemmeno accorgermene. Papà mi sveglia dicendo che la cena è pronta.
“Quanto ho dormito?” chiedo guardando la sveglia.
“A quanto mi hanno detto hai dormito abbastanza”
“Perché non è venuto uno dei ragazzi a chiamarmi?” papà alza il sopracciglio e scende a mangiare, senza aspettarmi, ne rispondermi. Lo seguo, l’aria è di serenità quando scendo, ma appena mi vedono smettono tutti di parlare.
“Cos’avete tutti da guardare? Il livido ti dona. I ragazzi che fanno a botte attraggono molto le ragazze” mi rivolgo a Lance sfiorandogli lo zigomo. Prendo il cestello con il pane e lo metto a tavola.
“Non sei simpatica Sid, avresti potuto rompergli il naso” dice Elliott sedendosi.
“Ma non è successo giusto?! Se potessi avere il mio spazio, senza che ogni volta voi entriate nella mia stanza, queste cose non succederebbero”
“Ragazzi, Sid non ha tutti i torti, lasciatele il suo spazio”
“Papà ha ragione. Sidney è l’unica ragazza, dovete lasciarle privacy” dice la mamma servendo un’insalata di patate.
“Oh, e va bene, avete ragione voi” ammette Lance.
“Avevi qualche dubbio” lo prende in giro Elliott.
“Ti lasceremo i tuoi spazi, ma dovrai chiedermi scusa”
“Ok, a ognuno la sua. Scusami Lance, non volevo colpirti”
“Scuse accettate sorella” Lance mi batte il pugno, Elliott mi fa l’occhiolino, e Mitch si limita a sorridere.
Finiamo di mangiare, e mentre mamma va a prendere il dolce, Mitch ci spiazza.
“Ragazzi, ehi ragazzi, fermi, devo dirvi una cosa”
“Cosa tesoro?” chiede la mamma tornando con la crostata in mano.
“Sono stato preso alla Yale University…”
 
 
 
 
 
 

*Angolo dalla dubbiosissima moralità*
Mi dispiace davvero tanto dover interrompere qui il capitolo, ma cosa sarebbe una buona storia senza un po’ di suspance.
So che i ragazzi non sono molto presenti in questo capitolo, questo perché gli avvenimenti di questo capitolo influenzeranno i prossimi.
Prometto però che dal prossimo capitolo non saranno più guest star ma regular.
Spero di aver mantenuto la mia buona stella, e di non aver deluso nessuno.
Ringrazio tutte coloro che hanno recensito.
Vi adoro.
xoxo S.
 
p.s. scusate ancora per il ritardo.
p.p.s. le recensioni sono ben accette ;)

   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Emblem3 / Vai alla pagina dell'autore: losermind_x