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Autore: Momos    29/08/2013    0 recensioni
-Ciao- qualcuno le disse. Si voltò velocemente e vide un uomo che correva al suo fianco.
-Ciao- rispose lei continuando a correre. Non si era accorta di lui.
-Piacere, Shannon- le disse. Si voltò e si mise ad osservarlo attentamente. Stentava a credere ai suoi occhi. Non doveva farsi vedere agitata, tantomeno euforica. Così smise di guardarlo.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Arrivò il momento di separarsi, così lei salì in sella alla sua moto e lui aprendo la portiera salì nella sua splendida macchina nera. A metà strada il veicolo di Shannon si accostò alla moto di Chiara e abbassando il finestrino le chiese di deviare per casa sua, giusto per salutarsi. Non era necessario specificarlo, Chiara si sarebbe comunque fermata lì.
 
-Possiamo rivederci?- quella domanda arrivò appena posato il casco sulla sella lasciando la ragazza spiazzata. Rispose solo con un cenno della testa.
-Domani?- chiese ancora il ragazzo. Chiara annuì di nuovo. -Hai perso la voce?- rise lui accarezzandole con il dorso della mano la guancia.
Lei rise e scosse la testa arrossendo un po’
-Dove vogliamo vederci?- chiese finalmente lei.
-Ah ma allora sai di nuovo parlare? Miracolo- rispose ridendo e appoggiandosi con la schiena alla portiera della sua macchina.
-A casa mia. Poi penseremo a dove andare- rispose lui mentre frugava nelle tasche. –dammi il tuo numero così se ci sono imprevisti posso avvertirti o viceversa- continuò porgendole il suo telefono. Chiara rise lasciando perplesso Shannon.
-Perché ridi?- chiese lui curioso. La ragazza riconsegnò il telefono al proprietario e scosse la testa poi dolcemente gli stampò un bacio sulla guancia e si incamminò verso la moto. Aveva un sorriso stampato sul viso e non faceva altro che pensare a Sofia e a cosa avrebbe combinato sentendola raccontare di aver dato il suo numero a Shannon. Ormai era lontana da lui ma il suo profumo era ancora ben stampato nella sua testa. Si mise a cavallo della sua moto e prendendo un respiro profondo, sorrise.
I won't suffer, be broken, get tired, or wasted surrender to nothing, or give up what I
Il suo telefono prese a squillare. Lo afferrò. Numero sconosciuto.
-Pronto?- chiese con voce timorosa, odiava non sapere chi fosse a chiamare
-Ora anche tu hai il mio numero- sentì dire dall’altra parte del telefono
-Shannon!- rispose entusiasta la ragazza
-Si, sono io! Da quanto tempo eh?!- la voce melodiosa del ragazzo risuonava nell’apparecchio
-Bè si parecchio, circa...40 secondi!- rispose lei ridendo
-Sappi che ora che ho il tuo numero sarò la tua croce- Chiara rise ancora, di certo non la pensavano allo stesso modo i due!
-Soffrirò in silenzio! Ora..posso tornare a casa?-
-Oh..si certo! Ci sentiamo- rispose Shannon.
-Okay. A presto- rispose lei
-Lo spero!-
Chiara rise e agganciò.
Era così felice che il tragitto fino a casa le sembrò durare pochissimo. Probabilmente commise anche qualche infrazione, aveva la testa completamente sulle nuvole.
Appena arrivata a casa, prima ancora di togliersi la giacca e tutto il resto chiamò Sofia.
-Bubbles, ci sono novità?- rispose l’amica euforica senza neanche salutare
-Bè..diciamo che..-
-Su, non tenermi sulle spine! Hai il suo numero?- chiese agitata Sofia
-Non solo! Domani ci rivediamo!- rispose tutto d’un fiato Chiara
-OH MIO DIO RIPETI? STO SOGNANDO!- Chiara dovette allontanare il telefono dall’orecchio per quanto la sua amica avesse urlato. –Devi raccontarmi tutto, come è successo, chi ha chiesto il numero, dove vi siete visti, TUTTO!- urlò ancora.
-Niente, abbiamo chiacchierato mentre eravamo in spiaggia e poi prima di andare via mi ha detto se volevamo rivederci e mi ha dato il suo numero per avvertirlo se ci fossero stati problemi. Tutto qui- raccontò in breve.
-Tu hai una fortuna sfacciata! Ovviamente tu andrai domani vero? A proposito, dove andate?-
-Certo che andrò! Ci vediamo..ehm..a casa sua- disse Chiara mangiandosi le ultime parole.
-Dove?- chiese la sua amica senza ricevere alcuna risposta. –Ho capito bene? Hai per caso detto “casa sua”?-
-ehm…- rispose Chiara con la voce piccola piccola
-MIO DIO- Sofia urlò di nuovo –mi raccomando-  le disse poi.
-Oddio sembri mia madre- rise Chiara iniziando a togliersi la giacca.
-Io ti avverto! Comunque...divertiti!-  disse poi scoppiando a ridere
-che scema che sei! Mi conosci, non sono una di quelle che ci sta la prima volta- puntualizzò Chiara lanciando le scarpe in un angolo della stanza
-Si, ma qui parliamo di Shannon Leto! Ti rendi conto? Ah, ovviamente se incontri Jared..- Chiara non gli lasciò finire la frase
-Sisi, lavorerò per te- rispose ridendo.
-Brava! E comunque, so che tipo sei ma io non saprei resistere a loro-
-Bubbles, tu non sai resistere a nessuno!- rise ancora Chiara
-Scusa, mi avresti dato della poco di buono?- Sofia faceva finta di essere seria ma scoppiò a ridere alla fine della frase
-Io? No assolutamente!- ribatté subito l’amica
-Ah ecco, sennò botte eh!-
-Mai sfidare l’ira di Sofia! Comunque ora vado, ho promesso a Effy che sarei andata a darle una mano al bar-
-Okay dopo passo a trovarti! Baci- E riagganciò.
Chiara si stravaccò sul letto per qualche minuto finché non decise che era il momento di andare, Effy odiava i ritardatari. Si legò i capelli in uno chignon mal fatto, si infilò una canottiera rossa e un paio di pantaloncini di jeans. Aprì la scarpiera e passò in rassegna tutte le sue scarpe, aveva una mania, ne possedeva più di quaranta paia. Dando una rapida occhiata optò per i Dr. Martens, li afferrò e saltellando per casa in cerca del suo cellulare li infilò ai piedi.
Ogni tanto andava a dare una mano alla sua amica Effy, le piaceva quel posto. Era un piccolo bar frequentato per lo più da musicisti emergenti, motivo per cui c’era sempre ottima musica dal vivo. Spesso incontrava anche qualche celebrità e doveva restare calma, uniformandosi alle persone che erano lì dentro. Per loro imbattersi in qualche rockstar era normale, non gli faceva nessun tipo di effetto. I primi tempi per le due amiche fu molto difficile cercare di non rimanere stupite ogni volta che dalla porta entrava qualcuno di famoso ma ormai era normale amministrazione.
 
 
-Ciao tesoro- urlò Effy vedendola entrare dalla porta sul retro. 
-Signorina Madison- rispose Chiara facendole un inchino.
-Shh! Sai che non mi piace quel nome!- rise lei tappandole la bocca, poi rise e la abbracciò -Meno male che sei arrivata! Questa sera c’è più gente del solito, abbiamo bisogno di te- rise lei legandole il grembiule alla vita.
-Sono qui apposta!- rispose Chiara mettendosi subito all’opera. 
Madison Jefferson soprannominata Effy era la prima ragazza con cui Chiara e Sofia avevano fatto amicizia. Erano entrate nel suo bar per caso una notte e ne erano rimaste incantante. Non solo per la bellezza di quel posto o per le luci soft che creavano mille giochi di ombre ma per il carisma di quella ragazza. Capelli lunghi e mossi di un nero intensissimo, occhi azzurri, quasi ghiaccio e un sorriso in grado di rapirti l’anima. Nonostante fosse alta appena un metro e sessanta riusciva a valorizzare il suo corpo e le sue forme. Portava due grandi dilatatori ai lobi, vari orecchini appesi lungo il lato dell’orecchio e un anellino al naso. Si truccava con una semplice linea di eye-liner nero sugli occhi e un rossetto rosso intenso. Sembrava una pin-up. Era incantevole.
 
 
-Effy, in sala non c’è più nessuno, do’ una spazzata e vado via okay?-
-Tranquilla ci penso io, vai pure e grazie per l’aiuto- disse la ragazza infilandole dei soldi nella tasca dei pantaloncini.
-Non servono, lo faccio con piacere- rispose Chiara estraendoli dalla tasca. La mano di Effy la bloccò.
-Sparisci microbo- rise lei spingendola via.
-Ciao Effy! Chiamami quando hai bisogno- disse afferrando una birra e chiudendosi la porta alle spalle.
Sofia l’aspettava appoggiata alla sua moto sorridente.
-Finalmente sei uscita, pensavo di dover invecchiare qui-
-Quanto sei simpatica! Potevi anche entrare eh- rispose Chiara sbuffando
-Non mi andava, c’è sempre troppo alcool li dentro-
-Ah già, dimenticavo! Vuoi battere il tuo record. Da quanto tempo non bevi?- Chiara alzò un sopracciglio
-Troppo- rispose Sofia sbuffando sonoramente
-Ma perché lo fai?- rise Chiara
-Chiara, devo dimostrare a me stessa che so stare senza bere neanche un birra- rispose Sofia afferrandola per le braccia –sono disperata-
-tieni e smettila di lagnarti!- rise Chiara estraendo da dietro al schiena una birra, la sua preferita.
-NO NON TENTARMI!- disse afferrando la bottiglia. Chiuse gli occhi e mandò giù un sorso –mi sento viva!- poi sbatte le palpebre –questa frase era da alcolizzata- rise continuando a bere.
-Non ti sopportavo più, mi hai lasciata bere da sola per giorni eterni!-
-Tranquilla, non accadrà mai più- rise Sofia annuendo. –Ok, andiamo a divertirci!- Si infilò il casco e salì dopo Chiara.
 
 
 
 
 
-Insomma, devi raccontarmi per bene tutto- disse Sofia sedendosi sul bordo della fontana con le gambe incrociate
-Cosa devo dirti ancora?- chiese Chiara sedendosi accanto a lei.
Avevano fatto un giro per bar e poi per non rischiare avevano deciso di avvicinarsi al quartiere in cui abitavano e sedersi sulla fontana al centro della piazza.
-Dal vivo, cioè, lo so com’è dal vivo l’ho visto, intendo conoscendolo come comune mortale, com’è?- chiese
-Perfetto- rispose senza esitazioni Chiara –davvero! Non lo dico perché è lui, ma fin’ora si è dimostrato davvero una bellissima persona-
-Lo immagino! Io ancora non ci posso credere, mi sembrava una cosa impossibile e invece..- prese un respiro guardando in aria e poi puntò quei due occhi verdi su Chiara.
-Conosco quello sguardo e mi terrorizza. Cosa stai pensando?- chiese Chiara sbarrando gli occhi
-Perché non gli mandi un sms?-
-Ma sei impazzita?-
-Dai, disturbalo un po’! Ti piaceva essere sfrontata con i ragazzi!-
-Si, mi piaceva, prima!-
-Chiara, parli come se avessi quarant’anni- la spinse con la spalla Sofia
-Io non ho quarant’anni ma lui si! Ecco perché non posso permettermi di fare cavolate, non posso permettermi di presentarmi a casa sua a quest’ora anche se vorrei davvero vederlo ancora, non posso permettermi di mandargli un sms solo per sapere cosa sta..- Chiara lasciò la frase a metà perché il suo cellulare aveva preso a vibrare. –Sofia- disse e iniziò a saltellare come una bambina di appena cinque anni.
-Cosa c’è? Parla! Non saltare e basta!- la ragazza bionda la afferrò per le spalle costringendola a smettere di saltare su e giù. –Ah certo, lui ha quarant’anni e di certo non è uno di quelli che manda sms per sapere cosa stai facendo e per dirti che è sotto casa tua ad aspettarti perché aveva una voglia matta di vederti. Certo che no, non ha mica vent’anni come noi vero?! Adesso se non ti muovi a tornare a casa giuro che non ti rivolgo più la parola- infilò con la forza il casco sulla testa dell’amica e la costrinse a salire in sella alla sua moto e lanciandole un bacio la guardò andare via a tutta velocità.
Una figura incappucciata era seduta sui gradini che conducevano all’ingresso del suo palazzo. Aveva il cuore in gola e tremava così tanto che impiegò svariati secondi per slacciarsi il casco e posizionarlo sulla sella. Si avvicinò a passo felpato al ragazzo e si mise seduta al suo fianco
-Ciao- disse in italiano. Lui rise e si voltò a guardarla da sotto il cappuccio
-Ciao- rispose lui avvolgendola con un braccio. Le tenebre giocavano a favore della giovane, era impossibile vedere il rossore che copriva le sue guancie con quella luce fievole che proveniva da un lampione poco distante da li. Chiara appoggiò dolcemente la testa alla sua spalla e con il braccio cinse i fianchi dell’uomo che le era accanto.
-Come mai sei venuto? Ci saremmo dovuti vedere domani pomeriggio- poi guardò l’orologio che il ragazzo portava al polso –anzi, ci saremmo dovuti vedere tra circa dodici ore!- rise lei
-Non mi andava di aspettare!- rispose secco lui lasciando la ragazza di stucco. Non si aspettava una risposta così diretta. -Aspettavo che tu mi scrivessi sai? Ma l’attesa mi stava distruggendo così ho preso io l’iniziativa- rise lui ad un certo punto sciogliendo quel semi abbraccio in cui erano rimasti chiusi per svariati minuti.
-E pensare che io non volevo scriverti a questa tarda ora per non disturbarti- rise lei scuotendo la testa. Shannon le scostò una ciocca di capelli che le ricadeva sul viso e la posizionò dietro all’orecchio.
-Ma davvero? E perché pensavi di disturbarmi?- chiese lui carezzandole il viso con la punta delle dita
-Ognuno ha le sue paranoie- rise lei avvicinandosi con movimenti quasi impercettibili. –Tu ne hai?- chiese lei accarezzando la mano del ragazzo che era rimasta poggiata sulla guancia della ragazza.
-Provo a non dargli peso- rispose quando ormai la distanza tra di loro era così minima che i loro respiri si scontravano. Si guardarono perdendosi l’uno negli occhi dell’altro ma nessuno osava oltrepassare quel confine immaginario che si era creato fra le loro labbra. Quei secondi di attesa sembravano eterni e quei respiri sempre più vicini rendevano tutto più complicato. Riuscire a resistere all’impulso di sfiorare quelle labbra era diventato impossibile così Chiara prese l’iniziativa e si sporse leggermente in avanti, lasciando che quel confine sparisse.
-Finalmente- sussurrò il ragazzo appena le due labbra si furono separate. -Aspettavo questo momento dal giorno in cui ti ho fermata al parco- quelle parole risuonavano così irreali nella testa di Chiara che ci mise parecchio per comprenderne il vero significato e lasciare che la riempisse dentro di gioia. Poggiò le sue labbra su quelle del ragazzo ancora e ancora lasciando che tutto quello che la circondava sparisse per quei pochi secondi. 



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Ci tenevo tanto tanto tanto tanto tanto a scusarmi con tutti voi per l'estramo ritardo! Ma sono stata impegnatissima! Ora sono di nuovo qui, pronta a ricominciare, con tutti voi spero!
Grazie ancora a tutti quelli che mi seguono
Sty;
   
 
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